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Da Giordania a Seychelles fino alla Russia: il mondo si chiude all’Italia


E all’improvviso il mondo chiude le porte all’Italia: diversi Paesi hanno sbarrato le loro frontiere agli italiani e molti hanno stretto le maglie dei controlli sui connazionali, per paura che possano propagare il contagio da coronavirus. Fino ad arrivare alla quarantena imposta da vari Stati verso chi arriva dal nostro Paese.
Gli Stati europei confinanti tuttavia hanno deciso di tenere aperte le frontiere, mentre il premier Giuseppe Conte ha tentato di rassicurare la comunità internazionale: “L’Italia – ha affermato il presidente del Consiglio – è un Paese sicuro, forse più sicuro di tanti altri. Sarebbe ingiusto che arrivassero limitazioni da parte di Stati esteri, non lo possiamo accettare”. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha dato indicazione alla Farnesina di convocare tutti gli ambasciatori dei Paesi esteri accreditati in Italia per dare loro “un’informazione corretta” sull’andamento del contagio sul nostro territorio. Iniziativa analoga da parte del ministro per gli Affari europei Enzo Amendola, che ha convocato gli ambasciatori di tutti i 27 Paesi Ue.
Intanto però paradisi del turismo come le Seychelles e la Giordania – mete frequentatissime dagli italiani – ma anche l’Iraq hanno deciso per il blocco totale: non entra nessuno dall’Italia. Altri Stati, come il Kuwait, hanno sospeso i collegamenti aerei con il nostro Paese, mentre la compagnia nazionale bulgara ha cancellato tutti i voli da e per Milano. Altri ancora hanno optato per un ventaglio di misure di sicurezza che vanno dai controlli sanitari all’arrivo in aeroporto – gli ultimi a introdurli sono stati Egitto, Montenegro, Lituania, Ucraina, Moldavia e Cipro – fino ad arrivare all’imposizione di una quarantena, in particolare per i viaggiatori che arrivano dalle zone focolaio di Lombardia e Veneto. Come la Gran Bretagna, che ha sancito un auto-isolamento di 14 giorni per chi proviene dal nord Italia e presenta sintomi di un potenziale contagio dal virus. Una quarantena che diventa obbligatoria in ogni caso per chiunque arrivi dai paesi lombardi e veneti isolati dal governo italiano. Una scelta analoga a quella adottata nei giorni scorsi dalla Romania.
Lo Stato polinesiano di Samoa ha stabilito invece che i viaggiatori provenienti o in transito dall’Italia saranno ammessi nel Paese solo se avranno trascorso 14 giorni di quarantena in un Paese in cui non ci siano stati casi di coronavirus. Di fatto si tratta di un divieto di ingresso mascherato.
È solo una raccomandazione invece quella dell’Islanda, che suggerisce di adottare un auto-isolamento a tutti coloro che arrivino da Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Parigi ha invitato i propri connazionali ad evitare viaggi nel nord Italia mentre Berlino ha raccomandato a chi ha viaggiato nel nord del Paese ed è entrato in contatto con persone di cui sia provata l’infezione a rimanere a casa per precauzione. E gli Usa hanno vietato ai militari americani di viaggiare nelle zone colpite dal virus. Infine, ultima in ordine di tempo, la Russia ha messo in guardia i propri cittadini contro i viaggi in Italia, Corea del Sud e Iran.
travelnostop.com

L’effetto Coronavirus colpisce anche il turismo a Venezia

Venezia deserta, disdette al 60%
L’effetto Coronavirus colpisce anche il turismo a Venezia. Le disdette sono arrivate al 60%


Coronavirus / Turismo. A Milano rinviato il Salone del Mobile

A Milano rinviato il Salone del Mobile
L’effetto Coronavirus si fa sentire anche sul Salone del Mobile di Milano, che è stato rinviato. Inizierà il 16 e terminerà il 21 giugno. L’appuntamento, che raduna 2’200 espositori da tutto il mondo, avrebbe dovuto svolgersi dal 21 al 26 aprile. La decisione è stata presa dagli imprenditori del settore, d’accordo con la Fiera di Milano. Secondo le stime annullare del tutto l’evento costerebbe 120 milioni di euro. La rassegna è stata visitata l’anno scorso da 386’236 persone, proveniente da 181 Paesi.
rsi.ch
 

Coronavirus, turismo italiano in ginocchio: «Situazione drammatica»

Coronavirus, turismo italiano in ginocchio: «Situazione drammatica» 

«Le ultime gravi notizie relative alla diffusione del coronavirus nel nostro Paese hanno messo in ginocchio l’industria del turismo italiano. Le stime più prudenti prima della diffusione parlavano di una perdita di 5 miliardi di euro, ma adesso ci troviamo nella condizione di non poter più nemmeno stimare l’impatto a causa della drammatica evoluzione in corso». È l’allarme lanciato dalla vicepresidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli.
«Anche nel caso di una rapida soluzione del problema per il nostro settore la stagione - spiega Lalli - è compromessa: oltre alle migliaia di cancellazioni, si aggiungono le mancate prenotazioni per tutto il secondo semestre 2020, normalmente già a buon punto in questa parte dell’anno. Alla luce di questi recenti sviluppi e a nome di un comparto che rappresenta oltre il 10% del pil e oltre 4 milioni di lavoratori, abbiamo scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiedendo lo stato di crisi per il settore del turismo e di attivare tutte le misure di supporto a tutela dei posti di lavoro e della vita stessa delle nostre imprese».

«Siamo molto preoccupati. In pochissimo tempo la situazione è precipitata. Sino a qualche giorno fa, l’Italia risultava sostanzialmente indenne dall’epidemia, con un numero limitatissimo di pazienti sotto osservazione, per contagi contratti all’estero. Oggi siamo nell’occhio del ciclone e il danno d’immagine si è già trasformato in danno economico». Con queste parole il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, commenta con l’Ansa l’impatto del coronavirus sull’economia del turismo. «La posta in gioco - aggiunge Bocca - è molto alta. Basti considerare che durante i mesi di febbraio e marzo gli esercizi ricettivi italiani ospitano 14,5 milioni di turisti italiani e stranieri, per quasi 40 milioni di pernottamenti. Al contrario di quel che si potrebbe credere, non siamo in bassa stagione: per alcune aree del Paese, questo è un periodo di intensa attività. Penso ad esempio al carnevale, alle settimane bianche, alle gite scolastiche e ad importanti manifestazioni fieristiche».
corriere.it

 

Virus Cina: Bocca, per turismo contraccolpo immediato

(ANSA) - ROMA, 28 GEN - "Per il turismo il contraccolpo è già stato immediato ma ci stiamo preparando a contare danni ancora più gravi. E non saranno perdite indifferenti, possiamo già dirlo. Sono infatti convinto che ancora non abbiamo percepito la vera dimensione del problema e che ancora non la sappiamo assolutamente tutta la storia. Penso che purtroppo il peggio debba ancora venire: anche perché visto il numero degli abitanti della Cina, il numero di contagiati e morti è molto basso. Noi di cancellazioni e disdette ne stiamo già vedendo moltissime, anche io personalmente all'interno del mio gruppo, specialmente a livello di gruppi e tour operator. Per il mercato cinese sarà un anno molto complicato". Così il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca parlando con l'ANSA commenta gli effetti negativi della diffusione del Coronavirus sul mondo dei viaggi e del turismo.