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Fra un mese al via il Salone del Gusto

Daniela Traverso, 24 settembre 2010, 15:37

Aprirà nella seconda metà del mese prossimo il Salone del Gusto a Torino. Dal 21 al 25 ottobre al Lingotto Fiere lo storico evento organizzato da Slow Food, che sempre più racconta del rapporto fra alimentazione e contemporaneità, unita al tema della sostenibilità.

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Se dovessi spiegare che cosa è il Salone del Gusto a qualcuno che non lo sa, direi che è uno dei migliori prodotti culturali di questi ultimi e tristi 20 anni d'Italia. Un progetto nato dalle ceneri di una cultura sopita, latente, ma che non poteva nascere e crescere in nessun altro luogo che non fosse l'Italia.

Il salone del Gusto non è un semplice mercato, ma un manifesto di intenti che ogni 2 anni viene celebrato al Lingotto Fiere di Torino.

Produttori da ogni parte del mondo portano in degustazione e presentano i loro prodotti, tutti di eccellenza e di altissimo livello enogastronomico, fattori che non sempre combaciano e convivono serenamente con le stra-citate norme CEE, anzi, spesso vi cozzano in maniera eclatante. Ma al Salone del Gusto si assaggia di tutto e si mangia veramente bene, e proprio grazie al piacere di gustare buon cibo si impara. Si impara a conoscere l'origine di un prodotto, che a sua volta racconta le abitudini di un popolo e la storia di un territorio.

Questa Biennale del Gusto è una vittoria del movimento Slow Food, un'associazione nata nel 1986 da Arcigola e da un'idea di Carlo Petrini, con la finalità di un modello di consumo che voleva opporsi in maniera decisa e importante al consumismo estremo e sregolato, che in quegli anni ha iniziato la sua ascesa.

Proprio contro l'idea di Fast Food è nato Slow Food, che in questi oltre 20 anni di attività ha sempre più assunto un'importanza fondamentale nel mondo dell'enogastronomia, e non solo, indirizzando a un nuovo tipo di consumo, che coniuga l'idea un ritorno al passato, ai suoi ritmi e alle sue modalità , con una nuova consapevolezza; in parole povere: mangio "lentamente" cose prodotte a basso impatto ambientale, perchè innanzitutto me le godo di più e so anche che è giusto per il bene comune e la collettività (parola ormai in disuso) ne sarà tutta avvantaggiata.

Il motto del movimento "Buono, pulito e giusto" è un concetto difficile da non condividere. Buono perchè il cibo deve essere innanzitutto un piacere, Pulito perchè deve essere prodotto violentando e sporcando il meno possible il nostro pianeta e Giusto perchè Mangiare diventa appunto un "atto agricolo", e selezionando cibi di buona qualità, prodotti con criteri di rispetto per l'ambiente e le tradizioni locali, possiamo favorire la biodiversità e un'agricoltura equa e sostenibile. Il risultato finale non è forse una qualità della vita migliore per tutti?

Quest'anno il Salone del Gusto svolgerà la sua ottava edizione, dedicata a "Cibo e Territori", alle loro relazioni e implicazioni. Dalla prima edizione del 1996 l'affluenza e di conseguenza l'ampiezza e la complessità dell'evento sono aumentate esponenzialmente, coinvolgendo sempre più paesi e sempre più realtà, anche dal Terzo Mondo, Slow Food infatti si impegna anche nel sostegno di piccole comunità produttive, un esempio tra i tantissimi è la comunità delle Donne Imraguen, produttrici di Bottarga di Muggine di una zona della Mauritania.

Una novità delle ultime edizioni del salone, che sancisce in maniera chiara e definitiva appunto l'impegno etico del movimento a livello mondiale, è il congresso di Terra Madre, evento collaterale al salone, quest'anno alla sua quarta edizione. Terra madre è una rete delle comunità del cibo, che in occasione del Salone del Gusto portano i loro esponenti a incontrarsi e confrontarsi sulle modalità agricole di produzione e di consumo.

Anche in questa edizione 2010 quindi si prospetta interessante l'idea di avventurarsi tra i mercati del salone, le degustazioni guidate da massimi esperti nel settore ai laboratori del gusto, gli stand dei presidi, il congresso di Terra Madre e le tantissime altre attività e iniziative proposte in nome sì del buon cibo ma anche di un nuovo concetto di cultura globale e una nuova consapevolezza etica, che vede in questo approccio alternativo al cibo e al consumo un vero e proprio metodo educativo, che mi auguro sarà esempio concreto per la crescita delle nuove generazioni. E se fosse la via giusta?

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