(Di Eugenia Romanelli)
Ancora sei date. Da non perdere. Si tratta della prima edizione di
Cultural Bridge – La musica delle radici, il festival del Centro
Policulturale Baobab di Roma patrocinato dall’Assessorato alla Cultura,
Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale e ideato
dall'Associazione Culturale Milagro Acustico “Volevamo realizzare un
ponte tra le diverse espressioni culturali – spiega il direttore
artistico Bob Salmieri - e favorire l'interazione fra le realtà
artistiche del territorio in coerenza con la Convenzione UNESCO sulla
Protezione e la Promozione della Diversità delle Espressioni Culturali,
consapevoli che la diversità culturale rappresenta un patrimonio comune
dell’umanità e che dovrebbe essere valorizzata e salvaguardata a
beneficio di tutti”.
Quale la novità? Soprattutto la location. Ad ospitare musicisti del
calibro di Nicola Alesini, Gabriele Coen Quartet, Fleurs do mar, Neilos,
solo per citarne alcuni, è infatti un centro di accoglienza del Comune
di Roma: “L’ex vetreria industriale fra Piazza delle Province e la
Tiburtina – racconta Daniel Zagghay coordinatore del centro - è spazio
poliedrico di 1000 mq con ambienti accoglienti ristrutturati dagli
ospiti stessi dove vengono proposte una pluralità di iniziative
musicali, cinematografiche, artistiche e culinarie, all’insegna
dell’incontro tra le culture delle diverse parti del mondo”.
Si può infatti fare corsi di danza, di percussioni, di montaggio,
oppure usare la sala di registrazione professionale e la sala prove
(dove suonano giovani artisti immigrati, che, grazie a questo spazio,
danno vita alle proprie produzioni musicali), o cenare al ristorante con
soli dieci euro: i residenti, in gran parte provenienti da diversi
paesi dell’Africa, cucinano ottimi piatti tipici. A valere una visita
insomma è anche il centro stesso: dai muri colorati (che poi si scopre
che il blu è quello del mare ma il rosso è quello del sangue versato per
arrivare in Italia) ai salotti, dalla palestra alla sala conferenze,
fino alla biblioteca (con testi di letteratura e saggistica africana
divisi per aree, e libri di multiculturalità, immigrazione e
integrazione sociale) e ai dormitori, tutto è pensato per creare un
ambiente familiare, accogliente e per la socializzazione, anche con i
cittadini romani.
“Questo per noi è il punto più importante – spiega Silvio di Francia,
responsabile dell'ufficio diritti fondamentali e di cittadinanza di
Roma Capitale. Baobab è soprattutto un centro di accoglienza del Comune,
a cui formalmente appartiene: una casa di accoglienza dove vivono oltre
200 persone, rifugiati e richiedenti asilo. Senza un interscambio
creativo con la cittadinanza rischia di diventare un luogo asfittico”.
Anche per questo la nascita del Festival, per creare un punto d’incontro
e di riferimento stabile per la cosiddetta “world music” nella capitale
e per rendere questo spazio un luogo di scambio culturale attivo e
permanente. “Il Cultural Bridge intende promuovere il panorama delle
espressioni culturali – conclude Zagghay - frutto del genio e della
creatività delle comunità locali, per salvaguardare il patrimonio
culturale immateriale dal preoccupante rischio di estinzione a cui è
costantemente sottoposto”.
Sul palco alcuni tra gli artisti maggiormente attivi in Italia nella
world music: 11 aprile Fleur do mar, 18 aprile
Tiberi-Alesini-Vantini-Muela-Cod, 9 maggio Neilos, 16 maggio Gabriele
Coen Quartet, 23 maggio Mediterranti, 30 maggio Entropia&Bob
Calmieri.
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