SASSARI. Resta ancora un’isola proibita. La Sardegna è terra di
conquista solo per gli stranieri. Il test pasquale conferma la tendenza
di questi ultimi anni. L’isola è sempre più lontana dal resto di
un’Italia ancora alle prese con la crisi. L’industria del turismo si
riaccende. Il sole, da sempre la sua unica fonte energetica, ha ripreso a
scaldare giornate e sogni degli industriali delle vacanze. I primi
numeri dànno speranza. Il test di Pasqua fa registrare numeri positivi.
Ma non chiedete percentuali. Più superstiziosi di un venditore di
amuleti, nessuno osa trasformare in percentuali le prenotazioni. A dirla
in freddi numeri la crescita sarebbe del 10 per cento rispetto al 2013,
ma l’anno scorso Pasqua cadeva dentro un gelido marzo.
Il presidente di Federalberghi, Giorgio Macciocu,
conferma il trend positivo. «Abbiamo una leggera crescita – spiega –.
Per ora i segnali per la Pasqua sembrano buoni. Ma io i conti li faccio
alla fine. Adesso posso dire che c’è una certa vitalità». A fare da
traino non solo una Pasqua sotto un sole quasi estivo, ma anche il lungo
ponte che dal 25 aprile arriva al primo maggio. A dire il vero la
maggiore risposta per ora arriva dagli stranieri.
La ripresa. La conferma arriva dall’assessore regionale al Turismo Francesco Morandi.
«I numeri sono davvero positivi – dice –. Abbiamo dovuto chiedere alle
compagnie aree e a quelle di navigazione di incrementare i voli e le
traversate. Perché le richieste superano le disponibilità. Lavoriamo con
una campagna di marketing per convincere gli indecisi e catturare
qualcuno con i last minute. Questo non può che fare piacere. Sono segni
che ci lasciano sperare anche per il resto della stagione».
Italiani estinti. Ma anche se i numeri danno un po’ di
buonumore si confermano le tendenze, negative, che si sono affermate in
questi anni. Gli italiani diventano merce sempre più rara. Una
minoranza tra i turisti. In alcune zone come la Gallura o il nordovest,
sono meno del 30 per cento. Colpa della crisi che ha paralizzato la
nazione e spinto chi vive dentro i confini a non lanciarsi in costose
spese per le vacanze. Ottima al contrario la risposta degli stranieri
che continuano a crescere e occupare fette di mercato sempre più
importanti. Anche perché nei periodi di spalla, Pasqua per esempio, ci
sono quasi solo loro. Tedeschi su tutti. Ma sono arrivati anche gli
spagnoli, attirati dai riti della settimana santa.
Il superesperto. A dare il polso della situazione è il superesperto Luigi Crisponi,
albergatore, ex assessore regionale al Turismo ed ex presidente di
Federalberghi. «Pasqua ci porterà qualcosa – afferma –, voglio essere
ottimista. Nessuno pensi a incrementi a due cifre, ma qualcosa si muove.
Certo ci sono aspetti negativi che devono essere controbilanciati e su
cui si deve lavorare anche in vista dell'estate. Uno su tutti riguarda
l’immagine della Sardegna. Dopo l’alluvione del 18 novembre molti sono
ancora convinti che la Sardegna sia travolta dal fango e sia impossibile
arrivare in un’isola ancora disastrata e in emergenza. Noi sappiamo che
al di là dei disagi e del dolore che quel disastro ancora crea in noi,
la macchina delle vacanze gira a pieno regime. E l’arrivo dei turisti è
il vero contributo che l’isola può avere per ripartire».
In pochi rischiano. Ma resta ancora la diffidenza. Per
Pasqua ha aperto solo una piccola parte delle strutture ricettive. I
bed&breakfast sono già aperti, anche perché in questo periodo
dell’anno sono i più gettonati. Vanno bene anche le città sul mare come
Alghero e Bosa. Ma la Sardegna per ora si limita solo a predicare
l’allungamento della stagione. Molti alberghi preferiscono in ogni caso
rimandare l’esordio. Anche perché dopo il ponte di Pasqua e quello tra
il 25 aprile e il primo maggio c’è un periodo di calma piatta. Difficile
per i gestori degli hotel, che lavorano su margini di guadagno sempre
più stretti, far quadrare i bilanci senza avere le stanze piene. Gli
albergatori devono affrontare anche un altro ostacolo, il mercato nero.
Da una ricerca di Federalberghi e Confcommercio è emerso che otto
turisti su dieci sono fantasmi. Scompaiono, arrivano nell’isola, ma non
si rivolgono alle strutture regolari. Un fenomeno in crescita. Tanto che
per contrastarlo gli albergatori hanno fatto (vedi l’articolo a pagina
4) una proposta provocazione. Camere a 10 euro al giorno.
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