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Tra nebbie e leggenda, tra storia e mito l’Ordine dei Cavalieri del Tempio
continua ad abitare l’immaginario collettivo di una contemporaneità
orfana di fiabe, e alla perenne ricerca del senso nascosto delle cose,
ammesso che esista. Allestita, con successo alla Commedia di Prè di
Genova, la mostra Templari. Storia e Leggenda dei Cavalieri del Tempio aiuta
a far luce su una vicenda che, intrecciando il mito, abita nel profondo
dell’identità occidentale. Dal 1119, anno della fondazione dell’Ordine –
siamo dopo la Prima crociata e i Cavalieri nascono per assicurare
protezione ei pellegrini di Terra Santa – al 1314 con la morte sul rogo
dell’ultimo maestro del Tempio, Giacomo De Molay per mano dell’ultimo e
definitivo nemico dell’Ordine, il re di Francia Filippo IV – trascorrono
poco meno di duecento anni. Due secoli nei quali i Cavalieri di Cristo
sono passati dal potere alla disfatta, dalla ricchezza alla spoliazione,
dalla costruzione alla diaspora. Enigmatico e controverso, il nobile
esercito di monaci di Santa Romana Chiesa, dalla vita ascetica e
dall’ineffabile disciplina militare ha affrontato il Saladino e i
Mamelucchi, combattuto epiche battaglie e indossato le vesti dei
banchieri per principi e sovrani. Ha costruito imponenti fortezze e
straordinarie cattedrali in tutta Europa, e guadagnato un potere
difficilmente paragonabile e una fama di mistero che ancora oggi ne
travolge la storia, dal Santo Graal al mitico tesoro perduto. Poi il
tragico epilogo, il rogo di Giacomo Molay, lo sciogliemnto dell’Ordine,
la diaspora, ad aprire nuove pagine al mistero.
Ma una mostra per trovare senso richiede prove materiali. E per
questo l’esposizione ricorre a significativi reperti storico-artistici
dei Templari: icone, scrigni, reliquiari, manoscritti, statue, troni,
sigilli, lastre tombali, codici miniati illustrando la questione
templare innanzitutto come eredità storica.
Diversi i reperti di grande rilievo, come la pergamena de La Regola dei Cavalieri del Tempio dalla Biblioteca Nazionale Lincei di Roma, i documenti del processo ai Templari dell’Archivio Segreto Vaticano, ed opere di prestigio come il San Pietro di Simone Martini, dal Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto, la Madonna del colloquio di Giovanni Pisano
dal Museo dell’Opera del Duomo di Pisa e tra le altre le Lastre tombali
di cavalieri templari, dall’Abbazia di Fontevivo di Parma e dal Museo
Archeologico Nazionale di Napoli.
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