di Luciana Borsatti
Sultan e' un beduino di Wahiba e lavora con i turisti con il suo potente fuoristrada Toyota, offrendo loro l'emozione di un tramonto nel deserto dell'Oman e il brivido di una scenografica discesa dalle grandi dune di sabbia dorata, fino ad un un campo tendato di lusso. Siamo tuttavia ben lontani dal deserto-luna park di certi venerdì nella vicina Dubai - dove le dune sono invase da sguaiate e rumorose giostre di 4x4 e 'quad', in attesa di spettacoli notturni all'insegna di un improbabile folklore locale. Nonostante le ben coltivate ambizioni di sviluppare il turismo, il sultanato resta infatti saldamente ancorato a quella miscela ben dosata di tradizione e modernita' che caratterizza la società omanita dall'inizio degli anni '70.
Da quando cioè l'allora trentenne sultano Qaboos rimosse dal potere il padre, restio ad ogni modernizzazione, per avviare un progresso economico e sociale relativamente ben distribuito e che, insieme alle risorse petrolifere, ne ha garantito l'attuale fortuna. Al volante della sua auto di ritorno dal deserto, Sultan ricambia il saluto militare che il sultano Qaboos rivolge ai passanti da una delle tante effigi che si mostrano negli spazi pubblici del Paese: un gesto, il suo, rapido e istintivo come quello di alcuni credenti vicino ai loro luoghi di culto. "Sono certo che ce la fara' e tornera' fra noi", dice Sultan del monarca, che si trova da luglio in Germania per cure mediche e che non ha fatto ritorno in patria nemmeno per la festa nazionale del 18 novembre, limitando la sua apparizione pubblica ad un discorso televisivo. "E' un uomo forte e generoso - aggiunge Sultan con uno sguardo carico di affetto e ammirazione - e ha un grande cuore".
Fra i 30 i 40 anni, la figura un po' corpulenta avvolta in una tunica immacolata - la 'dishdasha' costituisce, insieme al turbante o al caratteristico cappello ricamato, il costume nazionale dei maschi omaniti - Sultan incarna un sentimento diffuso nel Paese: un senso di appartenenza che negli ultimi decenni di rapida crescita economica ha certo contribuito alla stabilita' politica e sociale del Paese. E questo nonostante la sua scomoda posizione geografica, al centro di un'area percorsa da drammatiche tensioni. Confinante via terra con uno Yemen tragicamente in subbuglio e con la potenza saudita dominante nel Consiglio di Cooperazione del Golfo cui anche Muscat aderisce, il sultanato ha infatti saputo intessere un'oculata diplomazia con un altro ingombrante vicino, l'Iran, distante poche miglia di mare oltre lo stretto di Hormuz, strategico tratto del traffico petrolifero del Golfo. E se sembra aver superato senza troppe scosse anche la fase delle rivolte del 2011, ora guarda con preoccupazione al dopo-Qaboos, considerato che il sultano non ha né figli né nipoti. La faccenda della successione sarà regolata, come prevede la Costituzione, da un Consiglio della Famiglia regnante oppure, in caso di mancato accordo, da quanto già indicato dallo stesso sultano in due lettere sigillate.
Nel frattempo tuttavia l'Oman apre le sue porte al turismo - espressione che è piu di una metafora per un Paese che fino al 'rinascimento' avviato da Qaboos chiudeva per la notte le porte della capitale Muscat, e con queste, simbolicamente, anche ad ogni interferenza esterna sulla cultura locale. E si propone al visitatore con una capitale moderna, ma senza grattacieli; con architetture e decorazioni fedeli alla sobria estetica della cultura religiosa ibadita; con suk ordinati e puliti senza l'assillo di venditori insistenti, ricchi di pashmine di qualità e dei caratteristici gioielli in argento e ora tipici della manifattura locale; dove abbondano antichi forti e castelli, come i siti riconosciuti come patrimonio mondiale dall'Unesco; dove si puo' scegliere tra chilometri di spiagge bianche sul mare, il fascino delle alte montagne che per secoli hanno fatto barriera alle invasioni o una nuotata nei grandi bacini di acqua dolce, immersi nel verde, del Wadi Bani Khalid. E se è vero che i bikini vanno sostituiti con costumi da bagno piu castigati, tranne che nelle spiagge private e degli alberghi, vino e birra si possono trovare facilmente in molti hotel e ristoranti. A dimostrare tangibilmente che un equilibrio tra islam osservante e liberta'occidentali e' ancora possibile.
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