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Un italiano all'Opera dell'Oman

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(di Daniela Giammusso) (ANSA) - MUSCAT, 21 MAG - Chissà se quando, ormai dieci anni fa, il sultano dell'Oman Qaboos bin Said Al Sai decise di donare al suo popolo una vera Royal Opera House, la prima (e ancora unica) della penisola arabica, aveva mai pensato che a guidarla sarebbe stato qualcuno che la tradizione del melodramma la portava scritta nel passaporto. Fatto è che oggi, mentre ci si avvicina all'immensa ROHM di Muscat, costruita con il profilo di una fortezza e il bianco assoluto dei marmi a riflettere i 40 gradi del sole rovente del deserto (ma dentro il fascino di uno dei paesi più ricchi al mondo), ancora un po' sorprende di ritrovarsi faccia a faccia con Umberto Fanni, italianissimo (anzi, come dice lui, ''metà sardo, con casa a Brescia''), dal 2014 alla guida del fiore all'occhiello della capitale omanita. Inaugurata nel 2011 con la Turandot di Zeffirelli, terza al mondo per grandezza, con tanto di galleria di negozi superlusso e l'Al Angham, il ristorante più esclusivo della città, la ROHM a settembre aprirà la sua ottava stagione con Placido Domingo, star ormai di casa, accompagnato dall'Orchestra Fondazione Arena di Verona in un Gala di romanze, duetti e trii della tradizione spagnola della zarzuela. ''Era il 2014 e pensavo sarei andato da tutt'altra parte, quando venni qui per un incontro per il posto di direttore artistico'', racconta Fanni, al tempo già al Verdi di Trieste e poi all'Arena di Verona. ''Dopo tre giorni mi arrivò la lettera di conferma.
    Dopo qualche mese la nomina anche a direttore generale''. Il suo contratto dice che rimarrà qui fino al 2020, ma i progetti in ballo sono tanti. ''Quando sono arrivato - racconta - la scommessa era trasformare un performing art center in teatro che produce Opera. Il nostro primo titolo è stato The Opera: 24 arie del più popolare repertorio operistico, dal barocco al contemporaneo, sul filo narrativo di Orfeo ed Euridice. In scena c'erano 13 cantanti dal Centro di Valencia, Placido Domingo, la partecipazione del Cirque du soleil, per la regia di Davide Livermore. Alla fine gli omaniti piangevano in platea. Il successo è stato tale che lo porteremo anche in Italia''.
    Ci si guarda intorno, tra il trionfo di scalinate e arabeschi, gli strumenti antichi in mostra nelle teche, la sofisticatissima tecnologia a disposizione della sala da 1.100 posti, e viene da pensare, come ricorda Fanni, ''che 47 anni fa qui c'era solo deserto''. A cambiare tutto, la scoperta del petrolio e un percorso ragionato del sultano (cresciuto in Europa), che in un paese da sempre considerato la ''Svizzera della penisola arabica'' attraverso la cultura vuole costruire ponti con il resto del mondo.
    La nuova stagione 2018-2019 firmata da Fanni correrà dunque sul doppio binario della tradizione occidentale e araba, in un mix di generi che abbraccia la classica come il pop. Tra gli altri arriveranno, Juan Diego Florez con il soprano egiziano Fatma Said, il tenore Vittorio Grigolo, Kristine Opolais con la European Union Youth Orchestra. Sei i titoli d'Opera tra cui spicca la Lakmé di Delibes firmata Livermore, con Jordi Bernàcer alla guida dell'Orchestra e coro del Carlo Felice di Genova (realizzata in collaborazione anche con l'Opera di Roma, Los Angeles, Astana, Cairo, Shangai, Sidney, Pechino e Arena di Verona), che debutterà a Muscat a marzo 2019 per poi girare il mondo fino al 2025. E poi ancora, Valery Gergiev con l'orchestra del Mariinsky, Mahler con la Slovak Philarmonic Orchestra, il fado di Claudia Aurora e il blues di Zucchero.
    ''Le differenze con l'Europa? Qui abbiamo 237 lavoratori, il 70% sono omaniti e tutti molto giovani - risponde Fanni - In Oman l'età media è 28 anni, è un paese giovane, dinamico, stimolante.
    Bisogna insegnare loro il mestiere del teatro. Il pubblico? Agli spettacoli d'Opera il 21% è arabo, il resto sono turisti, con il 95% di riempimento sala nelle ultime due stagioni''. Merito anche di una politica di prezzi molto accessibile, dai 10 ai 140 euro. ''E' un teatro aperto, voglio che lo sia. Il teatro per me non ha senso se non si apre al territorio''. Quanto alla cultura islamica, ''mai avuto limiti - assicura il direttore - Quando abbiamo ospitato la Traviata, anziché una meretrice, abbiamo puntato sul fatto che fosse una donna malata. Il brindisi, non è importante fosse alcool. Era una bibita''. E da parte del blasonato mondo della lirica, nessuna ostilità? ''Nel mondo dell'Opera tutto è vero e tutto non lo è. Quello che importa è l'empatia tra pubblico e palcoscenico. Nessuno mi ha mai detto 'io non vengo'. Anzi, in questi anni abbiamo ospitato quasi tutte le fondazioni lirico sinfoniche italiane. E tutti quelli che arrivano, poi vogliono tornare''. Unico rimpianto, ''non essere a casa. Noi italiani siamo i migliori al mondo in quasi tutto, ma spesso non sappiamo valutarlo''.
   

Cartorange: i viaggi-esperienza la risposta per un turismo su misura

Il viaggio è vissuto sempre meno come mero momento di stacco e di relax e sempre di più si ricerca l’esperienza. È una tendenza consolidata e le esigenze dei turisti si affinano sempre di più. "Ciò che emerge è la richiesta di proposte sempre più sartoriali, su misura. Decidere la meta è solo il primo passo: bisogna costruirci attorno un’intera esperienza - afferma Gianpaolo Romano amministratore delegato di CartOrange -. Le proposte più apprezzate sono quelle che uniscono natura, paesaggi e la possibilità di contatto ravvicinato con gli animali, magari anche a prezzo di un po’ di fatica, fra trekking e safari. E poi piacciono molto le escursioni in cui si interagisce con la popolazione locale".
I consulenti CartOrange hanno selezionato in tutto il mondo otto esperienze per l’anno che verrà, 1. Alaska: scoprire il Denali con un naturalista e incontrare gli orsi; 2. Cina: immergersi in paesaggi iconici a bordo di una zattera di bambù; 3. Cuba: rivivere la Revoluciòn sulla Sierra Maestra; 4. Armenia: partecipare a una liturgia nella Cattedrale di Echmiadzin; 5. Namibia: scoprire i segreti di bellezza delle donne Himba; 6. Isole Cook: allontanarsi dal mare per scoprire un villaggio locale; 7. Oman: osservare le tartarughe sulla spiaggia; 8. Sri Lanka: incontrare i leopardi durante un jeep safari.

in  http://www.guidaviaggi.it

Mare e palazzi dell'Oman, il fascino discreto del Sultanato

di Luciana Borsatti

Sultan e' un beduino di Wahiba e lavora con i turisti con il suo potente fuoristrada Toyota, offrendo loro l'emozione di un tramonto nel deserto dell'Oman e il brivido di una scenografica discesa dalle grandi dune di sabbia dorata, fino ad un un campo tendato di lusso. Siamo tuttavia ben lontani dal deserto-luna park di certi venerdì nella vicina Dubai - dove le dune sono invase da sguaiate e rumorose giostre di 4x4 e 'quad', in attesa di spettacoli notturni all'insegna di un improbabile folklore locale. Nonostante le ben coltivate ambizioni di sviluppare il turismo, il sultanato resta infatti saldamente ancorato a quella miscela ben dosata di tradizione e modernita' che caratterizza la società omanita dall'inizio degli anni '70.

Da quando cioè l'allora trentenne sultano Qaboos rimosse dal potere il padre, restio ad ogni modernizzazione, per avviare un progresso economico e sociale relativamente ben distribuito e che, insieme alle risorse petrolifere, ne ha garantito l'attuale fortuna. Al volante della sua auto di ritorno dal deserto, Sultan ricambia il saluto militare che il sultano Qaboos rivolge ai passanti da una delle tante effigi che si mostrano negli spazi pubblici del Paese: un gesto, il suo, rapido e istintivo come quello di alcuni credenti vicino ai loro luoghi di culto. "Sono certo che ce la fara' e tornera' fra noi", dice Sultan del monarca, che si trova da luglio in Germania per cure mediche e che non ha fatto ritorno in patria nemmeno per la festa nazionale del 18 novembre, limitando la sua apparizione pubblica ad un discorso televisivo. "E' un uomo forte e generoso - aggiunge Sultan con uno sguardo carico di affetto e ammirazione - e ha un grande cuore".

Fra i 30 i 40 anni, la figura un po' corpulenta avvolta in una tunica immacolata - la 'dishdasha' costituisce, insieme al turbante o al caratteristico cappello ricamato, il costume nazionale dei maschi omaniti - Sultan incarna un sentimento diffuso nel Paese: un senso di appartenenza che negli ultimi decenni di rapida crescita economica ha certo contribuito alla stabilita' politica e sociale del Paese. E questo nonostante la sua scomoda posizione geografica, al centro di un'area percorsa da drammatiche tensioni. Confinante via terra con uno Yemen tragicamente in subbuglio e con la potenza saudita dominante nel Consiglio di Cooperazione del Golfo cui anche Muscat aderisce, il sultanato ha infatti saputo intessere un'oculata diplomazia con un altro ingombrante vicino, l'Iran, distante poche miglia di mare oltre lo stretto di Hormuz, strategico tratto del traffico petrolifero del Golfo. E se sembra aver superato senza troppe scosse anche la fase delle rivolte del 2011, ora guarda con preoccupazione al dopo-Qaboos, considerato che il sultano non ha né figli né nipoti. La faccenda della successione sarà regolata, come prevede la Costituzione, da un Consiglio della Famiglia regnante oppure, in caso di mancato accordo, da quanto già indicato dallo stesso sultano in due lettere sigillate.

Nel frattempo tuttavia l'Oman apre le sue porte al turismo - espressione che è piu di una metafora per un Paese che fino al 'rinascimento' avviato da Qaboos chiudeva per la notte le porte della capitale Muscat, e con queste, simbolicamente, anche ad ogni interferenza esterna sulla cultura locale. E si propone al visitatore con una capitale moderna, ma senza grattacieli; con architetture e decorazioni fedeli alla sobria estetica della cultura religiosa ibadita; con suk ordinati e puliti senza l'assillo di venditori insistenti, ricchi di pashmine di qualità e dei caratteristici gioielli in argento e ora tipici della manifattura locale; dove abbondano antichi forti e castelli, come i siti riconosciuti come patrimonio mondiale dall'Unesco; dove si puo' scegliere tra chilometri di spiagge bianche sul mare, il fascino delle alte montagne che per secoli hanno fatto barriera alle invasioni o una nuotata nei grandi bacini di acqua dolce, immersi nel verde, del Wadi Bani Khalid. E se è vero che i bikini vanno sostituiti con costumi da bagno piu castigati, tranne che nelle spiagge private e degli alberghi, vino e birra si possono trovare facilmente in molti hotel e ristoranti. A dimostrare tangibilmente che un equilibrio tra islam osservante e liberta'occidentali e' ancora possibile.
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A bordo di un fuoristrada tra le dune del deserto omanita

(di Ida Bini)
Oman, punto d’incontro tra Asia e Africa nella parte sud-orientale della penisola arabica, è un Paese sicuro, tranquillo, ricco di paesaggi affascinanti e misteriosi, a poco più di sei ore di volo dall’Italia. L’antica terra della regina di Saba offre tanti volti diversi: dallo stretto di Hormuz fino all’oceano Indiano si attraversano spiagge mozzafiato e deserti infiniti, città d’arte e piccoli villaggi che racchiudono antiche tradizioni, grotte inaccessibili, alte montagne rocciose e canyon strettissimi. I due terzi del Paese, che è poco più grande del nostro, sono occupati dal deserto – le dune di sabbia di Rub al-Khali, Sabkha con il lago salato di Umm Al-Samim, il deserto roccioso di Jiddat el Harassis e quello sabbioso di Wahiba - con dune rosse, gialle e ocra, alte anche 300 metri che si muovono con il vento che ogni giorno ridisegna il paesaggio. Queste distese infinite di territorio sono punteggiate da villaggi nomadi con case fatte di foglie di palma e tende di lana di dromedario e capra, e di città-oasi lussureggianti, nate dal complesso sistema tradizionale d’irrigazione dei falaj. Abbracciato dalle montagne e custode millenario di antiche civiltà nomadi, il vasto deserto dell’Oman affascina chiunque lo attraversi. Ed è proprio l’autunno il momento migliore per scoprirlo e apprezzare a fondo la straordinaria natura del Sultanato: le temperature sono favorevoli e l’escursione termica è praticamente assente. Da Muscat, la capitale, e dalle principali località turistiche omanite partono avventurose escursioni in fuoristrada verso le oasi più belle, dove, in alcuni casi, è possibile anche alloggiare: verso sud si arriva alla suggestiva Wadi Bani Khalid, nella regione al-Sharqiyya, dove si trova il deserto di sabbia pietrificata più vasta del mondo; alla città di Ibra, famosa per il coloratissimo mercato delle donne beduine, vietato agli uomini, che si tiene ogni mercoledì, e, poco lontano, a Wahiba Sand, famosa per le dune dorate, incontrastato territorio dei beduini. Per godersi i magnifici tramonti e i passaggi delle carovane dei nomadi è consigliabile alloggiare all’Al Raha Tourism Camp (www.alrahaoman.com), che ospita in lussuose capanne di palme da dattero, in tende e in piccoli bungalow; nelle tende in tessuto del Desert Camp (www.safaridesert.com), a 25 chilometri da Al-Ghabbi, nella città di Bidiyah, o nel tradizionale 1000 Nights Camp (www.1000nightscamp.com) dove si dorme in romantiche tende beduine illuminate dalle candele. Le escursioni arrivano anche al villaggio Jabrin tra i palmeti e con uno dei forti meglio conservati del Paese, risalente al 1670, e alla città delle ceramiche Bahla, inserita nell’elenco del patrimonio mondiale dell’Umanità, circondata da 12 chilometri di mura e con un antico forte. C’è anche Nizwa, antica capitale del Sultanato, famosa per una fortezza risalente al XVI secolo, per gli edifici in stile omanita e un grande souq, che sorge in una grande e verdissima oasi di palme, situata nel punto di incontro delle brulle piste carovaniere provenienti da Nord e da Sud. Ovunque spuntano canyon profondi sul corso dei wadi, i fiumi secchi. Non lontano si arriva ad Al Hamra con le sue case color ocra a due piani, calde e accoglienti dove, sul lato ovest della catena dei monti Hajar, si può alloggiare presso il resort The View (www.theviewoman.com), un lussuoso campo tendato a 1400 metri d’altezza, il luogo ideale per scoprire la regione di Jabal Shams con le montagne rosse, i canyon e i caratteristici villaggi dove il tempo sembra essersi fermato
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E' boom di prenotazioni per Oman, la riviera d'Oriente dell'Oceano Indiano, e per la sua capitale Muscat. Tutti ne parlano, ecco perché...


Sempre più Oman tra i viaggi degli italiani. E l’Italia, nel 2011, è stato il quarto mercato europeo in termini di arrivi per il Sultanato, dopo Gran Bretagna, Germania e Francia. Nel 2011 gli arrivi dal nostro Paese sono saliti a quota 15mila, registrando un aumento del 77%, mentre, nella globalità, l'Oman è cresciuto del 14%, con arrivi totali che sfiorano i due milioni e 400 mila turisti.

L'Oman, anche conosciuto come la riviera d'Oriente dell'Oceano Indiano, diventa una piccola punta di diamante per il turismo nel mondo arabo. Non a caso Muscat, la capitale, ne è stata nominata per quest’anno la "capitale turistica". E non solo: è anche in cima alla classifica di Lonely Planet sui “must” turistici del 2012.

A rendere ancora più “appetitoso” il viaggio in questa fantastica terra, il prezioso cartellone della Royal Opera House, nel cuore di Muscat, che propone la Carmen, Il Lago dei Cigni e il Mariinsky Ballet, e che a fine marzo proporrà l'Arabic Jazz, interpretato dai compositori Anouar Brahem, Fathy Salama e Rabih Abou-Khalil. Interessanti anche gli eventi del Museo Bait Al Zubair, con una mostra permanente sulla storia del Sultanato e un'esposizione d'arte contemporanea di artisti omaniti locali.

Tra le attrattive turistiche, da segnalare l'apertura del Juweira Boutique Hotel nel complesso turistico di Salalah Beach. Ed il primo hotel galleggiante del Sultanato: Veronica, nel porto di Ad Duqm. L’Oman diventa anche una meta facile da raggiungere: è stato inaugurato il nuovo volo diretto di Oman Air dall’Italia.

«E’ un grande piacere constatare il fascino che il sultanato dell'Oman esercita sui viaggiatori italiani: i risultati della promozione sul mercato italiano ci incoraggiano a mantenere alto questo interesse e ad alimentarne il richiamo» dichiara Rania Khodr, direttrice dell'ufficio del turismo del Sultanato dell'Oman per Francia, Italia e Svizzera romancia. «Per il 2012 punteremo a consolidare questo potenziale con iniziative dirette al consumatore, eventi dedicati al trade e soprattutto con la formazione degli agenti di viaggio, tra cui il recente lancio dell'Oman Academy che conta già 727 agenti iscritti».

viaggi.libero.it

Avventure in Oman: al mare o nel deserto, in città o lungo la via dell'incenso, tra antiche tradizioni e una natura da sogno

L'inebriante profumo d'incenso pervade l'aria del souq di Salalah, città del Dhofar, nel sud dell'Oman, al confine con lo Yemen. La resina, che arde nei bracieri davanti alla bancarelle, è purissima, non sintetica come altrove, ed è venduta da donne dal volto coperto e dagli occhi truccati con il kajal. E' da qui, nella parte più meridionale del sultanato dell'Oman, tra Africa e Asia, che parte la via sacra dell'incenso, lunga 2400 chilometri che attraversa deserti, montagne, pascoli, oasi e arriva al mare, tra luoghi magici e tante leggende. In Oman l'antica strada, nata nel Medioevo per commerciare la preziosissima resina che veniva usata da sempre come medicinale, nelle funzioni sacre e nella cosmesi, parte da Salalah e sale verso il nord, attraverso paesaggi bellissimi e sempre diversi. Appena usciti dalla città del Dhofar, tra spiagge incontaminate e una natura lussureggiante, si scorgono i resti di due città antiche, importanti empori e snodi commerciali della penisola arabica: al-Baleed e, sulla costa verso est, Samhuram. La via, che l'Unesco ha inserito nell'elenco dei siti Patrimonio dell'Umanità, prosegue verso nord e sale di quota tra le montagne della regione fino a Shisur, alle porte del deserto, dove un tempo sorgeva Ubar, florida città araba.

E' uno dei tantissimi volti dell'Oman, l'antica terra della regina di Saba, un Paese ricco di fascino, di leggende, di magia, punto d'incontro tra Asia e Africa nella parte sud-orientale della penisola arabica. A meno di otto ore di volo dall'Italia è, soprattutto, un luogo sicuro, affascinante e tutto da scoprire con destinazioni diverse - dallo stretto di Hormuz fino all'oceano Indiano - in un territorio poco più grande del nostro Paese: spiagge mozzafiato, deserti interminabili, città ricche d'arte e piccoli villaggi che racchiudono antiche tradizioni.


Chi ama il mare trova lunghe spiagge bianche dove rilassarsi o fare surf e acque tiepide dove immergersi tra barriere coralline e fondali incontaminati. Ma è possibile anche solo navigare lungo la costa sui velieri chiamati
dhow e scoprire baie deserte e spiagge tranquille dove ogni anno le tartarughe depongono le uova. Lo stretto di Hormuz, sull'estrema punta settentrionale del Paese, ospita maestose scogliere chiamate "i fiordi d'Arabia", bellissimi, da scoprire in barca lungo la riva frastagliata del Mussandam, le cui acque sono attraversate dai delfini. In località Diva, tra i fiordi, c'è un resort romanticissimo di ville indipendenti, il Six Senses Zighy Bay (www.sixsenses.com/SixSensesZighyBay), ideale per una vacanza rilassante in un paesaggio davvero unico, circondato da alte montagne davanti a spiagge bianchissime e con la sabbia fine come il borotalco.

Un'altra meta molto ricercata, soprattutto per le immersioni subacquee, è la
riserva naturale delle isole Daymaniyat,al largo delle coste di Barka, sempre a nord del Paese. E' l'unica riserva marina dell'Oman, famosa per il corallo, che ospita nove piccole isole disabitate, simili ad atolli maldiviani, e fondali perfetti per le immersioni e lo snorkeling. Punto ideale per godersi il paesaggio e le immersioni nel parco marino delle isole Daymaniyat è Al Sawadi Beach Resort (www.alsawadibeach.com), lussuoso albergo immerso in un ampio giardino che si affaccia su una lunga spiaggia di sabbia con vista sulle isole Sawadi.

Il resort sorge a circa 80 chilometri dalla capitale dell'Oman,
Muscat, splendida città circondata dalle montagne e dalle fortezze Jalali e Mirani, costruite nel XVI secolo durante l'occupazione portoghese della città. Qui si possono visitare l'Al Alam Palace, residenza del sultano Qaboos Bin Said; il museo Bait Al Zubair, che racchiude il patrimonio cittadino tra cui una ricca collezione di oggetti d'antiquariato; la Grande Moschea circondata da un immenso giardino e con imponenti colonne bianche; l'acquario, il più bello del Golfo con tutte le specie originarie di questi mari; e la moschea del Sultano, completamente ricoperta di mosaici azzurri. Da poche settimane, inoltre, è possibile entrare nella Royal Opera House (www.rohmuscat.org.om), la prima del Golfo arabico, istituita grazie a un decreto reale del Sultano per lo sviluppo e la conservazione della ricchezza culturale dell'Oman. L'edificio, che può ospitare fino a 1.100 persone, è uno spazio multifunzionale con un'acustica all'avanguardia, adatto per spettacoli di opera, teatro e concerti. Il grande progetto include anche un'ala con ristoranti e una galleria d'arte. La stagione concertistica è stata inaugurata lo scorso 12 ottobre con lo spettacolo della Turandot, prodotto da Franco Zeffirelli e diretta da Placido Domingo, e continua fino a dicembre con opere di grande interesse, come il Don Chisciotte, interpretato dall'American Ballet Theatre e la State Hermitage Orchestra; il balletto Giselle della compagnia del Teatro alla Scala; La figlia dell'uomo cieco di Shim Chung interpretato dall'Universal Ballet of Korea e il Lago dei Cigni del Marinski Ballet di San Pietroburgo accompagnato dall'Orchestra Sinfonica del Teatro Marinski.

Fuori città si può sostare a
Muttrah, centro portuale e commerciale, per una visita al mercato del pesce e allo storico souq caratterizzato da vicoli tortuosi pieni di bancarelle che vendono di tutto, dai tessuti ai gioielli, dai profumi agli oggetti antichi. Prima di riprendere il viaggio è consigliabile rilassarsi nella Spa del lussuoso hotel The Chedi Muscatwww.ghmhotels.com), che ha da poco inaugurato la più grande piscina del Medio Oriente di 103 metri. (
Dalla capitale si può viaggiare verso sud, preferibilmente in jeep, verso alcune tra le più belle località: Wadi Bhani Kalid, suggestiva oasi; Waibah Sand, famosa per le dune dorate; la città abbandonata di Ibra; il villaggio Jarbin con uno dei forti meglio conservati del Paese, circondato da palmeti; la città delle ceramiche Bahla, inserita nell'elenco del Patrimonio mondiale dell'Umanità, circondata da 12 chilometri di mura e con un antico forte; Nizwa, antica capitale del sultanato, famosa per una fortezza risalente al XVI secolo e un grande souq.

Non lontano, nei pressi di Al Hamra, sul lato ovest della catena dei monti Hajar, si consiglia si alloggiare presso l'ecoresort
The View (www.theviewoman.com), un lussuoso campo tendato a 1400 metri d'altezza, immerso in una natura incontaminata. E' il luogo ideale per scoprire la regione di Jabal Shams con le montagne rosse, i canyon - profondi e rigogliosi wadi, ricchi d'acqua e di palme – e, attraversati da piste sterrate mozzafiato, i caratteristici villaggi, testimoni di antiche tradizioni, quasi come se il tempo fosse sospeso. Nonostante l'apertura al turismo con strutture ricettive all'avanguardia e innovazioni tecnologiche e urbanistiche, infatti, l'Oman ha mantenuto il fascino e l'autenticità delle proprie radici e tradizioni, soprattutto quelle legate alla musica e alla danza e, nei villaggi dell'entroterra, anche nella vita quotidiana.

(di Ida Bini - ansa)