"Il sommerso nel turismo è giunto a livelli di guardia, che generano
una minor sicurezza sociale e il dilagare indiscriminato dell'evasione
fiscale e del lavoro nero". Lo denuncia il presidente di Federalberghi,
Bernabò Bocca. Un "esempio eclatante" - secondo Federalberghi - è
costituito da Airbnb. "Tocca ora all'Italia - dice Bocca - dare un
segnale importante".
I risultati del monitoraggio realizzato da Federalberghi saranno
presentati oggi a Parigi, città in cui si sta svolgendo la Convention
mondiale degli host di Airbnb, unitamente ad analoghi studi realizzati
dalle associazioni degli albergatori di Francia (UMIH), Germania (IHA),
Olanda (KHN), Regno Unito (BHA) e Spagna (CeHAT).
"A livello europeo - spiega Bocca - molti Paesi si stanno
muovendo per sconfiggere le degenerazioni della sharing economy nel
turismo. Tocca ora all'Italia dare un segnale importante, dettando
regole ed istituendo controlli volti ad azzerare l'illegalità in uno dei
settori tra i più importanti per l'economia del Paese".
Secondo il monitoraggio che Federalberghi sta realizzando con
l'ausilio della società Incipit Consulting Airbnb a ottobre 2015 pone in
vendita in Italia 176.870 strutture (erano 234 nel 2009). Una crescita
esponenziale - sottolinea la Federazione degli albergatori - a cui non
fa seguito una significativa variazione del numero di attività
ufficialmente autorizzate (le strutture extralberghiere censite
dall'Istat erano 104.918 nel 2009, oggi sono a quota 117.749). Tra le
città italiane maggiormente interessate Roma con 18.546 unità, Milano
con 11.397, Firenze con 5.736, Venezia con 3.908 e Palermo con 2.502.
"In barba alle leggi che obbligano il gestore di risiedere
all'interno dei bed and breakfast - spiega Federalberghi - la stragrande
maggioranza degli annunci presenti su Airbnb è riferita all'affitto
dell'intera proprietà (72,5% dei casi) ed è pubblicata da inserzionisti
che gestiscono più di un alloggio (57%)".
"La ciliegina sulla torta - continua lo studio - è costituita
dagli "host" che possiedono centinaia di alloggi: per esempio Daniel che
gestisce 527 alloggi e Bettina con 420 alloggi, di cui 140 a Milano, 80
a Roma e 88 a Firenze. Chi si nasconde dietro questi nomi amichevoli
che gestiscono un patrimonio miliardario? Di certo non si tratta di
persone che affittano una stanza del proprio appartamento per integrare
il reddito familiare".
"I numeri - conclude Bocca - smentiscono la 'favoletta' del
gestore che accoglie l'ospite in casa propria. Il consumatore è
ingannato due volte: viene tradita la promessa di vivere un'esperienza
autentica e vengono eluse le norme poste a tutela della salute e della
sicurezza. Né può essere sottaciuta la responsabilità delle piattaforme
online, che adottano una posizione pilatesca e fanno finta di non vedere
il traffico sospetto che transita attraverso i propri canali".
ansa
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