Dopo quasi otto secoli il Crocifisso di San Damiano è tornato nella sua casa originaria
Ad accoglierlo nel piccolo santuario dove resterà fino a domenica 19 giugno, in un clima di grande commozione tanti fedeli. Dalla Basilica di Santa Chiara dove fu trasferito dalle clarisse ha fatto ritorno nel luogo dove il giovane Francesco ricevette la chiamata a lavorare per la chiesa del Signore.
La momentanea traslazione è stata possibile grazie ai Frati minori dell’Umbria, alle clarisse del Protomonastero di Santa Chiara, al patrocinio della Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e del Comune di Assisi, con il placet della Soprintendenza per i beni architettonicipaesaggistici dell’Umbria.
L'attesa dei fedeli
Dopo il posizionamento, avvenuto con tutte le attenzioni del caso, è iniziata la celebrazione di apertura presieduta dal ministro provinciale dei Frati minori dell’Umbria, padre Claudio Durighetto. “Siamo qui – ha affermato il frate - perché si compie oggi un ‘sogno’ straordinario: far tornare per alcuni giorni ed esporre nella sua sede originaria il Crocifisso che parlò a san Francesco, conosciuto, appunto, in tutto il mondo come il Crocifisso di San Damiano".
"Il Crocifisso di San Damiano – ha aggiunto - è il testimone dell’incontro di san Francesco con il Signore Gesù, negli anni della sua conversione, nel 1206. Per Francesco fu un’esperienza di fede, di Chiesa, di preghiera, di vocazione, di missione. Fu un’esperienza toccante e indelebile di Gesù vivo, del Cristo Signore, il ‘Vivente’, come lo chiama l’Apocalisse. In questo periodo Francesco è guidato dallo Spirito Santo alla conoscenza più profonda di Gesù, che avviene soprattutto attraverso l’incontro con il lebbroso, la preghiera davanti al Crocifisso e l’ascolto della Parola di Dio, a San Nicolò di Piazza e poi alla Porziuncola".
"È il percorso ecclesiale della conversione di Francesco, che si sviluppa in un processo articolato, reso possibile dalla sua corrispondenza piena di fede, di adesione obbediente, di entusiasmo e di santa letizia". Il Crocifisso di San Damiano – ha aggiunto - è il testimone dell’incontro di san Francesco con il Signore Gesù, negli anni della sua conversione, nel 1206. Per Francesco fu un’esperienza di fede, di Chiesa, di preghiera, di vocazione, di missione. Fu un’esperienza toccante e indelebile di Gesù vivo, del Cristo Signore, il ‘Vivente’, come lo chiama l’Apocalisse. In questo periodo Francesco è guidato dallo Spirito Santo alla conoscenza più profonda di Gesù, che avviene soprattutto attraverso l’incontro con il lebbroso, la preghiera davanti al Crocifisso e l’ascolto della Parola di Dio, a San Nicolò di Piazza e poi alla Porziuncola. È il percorso ecclesiale della conversione di Francesco, che si sviluppa in un processo articolato, reso possibile dalla sua corrispondenza piena di fede, di adesione obbediente, di entusiasmo e di santa letizia".
"In questo Anno della Misericordia – ha proseguito il ministro provinciale -, qui a San Damiano, sarà possibile fissare lo sguardo su Gesù, volto vivo della Misericordia del Padre. Ci auguriamo che tante persone, vicine e lontane, facendosi pellegrine a San Damiano, possano fare con Francesco l’esperienza di Gesù che ti guarda con misericordia".
"Ci auguriamo in particolare – ha concluso - che tanti ragazzi e ragazze possano incontrare qui il Signore della vita e possano rinnovare in qualche modo l’esperienza vocazionale del giovane Francesco: scoprirlo vivo, pieno di amore e di tenerezza; possano conoscere colui che ci conosce e ci chiama per nome e ha progetti grandi per ciascuno: ‘Francesco, và e ripara la mia casa’”.
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