NEW YORK - I famosi 'Gates' a Park Avenue o il murales di Roy Lichtenstein nella stazione della metropolitana di Times Square. E' la creativita' al di fuori dei musei, quella che si nutre di parchi, piazze, stazioni della metropolitana, edifici abbandonati o persino dell'aria. 'Art in the Open: Fifty Years of Public Art in New York', dal prossimo 10 novembre al 13 maggio del 2018 al Museum of the City of New York, esplora mezzo secolo di arte e innovazione che hanno fatto della Grande Mela l'ambiente piu' vivace al mondo in fatto di creatività pubblica. Il punto di partenza sono gli anni '60, quando sotto la spinta dell'amministrazione Kennedy che promuoveva l'arte e la cultura come simboli della supremazia americana nel mondo, i leader locali aprirono a politiche che diedero il via ad espressioni artistiche in pubblico. Luoghi iconici come Bryant Park o Astor Place cominciarono cosi a trasformarsi in musei a cielo aperto. Il concetto di base era semplice, portare l'arte contemporanea fuori dai musei o dalle gallerie e ricollocarla negli spazi pubblici: anche se New York non era nuova all'arte urbana sotto forma di murales o persino la Statua della Liberta'. Non solo i luoghi aperti ma anche le stazioni della metropolitana appunto diventano musei. Emblematico il famoso 'Times Square Mural' di Roy Lichtenstein, commissionato dall'autorità dei trasporti della citta' e installato nell'omonima stazione sulla 42ma strada nel 2002. L'opera altra un metro e 80 e lunga 16 metri e' stata realizzata in smalto da porcellana su acciaio. Fece storia, inoltre, nel 2005 'The Gates', installazione di Christo Yavacheff amata e odiata allo stesso tempo, che tinse di arancione il park piu' famoso della citta', Central Park.
All'alba di una fredda mattina di febbraio, New York si sveglio' con 532 pannelli di tela color zafferano che invasero il parco.
Ognuno pendeva da una struttura di metallo arancione, the gate, appunto. Ogni pezzo di stoffa era altro quasi 5 metri e largo da un minimo di un metro e 67 centimetri a un massimo di 5 metri e 48.
Ancora un parco, Bryant Park a Midtown, nel 2010 divenne lo spazio espositivo per l'artista Kate Gilmore che con la sua 'Wall the Walk' mise al centro dello spazi pubblico un cubo giallo con sopra delle donne, vestite sempre in giallo, in atteggiamento di battere i piedi. L'intenzione era di attirare l'attenzione sulle donne che ogni giorno lavorano in citta'. Nel 2013, dopo Jeff Koons e Louise Bourgeois, ci pensa l'artista di origini svizzere Ugo Rondinone e cambiare il volto del Rockfeller Center, luogo di solito associato al famoso albero di Natale, con la sua opera 'Human Nature'. Come una sorta di Stone Henge, Rondinone piazzo' delle sculture gigantesche somiglianti a stature greche in modo da porre o imporre un netto contrasto con la modernità dei grattacieli circostanti. (ANSA)
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