Questi due dati, che dicono più di qualcosa sul possibile destino del centro storico, sono segnalati da due display in “dialogo” tra loro, messi in bella vista dietro le vetrine di due negozi veneziani: al primo contatore, posto nella farmacia Morelli in campo san Bartolomeo, che da 15 anni indica lo stillicidio continuo di residenti, ora ne è stato attivato un altro “gemello” che segnala invece il numero dei posti letto presenti in città. Questo secondo display è stato collocato in vetrina della libreria “Usata by Marco Polo”, in campo Santa Margherita, uno dei luoghi più popolari e di maggior transito del centro storico veneziano.
Protagonisti dell’iniziativa il collettivo Ocio (Osservatorio civico sulla casa e sulla residenza) e l’associazione Venessia.com. che vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che a fianco dello spopolamento inesorabile del centro storico sta la sua progressiva trasformazione in “albergo diffuso” e che i due fenomeni sono in stretta correlazione.
«Avremo un posto letto per turismo per ogni abitante del centro storico entro pochi mesi: 49.365, infatti, è il numero di residenti che registra all'11 aprile il contatore della farmacia Morelli (che ricava i dati dell'Ufficio Anagrafe del Comune di Venezia); mentre 48.596 è il numero di posti letto dell'offerta ricettiva registrati alla stessa data per la città storica», afferma Francesco Penzo, di Ocio.
«I dati del contatore sono quelli del geoPortale del Comune di Venezia che mappa le strutture ricettive in tutto il territorio comunale (hotel, B&B, locazioni brevi turistiche..) e da cui estraiamo e pubblichiamo i dati su questo sito dal 2019. Dati che ci consentono di monitorare l'offerta ricettiva cittadina a diversi livelli: Comune, città d'acqua, città storica, singoli sestieri, isolati, che ci restituiscono la fotografia dello squilibrio turistico esistente. Nella città storica risiede solo il 20% della popolazione comunale che complessivamente tocca le 260 mila persone, mentre ci sono 48.596 posti letto a uso turistico che rappresentano il 61 per cento dell'offerta ricettiva di tutto il Comune. E di questi posti letto, ben 21372 sono quelli di locazioni turistiche».
Da qui l’allarme dell’osservatorio, lanciato con l’esposizione del display. Se il trend non s’inverte, ma nulla lascia pensare che ciò possa avvenire a breve termine, il numero dei residenti nel centro storico sarà inferiore a quello dei posti letto complessivi messi a disposizione dei turisti. E così un'altra soglia “psicologica” verrebbe abbattuta, dopo quella varcata l’estate scorsa, quando per la prima volta da tempo immemore, i residenti del centro storico sono scesi sotto le 50 mila unità. In altri termini: la “città turistica” supera anche simbolicamente (nel numero dei letti, se non ancora dei turisti presenti quotidianamente) la città abitata. E per evitare ciò che tutti paventano, ma che nessuna amministrazione sembra aver mai contrastato veramente, cioè la trasformazione di Venezia in un una Disneyland d’acqua e marmi, la città dovrà ritrovare i propri residenti (nel 1951 il centro storico contava quasi 175 mila abitanti), e limitare l’afflusso dei turisti.
«Quante volte s’è parlato di regolare i flussi, di mettere un numero chiuso? Ma che senso ha mettere i tornelli alle porte di Venezia, quando non si pone poi alcun freno al numero di posti letto? Si deve agire a monte, regolando e normando la disponibilità ricettiva, con una autentica politica della casa. Quasi metà di tutti posti letto, oggi, è costituito dalle cosiddette “locazioni brevi”, più che raddoppiate negli ultimi cinque anni, cioè i B&B, con le piattaforme che li mettono sul mercato. Queste locazioni non sono soggette ad alcun tipo di regolamentazione urbanistica, se non quella fiscale e si addensano in certe aree del centro creando squilibri enormi, “alta tensione abitativa”, cioè luoghi dove è più difficile trovare casa. Caso clamoroso, denunciato da Ocio, è quello del campo veneziano di campo san Zan Degolà, dove su nove unità abitative, solo una è occupata da residenti stabili. «In queste città la soluzione è che si limitino le locazioni vincolandole al numero dei residenti. Esiste una proposta di legge che va proprio in questo senso e la città di Venezia; e, grazie a un emendamento del 2022 dell’ex-deputato veneziano Nicola Pellicani al fine di favorire l'incremento dell'offerta di alloggi in locazione per uso residenziale di lunga durata, si dà facoltà al Comune di Venezia di integrare i propri strumenti urbanistici con disposizioni per individuare i limiti massimi e i presupposti per la destinazione degli immobili residenziali alle locazioni brevi. Peccato che il Comune non ne abbia ancora usufruito», commenta Penzo.
famigliacristiana.it
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