AGI - Le benedizioni le dispensa Pulcinella, che celebra il rito del sale, da buttarsi alle spalle. All’ingresso della cappella dei Padri Crociferi c’è l’icona di Maradona, con tanto di aureola. Nel presepe Osimhen e gli altri fanno da pastori, intorno al ‘bambinello’, che ha la chioma riccia e scura del Dios.
Sacro e profano si mescolano come sempre a Spaccanapoli. Il decumano di San Biagio dei Librai è un formicaio di turisti che barcollano tra vetrine che dispensano fritti napoletani a qualsiasi ora e bancarelle abusive con la solita mercanzia di souvenir iconici: il magnete del Vesuvio, la maschera di Pulcinella, o per celebrare l’attualità, i volti calamitati del Napoli di oggi, senza dimenticare il passato, che ha un solo nome e un solo numero, il 10 di Diego Armando Maradona.
E il passaggio si fa sempre più stretto sotto un tetto di nastri bianchi e azzurri e striscioni che celebrano i campioni di oggi. C’è spazio anche per un selfie con Pulcinella e uno scatto per il “cimitero” delle avversarie che Enzo ha allestito davanti alla sua ferramenta.
Ha tirato fuori anche i pizzi della nonna e acceso qualche lumino per porre una lapide sulle avversarie. I venditori ambulanti seducono i turisti con l’immancabile “cuorniciello”. Amuleto di consolidata fama, pare però che se il Napoli dovesse realizzare con tanto anticipo il sogno dei suoi tifosi, il cornetto rosso, seppur di plastica cinese, sarà in grado di esaudire anche i desideri che non si hanno ancora.
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