Di Ida Bini
Il filo spinato corre intorno alla recinzione, interrotta da una rampa abbandonata dove si intravede uno spettrale binario ferroviario che porta all’interno, desolato, del terrificante lager diventato il simbolo assoluto e più potente dell’Olocausto. Nel campo di concentramento polacco di Auschwitz-Birkenau, a 60 chilometri da Cracovia, solo la neve ammanta il dolore, quasi ininterrotto, di chi vi è entrato e il rumore lontano ma ancora assordante del cancello che si spalanca. Come settant’anni fa quando il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche arrivarono nella città polacca di Oświęcim e liberarono i pochissimi ancora vivi – appena 7mila rispetto ai 4 milioni imprigionati - dal ventre dell’inferno, dal più grande e tristemente famoso lager nazista della storia.
Il 27 gennaio, da 15 anni dichiarato “Giorno della memoria” per commemorare le vittime dei campi di concentramento, una solenne cerimonia celebrerà i 70 anni dalla liberazione del lager: il presidente della Repubblica polacca Bronisław Komorowski, delegazioni e rappresentanti dei principali Paesi europei, le associazioni di ex partigiani e prigionieri di guerra e il gruppo sempre più esiguo di sopravvissuti allo sterminio parteciperanno alle 15.30 a una commemorazione ufficiale davanti alla “Porta della morte” di Auschwitz II (Birkenau), mentre alle 17 renderanno omaggio alle vittime davanti al “Memoriale” nel primo piano del blocco 21 di Auschwitz I. Le cerimonie saranno trasmesse in tutto il mondo e coinvolgeranno enti, istituzioni e scuole per documentare l’orrore dell’Olocausto soprattutto alle nuove generazioni, nate dopo la guerra, e per ricordare e testimoniare al mondo quanto la memoria e la consapevolezza dello sterminio siano la base per lottare contro ogni forma di discriminazione e di razzismo. Contemporaneamente in Polonia e in diverse parti del mondo numerosi eventi, mostre, manifestazioni, proiezioni, dibatti e letture omaggeranno la giornata della memoria. Ricordare l’orrore per non ripeterlo.
Il 27 gennaio, da 15 anni dichiarato “Giorno della memoria” per commemorare le vittime dei campi di concentramento, una solenne cerimonia celebrerà i 70 anni dalla liberazione del lager: il presidente della Repubblica polacca Bronisław Komorowski, delegazioni e rappresentanti dei principali Paesi europei, le associazioni di ex partigiani e prigionieri di guerra e il gruppo sempre più esiguo di sopravvissuti allo sterminio parteciperanno alle 15.30 a una commemorazione ufficiale davanti alla “Porta della morte” di Auschwitz II (Birkenau), mentre alle 17 renderanno omaggio alle vittime davanti al “Memoriale” nel primo piano del blocco 21 di Auschwitz I. Le cerimonie saranno trasmesse in tutto il mondo e coinvolgeranno enti, istituzioni e scuole per documentare l’orrore dell’Olocausto soprattutto alle nuove generazioni, nate dopo la guerra, e per ricordare e testimoniare al mondo quanto la memoria e la consapevolezza dello sterminio siano la base per lottare contro ogni forma di discriminazione e di razzismo. Contemporaneamente in Polonia e in diverse parti del mondo numerosi eventi, mostre, manifestazioni, proiezioni, dibatti e letture omaggeranno la giornata della memoria. Ricordare l’orrore per non ripeterlo.
Visitare i principali campi di concentramento della Polonia – Auschwitz e Birkenau, tra i più documentati, ma anche altri come Chełmno e Bełżec - è un’occasione per partecipare in modo coinvolgente ed emozionante alle commemorazioni del 27 gennaio: ogni anno più di un milione di persone varca i cancelli del campo di Auschwitz e farlo proprio quest’anno per la grande ricorrenza è ancor più significativo.
Tanti sono i tour operator, le associazioni e gli enti culturali che organizzano viaggi in Polonia con visite guidate in italiano al campo di concentramento, partendo dall’affascinante città di Cracovia, dove è d’obbligo entrare nel quartiere ebraico Kazimierz e nel Galicia Jewish Museum. C’è anche la possibilità di compiere visite individuali: da Cracovia partono più volte al giorno comodi autobus di linea o treni che arrivano a Oświęcim, direttamente al piazzale del campo, in un’ora e mezza. All’ingresso sosta una navetta che gratuitamente conduce i visitatori dal lager di Auschwitz a quello di Birkenau, chiamato anche Auschwitz II, situato ad appena 4 chilometri. Il campo di concentramento di Auschwitz, infatti, è il risultato dell’unione di tre lager: Birkenau, in polacco Brzezinka, Monowitz o Monowice e altre piccoli sottocampi, che nel complesso ricoprivano 45 chilometri quadrati di inferno. Se Auschwitz era un campo di prigionia, attivo dal giugno del 1940, Birkenau invece nacque solo per sterminare: qui persero la vita oltre un milione e centomila tra ebrei, russi, polacchi, prigionieri di guerra, omosessuali, oppositori politici e zingari provenienti da tutta l’Europa. Oggi nel campo Auschwitz I si visitano in circa due ore una mostra temporanea, una libreria ben documentata, il blocco 11 mantenuto allo stato originale con diverse celle, e una camera a gas. Nel campo II, o Birkenau, la visita è più corta nonostante l’area sia molto più vasta ma peggio conservata: qui si visitano l’infermeria, le baracche, la rampa dove arrivava il treno, le camere a gas e le fosse comuni. Salendo sulla torre di guardia all’ingresso principale ci si potrà rendere conto della vastità del campo.
Le visite si fanno tutto l’anno e, per il 27 gennaio, il campo è aperto al pubblico dalle 8 alle 15. L’entrata è gratuita ma è richiesto il pagamento solo per il prestito delle cuffie che guidano nella visita. Per maggiori informazioni: www.70.auschwitz.org
Tanti sono i tour operator, le associazioni e gli enti culturali che organizzano viaggi in Polonia con visite guidate in italiano al campo di concentramento, partendo dall’affascinante città di Cracovia, dove è d’obbligo entrare nel quartiere ebraico Kazimierz e nel Galicia Jewish Museum. C’è anche la possibilità di compiere visite individuali: da Cracovia partono più volte al giorno comodi autobus di linea o treni che arrivano a Oświęcim, direttamente al piazzale del campo, in un’ora e mezza. All’ingresso sosta una navetta che gratuitamente conduce i visitatori dal lager di Auschwitz a quello di Birkenau, chiamato anche Auschwitz II, situato ad appena 4 chilometri. Il campo di concentramento di Auschwitz, infatti, è il risultato dell’unione di tre lager: Birkenau, in polacco Brzezinka, Monowitz o Monowice e altre piccoli sottocampi, che nel complesso ricoprivano 45 chilometri quadrati di inferno. Se Auschwitz era un campo di prigionia, attivo dal giugno del 1940, Birkenau invece nacque solo per sterminare: qui persero la vita oltre un milione e centomila tra ebrei, russi, polacchi, prigionieri di guerra, omosessuali, oppositori politici e zingari provenienti da tutta l’Europa. Oggi nel campo Auschwitz I si visitano in circa due ore una mostra temporanea, una libreria ben documentata, il blocco 11 mantenuto allo stato originale con diverse celle, e una camera a gas. Nel campo II, o Birkenau, la visita è più corta nonostante l’area sia molto più vasta ma peggio conservata: qui si visitano l’infermeria, le baracche, la rampa dove arrivava il treno, le camere a gas e le fosse comuni. Salendo sulla torre di guardia all’ingresso principale ci si potrà rendere conto della vastità del campo.
Le visite si fanno tutto l’anno e, per il 27 gennaio, il campo è aperto al pubblico dalle 8 alle 15. L’entrata è gratuita ma è richiesto il pagamento solo per il prestito delle cuffie che guidano nella visita. Per maggiori informazioni: www.70.auschwitz.org