Le mostre del 2023 Renoir, Perugino e maestri giapponesi

Dalla fotografia d'autore, con Morath ed Erwitt, alla poetica visione dei maestri giapponesi, fino al gesto pittorico di Perugino e Renoir e alle opere sorprendenti dell'argentino Erlich per la prima volta in Europa: anche il 2023 sarà un anno ricco di mostre interessanti, tra stili ed epoche differenti.

    VENEZIA - Al Museo di Palazzo Grimani il 18 gennaio si apre "Inge Morath. Fotografare da Venezia in poi", a cura di Kurt Kaindle e Brigitte Blüml, con Valeria Finocchi.

La mostra presenta il reportage che la fotografa austriaca realizzò in Laguna, quando l'Agenzia Magnum la inviò in città per conto della rivista L'Oeil: il percorso raccoglie circa 200 fotografie (di queste circa 80 mai esposte) con un focus su Venezia.
    ABANO TERME - Si intitola "Vintage" la mostra dedicata a Elliott Erwitt in programma al Museo Villa Bassi Rathgeb dal 28 gennaio all'11 giugno. A cura di Marco Minuz, l'esposizione riunisce 154 fotografie vintage, raramente esposte al pubblico, e 30 scatti iconici che toccano vari temi, dall'integrazione razziale alle mutazioni sociali, il nudismo e ancora i cani, i bambini, i viaggi.
    PARMA - Oltre 50 opere (edizioni e serigrafie, sperimentazioni su metallo, tessuti e plastica oltre a fotografie e video) provenienti da collezioni europee e americane compongono "Roy Lichtenstein. Variazioni Pop", a Palazzo Tarasconi dall'11 febbraio al 18 giugno. A cura di Gianni Mercurio, la mostra ripercorre l'intera carriera artistica di Lichtenstein a partire dagli anni '60, documentando temi e generi.
    ROVIGO - "Pierre-Auguste Renoir: l'alba di un nuovo classicismo", curata da Paolo Bolpagni, aprirà al pubblico il 25 febbraio a Palazzo Roverella. Fino al 25 giugno, il progetto mette al centro la produzione di Renoir a partire dagli anni '80 del XIX secolo, che segnò l'inizio di un progressivo allontanamento dall'esperienza impressionista: dopo un viaggio in Italia nel 1881 per il pittore fu infatti l'inizio di una rivoluzione creativa verso una personale forma di classicismo.
    GENOVA - La primavera a Palazzo Ducale si accompagna alla monografica dedicata a Man Ray (dal 4 marzo al 2 luglio), fotografo ma anche pittore, scultore, regista d'avanguardia e grafico. La mostra, curata da Walter Guadagnini e Giangavino Piazzola, esplora cronologicamente e tematicamente vita e carriera dell'artista.
    TORINO - L'universo giapponese, attraverso un percorso tematico suddiviso in 9 sezioni, con oltre 300 capolavori e alcune opere mai presentate in Italia, si potrà ammirare nella mostra "Utamaro, Hokusai, Hiroshige. Geishe, samurai e i miti del Giappone", ospitata dalla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino dal 23 febbraio al 25 giugno. Nel percorso 30 disegni preparatori, 24 stampe di paesaggio di Hiroshige, una ventina di stampe di 'fiori e uccelli' (kachōga), una quarantina di stampe di attori kabuki (yakushae), una quarantina delle cosiddette stampe 'di belle donne' (bijinga), circa 30 stampe e 20 libri di carattere erotico (shunga), una ventina di stampe di guerrieri ed eroi (mushae).
    PERUGIA - "Il meglio maestro d'Italia. Perugino nel suo tempo", curata da Marco Pierini e Veruska Picchiarelli, è in programma alla Galleria Nazionale dell'Umbria dal 4 marzo all'11 giugno. Realizzata in occasione del V centenario della morte del pittore, l'esposizione documenta il ruolo di preminenza artistica del Perugino nella sua epoca, attraverso oltre 70 opere, tutte antecedenti al 1504, ovvero nel momento in cui si trovava all'apice della sua carriera.
    MILANO - Arriva a fine marzo a Palazzo Reale la prima prima grande mostra in Europa dell'artista argentino Leandro Erlich: nel percorso grandi installazioni con cui il pubblico potrà relazionarsi e giocare, diventando esso stesso l'opera d'arte.
    Tra i lavori esposti anche "Batiment", in cui le persone simulano l'arrampicata su un grande edificio, o "Swimming Pool" in cui si ha la sensazione di muoversi sott'acqua. Nel 2023 Palazzo Reale ospiterà anche mostre di Pistoletto, Morandi, Basilico, Newton, El Greco e Goya.
    ROMA - Da marzo a luglio a Palazzo Barberini la mostra "I Barberini. Caravaggio, Bernini, Poussin e la nascita del barocco", a cura di Maurizia Cicconi, Flaminia Gennari Santori, Sebastian Schütze, e allestita per il 400esimo anniversario dell'elezione a papa di Urbano VIII Barberini. Il percorso, che per la prima volta riunisce alcuni capolavori della collezione Barberini, racconta come durante il pontificato di Urbano VIII vi fosse una congiuntura artistica straordinaria, da lui incoraggiata, che determinò la nascita e l'affermarsi in Europa del barocco. (ANSA).

Museo Nazionale Romano si prepara a divenire uno dei principali cantieri culturali di Roma e del Lazio


(TurismoItaliaNews)  Si prepara a divenire uno dei principali cantieri culturali della Capitale il Museo Nazionale Romano grazie al progetto “Urbs, dalla città alla campagna romana”, finanziato dal Programma Nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr, che permetterà la realizzazione nei prossimi anni di un articolato programma di lavori nelle quattro sedi del Museo Nazionale Romano per completare il restauro degli edifici storici di sua competenza, rispondere alle emergenze legate all’invecchiamento degli impianti e aprire nuovi monumentali spazi espositivi.

Il risultato sarà l’ampliamento e la riorganizzazione del percorso museale in tutte e quattro le sedi, con la restituzione al pubblico di molte opere finora invisibili. Si racconterà la storia di Roma, dalle origini all’epoca contemporanea, anche attraverso i risultati più recenti dell’archeologia, privilegiando una visione innovativa, che renda il percorso accessibile a tutti i tipi di pubblico. Il Museo Nazionale Romano, insieme al Parco Archeologico dell’Appia Antica, è tra i 14 “grandi attrattori culturali”» scelti dal MiC aventi ad oggetto interventi strategici per il rilancio della cultura e del turismo in Italia. Il Museo ha ottenuto uno stanziamento di 71 milioni di euro, che si aggiunge ad altri finanziamenti pregressi, per un totale di circa 100 milioni complessivi. Il programma interessa le quattro sedi delle Terme di Diocleziano, di Palazzo Massimo, di Palazzo Altemps e della Crypta Balbi, tutte al centro di un progetto di restauro e riallestimento che, conformemente al cronoprogramma del Pnrr, durerà quattro anni. Durante il completamento dei lavori, che comporterà parziali chiusure nelle quattro sedi del Museo, si alterneranno presentazioni tematiche temporanee per mostrare opere poco note o mai viste, pezzi finora relegati nei depositi e artefatti restaurati recentemente.


Terme di Diocleziano
Rifacimento dell’impiantistica, verifiche statiche e controlli antisismici sono necessari per il ripristino e l’apertura al pubblico delle sette Grandi Aule attorno alla basilica di Santa Maria degli Angeli. Gli ambienti maestosi, che ospitarono nel 1911 la grande mostra archeologica per il cinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, amplieranno la superficie espositiva del Museo, permettendo la presentazione permanente e ciclica di opere e di contesti molto importanti, ma da decenni nascosti al pubblico. Inoltre, grazie a un accordo stipulato con la Soprintendenza Speciale di Roma e il Parco Archeologico dell’Appia Antica, saranno restituiti al percorso museale i piani superiori delle quattro ali del Chiostro di Michelangelo, in tutto quasi 400 metri di lunghezza di portico (circa 100 metri per lato), e quelle del chiostro piccolo della Certosa, 160 m di estensione (40 m per lato). Spazi importanti, quelli della Certosa di Santa Maria degli Angeli, che, per il nuovo allestimento del Museo, accoglieranno la storia della città nel contesto del Latium Vetus (Lazio antico), dalle origini fino all’epoca di Diocleziano. Al primo piano del Chiostro di Michelangelo, saranno esposti i contesti che raccontano la storia più antica della città, dalle origini fino alla fine della repubblica, cioè dal X al I secolo a.C. Dalle necropoli protostoriche, già presentate, di Roma e dell’Osteria dell’Osa a Gabi, si continuerà con quelle, orientalizzanti, di Castel di Decima, Laurentina e Ficana (VII secolo a.C.). Grazie a un finanziamento della Confederazione Elvetica, è in corso il restauro di una grande tomba principesca della necropoli della Laurentina, la n.93, mentre con un contributo della Fondazione Droghetti si lavora al recupero della ricca tomba femminile 359 di Castel di Decima.

Nella terza ala saranno presentati i centri del Lazio arcaico come Crustumerium, Fidene, Gabi e Lanuvio, con la famosa Tomba del Guerriero, mentre nella quarta ala verrà raccontata la trasformazione di Roma e dei centri del Lazio antico dall’epoca medio-repubblicana (IV secolo a.C.) fino al II-I secolo a.C., con santuari ed ex voto provenienti dal Tevere e da centri come Ariccia. Nelle gallerie al primo piano del Chiostro piccolo della Certosa, sarà presentata la città imperiale: a partire dai recenti ritrovamenti della Soprintendenza Speciale di Roma, sì racconterà la “città dei vivi” dall’epoca di Augusto fino a quella di Diocleziano. Una sezione a parte è riservata alla “città dei morti”, con la documentazione funeraria. Verranno esposte in un unico racconto iscrizioni funerarie, sarcofagi, rilievi, urne, ritratti e corredi funerari databili tra il I secolo a.C. e il III secolo d.C. Il percorso sulle necropoli continuerà nei giardini, con moltissimi reperti, e nella forica, cioè nella latrina termale antica. Ci sarà anche una sezione dedicata alla storia del complesso delle Terme di Diocleziano e alla sua trasformazione in Certosa nel Cinquecento; infine un’ultima sezione, ricavata all’interno delle Grandi Aule, offrirà un’introduzione breve e spettacolare alla storia di Roma per chi, arrivando alla stazione Termini, avrà solo un tempo limitato da dedicare alla visita.

Palazzo Massimo
A Palazzo Massimo il progetto principale è quello di coprire il cortile interno in modo da ampliare il percorso di visita esponendo le tante opere oggi conservate nei magazzini e fornendo la possibilità di creare un ambiente immersivo dove evocare l’Impero romano attraverso la ricostituzione di un luogo iconico, come un santuario. Il tema del percorso sarà quello di Roma come centro dell’Impero, dall’epoca di Augusto fino a quella di Massenzio (dal I all’inizio del IV secolo): la vita e la successione degli imperatori; la complessità della religione e la diversità dei culti; le conquiste e i loro effetti sull’economia e sulla rappresentazione romana del mondo; il lusso privato, l’otium, la cultura e la vita nelle residenze aristocratiche. Al piano terra verranno esposti i documenti più significativi per la storia dell’Impero, dai Fasti e i Ludi secolari alle celebri insegne del potere di Massenzio.

Il primo piano sarà dedicato all’Impero, alle sue conquiste, alle tante religioni che vi erano praticate e rappresentate, dall’Egitto all’Oriente. In sintesi la grandezza di Roma. Qui troveranno posto materiali esotici provenienti da Asia e Africa, con un allestimento multisensoriale. Il secondo piano resta dedicato all’otium, con le grandi ville suburbane come quella di Livia e della Farnesina, animate da splendide pitture, ma anche da una ricca e raffinata vita intellettuale, con la letteratura greca e latina. Sarà inoltre riaperto il Medagliere, il più grande e antico che si conservi, chiuso per l’emergenza Covid, e sarà ampliato il numero di monete esposte, che saranno inserite in tutti i percorsi tematici del Museo Nazionale Romano per creare una sorta di medagliere diffuso nelle quattro sedi.


Palazzo Altemps
Palazzo Altemps rimarrà il luogo del collezionismo, incentrato sulla collezione Boncompagni Ludovisi, che farà da filo conduttore alla visita. Ma il nuovo percorso, più didattico, farà capire i tanti modi in cui, dall’antichità all’epoca rinascimentale e moderna, la scultura greca era reinterpretata e trasformata, a seconda dei vari contesti sociali e intellettuali in cui era utilizzata. Il nuovo percorso inizierà, al piano terra, con una presentazione sintetica della lunga storia del Palazzo e delle famiglie che l’hanno creato e trasformato. La sezione successiva mostrerà in modo concreto cos’era una collezione di scultura nella Roma nel Seicento: attraverso la collezione Boncompagni Ludovisi si racconterà come venivano scelte le opere, come venivano restaurate, come venivano realizzate creazioni originali a partire da frammenti, pastiches, o create delle versioni moderne di opere antiche. Si illustreranno poi i diversi usi della scultura greca in età imperiale.

Nei nuovi spazi intorno alla sala del Gioiello si succederanno gli originali greci, come il Trono Ludovisi, le copie romane di opere di Mirone, Policleto e Fidia, anche trasferite da Palazzo Massimo e dalle Terme di Diocleziano, e le creazioni romane elaborate a partire da modelli greci, come le Erme Ludovisi. Il primo piano accoglierà le rielaborazioni romane delle opere dei grandi maestri come Prassitele e Lisippo, per mostrare quanto è labile il confine tra originali greci e copie romane e, infine, i rapporti tra scultura greca e romana in epoca ellenistica, con un contesto eccezionale e poco conosciuto quale il gruppo di sculture da giardino di Fianello Sabino di fine II - inizi I secolo a.C., che costituisce la più antica collezione di sculture greche conservata nella zona di Roma. Lo scrigno straordinario di Palazzo Altemps, uno dei più begli edifici nobiliari rinascimentali di Roma, situato a due passi dalla piazza Navona, sul percorso turistico più importante del centro storico, è il luogo ideale per presentare, oltre alla collezione Boncompagni Ludovisi, i più grandi capolavori della scultura antica, quali il discobolo Lancellotti, il pugile seduto e il principe ellenistico di bronzo.


I lavori di restauro della sede, in parte già avviati, riguardano il recupero del secondo cortile, la sala del Gioiello, e il suo portico realizzato agli inizi del Cinquecento, così da restituire al pubblico un vasto ambiente di 400 mq, spazio straordinario, coperto da un lucernario agli inizi del Novecento. L’intervento riguarda anche il restauro dell’altana, la più antica di Roma; il ripristino del teatro, l’unico conservato in un palazzo privato romano, e la fruizione della Chiesa, dove Gabriele D’Annunzio sposò Maria Hardouin di Gallese, che ospiteranno concerti ed eventi culturali.

Crypta Balbi
Attualmente, la Crypta Balbi è conosciuta come il museo in cui si presenta la trasformazione della città tra la tarda Antichità e il Medioevo. In realtà, questo museo copre solo una minima parte della sede di Crypta Balbi. Attualmente, il 90% circa della superficie dell’isolato di competenza del Museo Nazionale Romano non è accessibile, a causa dello stato drammatico di degrado degli edifici e dell’impossibilità, per ragioni di sicurezza, di aprire al pubblico il percorso archeologico. Il progetto prevede il ripristino dell’intera area comprendente il convento cinquecentesco voluto da Ignazio di Loyola e gli edifici circostanti, che presentano una stratigrafia che va dal 1300 a tutto il 1900. La Crypta Balbi conserva inoltre preziose testimonianze della storia recente, di cui abbiamo il dovere di conservare la memoria, dalle vicende più tragiche della Seconda Guerra Mondiale, come il rastrellamento del 16 ottobre 1943 nel Ghetto, agli Anni di Piombo, con la scoperta del corpo di Aldo Moro il 9 maggio 1978.


L’intervento, da 71 milioni di euro, conserverà e valorizzerà queste memorie attraverso restauri filologici che non privilegeranno un’epoca o un’altra, ma che si soffermeranno su ogni fase della storia di Roma, restituendola al grande pubblico ed ai romani. Una volta concluse le operazioni di sgombero e di messa in sicurezza degli edifici, la fase dei lavori partirà a breve, rendendo necessaria una chiusura temporanea della sede museale a partire da gennaio per tutto l’anno 2023. Il primo obiettivo è quello di ampliare il percorso espositivo, presentando la storia di Roma da Costantino fino all’epoca contemporanea. Sarà organizzato in tre grandi sezioni: nella prima, su via delle Botteghe Oscure, sarà presentata Roma e le sue trasformazioni dall’epoca di Costantino fino al Medioevo. Lo spazio espositivo sarà fortemente ampliato, con il ripristino del cortile interno. Il piano terra sarà dedicato alle trasformazioni della tarda Antichità, dal IV al V secolo. Al primo piano sarà presentato l’inizio del Medioevo, con i Longobardi, dal VI fino all’VIII secolo, mentre al secondo piano il percorso cronologico si estenderà dall’età Carolingia fino all’XI secolo.

Si passerà nella seconda sezione del museo attraverso le gallerie sotterranee del complesso monastico. Il percorso riguarderà il quartiere antico della Crypta Balbi, con la visita dei resti archeologici intorno all’esedra, al mitreo e al quartiere abitativo. La terza sezione, su via dei Delfini, verso il Ghetto, si concentrerà sulla storia moderna e contemporanea di Roma, da Ignazio di Loyola fino ad Aldo Moro. Nel progetto complessivo, che sarà portato a termine grazie al programma Urbs del Pnc, il museo è solo una parte del quartiere culturale che l’isolato della Crypta Balbi diventerà nei prossimi anni. L’area centrale e i cortili annessi saranno liberamente accessibili e fruibili dai cittadini e dai visitatori, attraverso un passante urbano che prevede quattro accessi, uno su ciascun lato dell’isolato, a cominciare da via Caetani e poi via delle Botteghe Oscure, via dei Polacchi e via dei Delfini. Saranno presenti dei luoghi di ristoro e dei laboratori artigianali, nonché delle zone di incontro e di convivialità. L’isolato di Crypta Balbi sarà anche dotato di un centro studi, di un centro d’archivio e di produzioni digitali, di una foresteria per studenti, studiosi e artisti e da un centro per gli eventi e per le mostre temporanee. Si tratta quindi di restituire alla comunità un pezzo straordinario della città, che diventerà a tutti gli effetti un grande quartiere culturale nel cuore di Roma, in un contesto storico e archeologico di eccezionale rilevanza.


Il ripensamento del Museo Nazionale Romano attraverso un progetto unitario e lungimirante, che coinvolge edifici ed opere, si impone dunque come scelta necessaria e prioritaria, rispondente ad esigenze, non più procrastinabili, di tutela, di riqualificazione e di valorizzazione urbana e sociale.

 

Camerino venerdì 6 gennaio 2023 ritorna la Festa del torrone

 

(TurismoItaliaNews) Com’è ormai consuetudine, a Camerino venerdì 6 gennaio 2023 ritorna la Festa del torrone, ormai classico appuntamento che si svolge ogni anno nel giorno dell’Epifania e che da questa edizione diventa nuova sede di tappa del Grand Tour delle Marche 2022, il circuito di eventi promosso dall’organizzazione di Tipicità con Anci Marche, in collaborazione con la Regione Marche e la partnership progettuale di Banca Mediolanum e Mediolanum Private Banking.

 Camerino è famosa per la sua antica Università, ma anche per un’altra particolarità, un prodotto tipico che è un vero e proprio simbolo delle tradizioni e della cultura della nobile Città Ducale: il torrone. Le origini di questa autentica golosità si perdono nel tempo: la prima testimonianza documentale nelle Marche nella quale si utilizza il termine torrone, riferito al dolce natalizio come lo intendiamo oggi, risale al 1793, come risulta da un atto depositato presso il notaio camerte Stefano Ricci. Ma è lecito pensare che il “torrone di Camerino” sia nato molti secoli prima.

Infatti, questa specialità gastronomica è profondamente radicata nella tradizione popolare camerinese, tant’è vero che il torrone in passato veniva preparato in ogni focolare domestico, con devota ritualità, per prepararsi alla celebrazione del Natale. Recentemente ha rischiato di scomparire, per poi risorgere grazie all’impegno di una famiglia, gli Attili, che hanno riportato in auge quello che è considerato un patrimonio del territorio, al punto che nel 2020 il Torrone di Camerino ha ricevuto la De.C.O. Nel complesso iter che l’ha condotto a godere del prestigioso riconoscimento, un ruolo di primo piano hanno recitato i ricercatori del corso di laurea in Scienze gastronomiche dell’Ateneo camerte.

A partire dalle 15 di venerdì 6 gennaio, la Festa del torrone si svolgerà all’interno del “Sottocorte Village”, articolandosi in un ricco programma di eventi che, tra l’altro, comprende l’attesissima premiazione della “Gara dei torroni fatti in casa”, nonché la misurazione del torrone, con la quale si perpetua un cerimoniale che il 7 gennaio 2007, con ben 408,61 metri di lunghezza, lo portò a conquistare addirittura il titolo di “torrone più lungo del mondo”, chiave di accesso al mitico “Guinness dei primati”. A seguire, la “Tradizionale cerimonia del taglio del torrone” e, subito dopo, l’agognato momento della degustazione chiuderà la manifestazione. E mai, per una conclusione, fu più degno ed appropriato l’antico adagio … “dulcis in fundo”. Tutte le info sulla manifestazione nel sito www.tipicitaexperience.it

Alberobello a vocazione turistico-culturale

 

(TurismoItaliaNews) Finanziamento da oltre 400mila euro per il Comune di Alberobello. L’opportunità è quella del bando pubblico promosso dal ministero del Turismo per l’individuazione di progetti volti alla valorizzazione dei Comuni a vocazione turistico-culturale nei territori in cui sono ubicati siti Unesco e appartenenti alla rete delle città creative.
 Il Comune di Alberobello si è aggiudicato un consistente finanziamento di 411.077,90 euro grazie al progetto nasto dall’osservazione del contesto territoriale in cui la città pugliese è immersa e dalla volontà di creare itinerari digitali volti alla valorizzazione dei territori urbani della Città e delle aree rurali circostanti. “Si tratta di un importantissimo progetto - spiegano Francesco De Carlo e Valeria Sabatelli, rispettivamente sindaco di Alberobello e assessora con delega alle relazioni con Unesco – che consentirà uno straordinario upgrade nel nostro modo di approcciare il turismo, dove alle straordinarie opere, peraltro già annunciate, di ripristino dei siti Unesco per riportarli alla loro originaria bellezza, sarà affiancato un importante processo di digitalizzazione che consentirà di vivere l’esperienza del viaggio in modo più immersivo e coinvolgente”.
L’osservazione del contesto territoriale, in cui sono inseriti gli iconici trulli di Alberobello, ha determinato un’innovativa strategia di valorizzazione dei siti turistici che, a partire dal sistema locale di base, intende migliorare l’ambiente culturale, per i cittadini e per gli ospiti visitatori, attivando processi di digitalizzazione tesi a promuovere il territorio e i suoi itinerari turistici. Questo progetto rappresenta un valido supporto alla più ampia strategia di valorizzazione della “Città dei Trulli” messa in atto da questa Amministrazione, attraverso la creazione di nuovi di percorsi ispirati a un turismo sostenibile e lento, che progressivamente consenta di rendere la città più attrattiva rispetto a nuove e più ampie tipologie di visitatori e di distribuire così il flusso turistico in tutte le zone di interesse della città e, complice il clima straordinario, in tutti i periodi dell’anno.
I nuovi itinerari offriranno la possibilità di visitare la città di Alberobello, ma anche di esplorare le zone limitrofe seppur meno note ugualmente ricercate e visitate. Saranno realizzati dei veri e propri itinerari urbani ed extraurbani, attraverso il supporto di pannelli informativi con presenza di Qr-Code, che permetteranno a ciascun fruitore, attraverso l’utilizzo del proprio dispositivo mobile, di avvicinarsi alla conoscenza di quei monumenti, di quei luoghi, di quegli spazi o aree che racconteranno il vissuto di una città straordinariamente unica. Gli itinerari saranno strutturati per chi visiterà la città a piedi, soffermandosi nel solo centro storico, e per chi invece preferirà l’utilizzo di bici (di proprietà o noleggiate) anche attraverso il territorio circostante.

Tra le aree extraurbane interessate dal progetto è possibile citare il territorio della frazione Coreggia, particolare e unica dal punto di vista rurale e ambientale, sia per la presenza della ciclovia dell’acquedotto, sia per la caratteristica zona di interesse carsico denominata “canale di Pirro”; la zona boschiva denominata “Bosco Selva” con la possibilità di usufruire di aree di sosta, servizi, igienici, percorsi ambientali; infine la zona adiacente la ex Fondazione Gigante, detta Casa Rossa, immobile di interesse storico che si trova a circa 3 km da Alberobello, immerso in un territorio ricco di alberi da frutto e boschi.

Oltre alla attenta fase di progettazione, il piano prevede:
- la realizzazione di un’app turistica fruibile in quattro lingue - italiano, inglese, francese e spagnolo - che proporrà contenuti audio, testuali e immagini, abbinati a contenuti speciali, come immagini tratte dall’archivio storico per un confronto fotografico tra ieri e oggi e contenuti di carattere informativo;
- la creazione di segnaletica turistica integrata con il Qr-Code nei luoghi simbolo della città e presso le aree ambientali, che consentiranno al turista di ricevere il maggior numero di informazioni di cui necessita per vivere in modo completo l’esperienza di scoperta della città;
- la dotazione di info point digitali a partire da largo Viterbo, zona di arrivo alla città sia per gruppi sia per individui. Il punto sarà dotato di un pannello di benvenuto dove saranno evidenziati gli itinerari proposti oltre a informazioni generiche sulla città con la presenza di materiale cartaceo divulgativo (mappe, brochure, volantini…);
- la creazione di un arredo urbano per migliorare l’accoglienza e la sosta dei turisti attraverso: panchine dotate di ripetitore wi-fi, attacchi Usb per la ricarica dei dispositivi mobili e prese tradizionali per la ricarica di pc e di altre apparecchiature elettroniche.

Ultimo ma non meno importante il potenziamento dell’illuminazione attraverso uno studio illuminotecnico attento e condiviso per valorizzare i luoghi e consentire la funzionalità della videosorveglianza. Tutto l’arredo sarà adeguato nei materiali e nei colori che saranno coerenti con i caratteri paesaggistici del luogo e consentiranno la più corretta contestualizzazione.