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Sorpresa: tra le Eolie e la costa calabra c’è il ventinovesimo vulcano italiano



Non ha ancora un nome, ma in compenso ha una storia lunga centinaia di migliaia d’anni, durante i quali ha fatto la sua comparsa a largo di Capo Vaticano, in provincia di Vibo Valentia, e oggi, silente e sommerso dal mare, sta spingendo gli studiosi a formulare nuove ipotesi scientifiche. È il ventinovesimo vulcano italiano, scoperto dall’Università della Calabria e dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.




  Assolutamente inoffensivo, e dalla forma oblunga, l’ultimo arrivato potrebbe in futuro riservare importanti sorprese alla regione. A
cominciare dai suoi ricchi giacimenti di manganese, un metallo insostituibile in alcune produzioni siderurgiche, e che solitamente abbonda negli abissi oceanici dove, però, è difficile e costoso estrarlo.
  Qui, a 120 metri soltanto dal pelo dell’acqua, gli studiosi sono ottimisti su un suo possibile impiego nei prossimi anni. Fondi permettendo, ovviamente: per continuare a studiare il vulcano servono, infatti, risorse. Ma se non dovessero arrivare, il rischio è che l’intera ricerca sia portata all’estero. E speriamo proprio non vada così.
(V. D.)

Turismo: la provincia di Palermo

Il capoluogo isolano comprende ottandadue comuni che contribuiscono in maniera decisiva ad accrescere l'importanza storica, culturale, sociale e naturalistica di questa importante zona siciliana.

Il capoluogo della Regione a statuto speciale e' meritatamente ricordato per la bellezza dei suoi monumenti come la sua imponente Cattedrale, la Chiesa della Martorana ed i suoi Palazzi come quelle dei Normanni e della Zisa, per il suo rinomato centro storico, per la sua notevole importanza storica, per gli eventi sacri che essa offre, come i festeggiamenti riguardanti la Santa patrona cittadina, S. Rosalia, e per quelli mondani e sociali - questi ultimi degnamente rappresentati, ad esempio, dal rinomato Teatro dei Pupi -.

La citta' di Palermo sa offrire anche degli spunti folcloristici notevoli che fanno assaporare fino in fondo la vita reale. Si sta parlando dei famosi mercati palermitani come la Vucciria, colorate esemplificazioni della vita economica locale.

Ricordiamo anche un Museo particolare che rientra nel complesso cittadino dei beni culturali ma che e' qui citato perche' ha un chiaro sapore folcloristico. Si sta parlando del palermitano Museo delle Marionette, un museo internazionale fondato circa trenta anni fa, agli inizi del 1970, dal chiaro sapore della conservazione di una tradizione che rispecchia totalmente tutta l'isola. Il Museo va ricordato come un'attivita' viva legata al teatro di figura e raccoglitore di un'esperienza lavorativa e rappresentativa piu' che decennale. Esso, inoltre, va ricordato come una possibilita' d'apprendere un'arte ed una tradizione dal fascino antico ma sempre attuale nel segno della conservazione delle tradizioni antiche che vanno sempre valorizzate e tramandate ai posteri.

La citta' e tutto il comprensorio provinciale possono davvero offrire molto al turista, a partire dal bagaglio storico-culturale, da innumerevoli monumenti e varie Chiese, alcune delle quali precedentemente inaccessibili ed ora riaperte al pubblico.

La citta' ha saputo rinascere dopo eventi nefasti come i bombardamenti verificatesi durante la Seconda Guerra Mondiale ed il terremoto del 1968.

La cucina palermitana non e' ricordata solo per la bonta' dei gelati, della pasta con le sarde e le panelle - una sorta di pane preparato utilizzando la farina di ceci -, ma anche e soprattutto perche' conta dalla sua parte secoli di storia che hanno contribuito a valorizzare ed arricchire anche questo aspetto locale.

Tra le altre specialita' culinarie locali ricordiamo quelli saporiti a base di pesce, il largo utilizzo delle verdure e degli ortaggi che permette di creare pietanze gustose come la caponata di sole melanzane.

Ricordiamo, infine, due tipici dolci locali legati alla festa religiosa effettuata in onore di San Giuseppe, cioe' la sfince ed il torrone di mandorle.

dove dormire:
Hotel Aspra Mare

Via Concordia Mediterranea 29 
90010 Aspra Bagheria PALERMO
tel/fax (0039) 091 928058 cell. 329 2910191 - P.IVA 05010800828
aspramare@aspramare.com






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Hotel Villa Soles

Indirizzo/Address: Strada Statale 113 n°45, 90017 Santa Flavia ( Palermo)
Numero tel/Fax /Number tel/Fax:091 957532
E-mail: hotelvillasoles@libero.it






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e-mail: info@hotel-kalura.com
Hotel Kalura

Via Vincenzo Cavallaro 13
90015 Cefalù (PA)
Tel: +39 0921 421354
Fax: +39 0921 423122


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Bed and Breakfast Panormus

tel.-fax. (+39) 091.617.58.26
mob. (+39) 329.3539160
skype: bbpanormus
email: info@bbpanormus.com
Indirizzo: Via Roma, 72 - 90133 Palermo












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Tourist Hotel Cefalù

Lungomare G. Giardina - 90015 - Cefalù (PA) - Italia
Telefono: (+39) 0921.42.17.50 | Fax: (+39) 0921.923.916
Informazioni: info@touristhotel.it

Turismo Termale ad Abano Terme. Promozioni di visita

Adove dormire per un turismo termale: 
Panoramic Hotel Plaza
P.zza Repubblica 23
35031 Abano Terme
tel. 049/8669333
fax. 049/8669379
info@abanoplaza.it

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Promozioni di visita a Padova e provincia



Un weekend a Padova e provincia? Sarà sicuramente più vantaggioso ed entusiasmante con le offerte speciali Padova Weekend.
I prossimi grandi eventi medievali e la bella mostra a Palazzo Zabarella ci invitano a scoprire Padova, le città murate e tutta la provincia.
Organizzate il vostro soggiorno e la vostra visita cogliendo le promozioni proposte dal Consorzio di Promozione Turistica di Padova.

LE PROPOSTE:
- Weekend a Padova Accedi al PDF;
- Weekend nella grande Padova del '300 Carrarese;
- Weekend a Padova per la mostra I volti dell'800 Accedi al PDF;
- Weekend di emozioni medievali con la Giostra della Rocca di Monselice Accedi al PDF;
- Weekend di emozioni con il Palio dei 10 Comuni di Montagnana Accedi al PDF;
- Weekend di emozioni medievali con Le Voci dell'Evo di Mezzo di Cittadella.

Il pacchetto turistico di base comprende:
- il weekend di soggiorno nell’hotel prescelto;
- late check-out dall’hotel fino alle ore 16.00 della domenica;
- una visita guidata della città di Padova, nel pomeriggio del sabato;
- una passeggiata in battello nei canali di Padova, nel pomeriggio del sabato;
- una selezione di ristorati tipici;
- uno sconto per la famosa minicrociera in battello alle Ville Venete della Riviera del Brenta;
- un kit informativo sulla città, da ritirare presso gli Uffici IAT della località di soggiorno.

dove dormire per un turismo termale: 

Panoramic Hotel Plaza
P.zza Repubblica 23
35031 Abano Terme
tel. 049/8669333
fax. 049/8669379
info@abanoplaza.it

Un caffè all’Isola del Diavolo

Con chi parli in viaggio. Storie estive, sì, ma non i soliti resoconti di vacanze. Sono gli incontri che ci interessano: raccontateceli. Chi incontri, cosa ti emoziona, quale ricordo porti a casa, i vostri diari, le vostre foto da condividere con i lettori di Domani

Un caffè all’Isola del Diavolo

05-07-2010
di Ippolito Mauri

Quando a Orly chiamano il volo, corro per evitare la coda, plotoni di ragazzi da ore in agguato. Viaggeremo assieme e non capisco come sia venuto in mente al professore e alle tre signore che li accompagnano, di portarli in gita scolastica alla Caienna. Sessant’anni fa chi partiva per la Caienna sapeva di non tornare. La condanna era per la vita anche se gli anni non arrivavano a dieci: all’ex galeotto si proibiva di riprendere la nave. Nessuno doveva raccontare. Nascevano villaggi di capanne nella foresta. Il sangue si mescolava e ai vecchi prigionieri restava la nostalgia: scappare, impossibile. Per mare tifoni e pescecani; le paludi verso il confine erano e sono labirinti avvelenati. E’ diventato un posto di vacanza: com’è possibile ?
Difficile trattenere la curiosità se il viaggio dura dodici ore. Il professore risponde che la Guayana francese (ma anche le due Guayane accanto: inglese e Suriname) affoga nella foresta di un’Amazzonia non sconvolta dalla speculazione brasiliana. In fondo è territorio metropolitano, municipio di Parigi. Per chiamare Parigi basta un gettone. Le leggi sono francesi e i francesi amano la natura. L’amore deve cominciare a scuola, ecco la gita. Insomma, discorsi così. Avevo preso l’aereo per raccontare di un’ Ariane che stava per depositare in orbita il satellite destinato ad allargare le bande delle comunicazioni d’Europa, videotelefoni, mille canali TV. Avevo accettato il viaggio tecnico-noioso perché affascinato dai brividi che accompagnavano un nome maledetto nei romanzi delle giovinezze di una volta: Emile Zola e il suo Dreyfus, storia di un capitano accusato di tradimento quando non aveva tradito. Nella Parigi fine Ottocento é condannato a scontare il bagno penale all’ Isola del Diavolo, mare della Caienna. E poi i libri di chi muore lasciando pagine strappacuore; e chi scappa per inventare un romanzo di bugie, Henry Carriere, detto Papillon. Imbottiglia racconti di altri galeotti, diventa un best seller e un film. Montagna di soldi scialacquati in Venezuela. Ormai il secolo è un altro e se un liceo di La Rochelle sceglie la Guayana per il viaggio culturale, e se i giornalisti volano in Guayana per testimoniare il futuro nello spazio, la foresta dalle nebbie bollenti strette all’equatore, sbiadirà i ricordi come fantasmi di una inciviltà svanita. Pensieri di chi arriva nel posto sconosciuto, eppure la realtà è sempre diversa.
Il filo di un canale divide la Caienna in due città, quasi una frontiera. Abito nella città dalle abitudini bianche, torpore della colonia assonnata tra mare e foresta e lo smarrimento di una piccola provincia francese nascosta sotto l’aria condizionata, viali deserti fino a quando non tramonta il sole e si accendono grappoli di lampioni. Gendarmi dalla tenuta coloniale passeggiano in calzoni corti. Calore insopportabile. Tutto qui ? Due passi dopo il ponte che attraversa il Crique, fiume che taglia la città, ecco la capitale immaginata da lontano. Tetti di latta. Donne e uomini fumano, carte in mano o lavorano a maglia al riparo di verande pronte a crollare. Dietro le finestre illuminate dei bordelli, le ragazze ridono sotto le pale dei ventilatori. Una giostra volante fa girare seggiolini vuoti mentre i tamburi del merengue improvvisamente tacciono e la voce di Yves Montand racconta le foglie morte, Parigi dei maglioni neri di Simone de Beuavoir e Juliette Greco, sempre cinquant’anni fa. Il tempo sembra fermo ma non è vero. Cerco tra le facce arabe, cinesi, profughi del Laos negli anni della guerra Vietnam, indios chiari, indios marron; cerco il sorriso sdentato di un discendente di chi non ce l’ha fatta a scappare quando la Guayana era l’inferno. Incontri impossibili, ma il turista sentimentale non si arrende. Ascolto racconti di racconti. Leggende sulla sopravvivenza di sei, dieci forse venti «bagnards » (galeotti del bagno penale) ai quali hanno tagliato le catene quando le grandi prigioni sono state chiuse, ancora cinquant’anni fa. Erano ragazzi dalle mani sporche e sono invecchiati. Vegetano nella città non francese troppo stanchi per cercare l’oro fra le paludi della febbre gialla o per rincorrere bellissime farfalle che i visitatori portano in Europa millantando cacce miracolose. L’ accento del «vieux pays», Parigi perduta, si impasta coi dialetti precipitosi di chi mescola le lingue inventando l’esperanto dei poveri: il creolo un po’ olandese dei clandestini del Suriname o il portoghese di chi scivola attraverso i confini spugnosi dell’Amazzonia brasiliana. Ma la Francia e l’Europa non sono così lontane, almeno nei caffè dove da ogni specchio sorridono le facce di protagonisti delle nostre abitudini, enfants du pay, nati e celebrati qui. Florent Modula, centrocampista che il Lione ha venduto al Chelsea, quattro volte campione di Francia, motore della nazionale. Guai fare domande: mi trascinano sul campo dove ha tirato i primi calci. C’è anche il vecchio Henry Salvador, inventore della bossa nova, figlio di un guardiano del penitenziario: la sua voce ha sciolto i languori di tre generazioni.
 
Nell’albergo attorno alla base spaziale di Kourou (60 chilometri dalla capitale) un ingegnere italiano spiega, che se in passato dalla Guayana si scappava, adesso arrivano da ogni paese attorno. Il cosmodrono è diventato il volano di una ricchezza più immaginata che reale, ma è lo specchio al quale nessuno resiste: quei giganti che spariscono nelle nuvole. Apparizioni nella città del futuro. Tennis, piscine, laboratori sofisticati come nell’altra America. Intanto arrivano cercatori d’oro, tagliatori di mogano, turbe di affamati di ogni Amazzonia. Neri- Marrons accampati nei gironi delle baracche rimodellate sulle antiche baracche dei galeotti. Perché Kourou era un penitenziario duro. Sono rimasti le spoglie del mondo di ieri che abbracciano il mondo bianco di domani. Nel cerchio d’oro di Ariane vivono mille tecnici europei paradossalmente prigionieri della stessa filosofia che incatenava i penitenziari. Rovesciata: la chiave si gira da dentro. Vivere fuori, quasi impossibile. E dentro è un ghetto di lusso scandito da abitudini la cui lontananza psicologica col resto del paese è più larga della distanza Caienna-Parigi. Campus universitario disteso sulla spiaggia di un’isola immersa nel fiume. Attorno, caffè e librerie. Qualche chilometro in là, la vecchia gendarmerie è diventato l’ospedale di un terzo mondo drammaticamente a africano. E la fabbrica del ghiaccio sembra un mulino abbandonato.
Ai giornalisti che aspettano la partenza di Ariane regalano un prontuario che scandisce il conto alla rovescia, secondo per secondo. I motori si accenderanno fra cinque giorni. Un’occhiata mi dice che mancano 12 milioni e 817 mila secondi. Calcolo che diventa una specie di gioco ma anche ossessione: mi accompagna nella scoperta di un paese grande mezza Italia, 170 mila residenti e altrettanti clandestini. Non resisto, ogni tanto controllo: i secondi del countdown sono diventati 12 milioni e 321 mila e le due realtà continuano a sovrapporsi.
Finalmente in barca alle isole della Salute, quindici chilometri davanti a Kourou, pellegrinaggio all’Isola del Diavolo, monumento che racconta la storia della colonia. Ritrovo i ragazzi della gita scolastica. Con professori che fanno sapere come sono andate le avventure nella foresta sulle colline di Kaw: coccodrilli che sfiorano le barche e il silenzio sbalordito nell’immensità della natura, silenzio che all’isola del Diavolo i liceali di La Rochelle hanno subito infranto. Mentre noi adulti sfioriamo con malinconia le rovine della baracca dove il capitano Dreyfus ha sofferto i cinque anni di prigionia aspettando il nuovo processo che doveva liberarlo, i ragazzi gridano la meraviglia attorno ai cacciatori di pescicani, mezzi sangue che sbarcano il lunario così. Rompono noci di cocco con coltellini svizzeri. Terrorizzano le tartarughe giganti padrone di uno sperone diventato riserva protetta. Sono ricresciute le piante tagliate dai carcerieri per tenere d’occhio i galeotti. Adesso l’illusione delle palme che galleggiano nel mare. Non è azzurro come i fogli del turismo fanno credere. Marron torbido per il fango che i fiumi trascinano dall’Amazzonia. Al diavolo la storia. Una signora prova a leggere ai volonterosi qualche pagina del diario di Dreyfus. Ascoltiamo guardando i resti della baracca. Incatenato al letto per mesi, tormentato dagli insetti, febbre gialla che non lo fa dormire. Deve cuocere il pasto in pentole arrugginite: brodaglia immangiabile. Quando gli permettono di leggere Shakespeare e Montaigne spediti un anno prima dalla moglie, gli insetti che tormentano il capitano fanno nido nelle pagine dei libri. Dreyfus prova a ripulirli ogni mattino, alla fine deve arrendersi. Confessa al diario: devo resistere al suicidio finché posso. Il contrasto tra la felicità di chi scopre le meraviglie della natura e la malinconia di chi visita la storia della maledizione, divide l’Isola del Diavolo in due isole diverse. Che si riuniscono nel bar dell’isola Royale: dalla terrazza osserviamo il Diavolo con la meraviglia del guardare da lontano la vita degli altri. Lontano nel tempo non nello spazio perché divisi da appena un braccio di mare. E una specie di club ruspante nel quale anestetizziamo il ricordo del dolore ascoltando il racconto del signore che scalda il caffè. A Marsiglia non trovava lavoro e ha preso l’aereo, eccolo qui. Bianco, baffetti biondi, prima di tutto. Parlotta con i due gendarmi che proteggono l’isola da chissà quale contrabbando: «I pirati non muoiono mai….»: barista e poliziotti sono contenti di mostrarsi spiritosi. Solo dieci persone abitano le Isole della Salute: aspettano turisti e curiosi col libro in mano. Assieme al professore sono l’avventore più maturo. E il barista fa una confidenza: «Ha visto al museo le teste rinsecchite dei vecchi galeotti ghigliottinati ? Per caso un amico ne ha ereditate tre dal padre poliziotto. Vorrebbe venderle. Se interessa posso chiamarlo…». L’orrore si accompagna al pensiero divertente della dogana del ritorno: teste che escono da una valigia, finiremo davvero alla Caienna. Regalo al professore una copia del prontuario Ariane sapendo di trasmettergli l’ossessione. Controlla l’ orologio e rivela ai ragazzi che sbalordiscono: al lancio del satellite mancano 7 milioni e 457 mila secondi. Tutti dimenticano Dreyfus e i suoi compagni.
domaniarcoiris

I giovani in cammino sui sentieri di Frassati

la montagna come scuola di vita

 DI LAURA BADARACCHI
 S
ulla foto di una sua scalata in montagna, spedita a un a­mico, scriveva: «Verso l’alto», riferendosi al cammino di fede e alla vita eterna. Per il beato Pier Giorgio Frassati, di cui oggi si ce­lebra la memoria liturgica, ogni rampicata era «un itinerario che accompagnava quello ascetico e spirituale, una scuola di preghie­ra e di adorazione, un impegno di disciplina ed elevazione», notava Giovanni Paolo II. Dalla passione per le vette di questo ragazzo to­rinese aderente all’Azione catto­lica, stroncato il 4 luglio 1925 da una poliomielite fulminante, è scaturita l’iniziativa di intitolar­gli un percorso in ogni regione i­taliana. Per questo ieri e oggi l’Ac – insieme alla Fuci e ad altre realtà ecclesiali, al Cai e ad alcune par­rocchie – si è ritrovata in Val d’Ayas, in provincia di Aosta, su uno dei 17 «Sentieri» dedicati a Frassati, inaugurato proprio un anno fa nei luoghi dove Pier Gior­gio andava in vacanza con la sua famiglia quando e­ra piccolo. «Una fi­gura luminosa per tutta l’associazio­ne », commenta Gigi Borgiani, se­gretario nazionale dell’Azione catto­lica italiana, ricor­dando che que­st’anno si celebra anche il ventenna­le della beatifica­zione del giovane: «Un’occasione per valorizzare la santità laicale e avvicinarsi alla natura con lo spi­rito di Frassati», evidenzia.
  Dopo l’escursione sul Sentiero in­sieme al Cai e a «Giovane monta­gna » (un’associazione alpinistica di cui Frassati era membro), ieri mattina, seguita in serata dalla presentazione al Palaghiaccio del volume di Antonello Sica dal ti­tolo «In cammino sui Sentieri Frassati. Guida ai percorsi regio­ne per regione», oggi a mezzo­giorno - dopo una notte trascor­sa da molti in tenda - il canonico Franco Lovignana, vicario gene­rale della diocesi di Aosta, pre­siederà la celebrazione eucaristi­ca in località Fiéry, a 1.875 metri. Qui una targa ricorda l’inaugura­zione del Sentiero intitolato al Beato, avvenuta il 21 giugno 2009, tra i picchi del Monte Rosa che e­rano una sua meta costante e a­mata: «Ogni giorno mi innamoro sempre più delle montagne e vor­rei, se i miei studi me lo permet­tessero, passare intere giornate sui monti a contemplare in quel­l’aria pura la grandezza del Crea­tore », scriveva il 6 agosto 1923 al­l’amico Marco Beltramo.
  Ma Pier Giorgio non sarà ricor­dato
solo in terra valdostana: «In questo fine settimana i Sentieri vengono percorsi dai giovani di Ac anche nel Lazio, in Calabria e nelle Marche, dove il quinto pel­legrinaggio not­turno si è svolto tra il 2 e il 3 luglio, da Fonte Avellana a Cagli nella provin­cia di Pesaro-Urbi­no, mentre stama­ni alle 11.30 verrà celebrata la Messa sul Monte Morcia. Un’iniziativa che ha coinvolto an­che adolescenti e famiglie, resa possibile dalla col­laborazione tra Azione cattolica di Fano, Centro alpino italiano e Pastorale giovanile regionale, ri­ferisce Chiara Finocchietti, vice­presidente nazionale per il Setto­re giovani dell’Ac, che annuncia: «A breve dovrebbero esserci an­che dei sentieri Frassati interna­zionali: aspettiamo in particola­re l’inaugurazione di quelli in Ro­mania e Argentina».
  In Campania i giovani dell’Ac del­la diocesi di Teggiano-Policastro si ritroveranno oggi – come di consueto da un decennio – al bat­tistero paleocristiano di 'Marcel­lianum', nell’entroterra salerni­tano,
per percorrere un buon trat­to del primo Sentiero Frassati na­to in Italia, fino al santuario di San Michele Arcangelo a Sala Consi­lina. Le acque della sorgente, col­legata direttamente alla vasca battesimale, «vengono portate di regione in regione, per benedire i nuovi Sentieri, che a loro volta portano altre brocche con le ac­que dei loro ruscelli da versare qui, dove l’idea fu tenuta a batte­simo il 23 giugno del ’96», rac­conta Antonello Sica, ideatore e coordinatore dei Sentieri Frassa­ti. «Si tratta di un’esperienza d’in­contro con Dio nel creato, attra­verso la fatica del cammino e la bellezza della montagna, per ten­dere a quella misura alta di vita cristiana di cui lo stesso Pier Gior­gio è stato modello». Un richia­mo a reggere la cordata di coloro che vogliono – come si propone­va l’alpinista torinese – «vivere e non vivacchiare».
Una celebre immagine di Pier Giorgio Frassati tra le «sue» montagne
 avvenire

Festa del Redentore a Venezia, il programma di questa edizione 2010

Il Redentore è una delle feste veneziane più attese dell’anno, una festa tradizionale che unisce religione e spettacolo. La notte del secondo sabato di luglio le imbarcazioni dei veneziani, illuminate ed addobbate a feste, si riversano nel Bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca per assistere allo spettacolo pirotecnico, mentre il giorno seguente si svolge la cerimonia religiosa, anticipata da una serie di regate a due remi.

PROGRAMMA

SABATO 17 LUGLIO

* 19.00 Apertura del ponte votivo che collega le Zattere con la Chiesa del Redentore all'isola della Giudecca.Ve

* 23.30 Spettacolo pirotecnico in Bacino di San Marco

DOMENICA 18 LUGLIO

Stagione remiera 2010: Regate del Redentore, a cura dell'Assessorato al Turismo del Comune di Venezia
* 16.00 Regata dei giovanissimi su pupparini a due remi

* 16.45 Regata su pupparini a due remi

* 17.30 Regata su gondole a due remi

* 19.00 Santa Messa Votiva presso la Chiesa del Redentore all'isola della Giudecca, presieduta da S. Em. Card. Patriarca Angelo Scola, presenti i parroci e le autorità cittadine

Eventi collaterali

SABATO 17 LUGLIO

* 20.00 Il Redentore al Forte Gazzera

* 23.30 Spettacolo pirotecnico (A cura della Municipalità di Chirignago Zelarino)

* 21.00 Il Redentore nell'arena di Piazza Mercato a Marghera (A cura della Municipalità di Marghera)

DOMENICA 18 LUGLIO

* 11.30 Apertura dei Giardini della Marinaressa, Riva Sette Martiri (A cura della Municipalità di Venezia Murano Burano)


Organizzatore: Venezia Marketing Eventi

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Albergo San Marco
MOBILIARE VENETA S.P.A.
San Marco, 877 - 30124 Venezia, Italia
Tel. +39.041.5204277 - Fax +39.041.5238447
sanmarco@sanmarcohotels.com

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Hotel Canal
Santa Croce 553, 30135 Venezia,Italia
Tel. +39 041.5238480 Fax +39 041.5239106
info@hotelcanal.com