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Vacanze e meteo, italiani "schiavi" delle previsioni

Vacanze e meteo, italiani

ROMA - Sarà che nel cuore degli italiani non più giovanissimi sono rimaste le previsioni del mitico colonnello Bernacca a cui è dedicato anche un MeteoMuseo a Fivizzano in Toscana. Sarà che ormai in un'epoca di tormentoni e sensazionalismi le "bombe d'acque" e la "morsa di caldo di Caronte" sono molto più coinvolgenti di un pacato annuncio di "forti piogge" e "caldo africano". Comunque una cosa è sicura: gli italiani sono schiavi e succubi delle previsioni meteorologiche, in particolare mentre preparano la valigia delle vacanze.
    "Le previsioni meteo sono diventate un vero e proprio assillo per gli italiani - afferma Massimo Feruzzi di Jfc, che ha curato una ricerca su questo argomento - e in particolar modo quando si tratta di trascorrere un fine settimana fuori casa. In questo caso, infatti, ben 7 italiani su 10 visionano sempre le previsioni prima di partire ed altri 2 le consultano qualche volta, ma il fatto più significativo è quello relativa alla frequenza: il 40,9% consulta le previsioni tutti i giorni, durante la settimana del week end fuori casa, e il 24,9% ne prende visione diverse volte. E solo il 22,5% parte anche in caso di previsioni negative. Quando si tratta delle vacanze principali, invece, si abbassa la quota degli italiani che visionano sempre le previsioni: 5 italiani su 10, con una frequenza di consultazione che prende avvio 15 giorni prima della partenza. Tra coloro che vanno in vacanza, il 50% parte comunque, anche in caso di previsioni negative".
    Insomma, alla faccia di chi dice: "Non esiste buono o cattivo tempo ma solo buono o cattivo equipaggiamento", l'italiano medio ama il suo sole e se lo tiene stretto. Lo sanno bene i portali di booking on line che sempre più spesso permettono di annullare la prenotazione addirittura sino al giorno precedente la partenza. E lo soffrono molto gli operatori turistici che si scagliano spesso contro quelle che definiscono "previsioni sensazionalistiche" che per loro si traducono in annullamenti e cancellazioni di vacanze all'ultimo minuto. E cominciano anche ad organizzarsi con webcam ed informazioni in real time per dimostrare gli eventuali errori dei meteorologi.
    Sono infine sempre più frequenti le destinazioni che propongono offerte speciali legate al meteo ed alla sua possibile variabilità. Tra le più curiose il "sole assicurato" del Comune di Pesaro, l'"abbronzati o rimborsati" di Jesolo e altre iniziative simili in Valdaora e in altri luoghi d'Italia.
    Molto gradite anche le "meteo-home" che consentono di verificare in qualsiasi momento l'evoluzione delle previsioni meteorologiche geolocalizzate proprio all'interno del proprio luogo di vacanza.
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Alberi secolari, i grandi patriarchi verdi d’Italia

Il selvatico olivo di San Baltolu di Luras, in provincia di Sassari, l’albero più antico d’Italia  © Ansa
SASSARI - Antiche e maestose, le piante più antiche del nostro Paese sono considerate veri monumenti, testimoni di storie e leggende, simboli di un patrimonio naturale e culturale da scoprire. Sono querce, faggi, pini, lecci, castagni, olivi e larici ultrasecolari, che la natura ha preservato fino ai giorni nostri e che oggi sono tutelati e protetti dalla legge 10/2013 del ministero dell’Ambiente. Ne tutelano la conservazione molte associazioni, tra cui quella dei Patriarchi della Natura, che dal 2006 studia i vecchi alberi d’Italia, raccogliendone documenti e informazioni; nel tempo l’associazione ha realizzato un archivio che viene aggiornato periodicamente e dove oggi sono registrate e memorizzate oltre 12mila piante ritenute di notevole interesse per età, dimensione, rarità e per il valore scientifico, storico e paesaggistico. Ecco, da nord a sud d’Italia, gli alberi secolari che meritano una visita.
L’olivo di San Baltolu di Luras - Il selvatico olivo di Luras, sulle sponde del lago Liscia in provincia di Sassari, è l’albero più antico d’Italia: supera i 4mila anni d’età e ancora oggi ospita sotto i suoi rami e la sua immensa chioma centinaia di pecore al pascolo. Il nome in sardo è S’Ozzastru, cioè l’olivastro, e le sue misure sono impressionanti: è alto 14 metri e la circonferenza della chioma è di 23 metri. Il tronco, che ne misura 12, è scolpito da nodi e piccole cavità, che le conferiscono un aspetto da vero patriarca della natura.
Il castagno dei Cento Cavalli - E’ patrimonio dell’Unesco il maestoso e antichissimo castagno che si erge nel parco dell’Etna, nel comune di Sant’Alfio in provincia di Catania. Le sue dimensioni sono da record: 22 metri di circonferenza del tronco e altrettanti di altezza; anche l’età è incredibile perché il castagno ha un età compresa tra i 3mila e i 4mila anni. Una leggenda popolare narra che durante una battuta di caccia Giovanna la Pazza fu sorpresa da un temporale e trovò riparo assieme a tutto il numeroso seguito, cento tra cavalieri e dame, sotto le immense fronde del castagno. Da qui il nome dei “cento cavalli”, che si rifugiarono sotto la sua chioma.
Il cipresso di Vernazza - E’ l’albero più vecchio della Liguria e veglia come un campanile il santuario di Nostra Signora di Reggio a Vernazza, in provincia di La Spezia. Il pizzuto e rigoglioso cipresso di 800 anni ha misure da record: è alto 23 metri e ha un diametro di mezzo metro. Considerato simbolo di longevità e vita eterna, venne piantato dopo la costruzione del santuario di Vernazza, che si raggiunge lungo un sentiero lastricato e ombreggiato da altri alberi secolari.
Il fico di Badia Cavana - E’ il fico più antico d’Italia e sorge nel comune di Lesignano de’ Bagni, in provincia di Parma. E’ una pianta ultracentenaria con una chioma di 50 metri di diametro e 7 d’altezza e sorge su una verde altura nei pressi dell’abbazia romanica san Basilide a Badia Cavana, fondata nel 1100 da san Bernardo degli Uberti, vescovo di Parma. Il fico si trova proprio su un crocevia di importanti tracciati, percorsi da pellegrini, commercianti e artigiani che trovavano ospitalità nel monastero benedettino. La longevità della pianta dall’enorme e rigoglioso cespuglio e dal tronco formato da tanti fusti è in gran parte dovuto al fatto che alla base vi scorre una sorgente di acqua pura.
La quercia delle Checche - Un’imponente roverella, una quercia comune di 370 anni, domina la Val d’Orcia nei pressi di Pienza: la circonferenza del tronco raggiunge i quattro metri e mezzo e la sua chioma è così grande che venne utilizzata come nascondiglio dai partigiani durante la Resistenza. La leggenda popolare dice, persino, che sotto la sua chioma si riunissero le streghe che diedero ai rami un aspetto nodoso e contorto. Il nome, infine, deriva dalle gazze, in Toscano checche, che nidificano tra i suoi grandi rami.
L’olivo di Canneto Sabino - Sorge a Canneto, in provincia di Rieti, l’antico olivo della Sabina: è alto 15 metri con una circonferenza del tronco di 7,2 metri e un diametro della chioma di circa 30 metri. Nel tempo alla base del tronco si è aperta una cavità che lo ha svuotato all’interno fino alle radici. Secondo un’antica leggenda pare sia stato piantato ai tempi di Numa Pompilio, re di Roma dal 715 al 673 a.C. In realtà il maestoso esemplare di olivo venne piantato dai monaci benedettini di Fara circa mille anni fa nella zona bonificata di Canneto; numerosi documenti antichi testimoniano, infatti, la vocazione millenaria della Sabina alla produzione di olio d’oliva. Dal 1876 la famiglia Bertini si occupa di tutelare la bellezza e la salute dell’antico olivo all’interno di un giardino privato a Canneto, facilmente visibile dalla strada.
Il pino del parco nazionale del Pollino - Ha 1230 anni Italus, il pino loricato che a quasi 2mila metri d’altezza svetta con i suoi rami contorti, modellati dal vento, tra i costoni rocciosi del Parco in Calabria, non lontano dal confine con la Basilicata. Il pino loricato è una specie endemica del Pollino che ne ospita ormai solo pochi esemplari, tutti alberi ultracentenari la cui corteccia ricorda nella trama la corazza dei guerrieri romani, detta appunto lorica. Italus, dunque, è il pino più antico d’Europa con i suoi 10 metri d’altezza; per misurare esattamente la sua età è stato necessario sperimentare il metodo innovativo dell’analisi al radiocarbonio, che ha affiancato il tradizionale conteggio degli anelli.
Il pino di Lenne - Boschi di pino d’Aleppo circondano la foce del fiume Lenne, in località Pino di Lenne, a pochi chilometri da Taranto. La paradisiaca città pugliese, citata da Tito Livio e ambita da registi per girarvi film e videoclip, ospita il pino d’Aleppo più antico d’Europa: alto 20 metri e con una circonferenza di 4 metri, è stato messo a dimora più di 300 anni fa. Tutt’intorno svettano altri pini d’Aleppo tra dune, vegetazione fluviale e una spiaggetta da sogno.
I larici della Val d’Ultimo - Nel bosco di conifere di santa Gertrude, frazione della Val d’Ultimo, nel parco nazionale dello Stelvio, svettano tre maestosi larici che secondo gli esperti hanno 2.200 anni d’età. Le piante millenarie sono veri giganti della natura: il più alto misura 38 metri e il più grosso ha una circonferenza di 8 metri mentre il terzo esemplare può ospitare all’interno del suo tronco ormai cavo un uomo in piedi.
Il larice della Valmalenco - Ha 1062 anni e gode di ottima salute il larice nodoso e forte della Valmalenco, nel cuore della Valtellina: per ammirare la sua miracolosa longevità è stato creato il “sentiero del larice millenario” che conduce a quota 2.160 metri, dove svetta il vecchio albero tra le conifere più datate d’Europa. La comunità montana Valtellina di Sondrio e il Cai della Valmalenco hanno messo in sicurezza il tracciato che sale in Val Ventina: si parte dai rifugi Gerli e Ventina e in mezz’ora si raggiunge una piccola foresta, dove svetta il vecchio larice e gli fanno compagnia altri cembri secolari di oltre 500 anni d’età.
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Sardegna diversa antica ricetta Pane sposi


''Per me il pane è un alimento magico. E davvero vorrei che anche chi non è di qui sperimentasse la sua magia''. Parola di Chiara, che sotto l'albero di fico del cortile di casa, lavora il pane degli sposi creando fiori e uccellini, secondo l'antica ricetta ''imparata dalla zia di mia mamma che oggi ha 92 anni''. E' una delle Experience di Airbnb in Sardegna, prenotabili con un click tra le oltre 1500 proposte già on line del nuovo settore dedicato alle attività da condividere sul territorio con gli abitanti del luogo. Tra arte, natura, sport, artigianto, Chiara ha scelto di mantenere vive le antiche tradizioni di famiglia con un'Experience a Paulilatino (OR) tutta ''mani in pasta'', tra dolci come sas tzipullas e sos arrubiollos, pasta fresca come i malloreddus e il rito del Pane degli sposi. ''Fino a un anno fa lavoravo come hostess - dice - Ho deciso di cambiare vita e tornare nella mia terra, cui sono legatissima. Ci sono riuscita con Airbnb, raccontando anche una Sardegna 'diversa' e autentica''.
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Boom cibo italiano su Experience Airbnb

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 Nell'Anno del cibo italiano è il Food, in tutte le sue forme, a conquistare i turisti stranieri.
    Lo conferma anche Airbnb, che lancia in tutta Italia il suo nuovo settore Experience: vere attività per turisti ed appassionati, proposte dagli abitanti del luogo (anche senza essere host di case), da acquistare con un clik. Tra le 1500 proposte già online, sono proprio quelle legate al cibo le più numerose e prenotate: il 57% dei viaggiatori in Italia sceglie un'esperienza enogastronomica. Come la giornata alla scoperta del pomodoro siccagnu, vera specialità siciliana, offerta da Corrado a Contrada Zisula, tra i mandorli e gli ulivi ai piedi di Noto (SI). Si parte dai filari nell'orto per arrivare in cucina, a vivere il rito quasi ancestrale della preparazione della salsa di pomodoro. ''Per noi - dice Corrado - l'Experience di Airbnb è anche un'occasione per testare tutte le possibili lavorazioni del siccagnu, con un supporto economico fondamentale in questa fase in vista di un ingresso sul mercato''

Asta jet Elvis Presley con interni rosa

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NEW YORK - A guardarlo sembra un rottame ma è appartenuto a Elvis Presley. Si tratta di un Lockheed JetStar 1329 del 1962 con interni in velluto rosa che andrà all'asta alla fine del mese prossimo. Giace da 36 anni su una pista di un piccolo aeroporto del Nuovo Messico, è senza motore e completamente arrugginito, come si vede dalle foto pubblicate dalla casa d'aste online Iron Planet. Eppure nei tempi d'oro del re del rock and Roll era uno dei tre aerei da lui posseduti. Attualmente è l'unico ad essere di proprietà privata, gli altri due si trovano a Graceland, la dimora di Elvis a Memphis in Tennessee. L'ultima volta è stato venduto all'asta nel 2017 per 430 mila dollari. Il jet è dotato dei documenti che mostrano che è stato di proprietà dell'artista morto nel 1977 a soli 42 anni.
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Galleria Accademia 3 opere Giorgione

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VENEZIA - Tre dipinti di Giorgione, un tempo appartenenti alla collezione del patrizio veneziano Gabriele Vendramin (1484-1552), riuniti in un'unica sala alle Gallerie dell'Accademia, a Venezia. Per un mese, i visitatori potranno vedere assieme la famosa "Tempesta" e la "Vecchia", già presenti alle Gallerie, e il dipinto "Concerto o Davide Cantore", opera data in comodato quinquennale, proveniente da un collezionista privato.