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Da Banksy a Ligabue i 10 big d'autunno da non perdere Da Van Gogh a Tiepolo, sarà stagione di grandi Maestri

 LIGABUE E VITALONI. DARE VOCE ALLA NATURA

Dai Monet e Renoir mai visti fuori Parigi a Van Gogh che racconta Van Gogh. E poi Banksy, Correggio, Chagall, Ligabue.
    Ovviamente i 500anni di Raffaello, ma anche il prestigio politico di Michelangelo. Più una galleria di talenti al femminile che ci faranno, forse, ripensare il Barocco. Sono i 10 "big" dell'autunno, i 10 Maestri assoluti per altrettante mostre da non perdere.
    MONET E GLI IMPRESSIONISTI - Per la prima volta il Marmottan Monet di Parigi, la "casa dei grandi Impressionisti", presta un intero corpus di opere. In arrivo a Palazzo Albergati a Bologna, Monet, ma anche Manet, Renoir, Degas, Corot, Sisley, Caillebotte, Morisot, Boudin, Pissarro e Signac: in tutto 57 capolavori dalle celeberrime Ninfee a "scoperte" come il Ritratto di Berthe Morisot distesa, mai usciti dal Musèe francese (29 agosto - 14 febbraio).
    RAFFAELLO SANZIO - Dopo il successo della mostra alle Scuderie del Quirinale, proseguono le celebrazioni per i 500 anni dalla scomparsa del "divin pittore". A Urbino, la sua città, ultime settimane per Raphael Ware. I colori del Rinascimento alla Galleria Nazionale delle Marche (fino al 27 settembre), Baldassarre Castiglione e Raffaello. Volti e momenti di Corte a Palazzo Ducale e Raffaello Una mostra impossibile al Collegio Raffaello (fino all'1 novembre). Tra i nuovi appuntamenti, Fondazione CariPerugia Arte racconta Raffaello in Umbria e la sua eredità in Accademia a Palazzo Baldeschi (8 settembre - 6 gennaio). A Roma, Villa di Capo di Bove sull'Appia Antica ospita La lezione di Raffaello. Le antichità romane (18 settembre - 29 novembre).
    BANKSY - A VISUAL PROTEST - L'artista "senza volto" più famoso al mondo approda al Chiostro del Bramante di Roma con 90 opere e focus sulla sua attività di ricerca (8 settembre-11 aprile). Si va da Love is in the air a Girl with Balloon alle stampe per la celebre esposizione Barely Legal. Ma lo Street Artist è anche a Palermo con 100 pezzi originali in Ritratto di ignoto. L'artista chiamato Banksy al Loggiato di San Bartolomeo e Palazzo Trinacria (7 ottobre - 17 gennaio).
    LIGABUE E VITALONI. DARE VOCE ALLA NATURA - Palazzo Tarasconi racconta Antonio Ligabue, tra i più originali autori del Novecento italiano, nella mostra ideata da Augusto Agosta Tota, Marzio Dall'Acqua e Vittorio Sgarbi (17 settembre - 30 maggio).
    Accanto a 83 dipinti e 4 sculture del Maestro di Gualtieri, anche 15 opere plastiche di Michele Vitaloni, artista con una medesima empatia verso il mondo naturale e animale.
    MARC CHAGALL: ANCHE LA MIA RUSSIA MI AMERÀ - È dedicata all'influenza che la cultura popolare russa ha avuto sull'opera di Chagall, la mostra curata da Claudia Zevi che porta a Palazzo Rovella di Rovigo (19 settembre - 17 gennaio) più di cento opere con due straordinarie serie di incisioni e acqueforti dei primi anni di lontananza dalla Russia: Ma Vie e Le anime morte.
    L'OTTOCENTO E IL MITO DI CORREGGIO - La mostra a La nuova Pilotta (3 ottobre 2020 - 3 ottobre 2021) riunisce il meglio della produzione ottocentesca del Ducato di Parma intorno ai quattro capolavori del Correggio restituiti dal Louvre con il Secondo Trattato di Parigi nel 1815, ovvero La Madonna con la scodella, la Madonna di San Girolamo più le due tele provenienti dalla Cappella del Bono. La mostra è anche un omaggio al lavoro della Duchessa Maria Luigia d'Asburgo e dell'architetto Paolo Toschi, che negli antichi saloni dell'Accademia permisero a una generazione di artisti di confrontarsi vis a vis con il Maestro dell'illusione prospettica.
    MICHELANGELO. DIVINO ARTISTA - Nessun artista come il Buonarroti può vantare d'aver frequentato due futuri pontefici da giovinetti, servito sei Papi e conosciuto mecenati della grandezza di Lorenzo il Magnifico, i reali di Francia, Francesco I di Valois e Caterina de' Medici. E' questo il Michelangelo della mostra curata da Cristina Acidini, con Alessandro Cecchi ed Elena Capretti, a Palazzo Ducale di Genova (8 ottobre - 24 gennaio), tra opere come la Madonna della Scala, disegni autografi, carteggi, rime, ritratti.
    VAN GOGH: I COLORI DELLA VITA - E' lo stesso Maestro dei girasoli a raccontarsi attraverso le sue lettere al Centro Altinate San Gaetano di Padova (10 ottobre - 11 aprile). Curata da Marco Goldin, l'esposizione raccoglie 78 capolavori da decine di musei, oltre che dal Van Gogh di Amsterdam e dal Kröller-Müller di Otterlo (tra gli altri, l'Autoritratto con il cappello di feltro, Il signor Ginoux, L'Arlesiana) affiancate a una quindicina di opere di artisti a Van Gogh, in qualche modo, legati, come Millet, Gauguin, Seurat, Signac, Hiroshige e Francis Bacon.
    GIAMBATTISTA TIEPOLO. VENEZIA, MILANO, DRESDA, MADRID - A 250 anni dalla scomparsa, prima mostra a Milano per il Tiepolo (1696 - 1770). Curata da Fernando Mazzocca e Alessandro Morandotti alle Gallerie d'Italia - Piazza Scala (30 ottobre - 21 marzo), in partnership con le Gallerie dell'Accademia di Venezia, riunisce 70 opere anche di suoi contemporanei - come i veneti Antonio Pellegrini, Giovanni Battista Piazzetta, Sebastiano Ricci o il lombardo Paolo Pagani - dalle città che più lo videro protagonista.
    LE SIGNORE DEL BAROCCO - Ovvero, Artemisia Gentileschi ma anche Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Fede Galizia, tutte rimaste nell'ombra fino a pochi decenni fa e ora protagoniste a Palazzo Reale a Milano con una mostra che ne riscopre arte e vite (3 dicembre-11 aprile). Aggiungendo nuovi nomi alla lista di talenti al femminile da conoscere assolutamente. (ANSA).

La mascherina diventa arte, una mostra a Genova

 C'è la mascherina realizzata con gli scarti di pelliccia di visone o quella fatta con un mattone, ma anche con libri, tessuti e metalli nelle opere esposte a "Il Respiro dell'Arte", dal 4 al 13 settembre a Genova, nella Sala Liguria di Palazzo Ducale. Si tratta della prima tappa di un progetto artistico internazionale, ideato e curato da Virginia Monteverde, per dare testimonianza del difficile momento che il mondo sta attraversando per il Covid 19, che approderà poi in Germania, Paesi Bassi e Svizzera.

"La mascherina diventa forma d'arte e si trasforma - spiega Monteverde - e la mostra sarà una testimonianza di questo periodo, che speriamo rimanga solo un ricordo. Opere molto diversificate, visto che tutti gli artisti erano chiusi in casa per il lockdown e i materiali utilizzati erano solo quelli a disposizione. E quindi abbiamo dalla pelliccia al bronzo, dal marmo ai tessuti, fino ai libri che diventano mascherina".

Al progetto, che ha che anche una sezione dedicata alla poesia e una alla danza, hanno aderito una quarantina di artisti di diversi Paesi, che sono stati chiamati a interpretare e realizzare, secondo la propria visione e tecnica, quello che è e resterà il simbolo della lotta al virus. 

ansa



Cantine aperte in vendemmia Piemonte

 Le cantine del Movimento Turismo del Vino Piemonte tornano ad aprire le loro porte dal 5 settembre all’11 ottobre 2020 in occasione di “CANTINE APERTE IN VENDEMMIA”.

Agli enoturisti sarà riservata un’accoglienza particolare: sarà un’occasione per vivere insieme l’atmosfera della vendemmia e scoprire tutte la prime fasi di lavorazione del vino che verrà. Vigneron esperti saranno come sempre a disposizione dell’enoturista per rispondere a domande e curiosità, mentre le cantine resteranno aperte per visite e degustazioni guidate, al pari di molti vigneti, spesso in posizioni panoramiche con vedute spettacolari sulle colline del Piemonte.

Alcune Cantine offrono agli enoturisti la possibilità di partecipare attivamente all’esperienza della raccolta dell’uva che avvia la vinificazione, mentre per i bambini sono state pensate attività ed esperienze “su misura”.

La novità 2020 sarà il PICNIC IN CANTINA evento a cui aderiscono diverse fra le Cantine Socie e che si terrà per due week-end consecutivi: 19-20 e 26-27 settembre.
L’idea è quella di festeggiare il momento della vendemmia attraverso la semplicità di un picnic presso i produttori vitivinicoli piemontesi: un modo alternativo per diffondere la conoscenza dei vini, dei prodotti e dei territori locali. Inoltre, in questo momento in cui si cerca la distanza, un evento all’aperto risulta essere la soluzione perfetta per ospitare persone in sicurezza.

Consigliamo di consultare i singoli programmi delle Cantine in quanto date e orari degli eventi variano, inoltre, in alcuni casi occorre la prenotazione.

 

PARTECIPANTI E PROGRAMMI

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fonte: https://www.mtvpiemonte.it/wp/



Un salto nel Medioevo in 10 borghi del '300

  © ANSA

Dominano colline ricoperte di vigneti e uliveti e spuntano dalle curve delle strade panoramiche, circondati da mura cariche di storia: sono i tantissimi borghi medievali, centri di pietra e di strade lastricate che da Nord a Sud d'Italia regalano atmosfere uniche e ricche di fascino. Per chi ama la suggestione di botteghe e palazzi storici abbiamo scelto alcuni centri, molti presenti nell'associazione "I borghi più belli d'Italia", per suggerire un viaggio alla scoperta del Medioevo sul nostro territorio. In molti di questi centri si svolgono feste e tornei cavallereschi che, per evitare assembramenti, sono stati rinviati al prossimo anno.

    Apricale. E' un piccolo borgo su una collina ricoperta di ulivi in Val Nervia, nell'entroterra di Bordighera, con case di pietra, tetti di ardesia e una piazza scenografica. Il borgo si snoda tra infinite viuzze di pietra fino a piazza Torracca, dove sorgono la chiesa della purificazione di Maria Vergine, con diversi stili e un'opera d'arte contemporanea posta in cima al campanile, e il castello della Lucertola, costruito su uno sperone di roccia. Oggi nel maniero-museo si ammirano reperti che raccontano il passato del paesino di pietra.
    Soncino. Sembra uscito da una favola il borgo in provincia di Cremona, ricco di architetture, chiese e musei dal fascino unico: dalla Rocca Sforzesca alla Pieve di santa Maria Assunta che risale al XII secolo e al museo della stampa. La Rocca del 1473 è il simbolo del borgo ed è tra le meglio conservate del Nord Italia: fu a lungo la residenza della famiglia Stampa che la lasciò nel 1876 ridotta a un rudere. L'architetto Luca Beltrami, lo stesso che ricostruì il Castello Sforzesco di Milano, la restaurò con mura meno spesse e con uno dei torrioni a forma cilindrica; oggi vi si visitano le prigioni e gli spazi adibiti a musei.
    Arquà Petrarca. Nel cuore dei Colli Euganei, in Veneto, è un borgo che ha saputo mantenere inalterato il suo fascino medievale. Deve il suo nome e la sua fama al poeta Francesco Petrarca, che qui trascorse gli ultimi anni della sua vita. Una visita al borgo parte proprio dall'edificio trecentesco che il poeta ristrutturò, abbellito poi con elementi rinascimentali e con dipinti ispirati al "Canzoniere". E' bene visitare anche l'Oratorio Santissima Trinità, che ospita interessanti affreschi, e la Loggia dei Vicari del Duecento, restaurata in vetro e rame.
    Castell'Arquato. Domina le colline piacentine con una spettacolare piazza, le case basse e i vicoli acciottolati che portano in cima al colle, da dove si gode una vista mozzafiato.
    Della Rocca viscontea restano le mura esterne, le quattro torri difensive e il museo medievale all'interno. Nella piazza si trova la Collegiata, una delle chiese più antiche del territorio, il palazzo del Podestà d'epoca medievale e una torre pentagonale. Ci sono da vedere anche il torrione Farnese con passaggi segreti verso la campagna e l'Ospedale di Santo Spirito.
    Certaldo. Nel cuore della Val d'Elsa, tra filari di viti, scorci sulle colline del Chianti e circondato da antiche mura, è un suggestivo borgo medievale famoso per aver dato i natali al poeta Giovanni Boccaccio. Il borgo si allunga sulla strada principale dove si affacciano palazzi e laboratori artigianali e termina a palazzo Pretorio, dimora con affreschi, loggiati e scale aperte. Si visitano anche la torre e il camminamento, che regalano l'affaccio sul borgo e sulla campagna, e la casa-museo di Boccaccio, nella cui biblioteca ci sono centinaia di opere tradotte e illustrate, tra cui quelle realizzate da Salvador Dalí.
    Bevagna. Circondata da una lunga cinta muraria con sei porte perfettamente conservate, il borgo umbro è un gioiello medievale: ospita il teatro Torti, le chiese romaniche di san Silvestro e di san Michele Arcangelo e una spettacolare piazza irregolare con il palazzo Consoli, eretto nel 1270. In piazza a giugno prende vita il mercato delle Gaite, una festa dei quartieri che fa rivivere le tradizioni artigiane e i mestieri che si facevano nel borgo in epoca medievale tra botteghe e laboratori, tornei e sfilate in abiti d'epoca. A palazzo Lepri si visita il museo di Bevagna, con testimonianze d'epoca medievale.
    Pacentro. Dominato da un imponente castello, costruito nel secolo X a difesa dalle scorrerie di Saraceni e Normanni poi adornato con alti torri cilindriche, il borgo è affacciato sulla valle Peligna, a ridosso delle montagne della Maiella, in Abruzzo. Ogni anno le torri del castello Cantelmo e il palazzo Tonno fanno da sfondo ai Caldoreschi, una rievocazione storica sulle gesta dei principi Caldora che dominarono il borgo. Nel centro merita una visita la Preta Tonna o "pietra dello scandalo", un grosso sasso usato per umiliare i debitori insolventi che erano obbligati a sedervisi nudi davanti ai passanti.
    Sermoneta. Circondato da una possente cinta muraria, il borgo è dominato dal suggestivo castello Caetani, uno dei più noti esempi di architettura difensiva del Lazio, spesso usato come set cinematografico. Il centro storico ospita edifici e palazzi storici e conserva intatto il suo impianto urbanistico medioevale con le case in pietra, le stradine a gradini e il succedersi di salite e discese. Da visitare ci sono anche l'abbazia di Valvisciolo, la cattedrale di santa Maria con un campanile romanico e la loggia dei mercanti.
    Morano Calabro. E' un borgo-presepe ai confini settentrionali della Calabria, uno scenografico gioiello in pietra con le case addossate le une alle altre e sullo sfondo il monte Pollino.
    L'atmosfera è magica ed è bello camminare nel dedalo di viuzze, tortuose e pendenti, che s'infilano tra le case, le chiese, i monasteri, gli archi, i sottopassi, le scalinate e le piazzette.
    Le chiese del borgo offrono opere d'arte firmate da artisti come il Bernini, che lavorò molti anni nel Regno di Napoli. Merita una visita la chiesa-museo di santa Maria Maddalena, con la cupola e il campanile maiolicati di giallo e blu.
    Petralia Soprana. Sorge nel cuore del parco delle Madonie, in Sicilia, ed è il borgo dove si creano violini, chitarre, mandolini e strumenti pastorali come le zampogne e i pifferi.
    Tra i monumenti da non perdere ci sono la chiesa di santa Maria di Loreto, un'antica fortezza trasformata in chiesa dai Carmelitani Scalzi, e la chiesa dei santi Pietro e Paolo che si affaccia su piazza Duomo e presenta due campanili, collegati da un portico a 18 colonne. (ANSA).

La Sardegna scommette sulle grandi feste popolari

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CAGLIARI - I grandi eventi identitari della Sardegna, religiosi e laici, sono ora compresi in un Registro regionale con l'obiettivo di diventare un volano economico per i territori in chiave di rilancio turistico dell'Isola. Si tratta di "immenso patrimonio materiale e immateriale - commenta il governatore Christian Solinas - risorsa indispensabile per la valorizzazione e la promozione dell'immagine dell'Isola nello scenario nazionale e internazionale.
    Già iscritte nel Registro le prime dieci manifestazioni, "le grandi feste del popolo sardo che affascinano il mondo", sottolinea Solinas, individuate per antica tradizione, diffusione territoriale, reputazione internazionale e presenze turistiche: Festa di Sant'Efisio a Cagliari; Festa di San Francesco a Lula; Festa del Redentore a Nuoro; Festa di Sant'Antioco Martire, patrono di Sardegna; Cavalcata Sarda e Candelieri a Sassari; Festa di San Simplicio ad Olbia; Festa di San Costantino-Ardia a Sedilo; Sartiglia ad Oristano; San Salvatore di Sinis con la Corsa degli scalzi a Cabras.
    "Il Registro è stato istituito per riconoscere la valenza turistica di eventi che ogni anno vengono realizzati in Sardegna - spiega l'assessore del Turismo Gianni Chessa - e che rappresentano importanti occasioni di offerta del territorio. Ha l'obiettivo di incrementare l'offerta turistica sarda, destagionalizzare e diversificare i flussi e diventare un fattore di crescita dell'economia isolana, con particolare riferimento ai comparti non solo del turismo, ma anche dell'artigianato e del commercio. Puntiamo a promuovere la Sardegna in modo coordinato e unitario - aggiunge - creando la filiera del turismo dei 'Grandi eventi identitari'. Tutti i soggetti pubblici coinvolti devono arrivare all'identificazione di un prodotto strutturato e competitivo, capace di richiamare visitatori, generare e ridistribuire reddito e occupazione sul territorio, valorizzare l'offerta turistico-culturale, naturalistica, archeologica, enogastronomica e artigianale, dei riti e delle tradizioni, del turismo-religioso e di quello esperienziale, anche attraverso la valorizzazione dei 'mestieri tipici'. Le sue potenzialità sono rilevanti, ma - assicura Chessa - presentano ancora ampi margini di crescita". (ANSA).