Gagosian, contemporanea mondo per Hirst. Da Roma a New York, esposti 300 lavori famosa serie spot painting

(di Nicoletta Castagni)
Lui, di sua mano, ne ha realizzati solo cinque, ma quella degli Spot Painting è forse la serie più iconica di Damien Hirst e, secondo alcuni, dell'intera arte contemporanea. Un'attenta selezione di 300 lavori (su 1.500) è allestita nelle 11 sedi della Gagosian Gallery, per una multi-mostra in contemporanea mondiale che durerà due mesi tra New York, Los Angeles, Hong Kong, Londra, Parigi, Ginevra, Atene e Roma.

Un evento espositivo senza precedenti, dunque, per l'artista più quotato al mondo che da tempo lavora a questo progetto e che solo il suo gallerista, il mercante d'arte più potente al mondo,
Larry Gagosian, è riuscito a organizzare. Le opere provengono infatti da prestigiose raccolte private e, per la maggioranza, non sono in vendita.

"Ogni sede - spiega la direttrice della Gagosian Romana
Pepi Marchetti - ha realizzato una piccola retrospettiva, in grado di illustrare l'evoluzione della serie dal 1986 al 2011". I prestiti provengono quasi esclusivamente da collezionisti italiani, perché la scelta è stata quella di privilegiare le raccolte locali. "Qualcuno ha detto no", ha rivelato la Marchetti, nonostante fosse una richiesta dello stesso Hirst, ma i collezionisti, si sa, sono molto gelosi delle loro opere. E queste sono decisamente preziose.

Le tele ricoperte di pois colorati toccano infatti quotazioni stellari, da qualche centinaio di migliaia di dollari ad alcuni milioni. Un valore che varia a seconda delle dimensioni e del numero di Spot, ma è indipendente dal fatto che la mano sia o no quella di Damien Hirst. Artista concettuale fino allo stremo, per lui la realizzazione manuale passa in secondo piano rispetto all'idea, anche per l'unica serie pittorica della sua ricca produzione. Dopo i primi cinque lavori, realizzati a partire dalla seconda metà degli anni '80, Hirst ha infatti iniziato ad affidare i suoi progetti a un team di pittori molto capaci e fidati.


Le regole da cui non si puo' prescindere, ha spiegato la Marchetti, sono tre: gli Spot devono essere tutti rigorosamente fatti a mano, il materiale usato solo smalto industriale, mentre i colori non possono mai essere ripetuti in una stessa tela. Lo scopo dell'artista è quello di spaesare, di creare in chi guarda una sorta di vertigine, perché l'occhio non riesce a trovare nessun appiglio, nessun punto di riferimento. Gli Spot dei primi decenni sono più rozzi e imprecisi, ha sottolineato la direttrice mostrando che nella tela del '96 esposta nella sede romana si vedono ancora i segni del compasso. Con l'affinamento delle tecniche è stato possibile creare opere con migliaia e migliaia di pois.


"Ora Hirst sta progettando due lavori - ha detto - che comprenderanno rispettivamente uno e due milioni di Spot. Ci vorranno cinque o sei anni per realizzarli". Resta invece nel mondo delle ipotesi la fonte di ispirazione di questa serie così longeva, probabilmente lo snooker, il biliardo inglese di cui Hirst è un appassionato, ma potrebbe trattarsi anche di un'astrazione della sue vetrine piene di pillole, un'ossessione farmacologica che torna nei titoli, tutti rigorosamente dedicate a sostanze medicinali, da lui considerate le vere divinità del nostro tempo.

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