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URBINO La fioritura di un genio, la conquista della modernità e di uno stile rivoluzionario, alla luce di una rete di incroci generazionali e scambi culturali: è la mostra "Raffaello e gli amici di Urbino" che la Galleria Nazionale delle Marche - Palazzo Ducale di Urbino accoglierà dal 3 ottobre al 19 gennaio, in occasione dell'anno raffaellesco che celebra i 500 anni dalla morte dell'artista urbinate.
A cura di Barbara Agosti e Silvia Ginzburg, l'esposizione documenta quanto le relazioni personali di Raffaello Sanzio con un gruppo di artisti che operavano a Urbino abbiano contribuito alla nascita della sua eccezionale personalità. Analizzando il ruolo di Pietro Perugino nella formazione e nella prima attività di Raffaello e il rapporto tra quest'ultimo e i concittadini artisti Girolamo Genga e il più anziano Timoteo Viti (e soprattutto gli esiti diversi che i due ebbero rispetto a Raffaello di fronte alle nuove sollecitazioni della pittura figurativa) emerge nella mostra il grande salto qualitativo che il genio urbinate riuscì a compiere, dando il proprio contributo all'evoluzione del linguaggio pittorico tra '400 e '500.
Il progetto espositivo presenta al pubblico circa 80 opere, di cui una decina di Raffaello, con un obiettivo ambizioso, quello di "trasmettere lo spirito dell'umanesimo e l'atmosfera di creatività che c'era nella seconda metà del '400 a Urbino dove è nato Raffaello", spiega a Roma il direttore della Galleria Nazionale delle Marche, l'austriaco Peter Aufreiter, che dopo 4 anni di direzione lascerà a fine anno Palazzo Ducale per trasferirsi a Vienna, dove guiderà il Technischen Museums, il Museo della Scienza e della Tecnica. Un addio amaro il suo, in polemica con la 'controriforma' ministeriale voluta dal ministro Bonisoli che ridimensiona l'autonomia gestionale dei musei (introdotta dall'ex ministro Franceschini): "Per esempio ora anche gli accordi per i prestiti internazionali saranno gestiti da Roma. Mi dispiace andare via proprio nel 2020, con l'anno raffaellesco, ma in questa situazione non mi sento più di dirigere il museo. Mi auguro che questa mostra di livello internazionale sia un punto di partenza per Urbino: se non si viene in questa città non si può capire Raffaello", dice il direttore, che lascia le Marche nonostante i successi (e il grande aumento di visitatori) ottenuti con la sua direzione.
La mostra, il cui progetto ha richiesto circa 3 anni di lavoro, sarà dunque il primo omaggio che la Galleria Nazionale delle Marche farà al grande urbinate, per capire quanto il contesto cittadino sia stato fondamentale per l'artista e la sua crescita; poi seguiranno altri due appuntamenti espositivi, "Raphael ware. I colori del Rinascimento", dedicata alla ceramica cinquecentesca, e "Sul filo di Raffaello", legata alla realizzazione dei cartoni che il Sanzio fece per gli arazzi della Cappella Sistina. Intanto, proprio in vista delle celebrazioni raffaellesche, la Galleria ha appena portato a termine il progetto "Raffaello in Minecraft", in collaborazione con Microsoft: per la creazione del videogioco, che svela la storia di Raffaello nella città di Urbino, sono stati coinvolti attraverso un contest oltre 2000 studenti delle scuole primarie e secondarie per permettere loro di contribuire alla narrazione.
Inoltre, la Galleria ha voluto realizzare per il suo pubblico più giovane ("un terzo dei nostri visitatori è costituito da studenti in gita scolastica che quest'anno sono addirittura aumentati del 20%", dice Aufreiter) il volume illustrato "Raffaello bambino", opera dell'illustratore urbinate Giancarlo Carloni: nel libro sono raccontate le vicende di Raffaello bambino che, sognatore, irrequieto e un po' pasticcione, scopre alla Corte di Urbino la sua vocazione, ossia diventare pittore come lo era suo padre Giovanni Santi.
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