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Vanity Fair alla scoperta dei "tesori nascosti" dell'Ossola

 

Sono sempre più numerosi i turisti che ogni giorno affollano la provincia del Vco, e ciò anche grazie alle sempre più frequenti menzioni dei tesori del nostro territorio su giornali nazionali e internazionali. Questa volta parliamo di Vanity Fair, dove è stato pubblicato un articolo di Raffaella Serini dal titolo “7 esperienze insolite che puoi vivere in Piemonte (e non lo sapevi)”. Tra queste meraviglie nascoste della regione, ben due si trovano in Ossola: le centrali idroelettriche di Piero Portaluppi e Domodossola, definita come “la città dello spelling”.

Quello di Portaluppi, come scrive la giornalista di Vanity Fair, è un nome molto noto per l’architettura milanese. Ma in molti non sanno che “Prima di plasmare Milano, Portaluppi aveva progettato quattro centrali idroelettriche in Val d'Ossola, che già ai tempi vennero considerate uno straordinario esempio di architettura industriale del XX secolo. Le ispirazioni moderniste e liberty negli impianti di Crego, Valdo e Cadarese, quelle medievali a Verampio, che, ancora oggi, con le sue torri e le decorazioni geometriche somiglia più a un castello che a una centrale idroelettrica”, si legge nell’articolo di Raffaella Serini.

Ma non è finita qui. Tra le meraviglie piemontesi citate da Vanity Fair c’è anche Domodossola, cuore pulsante dell’Ossola e nota in tutta Italia soprattutto per l’ormai iconica “D”. La città, però, è molto più di un semplice strumento di spelling, come racconta Serini: “Quante volte lo avrete detto, «D di Domodossola». Ebbene, adesso è giunto il momento di dare finalmente un volto (o quantomeno una immagine) a questa città. Anche perché non si tratta solo della città “dello spelling” più famosa d'Italia, ma anche di una gran bella cittadina (che si trova in Piemonte, sì, quasi al confine con la Svizzera). Al centro della Val d'Ossola, tra il Lago Maggiore e le montagne, Domodossola è una roccaforte medievale che è stata anche terra di passaggio e di confine, quindi con una forte impronta cosmopolita e (inter)culturale”, spiega la giornalista. “L'esplorazione non può che cominciare da Piazza Mercato, vero e proprio salotto cittadino, circondato da portici quattrocenteschi e da palazzi con logge e balconate (anche di legno), da cui parte Via Briona, l'antica strada dei mercanti oggi costellata di piccole botteghe storiche. Ogni tanto bisogna alzare lo sguardo per non perdere le cariatidi che sostengono i balconcini. Passeggiando per il centro storico (oggi interamente riqualificato e pedonalizzato) vi imbatterete anche in una casa interamente in pietra e legno, simile a una baita: si tratta di un'antica dimora Walser, nome con cui si definisce la popolazione germanica che qui si trasferì dalla Svizzera in epoca medievale”.

ossolanews.it

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