Mauritius, l'isola tropicale con tre anime religiose

 

Tutti conoscono l’isola di Mauritius per le sue più ovvie qualità che la annoverano tra i cosiddetti “paradisi tropicali”, ma agli occhi di un viaggiatore attento quest’isola può offrire molto di più. Priva di una vera popolazione indigena, la cultura di Mauritius si è formata unendo le influenze dei coloni francesi e inglesi a quelle dei discendenti degli schiavi portati dall’Africa continentale e dei braccianti arrivati in massa dall’India del Sud. Ne risulta uno dei luoghi più multiculturali al mondo, l’unico dove le tre principali religioni del mondo (cristianesimo, Islam e induismo) convivono in armonia.

Basti pensare che le feste più importanti del calendario mauriziano sono due: la prima è il Maha Shivaratri, dove centinaia di migliaia di devoti del Dio Shiva marciano in processione verso il grande lago sacro di Ganga Talao, che si ritiene avere le stesse caratteristiche purificatrici del Gange, il grande fiume sacro dell’India. Secondo la tradizione induista, infatti, il lago di sarebbe formato per la caduta di una goccia d’acqua dalla testa del Dio Shiva, da cui sgorga il flusso di acque del fiume sacro agli induisti.

La seconda festa è l’anniversario della morte di Père Laval, missionario francese di metà 800, amatissimo da tutta la popolazione Mauriziana, beatificato nel 1989 da Giovanni Paolo II e noto per le sue opere di bene e per aver evangelizzato una larghissima fetta della popolazione dell’isola, al punto da guadagnarsi l’appellativo di “Apostolo di Mauritius”, come ricordato anche nella visita di Papa Francesco nel settembre del 2019 proprio in occasione della commemorazione del beato. Nella ricorrenza della sua morte, il 9 settembre, decine di migliaia di mauriziani si recano ancora una volta a piedi in pellegrinaggio presso la cattedrale che sorge nei pressi della sua tomba.

Il calendario di festività di mauritius è poi costellato delle classiche festività cristiane, ma anche musulmane (come il ramadan appena concluso) e soprattutto le festività induiste derivate dalle tradizioni dell’India del sud, come il Thaipoosam Cavadee. Qualunque periodo dell’anno, in sintesi, è buono per assaporare la grande varietà culturale e religiosa di quest’isola oltre che la sua natura lussureggiante, le sue montagne verdi, le sue foreste, e ovviamente la sua iconica cascata sottomarina, magica illusione ottica di madre natura che tutto il mondo associa ormai a questo piccolo paradiso sperduto in mezzo all’oceano indiano. In effetti, a ben guardare, si potrebbe dire che il mare cristallino di Mauritius sia persino un aspetto marginale della sua bellezza sempre ricca di sorprese.

avvenire.it

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