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L'altra estate. Creato, silenzio, “digital detox”: chi va in vacanza negli eremi

 

L’eremo San Barnaba di Gamogna a Marradi (Firenze) - . A cinquecento metri dalle sponde del Lago di Garda si nascondono, all’ombra di una pineta e di un uliveto, il Santuario della Madonna del Carmine e l’annessa casa, che ogni estate ospita centinaia di turisti dall’Italia e dall’Europa. Dopo averli accompagnati alle loro camere, il responsabile della struttura Stefano Simi li osserva ogni giorno. Molti pregano in chiesa, mentre altri – buddhisti – meditano a pochi metri di distanza. I bambini, alcuni con disabilità, fanno l’orto, accarezzano gli asini, raccolgono le uova delle galline o corrono con le anatre. Gli adulti, se non sono al fianco dei figli, cantano in un coro o si sdraiano nel parco che circonda la casa per leggere un libro. A fine serata – assicura ad Avvenire – Stefano Simi ha visto molti sorrisi e pochissimi cellulari, perché in tanti alla Madonna del Carmine non sentono il bisogno di connettersi: «Molti ospiti – spiega – dicono di voler depurare l’anima e il corpo». In gergo tecnico, più che di depurazione, si parla di “disintossicazione digitale” (digital detox) e sempre più turisti italiani ne sentono l’urgenza durante i pochi giorni di vacanza annuali: ai lavoratori serve ad allontanare lo spettro della reperibilità continua durante le ferie, mentre per gli studenti è l’occasione di una pausa dall’intrattenimento digitale. A monitorare questo nuovo bisogno sono pochi sondaggi commissionati perlopiù da aziende del settore, ma tutti tracciano la stessa tendenza per il 2025: secondo un’indagine realizzata dalla compagnia di viaggi WeReoad, che ha intervistato 5.689 maggiorenni sul tema, il 61% dei viaggiatori ha già provato o vorrebbe vivere un’esperienza di digital detox. Stando, invece, a un sondaggio commissionato dalla compagnia aerea Vueling, già il 79,5% degli italiani sarebbe pronto a viaggiare lasciando a casa smartphone e dispositivi digitali.
Il Santuario del Carmine a San Felice del Benaco (Brescia)

Il Santuario del Carmine a San Felice del Benaco (Brescia) - .

Al di là delle intenzioni, però, per rilassarsi in un viaggio senza connessione non basta dimenticare il cellulare nel cassetto: servono luoghi isolati, a contatto con la natura, dove il soggiorno è economicamente sostenibile e che offrano, a chi è credente, occasioni di preghiera e meditazione. In altre parole: eremi e monasteri. Dalla fine della pandemia da Covid-19, perciò, decine di luoghi di ospitalità religiosa in Italia sono diventati un rifugio per i moltissimi turisti alla ricerca di una vacanza disconnessa. Nella casa per ferie al Carmine, a San Felice del Benaco (Brescia), molti ospiti – spesso inconsapevolmente – condividono di fatto lo stile di vita dei vicini frati carmelitani che dal XIII secolo, quando sul monte Carmelo in Palestina fondarono l’ordine, si dedicano alla preghiera contemplativa e alla fraternità. «Il chiostro dei frati confina con l’albergo – racconta il responsabile Stefano Simi – e, quindi, molti ospiti si trovano a condividere, almeno in parte, la vita religiosa. Le prime esperienze di ospitalità nella nostra casa, del resto, coinvolgevano proprio chi arrivava al lago per partecipare alle Lodi o alle Messe con i frati». Ora, invece, accanto al santuario (sede giubilare della diocesi di Verona) si trovano un orto e una fattoria didattica, aperta anche alla pet therapy per gruppi di persone con disabilità. Ai pellegrini, che ancora raggiungono il santuario, si aggiungono anche fedeli di altre religioni: «Possono essere buddhisti, musulmani o ebrei – commenta Simi –. Ma ci sono anche gruppi di lavoro o di studio. Tutti cercano un posto dove disconnettersi e stare nel silenzio anche per giorni interi. A proteggere questo luogo, è il santuario che lo immerge in un’aura spirituale». Dopo un anno di notifiche e risposte lampo ad amici e colleghi, però, per disconnettersi potrebbe non bastare una settimana al lago. «Per arrivare alla nostra casa non basta un’auto 4x4: l’ultimo tratto va percorso a piedi», racconta suor Giovanna, una delle due sorelle delle fraternità monastiche di Gerusalemme che abitano stabilmente nell’eremo San Barnaba di Gamogna a Marradi (Firenze). «Ma chi viene qua vive con noi come in una famiglia – assicura la religiosa –. È un rifugio». All’eremo di Gamogna, per stare lontani dai social, molti giovani trascorrono il soggiorno da soli. Simona (il nome è di fantasia, ma la storia è reale) ha raggiunto per la prima volta l’eremo nel 2023, per cercare «pace e silenzio». Ogni giorno, durante la sua vacanza, si ritirava nella cappella romanica, spoglia, distante duecento metri dalla casa. «Una sera le chiesi se fosse il suo posto preferito – racconta suor Giovanna – e la ragazza mi rispose che era il suo luogo ideale. Così, le proposi di pulirlo e, da allora, non ha mai smesso di darci una mano». Come Simona anche altri giovani, allontanatisi volontariamente da web e social network, hanno trovato all’eremo di Gamogna l’occasione per relazioni profonde: «Molti impariamo a conoscerli durante il soggiorno e ci danno una mano con il lavoro, portando a piedi quello che serve all’eremo – spiega la responsabile –. Altri pregano con noi tutti i giorni. Sono ragazzi in gamba che cercano di andare in profondità, di conoscere se stessi e di trovare la pace nel cuore. Anche da un breve soggiorno estivo si capisce la ricerca spirituale che li guida»
L’eremo San Geminiano a Guiglia (Modena)

L’eremo San Geminiano a Guiglia (Modena) - .

Ma non per tutti digital detox è sinonimo di isolamento. All’eremo di san Geminiano a Guiglia (Modena), ogni anno molti adolescenti scelgono di rinunciare agli smartphone per settimane. E lo fanno in gruppo. «Nelle missioni organizzate dalla nostra comunità, Chemin Neuf – racconta Roberto Rota, responsabile della struttura – ai ragazzi viene ritirato il cellulare e, al termine dell’esperienza, molti ringraziano e persino apprezzano di essersi allontanati dagli strumenti digitali». In questi contesti, per funzionare, il digital detox ha bisogno di luoghi adatti e organizzazione: «Le esperienze di disconnessione sono guidate da un approccio pedagogico che riempie di attività le giornate dei ragazzi: penso alle camminate, agli incontri e alla preghiera. In più, qua a San Geminiano, si vive un silenzio profondo e uno stretto legame con la natura che aiutano i giovani nella ricerca spirituale». 
 Avvenire

Gli eremi d'Abruzzo visti da 10 artisti

L'AQUILA - Valorizzare gli Eremi abruzzesi attraverso l'arte contemporanea: EremiArte è un progetto nato da un'idea di Marco Brandizzi, Direttore dell'Accademia di Belle Arti di L'Aquila, curato dai docenti Maurizio Coccia, Enzo de Leonibus e Silvano Manganaro e realizzato dalla stessa Accademia di Belle Arti. Per l'edizione 2017 sono stati invitati dieci artisti di levatura internazionale a interpretare questo microcosmo così unico. A loro è stato richiesto di confrontarsi con un soggetto vivo, piuttosto che con un contenitore da riempire di manufatti artistici; ossia di impegnarsi in un processo di ascolto e comprensione dell'habitat, prima di restituirlo in forma di esperienza artistica. L'inaugurazione è prevista il 15 luglio nell'Abbazia di Santo Spirito al Morrone, Badia Sulmona (L'Aquila), grazie alla disponibilità del Polo Museale d'Abruzzo e della direttrice Lucia Arbace.
Intanto sabato 17 giugno, nell'eremo di San Bartolomeo a Roccamorice (Pescara), incontro con l'artista Vaughn Bell che ha scelto questo luogo per il suo intervento. EremiArte mette in relazione elementi identitari forti - come gli antichi eremi abruzzesi - con le tensioni culturali provenienti dall'oggi che si esprimo attraverso gli artisti contemporanei invitati a dialogare con il luogo scelto, con la sua storia, la sua identità e non ultimo la comunità che lo vive. "Possono essere rovine, abbazie, caverne - scrive uno dei curatori - Grotte inaccessibili o edifici di pregio architettonico. Ogni eremo è differente. Come il percorso per arrivare. Alcuni di loro sono remoti. Altri immediatamente a portata di mano. Ciò che li accomuna è la straordinaria potenza evocativa del contesto. Dove confluiscono memorie storiche e devozioni radicate. Ma anche gli aspetti naturalistici sono importanti. L'idea generale è quella di formare un percorso escursionistico degli eremi. Ogni tappa quindi è una occasione di riflessione ecologica, storica, spirituale. E l'imponenza delle cime appenniniche conferisce solennità a tutto l'insieme".
Dieci gli artisti invitati: Mario Airò, Vaughn Bell, Bianco Valente, Gianni Caravaggio, Alice Cattaneo, France Jobin, Moira Ricci, Capucine Vever, Lino Capra Vaccina e Guido Van Der Werve che stanno già creando opere site-specific in altrettanti eremi: San Martino in Valle a Fara San Martino (Chieti), San Bartolomeo in legio a Roccamorice (Pescara), Grotta Sant'Angelo a Palombaro (Chieti), S. Giovanni all'Orfento a Caramanico Terme (Pescara), Madonna del Cauto a Morino (L'Aquila), Madonna dell'altare a Palena (Chieti), San Giovanni a Bisegna (L'Aquila), Grotta di San Domenico a Villalago (L'Aquila), Abbazia di Santo Spirito al Morrone a Sulmona (L'Aquila). Due le novità di questa seconda edizione di "Eremi - Percorsi tra arte, natura e spiritualità": un'esposizione permanente su Joseph Beuys in Abruzzo e oltre, nel Complesso di Santo Spirito a Roccamorice, e una giornata di studi sul tema dell'eremitaggio. Il progetto, alla seconda edizione, è volto alla riscoperta dei luoghi storici legati alla spiritualità dei romitaggi dell'Appennino centrale per rendere attuale il messaggio universale di spiritualità, ecologia e civiltà radicato nell'identità del territorio abruzzese. È sostenuto da Regione Abruzzo, ministero per l'Istruzione, Parco Nazionale della Majella, Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga e Fondazione Carispaq. (ANSA).

Ospiti dell'Eremo di Bienno

Si trova in Valcamonica ed è aperto a famiglie, gruppi, singoli per esercizi spirituali, incontri, ritiri.
21/10/2010
L'eremo di Bienno in Vallecamonica L’Eremo di Bienno sorge nella media Vallecamonica, nel comune di Bienno (Brescia), su un colle che domina la valle. Ospita comunità parrocchiali e religiose, gruppi giovanili, familiari, professionali, culturali, associazioni e movimenti, singole persone. Offre molte possibilità di formazione e di crescita nella fede: esercizi spirituali, ritiri, incontri di preghiera, corsi di formazione teologica e biblica, incontri per giovani, per i ragazzi che si preparano a ricevere i sacramenti della iniziazione cristiana, per i laici nelle loro diverse vocazioni, per i sacerdoti e le religiose.

Ha corsi di preparazione al matrimonio; accoglie anche persone singole per un’esperienza di dialogo spirituale.La struttura può contare su circa 50 camere per gli ospiti, un auditorium di duecento posti, con annesse sale per gruppi e dunque può accogliere convegni culturali, congressi di categoria o aziendali. È dotato di una biblioteca con circa 30.000 opere, ancora in fase di sistemazione definitiva. La posizione in cui si trova la casa costituisce una terrazza naturale a picco sulla Valle Camonica nella suggestiva cornice dei monti appartenenti alle catene dell’Adamello e della Concarena. A centro metri sorge il Monastero delle Clarisse che volentieri condividono i momenti di preghiera liturgica e la celebrazione eucaristica.

La vita dell’Eremo è animata da una piccola comunità: un sacerdote diocesano e tre suore dorotee di Cemmo. Per l’ospitalità a gruppi, famiglie e giovani verranno applicati prezzi concordati di volta in volta.

Per informazioni e prenotazioni: Eremo dei santi Pietro e Paolo, direttore: don Roberto Domenighini. Località San Pietro 1 - 25040 Bienno (Brescia) Tel. 0364/40.081 Sito: www.eremodibienno.it; e-mail: info@eremodibienno.it

fonte: famigliacristiana.it