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Flussi turistici e Italia: la spesa mondiale salirà, dobbiamo intercettarla


Il discorso è vecchio, e non cambia se non nella veste esteriore. Ma che l’Italia debba perdere posti anche nella graduatoria dei paesi turistici proprio non ci sta. Sarebbe come dire che un impiegato ( qualsiasi) può permettersi di vivere quanto Agnelli ( qualsiasi). L’Agnelli, secondo metafora, saremmo noi, l’Italia delle meraviglie. Legittimamente, diciamo, visto che lo Stivale raggruma storia, personaggi, beni culturali, monumentali e d’arte, varietà di paesaggio e perfino strutture che, nel ‘pacchetto’ complessivo, non hanno eguali al mondo.

Non stiamo neanche più a perderci nelle ‘solite’ citazioni. Roma, Venezia, Firenze. I confronti con quelle località si possono reggere soltanto ‘manipolando ( come certi biscazzieri) le carte sul tavolo’. Gli altri ( in questi ultimi anni ) si sono rimboccati le maniche, certo, ma non è che basta ‘volere’ per ‘inventarsi’ perle come la Città del Vaticano o i Fori imperiali , Santa Maria Novella o Santa Croce, il Canal Grande o piazza San Marco. Le distanze, semmai, tra noi e gli altri, stanno monte. Infrastrutture, viabilità, servizi, politiche coordinate dell’offerta Paese, e così via. Tutte cose facili a dirsi ma quasi impossibili a realizzarsi. Perché, da noi, sembra essersi persa una certa volontà a lavorare in squadra, a sbloccare quel che va sbloccato, a mettere in moto nuovi investimenti e opere.
Di solito, il Paese, o se volete il Belpaese, quando se la vede brutta inverte la sua rotta. Ci siamo. Del resto il momento internazionale offre un’occasione molto favorevole, che non va certo trascurata, anche perché se colta potrebbe ridare fiato ad una economia che molti vorrebbero sprofondare stabilmente in serie B, un po’ come certi impietosi Lanzichenecchi, ‘pronti a scendere da noi’ per ‘saccheggiarci’ e null’altro.

SPESE TURISTICHE MONDIALI UN FORTE CRESCITA. Nei prossimi anni, diciamo per il 2015/2020, si prevede un raddoppio delle spese per la vacanza e il tempo libero. In pratica, nel giro di pochi anni, si passerà da un volume di spesa intorno agli 800 milioni attuali ad un altro, intorno ai 1.400 miliardi possibili. Come dire che, se saremo ( finalmente) bravi ad intercettare una certa quota di quel traffico, andremmo a creare molte migliaia di nuovi posti di lavoro. Con importanti ricadute economiche.

Ad essere intercettati dovrebbero essere ( in particolare) cinesi ( che nel 2015, riusciranno a mettere in viaggio non meno di 150 milioni di cittadini), brasiliani, indiani e russi. Mentre vanno confermate, se non addirittura potenziate, le clientele da Nord Europa, Usa e Giappone. Contando sul fatto che la ‘materia prima’ per sfondare, variegata, stimolante e appetitosa, non manca.

“ Ci stiamo impegnando assiduamente – avvisa il neo ministro Rognoni – con programmi diversi, rivolti soprattutto ai flussi potenziali e che, al momento, conoscono poco del nostro Paese. Dobbiamo farcela, attraverso il coordinamento delle diverse politiche regionali, anche perché daremmo un segnale importante all’economia del Paese”.

IL TURISMO CROCERISTICO. Proprio in questi giorni la tragedia del Concordia sugli scogli dell’isola del Giglio ha attirato i media da ogni parte del mondo. E se il ministro Rognoni non “teme particolari ripercussioni sul settore, viste le dinamiche e le responsabilità del naufragio”, il presidente Enit Paolo Rubini “ non esclude qualche effetto negativo” che però occorre, rapidamente, annullare con opportune iniziative. A partire da una certa attività promozionale, come quella prevista dal 12/15 febbraio a Miami. L’andamento della spesa turistica 2011 ha segnato per l’Italia un +6,7%, significativo e incoraggiante, anche perchè utile a dare maggiore spinta e convinzione a quanto occorrerà fare, dopo avere messo in campo l’auspicata coordinazione, nei prossimi mesi.

di Roberto Vannoni - romagnagazzette.com