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Idee vacanza per single in fuga: da Bali a Londra, da Marsa Alam a Saturnia. Dieci suggerimenti per chi ha deciso di staccare da tutto e da tutti

C' è chi si "accontenta" di un weekend in Toscana o sceglie le terme più vicine, giusto per scappare all'atmosfera un po' zuccherosa dei cioccolatini a forma di cuore e delle vetrine traboccanti di gadget romantici.

Perché per qualcuno è una vera e propria fuga: «Piuttosto che passare un altro San Valentino a Milano, rinuncio alle vacanze di Natale e me ne vado in febbraio», ha scritto sul suo blog Valentina Cafasso, giovane scrittrice torinese e neo-single. Ma c'è invece chi programma con cura, mesi di anticipo,e investe tutto non solo sulla settimana a Sharm El Sheik (ad oggi, la destinazione più gettonata dai single italiani, seguita da Cuba e Santo Domingo) ma anche sugli incontri che potrà fare: guardaroba nuovo, valigia ragionata, lettura attenta delle recensioni di chi l'ha fatto prima, due o tre guide dettagliate e studiate ben prima della partenza. La vita dei single-turisti, specie se maschi e eterosessuali (le donne che viaggiano da sole possono ormai contare su network consolidati e guide specializzate, mentre la classifica delle destinazioni gay friendlyè oggetto di appositi e rigorosi aggiornamenti tutti a portata di clic) non è semplicissima.

Basti pensare al costo della stanza d'albergo che penalizza chi non è in coppia. Impensabile, infatti, pagare metà della tariffa prevista per la doppia. Soprattutto a San Valentino! Perché questa festa - che in Italia rappresenta il terzo mercato turistico dopo Natale e Pasqua - è sentita soprattutto da noie ignorata nel resto d'Europa, soprattutto al Nord, dove i weekend di febbraio sono considerati ugualia qualunque altro fine settimana invernale. Ma le difficoltà non finiscono qui: gli operatori specializzati come l'agenzia romana Speed (o www.viaggipersingle.it, la principale concorrente) lavorano per mettere insieme gruppi perfettamente equilibrati di uomini e di donne, in genere 40 in tutto, in modo da favorire i potenziali incontri.


Mentre le donne sono le prime a aderire alle offerte, i maschi, specie se giovani, continuano ad ammettere con difficoltà di non avere alternative, e spesso ripiegano sulla mini-vacanza in gruppo, magari a tema (casinò, movida e sport sono in cima all'elenco, seguiti da cibo e spiaggia). «Non è una buona idea - giura Giuseppe Gambardella, tra i fondatori di speedviaggi - perché in questo modo si finisce col non incontrare nessuna persona nuova e si comunica esclusivamente in italiano. Certo non è obbligatorio innamorarsi in vacanza, ma può essere molto piacevole ritornare con l'agenda arricchita da nuovi numeri di telefono».

Secondo un sondaggio condotto dal sito, le possibilità di incontrare un nuovo amore viaggiando da soli raddoppiano se si è donne e triplicano addirittura se si è maschi under 35: zaino in spalla e mente aperta, dunque. Il 30 per cento dei single in partenza, comunque, usa i social network per decidere la meta, mentre un altro filone, ricchissimo di decaloghi e buoni indirizzi sul web, è quello into the wild: il viaggio da soli inteso come scoperta di luoghi mai visitati prima, possibilmente selvaggi. Senza, s'intende, il finale tragico del film scritto e diretto da Sean Penn. In questo campo, un operatore che offre numerose possibilità è Avventure nel mondo. Ma le nuove conoscenze non sono incluse nel pacchetto. 

di Vera Schiavazzi - viaggi.repubblica.it

Weekend all'aria aperta con Legambiente Trekking, ciaspolate e birdwatching per la Giornata mondiale delle zone umide

 
Marche: nella riserva della Sentina per avvistare gli uccelli migratori (Foto G.Marini)     
Trekking e ciaspolate, escursioni e avvistamenti di specie migratorie, in un weekend da trascorrere all'aria aperta in habitat naturali incontaminati. Sono alcune delle attività che Legambiente propone per celebrare la Giornata mondiale delle zone umide a 41 anni di distanza dalla firma, il 2 febbraio 1971, della Convenzione di Ramsar.

La Convenzione, cui oggi aderiscono 160 nazioni, ha permesso di salvaguardare 1.912 aree nel mondo per un totale di 187 milioni di ettari. Quest'anno la celebrazione e' dedicata al tema “zone umide e turismo”, per sostenere l'importanza di un turismo ecocompatibile che salvaguardi il patrimonio ambientale e le risorse naturali.


Tra i principali appuntamenti in programma, sabato 4 febbraio in
Friuli Venezia Giulia i circoli del Medio Friuli e di Udine organizzano una visita alla torbiera, al Bioparco e all’Acquario. Domenica 5 febbraio, invece, nel Lazio e nelle Marche sono in programma due visite guidate di birdwatching, rispettivamente nel Parco nazionale del Circeo (con il circolo Larus di Sabaudia), e nella Riserva naturale regionale della Sentina (con il circolo di San Benedetto del Tronto). Gli uccelli si potranno osservare anche in Sicilia, nella Riserva Pantani. In Calabria il circolo di Legambiente Sila ha organizzato una ciaspolata intorno al lago Ariamacina, mentre in Veneto, nell’Oasi Ca' di Mezzo a Codevigo, il calendario prevede visite guidate, distribuzione di materiali informativi e proiezione di filmati sulla fauna presente nell’oasi (circolo della Saccisica).

Variegato il cartellone della
Toscana, con la passeggiata ecologica sui colletti di Veneri (circolo Valdinievole), l'escursione nella Riserva naturale di Bosco Tanali e nella Padule di Bientina (circolo Valdera) e visite guidate nella Riserva naturale provinciale Diaccia Botrona, nell’Oasi Lago di Burano e nel Lago dell'Accesa, organizzate per il 4 e 5 febbraio dal Circolo Festambiente di Rispescia. In Lombardia i circoli “il Colibrì” e il “CEA le Libellule” propongono un laboratorio di ecologia all’aperto, mentre con il circolo Legambiente Lecco si potrà andare alla scoperta dell'ecosistema legato al fiume e della Palude di Brivio.

ansa

Canarie fuori stagione. Nell'arcipelago spagnolo anche d'inverno la temperatura oscilla tra i 18 e i 25 gradi

Benvenuti nella terra del fuoco, tra vulcani, foreste alpine, vegetazione subtropicale e una luce accecante da deserto del Sahara. Nell'arcipelago spagnolo delle Canarie anche d'inverno la temperatura oscilla tra i 18 e i 25 gradi e qui, oltre al mare, esistono gioielli culturali da esplorare, tra architettura coloniale, artigianato e tradizioni culinarie.


Tenerife


Con i suoi 2.034 chilometri quadrati di estensione, Tenerife è l’isola più grande e più urbanizzata di tutto l’arcipelago. Se le spiagge di El Hierro, La Gomera, La Palma, Gran Canaria, Lanzarote e Fuerteventura e Tenerife attirano ogni anno circa 10 milioni di turisti, nelle giornate in cui i venti alisei non consentono di sonnecchiare al sole, la cosa migliore è andare alla scoperta della storia e delle tradizioni locali.


Cosmopolita sin dall’Ottocento, quando a frequentarla erano le lady inglesi che sull’isola venivano a trascorrere l’inverno, malgrado lo sviluppo turistico intensivo, Tenerife conserva ancora qualche angolo nascosto. La capitale, Santa Cruz de Tenerife, è nota soprattutto per il Carnevale (tra gennaio e marzo), considerato il secondo per sfarzo e allegria dopo quello di Rio de Janeiro. Se si è amanti dell’architettura moderna, Santa Cruz merita una visita all’avveniristico Auditorio progettato da Santiago Calatrava.


Luogo di grande fascino e storia, riconosciuta dall’Unesco come patrimonio comune dell’umanità, è San Cristobal de la Laguna. Antica capitale dell’isola, La Laguna rappresenta il primo esempio di città coloniale non fortificata, che ha fatto da modello anche nelle colonie americane. Con i suoi palazzi tipici dell’architettura canaria (edificati tra il XVI e il XIX secolo) la Calle San Agustin è forse la via più bella della città. Al n. 16 si trova Casa Montañés (1746), mentre subito dopo si staglia Casa Lercaro (dal nome di una famiglia genovese che si stabilì sull’isola) che ospita il Museo di storia di Tenerife (
www.museosdetenerife.org). Puerto de La Cruz merita una sosta per il suo Giardino botanico. Creato nel 1788 per abituare le piante provenienti dalle colonie spagnole del Sud America al clima europeo, il giardino contiene circa 4.000 specie con piante tropicali e subtropicali inserite in uno splendido scenario.

Altro piccolo gioiello architettonico, situato nella parte settentrionale dell’isola, è la cittadina di La Orotava, divisa in una parte bassa (Villa de Abajo, dove vivevano le famiglie più ricche) e una alta (Villa de Arriba). Percorrendo la strada Colegio y Carrera si entra nella zona signorile della città. Tra i più bei edifici di stile barocco canario spicca Casa Fonseca, detta anche de los Balcones per i sei splendidi balconi in legno che la abbelliscono. Al suo interno accoglie un piccolo museo e un negozio di artigianato. Tra le lavorazioni tipiche, spiccano le tovaglie in lino il cui motivo tradizionale viene chiamato “calado” (
http://www.casa-balcones.com/).

Prima di ripartire e percorrere uno degli itinerari naturalistici più belli dell’isola, la Valle de La Orotava, stracolma di palme e bananeti, meglio fare una pausa in uno dei tanti ristorantini che propongono specialità canarie quali il gofio (farina di mais o di grano tostato, base di piatti di pesce, carne e dolci), il conejo salmorejo (coniglio marinato), papas arrujadas con mojo (patate novelle cotte in acqua molto accompagnate da una salsa a base di aglio, aceto, sale e erbe aromatiche che può essere piccante o meno), o il puchero canario (zuppa di verdure e carne, che a Tenerife mette insieme fagioli, patate americane, pannocchie e verze). Tra i luoghi che sono riusciti a conservare una certa autenticità ci sono Garachico e Masca, piccolo villaggio sospeso tra montagne e palmeti, situato nel Nord-Ovest dell’isola. Garachico è uno dei rari paesini in cui forse è ancora necessario conoscere lo spagnolo per ordinare una birra e dove non essendoci spiagge attrezzate, non esistono grandi alberghi e di conseguenza un turismo massificato. Ideali per i bambini sono le piccole piscine e laghetti naturali di acqua di mare di El Caletón, spiaggetta a ridosso del centro urbano. Se invece non si è mai visto produrre un sigaro a mano, fermarsi da Arturo, può essere una esperienza interessante. In questa bottega, da tre generazioni si lavorano le foglie di tabacco importate da La Palma, l’unica isola dell’arcipelago in cui ancora si coltivano le piante.


Non si può lasciare Tenerife senza avere messo piede nel parco nazionale del Teide e ammirato la sua montagna (il vulcano alto 3.718 metri) che sin dai tempi dei Guanches – popolazione che originariamente viveva nell’arcipelago prima dell’arrivo degli spagnoli alla fine del ’400 – ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella vita dell’isola. I più coraggiosi possono cimentarsi nella scalata del Pico Vejo (circa sei ore), la cima del vulcano, oppure prendere una teleferica e contemplare comunque le numerose specie di alberi, piante e animali che vivono unicamente in questo luogo. Tra i must da riportare a casa: le marmellate di cactus, di crema di banane, il miele di palma, mentre trai i prodotti erboristici, l’aloe vera. Specie endemica di queste isole, considerata sacra dagli aborigeni grazie alle sue notevoli proprietà, la sua produzione fa gola anche ai reali sauditi che proprio quest’anno hanno visitato l’isola per comprenderne la produzione.


Per informazioni: Ufficio del turismo spagnolo in Italia (
www.spain.info/it/disfruta/en_el_mar/costas/islas_canarias.html) e www.turismodecanarias.com.
ansa

Dall'1 al 6 febbraio va in scena la 63° Spielwarenmesse International Toy Fair, l'esibizione più importante al mondo per il settore del gioco e del modellismo

Norimberga si veste per la sessantatreesima volta da capitale mondiale del giocattolo e del modellismo: nella città bavarese si tiene dall'1 al 6 febbraio la Spielwarenmesse International Toy Fair, la più grande fiera dedicata interamente a questo settore.

Un bel salto di immagine per il centro economico della Franconia; un cambio di indirizzo forse costruito per cancellare gli effetti della seconda guerra mondiale e l'identificazione con la sede del processo per i crimini del regime nazista. Ma, soprattutto, un'idea vincente per dare a questa grande area metropolitana - la seconda in Baviera, dopo Monaco - la sua originaria connotazione, quella appunto della patria del giocattolo.


Molti storici, infatti, ritengono che la prima produzione commerciale del gioco dell'era moderna sia cominciata in Germania nel XV secolo e da lì si sia sviluppata e industrializzata. Da Norimberga, per esempio, è partita la fabbricazione in serie di bambole, giocattoli con sonagli, musicali, fino a quelli con le ruote.


L'appuntamento fieristico rappresenta anche un crocevia e una meta per tutti gli inventori di passatempi, di supercar radiocomandate e rompicapo: anche il genio ungherese Erno Rubik presentò il suo cubo a Norimberga, vincendo il premio nel 1980 come miglior gioco dell'anno.


Anche per l'edizione 2012 sono attesi tutti i leader e i professionisti del comparto, per questa fiera riservata solo agli operatori. Questi i numeri attesi: circa 2.700 espositori provenienti da 63 nazioni, oltre 79.200 visitatori specializzati di 114 paesi, 160.000 mq di superficie espositiva con circa 1 milione di prodotti suddivisi in 12 gruppi merceologici, la combinazione unica di prodotti di marca ed articoli di massa con circa 70.000 novità.


La Fiera si suddivide in una dozzina di gruppi che vanno dal modellismo e l'hobbistica, al modellismo ferroviario e accessori, ai giocattoli tecnici, ai giocattoli educativi, a quelli d'azione, alle bambole e ai peluche, ai giochi per l'apprendimento e la sperimentazione. Vi sono, poi, il segmento multimedia, gli articoli per carnevale e quelli di tendenza, i giocattoli di legno e artigianali, il design creativo, quelli dedicati allo sport e al tempo libero. E, ancora, i prodotti per la scuola, per la scrittura, per i bambini più piccoli e per i teenager. La mostra prevede una serie di premi, molto ambiti fra gli specialisti (soprattutto il ToyAward 2012) e ottimi trampolini di lancio per il marketing su nuovi prodotti. Informazioni si possono trovare sul sito
www.spielwarenmesse.de che ha anche la sezione in italiano.

ansa

Trasgressione in maschera a Bellinzona Dal 16 al 21 febbraio feste, sfilate e travestimenti per la settimana di Rabadan

Parate in maschera, divertimento trasgressivo e feste per bambini a Bellinzona: nella capitale del Carnevale e del cantone svizzero del Ticino tutto è quasi pronto per la settimana di Rabadan, manifestazione che da oltre 140 anni intrattiene i residenti e richiama turisti anche al di fuori dei confini nazionali.

Quest'anno il
Carnevale di Rabadan si svolge dal 16 al 21 febbraio con un programma adatto sia a gruppi di amici che hanno voglia di fare le ore piccole, sia a famiglie con bambini in cerca di uno svago più contenuto: dopo la simbolica consegna delle chiavi a Re Rabadan ha inizio una festa fatta di sfilate, cortei, esibizioni musicali, performance teatrali. Suggestivo il "Grande Corteo Mascherato" cui prendono parte ogni anno migliaia di comparse che animano una sfilata umoristica con musiche, carri e gruppi. Una kermesse che coinvolge l'intera città. È consigliabile anche procurarsi prima la tessera di accesso a Bellinzona, per evitare le consuete file ai portali d'accesso, presso l'ufficio del turismo o le stazioni ferroviarie del cantone. (www.rabadan.ch e www.bellinzonaturismo.ch)

Al vortice di colori e musiche del Carnevale si possono alternare itinerari più sobri alla scoperta dei
gioielli medievali di Bellinzona, nel cuore della Svizzera italiana. Patrimonio Unesco sono i tre castelli che 'proteggono' la città: Castelgrande, Castello di Montebello e Castello di Sasso Corbaro. La località è in parte circondata dalle antiche mura e nel centro storico sono visibili testimonianze dello stile delle borgate medievali lombarde. (www.bellinzonaunesco.ch)

ansa

Passeggiate romane d'inverno. Tra arte contemporanea, musica e tanti eventi

Campo de' Fiori (Foto Benedetta Ciampa)
(Di Eugenia Romanelli - ansa)

Roma sempre più città aperta e cosmopolita, fulcro e centro di esperienze artistiche e culturali sperimentali e d’avanguardia, con teatri di ricerca, laboratori interattivi, eventi multietnici, iniziative multimodali, centri culturali, festival, rassegne e locali innovativi. Insomma, una capitale degna di un respiro transnazionale alla stregua di Londra, Parigi e Berlino.

In questa rubrica raccontiamo in una manciata di tappe quali sono le esperienze top per chi già conosce la città ma vuole viverne l’atmosfera mossa e cangiante, i cambiamenti, le trasformazioni in continuo divenire (per gli appuntamenti e l’ospitalità, si vedano gli articoli correlati).


Gli appassionati di arte contemporanea (ma non solo), devono tenere d’occhio le iniziative di
MACRO (vale la pena fermarsi al ristorante MACRO138 o al MACRO cafè), nato nel 1999 dalla riconversione dei vecchi stabilimenti della birreria Peroni e poi ampliato dall'architetto francese Odile Decq (www.macro.roma.museum/), il MACRO Testaccio, nel complesso ottocentesco dell’ex-Mattatoio, frequentato da un pubblico giovane e giovanile (www.macro.roma.museum/macro_testaccio/struttura_del_museo), e La Pelanda, Centro di Produzione Culturale di 5000 mq, bellissimo esempio di architettura industriale che ospita manifestazioni di vario genere (http://www.macro.roma.museum/macro_testaccio/la_pelanda_centro_di_produzione_culturale).

Anche la
Centrale Montemartini è da non perdere (www.centralemontemartini.org): l’ex Centrale Termoelettrica riconvertita in sede museale, dal 1997 è uno straordinario esempio di archeologia industriale che ospita centinaia di sculture romane (lì trasferite in occasione della ristrutturazione del complesso capitolino).

E poi i
Mercati di Traiano, eccezionale connubio tra passato e futuro, con allestimenti molto suggestivi (www.mercatiditraiano.it). Invece il Museo Carlo Bilottiwww.museocarlobilotti.it) è una chicca all’interno di Villa Borghese, coi suoi 18 lavori di Giorgio de Chirico, i ritratti Tina e Lisa Bilotti di Andy Warhol, il dipinto “L'estate” di Gino Severini e il grande Cardinale in bronzo di Giacomo Manzù, esposto all'esterno. (
Il Chiostro del Bramante poi (http://chiostrodelbramante.it), dietro piazza Navona, vale una visita sia per le originali mostre che propone sia per il delizioso bar sul chiostro. Infine, tre luoghi topici: il Museo Nazionale d’Arte Moderna e Contemporaneawww.gnam.beniculturali.it), dove si consiglia anche un pranzo tra le opere d’arte al ristorante “Caffè delle Arti”, il Palazzo delle Esposizioni (www.palazzoesposizioni.it) e il Maxxi (www.fondazionemaxxi.it), appena inaugurato: dedito alla promozione dell’arte giovane è un museo del contemporaneo all’interno di un’architettura fuori dagli schemi, “punto di partenza per una nuova pratica museografica che rompe con il passato”. I 13.500 metri quadri di superficie ospitano una collezione non eccezionale ma molto interessante per gli aspetti di sperimentazione (qui trovano rappresentanza tutte le arti e il teatro, la danza, la musica, la moda, la grafica, il cinema, la pubblicità trovano uno spazio vivo dove confrontarsi).
(
Per quanto riguarda la musica, è l’Auditorium Parco della Musicawww.auditorium.com) lo spazio più importante della città, luogo internazionale di dialogo tra le arti: sia per il calendario delle varie sale (Santa Cecilia, Sino poli, Petrassi, Teatro Studio, etc) ma anche per il bar e il ristorante Red (www.redrestaurant.roma.it).
(
Per chi invece preferisce il turismo enogastronomico ed è in cerca, anche qui, di sperimentazioni e di luoghi non convenzionali, suggeriamo l’antica fabbrica di cioccolato SAID (www.said.it), dove a pranzo si può mangiare con un ricco buffet di verdure e healthy food, il pomeriggio assaggiare torte e dolci da far rinvenire il più depresso dei palati, all’ora dell’aperitivo degustare champenoise o vini al bicchiere non banali, e a cena fare un’esperienza romantica al lume di candela con musica soffusa e una cucina elegante (non a prova di portafoglio).

Anche ‘Gusto è divertente, un enorme locale multimodale tra bar, pizzeria, cigar club, ristorante e osteria: frequentato da pubblici misti, per lo più ospita professionisti o giovani che poi, il venerdi e il sabato, si fermano a ballare nei locali circostanti (tra cui Tatì al 28, della stessa proprietà). Ai Paioli, poi, c’è Duke’s, un ristorante californiano salutare che serve eccezionali aperitivi e un tonno unico nel suo genere per provenienza e qualità. Amato dagli artisti invece sono i locali del quartiere Pigneto: Pigneto 41, Primo al Pigneto e Necci, lo storico bar-ristorante di Pasolini.


Per godere di una vista mozzafiato sui Fori e sulla Colonna di Traiano (dove compare la prima cravatta della storia), un indirizzo perfetto è l’Enoteca Provincia Romana, dietro il bel Palazzo Valentini, sede della Provincia (
http://www.provincia.roma.it/iniziative/enoteca-provincia-romana-di-palazzo-valentini), mentre per una cucina giapponese rivisitata in stile californiano nel cuore del quartiere Monti, F.I.S.H. è uno dei più originali sushi bar della capitale. Il pesce è ottimo anche da Riccioli Caffè, ambiente radical-chic dietro il Pantheon (da non mancare, dopo il pasto, il caffè al Sant’Eustachio, il migliore di Roma secondo gli esperti), a due passi dallo storico Bar della Pace, elegante ritrovo per tutte le età, dietro Piazza Navona.

L’Asino d’Oro, a Monti e l’Open Colonna, all’interno del Palazzo delle Esposizioni, sono infine due locali diversi ma entrambi ottimi al livello di scelte gastronomiche (il secondo vanta la firma dello chef Colonna, oltre a una suggestiva terrazza in vetro). Concludiamo con il costoso San Lorenzo, un ristorante di pesce vicino Campo de’ Fiori elegante e ipermoderno, capace di donare una serata all’insegna del puro piacere.

Idee per viaggiare: Ihla grande, paradiso ancora vergine Piu' di cento spiagge di sabbia bianca

Ihla Grande: Lopes Mendes Beach (Foto di Andre Cypriano)  
Idee per viaggiare. Di Eugenia Romanelli  - ansa

Quest’isola brasiliana di 14mila ettari, meravigliosa da un punto di vista naturalistico (dal 1971 è Parco di Stato di Ilha Grande grazie all’amministrazione dell’Istituto Statale delle Foreste), è di dimensioni così vaste da apparire quasi disabitata, nonostante sia meta turistica di molti brasiliani e ospiti un buon numero di posada. Le numerose spiagge (107), tutte di sabbia bianca accessibili sia da terra che dal mare, sono quindi vuote anche in alta stagione (tra dicembre e marzo, quando in Brasile è estate piena) e si aprono tra ripide cascate, montagne ricoperte di giungla e un mare tra il verde (per via della foresta che arriva fino in spiaggia) e il turchese. Ihla Grande è anche molto comoda da raggiungere, visto che, sia che si arrivi da Rio de Janeiro che da San Paolo, un’autostrada a quattro corsie conduce direttamente al porto dove imbarcarsi (per l’isola bastano un’ora, due al massimo, di navigazione, a seconda dell’imbarcazione, pubblica o privata, che si prenota).

Prima di parlare delle spiagge, un po’ di storia, che molto interessante. Nel 1502, durante una spedizione esplorativa, il navigatore André Gonçalves approdò su queste coste, dopo aver “scoperto” la baia di Angra dos Reis. Pochi anni dopo, nel 1531, l’amministratore del Brasile coloniale, Martin Afonso de Souza, mediò una guerra tra le tribù dei Guianazes e gli indiani Tamoios, in disputa tra loro per il controllo delle zone di pesca intorno all’isola e, per alcuni storici, questa è la data di fondazione della Confederazione delle Tamoios. Nel 1559, Vicente da Fonseca creò il primo insediamento coloniale (una fattoria) mentre, nel 1629, il pirata Juan Lorenzo, protetto dal re Filippo II di Spagna, costruì la sua casa rifugio (tutt’oggi visibile, vicino a una spiaggia chiamata Morcego, pipistrello), la terza costruzione in muratura del Brasile. Un’altra data importante per la storia di questo luogo è il 1871, quando fu inaugurato il primo lebbrosario di tutto il Paese (Lazareto): poiché infatti l'isola era tappa obbligata per le navi degli schiavi africani, era fondamentale internare i malati prima che toccassero il continente (quando, nel 1888, la Lei Aurea portò all'abolizione della schiavitù in Brasile, Ihla Grande fu utilizzata come centro di smistamento per il contrabbando di schiavi. Ancora oggi, nel profondo della giungla, esistono resti di case per gli schiavi, visitabili con una guida esperta). L’inizio dello sviluppo di Ilha Grande fu però l’acquedotto costruito nel 1893 per far funzionare Lazareto dopo che, col governo di Marechal Floriano Peixoto, lì fu deciso di trasferire il penitenziario dell’isola Fernando de Noronha (vedi articolo correlato), ormai in disuso (qui furono rinchiusi, come prigionieri politici, ufficiali e soldati che avevano partecipato alla Revolta da Marinha).


Sono insomma molte le gite “storiche” da fare e l’isola non è solo spiagge da sogno. E poi anche curiosità interessanti, come l’acquedotto del 1896, ancora in piedi, e la casa (visitabile) appartenuta al pirata Juan Lorenzo che, acquistata e restaurata dal regista Mario Peixoto, è stata l’ambientazione del suo film Limite. Tra queste stanze, tutte arredate con pezzi di una bellissima collezione di opere d’arte del periodo coloniale, hanno soggiornato molti ospiti illustri, tra cui Brigitte Bardot (oggi la casa è dell’uomo d’affari ex-sindaco di Rio de Janeiro, Israele Klabin).


I tipi di vacanza da fare sono vari, e si va dalle crociere al turismo responsabile (per esempio a Praia do Sul, dal 1981 riserva biologica di 8.892 ettari fondata sotto la responsabilità della Fondazione dello Stato per la gestione ambientale - Feema, alla quinta spiaggia più bella di tutto il Brasile, Lopes Mendes, raggiungibile solo a piedi (sentiero ripido da 25 minuti o piano, da 45) dopo essere stati lasciati sulla costa più vicina da una barca. Ma da non perdere, per gli amanti del mare, anche Praia do Pouso, Saco do Bananal (www.bananal.ihlagrande.org.br), Lagoa Azul (una laguna azzurra con acqua bassa, il miglior posto per lo snorkeling), Praia do Avventuriero, con la sua incredibile palma storta, Praia da Parnaioca, Lagoa Verde e Dos Rios
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