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A Milano l'arte che rompe le regole del museo


PRENOTA HOTEL

MILANO - Tutto ciò che è vietato fare in un museo o in una galleria d'arte diventa possibile, anzi auspicabile, nella mostra collettiva "Take Me (I'm Yours)" ("Prendimi, sono tuo"), in scena al Pirelli Hangar Bicocca dal primo novembre al 14 gennaio. Anziché trovare cartelli alle pareti con scritto "Non toccare", qui i visitatori sono invitati intervenire sulle installazioni di una cinquantina di artisti internazionali (15 gli italiani), modificando, aggiungendo o addirittura asportando parti.
I lavori si possono indossare, usare, mangiare, anche portare via, lasciando in cambio oggetti o cimeli personali. Un esempio è l'opera "Dispersion" del francese Christian Boltanski: mucchi di abiti usati tra cui è possibile possibile sceglierne uno, provarlo e portarlo via in una borsa di cartone disegnata dallo stesso artista (acquistabile all'ingresso, che invece è gratuito). A ideare la mostra fu proprio Boltanski, che la realizzò per la prima volta nel 1995 alla Serpentine Gallery di Londra, insieme al curatore Hans Ulrich Obrist, lo stesso che oggi cura l'allestimento a Milano. "L'idea nasce dal 'tabù' che in una mostra le opere non si possono toccare, reinventando le regole del gioco - ha spiegato Obrist alla presentazione -. L'intento è affermare un'arte democratica, per tutti. Lo spettatore è al centro, il vero medium è la 'generosità': si può prendere ma anche dare".
    Negli anni diverse versioni della mostra sono state allestite a Parigi, Copenhagen, New York e Buenos Aires (che proprio in queste settimane ne ospita un'altra). A Milano il pubblico può interagire con le opere di alcuni degli artisti già presenti nel 1995: ad esempio partecipando alla lotteria di Douglas Gordon per vincere una cena insieme a lui oppure prendendo le spillette del duo Gilbert & George o ancora mangiando i cioccolatini di Carsten Höller che sull'involucro riportano la scritta "Future".
    Ogni opera è un mondo a sé, frutto di artisti di diverse generazioni e provenienze. Tra quelli presenti all'Hangar Bicocca c'è anche Yoko Ono con i suoi Wish Trees, due alberi di limone su cui è possibile appendere dei biglietti con i propri desideri. Il pubblico potrà prendere una copia del poster che Maurizio Cattelan ricevette in dono da Alighiero Boetti, raccogliere le caramelle alla menta dell'installazione di Felix Gonzalez-Torres, creare la propria mappa di Milano grazie al progetto di Ugo La Pietra, scattarsi un selfie e aggiungerlo alle foto di Franco Vaccari, scambiare e lasciare oggetti all'interno delle installazioni di Alison Knowles e Jonathan Horowitz. Gli spettatori potranno farsi ritrarre da un disegnatore nello spazio performativo di Francesco Vezzoli o ritrarre essi stessi un modello in posa. Per l'a.d. di Pirelli Marco Tronchetti Provera si tratta di una mostra "da vivere", anche grazie alle diverse performance in programma dentro e fuori l'Hangar Bicocca.
ansa