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A Cuneo i capolavori di Tiziano, Tintoretto e Veronese

 

Ospitate in una architettura medievale ora monumento nazionale, le opere del periodo compreso tra il 1560 e il 1565 si confrontano con temi fondamentali nell'iconografia cristiana: l'Annunciazione e l'Incarnazione, il Battesimo di Cristo, l'Ultima Cena, la Crocifissione e la Resurrezione.

"Questa mostra rappresenta un appuntamento unico e imperdibile per il grande valore delle opere esposte, mai mostrate insieme e in pochissime altre occasioni uscite da Venezia: cinque capolavori di tre maestri del Rinascimento veneziano trovano casa a Cuneo" spiega Ezio Raviola, presidente della Fondazione Crc. "Con la Fondazione Crc ricorre un intenso rapporto di collaborazione, il cui esito sono iniziative come questa mostra che porta a Cuneo straordinari capolavori dei maestri del Rinascimento. Due delle opere in mostra sono state restaurate nell'ambito del programma Restituzioni, il progetto di Intesa Sanpaolo che, lavorando con le soprintendenze e gli enti di tutela, riporta opere di arte italiana all'originaria bellezza" commenta Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo.

Ansa

Venezia: mostra “Il giovane Tintoretto”

Tra gli artisti del Rinascimento, Tintoretto è colui che più ha segnato Venezia con il marchio inconfondibile del suo genio. Chiamato da dogi e notabili ad abbellire palazzi e chiese della città, ha affascinato intere generazioni di amanti dell’arte.

Ora, a 500 anni dalla sua nascita, torna ad affascinare il pubblico in occasione delle celebrazioni che tutta Venezia gli dedica, soprattutto con le mostre "Il giovane Tintoretto" e "Tintoretto 1519 - 1594".

Questo artista ha ammaliato i suoi contemporanei ed impressionato molti artisti come El Greco, Rubens e Velasquez, anticipando per molti versi la sensibilità di personaggi contemporanei. 

Punto focale dell'iniziativa è l’imponente progetto espositivo che la Fondazione Musei Civici di Venezia, fin dal 2015, ha sviluppato con la National Gallery of Art di Washington e che ha trovato la piena collaborazione delle Gallerie dell’Accademia di Venezia.

DUE MOSTRE
Il risultato, a 80 anni dall’ultima mostra dedicata a Jacopo Robusti (detto Tintoretto per il mestiere del padre, cioè il tintore di stoffe) in città , è una straordinaria monografia a Palazzo Ducale (7 settembre 2018 - 6 gennaio 2019) ”Tintoretto 1519 -1594”, incentrata sul periodo più fecondo della sua arte, dalla piena affermazione della metà degli anni quaranta del cinquecento, fino agli ultimi lavori.

In contemporanea a questo allestimento, si prosegue nella storia di Tintoretto, con unagrande mostra alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, “Il giovane Tintoretto”,dedicata ai capolavori del primo decennio di attività e al contesto fecondo in cui egli avvia il suo percorso artistico.


COLLABORAZIONI
Per celebrare il pittore, hanno collaborato tante Istituzioni prestigiose, che in laguna hanno organizzato originali iniziative espositive, editoriali e convegnistiche, in uno spirito corale.

Tra queste in particolare, la Scuola Grande di San Rocco, uno dei siti cardine dell’attività del Maestro, custode di cicli pittorici imponenti e la Curia Patriarcale, con le molte chiese che ancora oggi conservano preziose opere di Tintoretto.

Fondamentale è stato poi il supporto di Save Venice Inc. che negli ultimi due anni ha sostenuto l’esame scientifico e il restauro di tanti capolavori dell’artista presenti a Venezia (18 dipinti e la tomba del Maestro), consentendo ora al pubblico di ammirarli nel loro splendore.

IL GIOVANE TINTORETTO - GALLERIE DELL'ACCADEMIA DI VENEZIA
La mostra “Il giovane Tintoretto” ripercorre attraverso circa 60 opere il primo decennio di attività del pittore veneziano dal 1538 (anno di attività indipendente di Jacopo Robusti a San Geremia) al 1548 (data del successo della sua prima opera di impegno pubblico, il Miracolo dello schiavo, per la Scuola Grande di San Marco, oggi vanto delle Gallerie dell’Accademia).

La mostra riunisce 26 dipinti di Tintoretto, valorizzando al contempo le opere della collezione permanente del museo, proposte entro una nuova prospettiva e affiancate a prestiti provenienti da importanti istituzioni pubbliche e private del mondo, dalLouvre alla National Gallery di Washington, dal Museo del Prado agli Uffizi di Firenze, dalla Galleria Borghese di Roma al Kunsthistorisches Museum di Vienna, ma anche il Museum of Fine Arts di Budapest, la Fabbrica del Duomo di Milano, il Courtauld Gallery di Londra e il Wadsworth Atheneum di Hartford.


Seguendo un ordine cronologico articolato in quattro sezioni, il percorso indaga quel periodo tuttora dibattuto della formazione di Tintoretto, non facilmente riconducibile a una bottega, mettendolo in relazione con il contesto artistico e culturale veneziano degli anni trenta e quaranta del Cinquecento.

In questo modo si chiarisce come Jacopo Robusti acquisisce e trasforma i suoi modelli per sviluppare uno stile drammatico e rivoluzionario, attraverso le suggestioni ricevute da grandi artisti come Tiziano, Pordenone, Bonifacio de’ Pitati, Paris Bordon, Francesco Salviati, Giorgio Vasari e Jacopo Sansovino, presenti in mostra con opere significative.


Oltre alle comparazione con le opere di questi artisti, sono inoltre esposti i dipinti e le sculture di personaggi che hanno lavorato nello stesso ambiente di Tintoretto, tra i quali Andrea Schiavone, Giuseppe Porta Salviati, Lambert Sustris e Bartolomeo Ammannati.


Tra i capolavori del maestro si segnalano in particolare la “Conversione di San Paolo” della National Gallery of Art di Washington e “Apollo e Marsia” di Hartford (esposti ora per la prima volta in Italia) il “Cristo tra i dottori” della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, la “Cena in Emmaus” di Budapest e i soffitti provenienti da Palazzo Pisani a Venezia, ora alle Gallerie Estensi di Modena.


A cura di Roberta Battaglia, Paola Marini, Vittoria Romani

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