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C’è un villaggio in cima al monte

A Ligonchio una nuova struttura turistica ha registrato questa estate più di quattromila presenze. Albergo, piscina, ristorante e bungalow sono gestiti da un imprenditore del posto che intende così rilanciare il turismo appenninico.
La vista sulla parete degli Schiocchi toglie il fiato. Siamo a Ligonchio (foto) sulla terrazza del villaggio turistico ‘Il rifugio dell’aquila’, a una cinquantina di metri dal centro del paese. Una struttura nuovissima realizzata e gestita dalla famiglia Sacchini. Enzo Sacchini, imprenditore con la passione per il turismo, nato nella frazione di Casalino, ha deciso di dare il proprio contributo alla promozione del suo paese d’origine e ha messo un piedi un albergo con tanto di piscina coperta riscaldata e la gelateria con il gelato artigianale più alta d’appennino.
‘Presto apriremo anche il centro benessere – dice la figlia di Sacchini, Silvia -, il ristorante ha quasi 200 posti, all’esterno possiamo ospitare grandi gruppi, l’albergo ha 31 camere’. Poi ci sono le trenta casette separate, da affittare o da comprare. Il prezzo, in questo caso, parte da 75mila euro e finora tre acquirenti, appassionati della montagna, hanno deciso di sostenere la spesa. I primi clienti che hanno soggiornato nel villaggio sono stati a giugno i partecipanti alla summer school di Reggio Children.
In luglio ed agosto si sono contate più di quattromila presenze: escursionisti che si fermano per una notte o per una settimana intera, visitatori che arrivano dalla città, ma anche dalle province e regioni vicine, discendenti di ligonchiesi emigrati negli anni passati curiosi di conoscere il nostro territorio. E poi c’è chi si ferma a godere del panorama sperando di vedere volare le aquile sulla val d’Ozola.
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Alpi: Il turismo è il nostro futuro

Cento giorni per iniziare a cambiare volto alla città. Il 22 maggio Jacopo Massaro ha varcato per la prima volta i portoni di Palazzo rosso con la fascia tricolore attorno alle spalle, e cento giorni dopo traccia un bilancio della sua amministrazione. Impegnata, per tutto il primo mese, a redigere il bilancio e ad affrontare lo scottante caso della Nis: «Abbiamo potuto iniziare realmente il nostro progetto il 7 luglio», ha spiegato Massaro incontrando la stampa nel suo ufficio. «E lo abbiamo fatto con un bilancio povero, perché quest’anno i tagli dello Stato e la spending review ci hanno sottratto quasi tre milioni e mezzo di euro».
Non sono solo le risorse (sempre meno) a preoccupare il sindaco. «Mi preoccupa non avere gli strumenti efficaci per dare risposte a chi viene nel mio ufficio e non ha un lavoro, o non ha una casa. Sono sempre di più le persone in questa situazione». Per tentare di dare una risposta, Massaro ha avviato una modifica ai regolamenti che permettono di avere accesso a forme di sostegno: «Così verranno riconosciute anche le nuove povertà, come i precari e i padri separati che pagano gli alimenti e vivono con 300 euro al mese».
La prima soddisfazione: il progetto turistico. Se le preoccupazioni sono molte, non mancano però le soddisfazioni. «Sono contento perché siamo riusciti a mettere in piedi un vero progetto turistico. Un elemento importante sul piano economico, perché significa creare posti di lavoro, quindi provare a rilanciare l’economia. In questa particolare fase storica è importante, perché ridà speranze, prospettive ai bellunesi». E così Massaro risponde anche alle critiche di chi afferma che la sua amministrazione, finora, si sia occupata di inezie: «Se si guardano le cose con la lente di ingrandimento possono sembrare piccole, ma se le si guarda dall’alto si vede che stiamo lavorando per un progetto ad ampio respiro, che coinvolgerà tutta la città. Un progetto da fare per gradi, e il rilancio del turismo è uno dei tasselli».
Un nuovo metodo. «Fin dall’inizio abbiamo impostato un metodo in discontinuità con il passato, fondato sul dialogo», ha spiegato Massaro. «Con i dipendenti, con i cittadini, che ascoltiamo anche attraverso canali non tradizionali, come i social network». Importante anche il lavoro in team: «Ogni assessore ha le sue deleghe, ma molto spesso si lavora in squadra, collaborando». Con questo metodo, «abbiamo dato continuità amministrativa, perché non siamo dei distruttori, ma abbiamo anche dato un importante segnale di discontinuità politica».
La città, per Massaro, «va considerata come un “unicum”, e quindi l’approccio a ogni problematica dev’essere sistemico».
Rifiuti. È vicino l'arrivo della tariffa puntuale. «Trovo intollerabile che le famiglie abbiano ricevuto la chiavetta magnetica quattro anni fa, e che ancora non siamo giunti alla tariffa puntuale», ha detto Massaro. «Abbiamo già dato mandato alla Bellunum di effetuare delle simulazioni con famiglie a campione per vedere come strutturare le tariffe, che saranno composte di una parte fissa e del costo di ogni conferimento». L'introduzione della tariffa puntuale, però, arriverà solo per le utenze domestiche. Per le altre «bisogna fare valutazioni molto attente, perché le attività producono rifiuti in maniera diversa a seconda del settore».
Si creeranno tariffe per le attività commerciali situate sopra i mille metri che fanno attività stagionale, e si valuterà come diminuire il costo della bolletta per gli esercizi commerciali che hanno subito forti aumenti negli ultimi anni.
Nis e Nevegal. Continuano le trattative con potenziali acquirenti della società che gestisce gli impianti sul Nevegal. «Sono moderatamente ottimista nei confronti della stagione invernale», ha detto Massaro. «Noi vogliamo farla, e ci stiamo muovendo in questa direzione. Anzi, spero mostrino un po' di ottimismo in più anche gli operatori. Capisco i loro timori, ma in questa fase bisogna remare tutti dalla stessa parte».
Nei giorni scorsi l'ex sindaco Prade aveva attaccato Massaro sulla troppa fretta mostrata nel mettere in liquidazione la Nis, ma l'attuale primo cittadino difende la sua scelta: «Prade dice che se avessimo fatto partire il progetto “Abitare il Nevegal” avremmo salvato la Nis. Bene, però non dice che così facendo avremmo chiuso gli impianti per la stagione invernale, e anche per la prossima stagione estiva». Il perché è presto detto: «“Abitare il Nevegal” è un progetto che guarda da qui a 5-10 anni. La Nis aveva vita breve, un mese. Non mettere in liquidazione la società avrebbe voluto dire chiudere il Nevegal fino almeno al 2014. I potenziali investitori non sono interessati agli impianti».
Ma questo progetto, a Massaro, interessa o no? «Io ho sempre detto che non voglio fare speculazione edilizia. Quindi dico sì alla scuola, sì al centro Parkinson. No fermo alla costruzione di 220 villette bifamiliari. Non ce n'è proprio bisogno, sul Nevegal».
di Alessia Forsin - corriere alpi

L'iPhone capira' se il cibo e' biologico. Arriva kit di mini periferiche per un 'monitor ambientale personale'

Un sensore sempre a portata di mano per testare se il cibo che stiamo ingerendo è davvero biologico o meno. E' una delle funzioni di un kit di periferiche di nuova concezione per l'iPhone che potrebbe vedere la luce entro quest'anno. Al momento in fase di prototipo, la suite 'Lapka' comprende quattro mini periferiche di design, di legno e plastica bianca, che si collegano al 'melafonino' con un cavetto simile a quello delle cuffie e che assomigliano a versioni stilizzate degli iPod Shuffle di prima generazione.
Quattro sensori per quattro funzioni, spiega il direttore creativo del progetto Vadik Marmeladov al sito 'Fastcodesign.com', per avere un vero e proprio "monitor ambientale personale". Uno dei quattro sensori consiste in particolare in una sonda d'acciaio in grado di verificare nei cibi la concentrazione di nitrati, sostanze frequentemente utilizzate nei fertilizzanti chimici. L'applicazione ad hoc che lavora in simbiosi con la periferica sarebbe poi in grado di dire all'utente se la concentrazione riscontrata è "accettabile" o meno. Gli altri tre sensori misurano invece temperatura e umidità ambientale, radiazioni e frequenze elettromagnetiche. Il kit, si legge sul sito web, dovrebbe essere disponibile a dicembre per un poco più di 200 dollari.
ansa

Spagna, record di turisti per la 'Tomatina'

Oltre 50mila persone si sono lanciate 120 tonnellate di pomodori alla tradizionale festa della 'Tomatina', che si celebra ogni anno a Bunol, vicino a Valencia.
C'é stato un record di presenze, con oltre 10.000 persone in rispetto alle scorse edizioni e nessun incidente, se si escludono gli 8 contusi lievi medicati dai servizi sanitari, secondo il bilancio del portavoce del municipio, Rafael Perez.
La festa è cominciata intorno alle 11,30, con mezz'ora di ritardo sul previsto, quanto è arrivato il primo camion carico di pomodori.
Turisti provenienti da Giappone, Corea del Sud, Canada o Nuova Zelanda, assieme ai tanti europei, alcuni mascherati da chef o da conigliette di Playboy, molti con occhiali da sub per proteggere gli occhi dal succo di pomodoro, hanno cominciato la battaglia con l' 'oro rosso' di Bunol.
ansa

A Roma i migliori campeggi low cost

Roma si conferma la meta ideale per coloro che vogliono approfittare di questo scorcio d'estate puntando su sistemazioni più economiche come, ad esempio, il campeggio. A sostenerlo è il quotidiano spagnolo El Mundo che, in un ampio speciale dedicato al tema, stila una classifica dei migliori camping low cost del mondo, piazzando la capitale italiana al primo posto. A riportare la notizia è l'Osservatorio della stampa estera 'Nathan il saggio' dell'agenzia di Klaus Davi. "Il Plus Camping Roma, a soli quindici minuti dal centro, offre la possibilità di scegliere tra case mobili miste a bungalow privati, senza dimenticare le comode tende che rappresentano l'opzione più richiesta - scrive El Mundo -. L'ambiente conviviale e il paesaggio di questo campeggio sono tra i punti di forza di questo luogo adatto a tutti i gusti. Oltre a organizzare grigliate, feste tematiche e proiezioni cinematografiche all'aria aperta dispone anche di una grande Jacuzzi, di una piscina, una discoteca e un ristorante dove godere delle tante specialità locali. Roma si conferma regina dell'estate, sempre secondo il quotidiano spagnolo, sbaragliando la concorrenza di luoghi come Naoussa (Grecia), Valencia (Spagna), Edimburgo (Scozia), Tomar (Portogallo) e soprattutto mandando al tappeto pesi massimi come lo Yucatan (Messico) e il paradiso naturale del Malaleuca in Australia.
ansa

Eco-vacanze appollaiati su un albero. Dal Canada alla Francia, le soluzioni più sostenibili secondo National Geographic

Il Tree Hotel in Svezia (Foto: Tree Hotel)
Rilassarsi in vacanza sospesi per aria e vivere per un periodo più o meno breve appollaiati su un albero: i tree hotel, gli alberghi sugli alberi, proliferano in tutto il mondo e cercano di differenziarsi l'uno dall'altro per proporsi come soluzione di soggiorno alternativa agli occhi di potenziali ospiti. C'è chi punta sull'originalità o l'esclusività della costruzione e chi su un impatto ambientale ridotto al minimo.

Dal Canada alla Francia, sono diverse le 'tree houses' che fanno dell'eco-sostenibilità il proprio tratto distintivo. Ha individuato
le più "verdi" al mondo National Geographic che ha stilato una sua classifica di "top 5". Si tratta non già di semplici bungalow sospesi fra i rami, ma di vere e proprie abitazioni, spesso opera di designer affermati, realizzate tenendo conto del loro impatto sull'ambiente circostante.

La
Kafrissen Treehouse a Perth, nell'Ontario, è stata costruita con legname riciclato, recuperato da amici e vicini, dai rami degli alberi caduti durante temporali. La casa, disponibile per l'affitto, può ospitare sei persone, ha un bar al chiuso, una doccia esterna, cucina e una stufa a legna per il riscaldamento. La Enchanted Forest, nella campagna inglese di Hertfordshire, ha una porta e una stanza segreta, sogno di tutti i bambini. La compagnia che l'ha realizzata include nel design delle sue opere riscaldamento idrico a energia solare, sistemi di raccolta dell'acqua piovana e servizi igienici di compostaggio. In Francia, la Cabane de Lyon è una casa sull'albero di lusso costruita utilizzando solo materiali riciclati e naturali, come le piume d'anatra per l'isolamento delle pareti. Dotata di sala conferenze con WiFi e aria condizionata, può ospitare fino a 40 persone all'interno e 300 per cocktail all'esterno. Le Free Spirit Spheres a Vancouver Island, British Columbia, sono ispirate al recupero degli spazi delle cabine delle navi: per la loro realizzazione, assicurano i costruttori, non è stata versata nemmeno una goccia di calcestruzzo sugli alberi e nessun ramo è stato tagliato.

Chi punta ancora più in alto può sempre farsi costruire un'eco-casa sugli alberi su misura da uno specialista del settore. Come la
Lantern House di Santa Monica, in California, sospesa in mezzo a tre alberi di eucalipto. A pensarla è stato Roderick Romero, designer specializzato in tree houses che ha disegnato anche quelle di alcune star come Sting e Val Kilmer. Per la casa di Santa Monica ha utilizzato il 99% dei materiali riciclati e per una vetrata ha sfruttato un cimelio recuperato da un vecchio set cinematografico.

Oltre alle segnalazioni del magazine americano si possono trovare anche altre soluzioni di questo tipo, sempre più "verdi". Il
Tree Hotel svedese di Harads è aperto anche d'inverno, nonostante la temperatura esterna possa scendere fino a -30°C: ciascuno degli ambienti è dotato di un sistema di riscaldamento elettrico a pavimento, alimentato da una risorsa rinnovabile. In Italia esiste un intero villaggio sugli alberi, realizzato in Friuli Venezia Giulia, a Claut in Valcellina: circondato da un bosco di pini, abeti, larici e faggi, ospita alcune casette costruite completamente in legno a 2-4 metri d'altezza. Non solo si può visitare nell'ottica di una giornata-avventura, ma è possibile anche pernottarvi con sacco a pelo.
ansa