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Aumentano i viaggi degli spagnoli: in I trimestre spesa a +25%



Gli spagnoli viaggiano e spendono di più per il turismo: hanno realizzato almeno 40,6 milioni di viaggi nel primo trimestre dell’anno, pari a un aumento del 15% rispetto allo stesso periodo del 2023, con una spesa superiore agli 11,6 milioni di euro, aumentata del 25,4%.
Secondo i dati diffusi oggi dall’Istituto nazionale di Statistica (Ine), i viaggi degli spagnoli nel territorio nazionale sono aumentati da gennaio a marzo del 13,7%, mentre quelli all’estero del 26,2%. Il trend positivo riguarda i viaggi per tempo libero, turismo e vacanze, incrementati del 24%, mentre quelli realizzati per affari o motivi professionali sono diminuiti del 14,2%.

travelnostop.com

Nel 2023 i viaggi outbound crescono a doppia cifra. Spagna la più visitata

 

Crescita a doppia cifra per i viaggi outbound nel 2023. Un altro grande passo avanti verso il ritorno ai livelli del 2019. E’ quanto emerge dal World Travel Monitor® di Ipk, per Itb Berlin. Numeri alla mano, rispetto al 2022, si è trattato di un aumento del 33% e di un -12% rispetto al 2019.

Il motore della crescita

Secondo il report il motore della crescita nel 2023 è stato il ritorno dei viaggi outbound in Asia, con un aumento di oltre il 140% su base annua. Anche se ancora al di sotto dei livelli del 2019 del 37%, ciò ha segnato una significativa tendenza al rialzo.

Rispetto al 2022, i viaggi in uscita in Europa sono aumentati del 18%, in Nord America del 31% e in America Latina del 27%. Nel 2023, il volume dei viaggi in uscita è stato maggiore negli Stati Uniti, seguiti da Germania e Regno Unito. Insieme, i tre principali mercati di origine hanno costituito un terzo del volume globale dei viaggi in uscita lo scorso anno.

La Spagna la più visitata e Dubai la più quotata

Con quasi il 10%, la Spagna è la destinazione più visitata a livello mondiale, seguita dagli Stati Uniti. Il Destination Performance Index (Dpi) di Ipk ha rilevato che Dubai è la destinazione con la valutazione più alta nel 2023. Nel compilare il Dpi, il World Travel Monitor® ha preso in considerazione tutti i viaggi outbound globali dal punto di vista della soddisfazione del viaggio, delle mete consigliabili e del desiderio di tornare. Tra le cinque destinazioni con il punteggio più alto dietro Dubai figurano Maldive, Sudafrica e Abu Dhabi. Austria e Svizzera sono state le destinazioni più votate in Europa.

Sole e spiaggia sono in cima alla lista

Rispetto al 2022, le vacanze come motivo del viaggio hanno ulteriormente migliorato la propria quota di mercato. Nel 2023, tre quarti dei viaggi outbound globali erano per vacanze. All’interno di questo segmento dominano le vacanze al sole e al mare e i soggiorni in città, ciascuno dei quali occupa circa un terzo del mercato. Al terzo posto si sono classificati i viaggi di andata e ritorno. Nel 2023 i fattori principali per una vacanza all’estero sono stati il ​​relax, le visite turistiche, la buona cucina e lo shopping.

Il viaggio aereo principale forma di trasporto

Quanto al mezzo di trasporto, lo scorso anno oltre il 60% dei viaggi in uscita è avvenuto in aereo. A causa dell’aumento dei costi di viaggio, soprattutto in aereo, nel 2023 le spese sono aumentate al di sopra della media, mentre il numero medio di pernottamenti è rimasto stabile attorno a nove.

Alla domanda sugli aspetti migliori e peggiori di un viaggio, i viaggiatori hanno risposto per lo più “rapporto qualità-prezzo”. Altri fattori importanti sono l’alloggio, la ristorazione e l’ambiente naturale locale.

Piena ripresa entro il 2024

Alcune destinazioni e mercati sono già tornati ai livelli del 2019, mentre altri sono nettamente in ritardo. Nel 2023 alcune destinazioni hanno nuovamente sofferto di overtourism. Un terzo degli intervistati ha affermato di ritenere che la propria destinazione fosse sovraffollata. Tuttavia, gli ultimi risultati del World Travel Monitor® – che prevedono le tendenze globali dei viaggi in uscita nei prossimi 12 mesi –  sono positivi e gettano le basi per una piena ripresa in quasi tutti i mercati e segmenti entro la fine del 2024.

guidaviaggi.it

A Valencia, Capitale Verde Europea 2024

 

Nell'anno in cui la Spagna si conferma tra le migliori destinazioni turistiche per chi sceglie la sostenibilità, Valencia ottiene per la prima volta il riconoscimento di 'Capitale Verde Europea'.

Il titolo è stato assegnato dalla Commissione Europea, che riconosce gli sforzi di Valencia per migliorare l'ambiente e la qualità di vita dei cittadini e dei tanti turisti con l'aumento di spazi verdi e di diverse iniziative di mobilità per girare e visitare la città.

 Il ricco programma di eventi, manifestazioni, incontri, dibattiti e progetti, con oltre 400 attività previste per tutto l'anno e che coinvolgeranno tutta la cittadinanza, è un omaggio ai quasi 5 milioni di metri quadrati di verde che occupano la città spagnola tra parchi, giardini, alberi e orti.
    La città è situata in un'enclave privilegiata, affacciata sul Mediterraneo, circondata da La Huerta, 120 km quadrati di frutteti e orti che riforniscono mercati e ristoranti per proposte gastronomiche a km 0, e caratterizzata dalle aree naturali e protette come il parco dell'Albufera, a soli 30 minuti dal centro, oasi per le migliaia di uccelli che frequentano le zone umide ogni anno. E, ancora, il Giardino del Turia, impressionante percorso di 9 km di giardini, spazi sportivi e svago che attraversa la città proprio dove un tempo scorreva il fiume Turia. A questi spazi verdi si aggiungono angoli nascosti per passeggiate romantiche come i giardini di Monforte o nuovi spazi come il parco Centrale, che aggiungerà alla città 230mila metri quadrati di verde. Risalendo il corso del fiume Turia si entra nel parco naturale del Turia, più di 8mila ettari di bosco mediterraneo da esplorare a piedi, in bicicletta o a cavallo. Questi itinerari sono i protagonisti della nuova guida 'Itinerari nel verde di Valencia', un manuale che racchiude gli obiettivi della Capitale Verde Europea di quest'anno, oltre a 4 percorsi nella natura - Rio Verde; Un Centro para compartir; La huerta, el mar y l'Albufera, las despensas de la ciudad; La Esencial - facilmente accessibili a tutti.
    Forte è anche l'impegno della città per una mobilità sostenibile, promuovendo l'uso del trasporto pubblico, della bicicletta, dei monopattini e degli spostamenti a piedi. In città, nei dintorni e in spiaggia ci si muove facilmente con tram e bus o in bicicletta lungo i 160 km di piste ciclabili o all'interno dei 94 km quadrati di zone pedonali, inclusi i nuovi spazi in piazza de la Reina, piazza dell'Ayuntamiento e piazza Brujas tra il Mercato Centrale e La Lonja. La presenza dell'orto attorno alla città consente anche di poter mangiare prodotti a km 0, freschissimi, che si possono trovare nelle bancarelle del Mercato del Grao, il più antico di Valencia, da poco rinnovato, ma anche nei nuovi templi della gastronomia del centro, come il Mercado de la Imprenta o Mercader, nel quartiere di Cabanyal.

ansa.it

Sei Strade del Vino Sicilia al Salone dell’enoturismo in Spagna

 

Un incontro che diventa condivisione di intenti, propositi e visioni comuni. È stato questo, in primis, il senso del viaggio intrapreso dalle Strade del Vino e dei Sapori dell’Etna e del Val di Noto, protagoniste nei giorni scorsi di una degustazione tematica di vini, spumanti e oli di entrambi i territori, organizzata nel Palazzo Vigo di Riposto dalla Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna.

Una collaborazione che proseguirà e, anzi, si amplierà in vista del Salone internazionale dell’enoturismo ‘Fine Wine Tourism Marketplace’, in programma il 13 e 14 marzo a Valladolid in Spagna. Grazie ad un finanziamento dell’Irvo, Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia, sei Strade del Vino e dei Sapori di Sicilia prenderanno parte alla manifestazione per incontrare buyers e tour operator interessati alle proposte enoturistiche ed enogastronomiche dei diversi territori siciliani.

Capofila del progetto Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna, promotore ed interlocutore con l’assessorato regionale all’Agricoltura e con l’Irvo. Coinvolti anche altri cinque territori: Strada del Vino e dei Sapori Val di Noto, Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi, Strada del Vino e dei Sapori di Mazara, Strada del Vino e dei Sapori di Marsala e Strada del Vino e dei Sapori delle Terre Sicane.

“Si tratta di un progetto molto ambizioso che vede per la prima volta partecipare sei Strade del Vino e dei Sapori di Sicilia ad un evento internazionale – spiega Marika Mannino, direttrice della Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna – Porteremo al Salone un catalogo delle proposte turistiche ed enogastronomiche di questi sei territori siciliani, che include una sorta di almanacco con tutte le aziende associate alle rispettive Strade del Vino e dei Sapori con le descrizioni dei servizi che offrono. È la prima volta – prosegue – che viene realizzata un’operazione di comunicazione di questo tipo. In più, anche se si tratta di una fiera di servizi e di promozione di esperienze, porteremo anche dei prodotti, vini ed oli da far degustare al desk in cui accoglieremo i buyers. Ringrazio – conclude Marika Mannino – per questa importante opportunità l’assessorato regionale all’Agricoltura e l’Irvo, che hanno creduto alla bontà del progetto di promozione del territorio”.

‘Fine Wine Tourism Marketplace’, fiera che ogni anno attrae una settantina di agenzie e tour operator provenienti da tutto il mondo, rappresenta una vetrina di eccellenza per promuovere le proposte dei sei territori siciliani. Una scommessa a cui la Regione Siciliana ha subito creduto. “Noi crediamo molto nell’enoturismo perché la Sicilia, con le sue peculiarità, i suoi beni culturali, i suoi beni ambientali, è un palcoscenico molto interessante – spiega Gaetano Aprile, direttore dell’Irvo Sicilia – tanto è vero che moltissime aziende riescono a vendere la propria produzione attraverso questo tipo di attività. E lo riteniamo importante anche in vista del 2025 quando la Sicilia sarà regione per l’enogastronomia a livello europeo. Partecipare a queste fiere è fondamentale per veicolare l’immagine della nostra terra. Su questo stiamo puntando. Alla fiera parteciperanno solo sei Strade del Vino e dei Sapori di Sicilia perché le altre non sono ancora organizzate. Di questo – conclude Aprile – abbiamo parlato anche con l’assessore regionale per far sì che tutti i territori abbiano delle Strade del Vino che funzionano affinché tutto il territorio possa essere in grado di ospitare i visitatori che giungeranno”.

travelnostop.com

Barcellona, rose e libri per la festa di san Giorgio: lato romantico della città catalana e un tour tra le librerie

(di Ida Bini) (ANSA) - BARCELLONA, 19 APR - Il 23 aprile a Barcellona si festeggia il patrono, Sant Jordi, e in città si vive una curiosa tradizione popolare che unisce cultura e romanticismo: per omaggiare la Giornata Internazionale del Libro ci si scambiano rose e libri e si passeggia tra bancarelle e mercatini all'aperto.

In questa giornata di primavera Barcellona offre anche l'occasione di partecipare a tour guidati nei luoghi iconici dei grandi scrittori - da Montalbán a Zafón - che hanno ambientato i propri capolavori in città, e di fare passeggiate tra le tante librerie. Se ne contano più di 300 e oltre 40 sono le biblioteche pubbliche, alcune delle quali con collezioni specializzate, tutte da scoprire.

Le librerie sono piccole, antiche, monumentali e moderne e rispecchiano il volto variegato e ricco della città. Molte di loro ospitano anche bar o ristoranti, come La Central de l'Eixample, nell'omonimo quartiere: è un tempio delle scienze umane con oltre 65mila volumi dedicati all'arte e alle discipline umanistiche. Oppure, sempre nel quartiere Eixample, c'è Laie Pau Claris, una delle prime librerie a unire gastronomia e letteratura, in un ristorante costruito in un appartamento di Barcellona con terrazza interna e una esterna.
    Spostandosi nel quartiere Raval si può entrare ne La Central del Raval, ospitata nella cappella ottocentesca della Misericordia, con più di 80mila libri. È specializzata in discipline umanistiche e ha una caffetteria e un ristorante in giardino. Il Byron, nel quartiere Sant Antoni, è recente ma è già diventata un must nelle passeggiate letterarie: ha un'ampia selezione di volumi per ragazzi e la sua caffetteria green serve prodotti biologici.
    La tradizione letteraria barcellonese vive anche grazie ad alcune librerie centenarie, che raccontano la storia della città e della letteratura e nelle quali si possono trovare pezzi d'antiquariato, tomi fuori catalogo e opere uniche. La più antica è la Llibrería Quera: la quarta generazione della famiglia Quera ha mantenuto intatto lo spirito della libreria, inaugurata nel 1916, conservando gli arredi e i decori a pavimento, aggiungendo però una piccola enoteca nel retro, l'Espai Quera. Questo piccolo emporio nel cuore della Ciutat Vella è specializzato in libri di viaggio e, nello specifico, sulla montagna.
    Appena fuori La Rambla, ha compiuto 100 anni l'anno scorso la Llibrería Pompeia, un minuscolo negozio con robuste travi sul soffitto dalla cui vetrina si possono ammirare libri su scaffali in legno massiccio. E' un posto in cui il tempo sembra essersi fermato in una zona altamente turistica e moderna. Con una forte componente cultural-religiosa c'è poi la Llibrería Balmes, una delle librerie più iconiche di Barcellona, situata nel Palau de la Balmesiana. Aperta nel 1920, questa libreria era originariamente specializzata in libri a tema religioso, ma negli anni ha adattato la sua offerta per un pubblico più vasto, mantenendo comunque un rigoroso criterio nella scelta dei libri proposti. Barcellona è storia, ma è anche innovazione: accanto alle librerie vintage, ci sono numerosi indirizzi nuovi e all'avanguardia. Aperta nell'aprile 2021, la libreria Finestres è chiamata così perché vuole offrire più "finestre" sul mondo, grazie a un'ampia offerta di libri in lingue diverse. È stata concepita come un luogo dove fermarsi a leggere e dispone di una zona con divani e caminetto e un piccolo caffè nel cortile interno. Offre poi un ampio programma di attività e concorsi letterari. Nello stesso anno è stata inaugurata la libreria indipendente Fahrenheit 451, piccola e sempre molto affollata, che offre un ricco programma di presentazioni e attività e che diffonde i libri come mezzo per una proficua interazione sociale.

ansa.it

In Cantabria lungo il cammino Lebaniego, patrimonio Unesco. Al via il Giubileo nel nord della Spagna tra storia e tradizioni

SANTANDER - Il 16 aprile saranno i tre colpi di martello che simboleggiano lo sforzo dei pellegrini ad aprire, come vuole la tradizione, la Puerta del Perdón del monastero di Santo Toribio de Liébana, ai piedi dei Picos de Europa.

Nel nord della Spagna si dà così l'avvio all'evento religioso e culturale più importante della Cantabria: l'Anno Santo Lebaniego. Il Giubileo è soprattutto l'occasione di conoscere una regione ricca di cultura, storia, tradizioni e bellezze naturali.

Il diritto di celebrare l'Anno Giubilare Lebaniego deriva da una bolla di Papa Giulio II del 23 settembre 1512, un periodo indulgenza dei peccati collegato a un percorso di pellegrinaggio. Si celebra ogni volta che la festa di San Toribio cade di domenica, tranne quando il 16 aprile è Pasqua: in quest'ultimo caso l'apertura della Porta Santa viene rimandata di una settimana. Storicamente i fedeli si mettevano in cammino per ammirare un pezzo della croce di Cristo recuperata da Toribio di Astorga in Terra Santa, il "Lignum crucis", reliquia conservata nel monastero di Santo Toribio, per dimensioni più grande di quella custodita a San Pietro in Vaticano. Per ottenere l'indulgenza dai peccati, il pellegrino recita un Padrenostro, un Credo e una orazione per il Papa, deve confessarsi e assistere alla Messa del Pellegrino che si tiene tutti i giorni alle 12, durante l'Anno Santo, al monastero francescano di San Toribio. Un altro modo di celebrare l'Anno Santo Lebaniego, e sicuramente il più diffuso, è quello di percorrere l'omonimo Cammino, patrimonio Unesco, che offre al pellegrino - "cruceno", pellegrino della Croce - un percorso attraverso siti archeologici e naturali di grande bellezza. Il Cammino misura 72 chilometri e parte da San Vicente de la Barquera, antico borgo di pescatori lungo la costa; prosegue poi lungo piccole zone rurali ricche di tradizioni e di gioielli culturali come la chiesa gotica di Santa María de los Ángeles, il castello di San Vicente, la villa de Potes, la chiesa di Santa Juliana a Lafuente e quella di Santa María de Lebeña. Il tragitto termina al monastero di Santo Toribio de Liébana, dove si ammira il Lignum Crucis. Rispetto alle altre vie di pellegrinaggio, il cammino Lebaniego è soprattutto un percorso naturale tra i più belli della Spagna per i 6 spazi protetti, gli ecosistemi e i paesaggi che attraversa. Tra questi magnifici scenari naturali spiccano il Desfiladero de la Hermida, un profondo canyon di 21 chilometri, il più lungo del Paese; e un bosco di oltre 200 castagni secolari tra le località di Pendes e Cabañes. Come ogni Anno Santo, il Governo di Cantabria organizza una serie di attività religiose e culturali per sottolineare l'importanza storica, sociale e politica del territorio di Liébana, che ha come punto di riferimento il monastero di Santo Toribio. Si può assistere ad antiche tradizioni e a feste popolari come l'antico carnevale rurale di Piasca, chiamato "Andruído", di origine preromanica, che richiama i rituali dei fieri guerrieri cantabrici; o la processione della Santuca, nel mese di maggio, quando una statua della Vergine Maria viene portata in processione da Aniezo, a 15 chilometri di distanza.
    Un'altra attrattiva del Cammino è la gastronomia regionale, considerata una delle migliori di Spagna: dal pesce del Mar Cantabrico alla carne saporita, dai formaggi alle verdure e a piatti unici come il "cocido lebaniego" a base di ceci e il "montañés", a base di fagioli bianchi.
    In realtà la Cantabria è attraversata da un altro famoso cammino: quello di Santiago del Nord. La regione spagnola è l'unica nel mondo cristiano ad aver due vie di pellegrinaggio, patrimonio dell'Umanità, ognuno con il proprio anno giubilare che risale al Medioevo. Per chi fa il Cammino di Santiago, la visita al monastero di Santo Toribio è una piccola deviazione e una tappa obbligata: si esce a Muñorrodero, a 12 chilometri da San Vicente de la Barquera, e da lì, 3 tappe sono sufficienti per raggiungere Liébana.
    Per maggiori informazioni: spain.info (ANSA).

in ansa.it

(Segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci - turismoculturale@yahoo.it)

Italia è una meta giovanile. Dati Enit


Sono 5,8 milioni le presenze spagnole negli esercizi ricettivi italiani (+1,8% nel 2019 sul 2018). Le regioni maggiormente coinvolte dai flussi turistici sono: Lazio con 1,5 milioni di notti (+1,2% sul 2018), Veneto 872 mila (+2,9%) e Toscana con 838 mila (-4,8%). Le 3 destinazioni insieme rappresentano il 55,6% delle presenze totali. Gli alberghi ospitano il 70,5% della clientela dalla Spagna: oltre 4 milioni di pernottamenti (+1,1% sul 2018). Negli esercizi extra-alberghieri l’aumento più alto (+3,6%). Presenze negli esercizi ricettivi per Regione di destinazione Rank '19 Regione 2018 2019 Var. % 19/18. La spesa turistica dei viaggiatori spagnoli in Italia ammonta a circa 1,7 miliardi di euro. La sistemazione preferita è quella alberghiera e in villaggio turistico: 647 milioni di euro (-3,9% sul 2018), ossia il 38,7% del totale. Segue l’ospitalità di parenti e amici con 338 milioni di euro e il 20,2% di incidenza (+26,3%) e gli agriturismo con i B&B per 274 milioni di euro (+10,2%) ed una quota parte del 16,4% sul totale. La spesa media per notte è di 74,4 euro per una durata del viaggio di 6,8 notti. La tipologia di vacanza prescelta è quella culturale, rappresenta il 38,5% della spesa dei viaggiatori spagnoli in Italia con 644 milioni di euro (+3,0%). Aumenti considerevoli per la vacanza enogastronomica (20,8 milioni di euro, +41,8% sul 2018), green (16 milioni di euro, +133,1%) e sportiva (5 milioni di euro, +67,1%). I viaggiatori spagnoli in Italia hanno perlopiù un’età compresa tra i 25 e 34 anni (circa il 35,0%). Il mercato Mice è incredibilmente importante per la ripresa del turismo in Italia che è stato duramente colpito da Covid. La spesa complessiva dei viaggiatori dall'estero in Italia per motivi di lavoro è stata di oltre 5,8 miliardi di euro nel 2019, in crescita del 5% rispetto al 2018. Scienze mediche (17%), tecnologia (15%) e scienze (13% ) sono i tre temi di incontro internazionali più apprezzati che ci portano a concentrarci sull'innovazione nel settore MICE proiettandolo sul futuro" commenta il Presidente Enit Giorgio Palmucci.


Fonte: Enit
(Segnalazione Web a cura di Giuseppe Serrone)




Turismo notizie da Enit Spagna

Workshop MICE in Barcellona
Nell’ambito della Fiera IBTM, una delle più importanti manifestazioni meeting e incentive d'Europa (Barcellona 19 -21 novembre), l’ENIT Madrid ha organizzato il 18 novembre preso una venue di lusso della città, con grande successo un workshop MICE “Workshop destinazione MICE” nel quale erano presenti 50 rappresentanti dell’offerta italiana, DMC, Convention Bureau e Venues che hanno avuto l'opportunità di incontrare circa 160  buyer sia del mercato spagnolo che di altri mercati di tutto mondo.

Italia alla fiera IBTM di Barcellona
ENIT presente a Barcellona dal 19 al 21 novembre alla IBTM World, una delle più importanti fiere meeting e incentive dell'Europa. Lo stand Italia, di 539 mq, ha ospitato 77 imprese tra Convention Bureau, Visioirs Bureaux, Conference Venues, DMC e Hotel che durante tre giorni hanno avuto l'opportunità di incontrare numerosi buyer internazionali.

Campagna MICE sulle riviste di settore spagnole
ENIT Madrid ha lanciato una campagna pubblicitaria digitale e cartacea sulle sei riviste più importanti del settore MICE della Spagna in occasione di IBTM World.

Campagna Pubblicitaria sui bus di Barcellona
In occasione della Fiera, l'ENIT ha allestito la campagna ”Live the beauty, you are in Italy” sui bus che collegano l’aeroporto della città di barcellona con la città e con la campagna MICE "Italia, let's meet here" sui bus dal centro di Barcellona alla fiera in Hospitalet de Llobregat.

Campagna pubblicitaria negli aeroporti di Madrid e Barcellona
Dal 1 novembre al 31 dicembre l’Italia sarà presente con una grand campagna pubblicitaria  ”Live the beauty, you are in Italy” all’interno dell’aeroporto di Madrid  con  circa di 58 millioni di passageri/anno  e di Barcellona con 51 millioni. La campagna a Madrid sará presente con 91 Mupi digitali nelle 4 terminals T1, T2, T3 e T4 con uno spot di 10 secondi in carosello con un massimo di 4 annuncianti; Lightbox nella sala di riconsegna bagagli e 2 videowalls  nella sala di arrivi T4  e a Barcellona con 42 Mupi nell’aerea di arrivi T1 e T2, 14 schermi luminosi nella sala di bagagli, Lightbos nel corredoio No Shengen e  videowalls nella sala arrivi. La campagna nell’aeroporto della città di Barcellona coincide con la Fiera IBTM World e la campagna a Madrid con il vértice ONU sul clima che si terrà dal 2 al 13 dicembre e dove si prevede l’arrivo oltre 25mila persone.

Enit all’Ibtm di Barcellona tra workshop, flash mob e photobooth




Gli spagnoli spendono una fortuna in Italia, ben 1 miliardo e mezzo l’anno con picchi in Lazio, Lombardia, Veneto e Sicilia. E la spesa degli spagnoli non arresta a crescere e anzi aumenta del +15,8% nel 2018 sul 2017. Il Bel Paese è in capo alle loro scelte: all’ottavo posto tra le mete scelte dagli spagnoli nel mondo. E continua l’impennata dei fan spagnoli della penisola con presenze in aumento del 10%. Soprattutto al Sud Italia, tra cui Napoli, dove soggiornano fino a oltre 12 giorni. I visitatori dalla Spagna amano stare comodi e nel 71% dei casi prediligono hotel e villaggi a sistemazioni extralberghiere. In queste strutture ricettive si concentra il 44,2% della loro spesa turistica. Segue l’ospitalità di parenti e amici con una quota parte del 17,6% sul totale.

I dati sono stati resi noti dall’Enit-Agenzia Nazionale del Turismo in vista dell’Ibtm di Barcellona, da domani, martedì 19 a giovedì 21 novembre, in cui l’Ente ha organizzato appuntamenti di networking di confronto, health breakfast per promuovere l’enogastronomia italiana, photobooth per immersioni nelle atmosfere italiane e un flash mob in stile veneziano al The Imperial Barcellona con ambientazioni di corte in occasione del workshop indetto dall’Agenzia Nazionale del Turismo che farà incontrare 50 aziende italiane con oltre 200 buyers spagnoli per una full immersion nel mood italiano.

travelnonstop.com

ENIT PROMUOVE L´ITALIA COME DESTINAZIONE MICE IN SPAGNA


ENIT è stata invitata dal Gruppo Evento Plus, azienda leader del settore MICE in Spagna, a prendere parte con un proprio spazio espositivo al workshop MICE “Meeting & Incentive Summit” svoltosi il 20 Marzo a Madrid. E' stata un'occasione per promuovere la destinazione Italia incontrando oltre 40 buyer spagnoli, rappresentanti delle principali incentive house, delle agenzie eventi e corporate che hanno confermato il grande interesse per il nostro Paese. La presenza di ENIT si inserisce nella più ampia iniziativa che vedrà l’Italia consegnare il prestigioso Award 2019 del Gruppo Evento Plus nella categoria Destinazione Internazionale per il settore MICE nel mese di luglio. Per maggiori info scrivere a info.mice@enit.it e madrid@enit.it
fonte: Enit - segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone Turismo Culturale

Enit: i russi amano l'Italia, sorpassata la Spagna

 © ANSA


 I russi amano l'Italia: se i viaggi verso l'estero di questi turisti, big spender e amanti dello shopping e del lusso, sono cresciuti del 33,7%, guadagnano ben il +67% quelli verso l'Italia che raggiunge il podio al terzo posto dopo Turchia e Thailandia con 804 mila viaggi (+19% sul 2017), superando i 780 mila della Spagna. La propensione a spendere fa scegliere esercizi alberghieri nell'80,6% dei casi e non si accontentano: il 45% si orienta sull'extra lusso. Per questo l'Enit, Agenzia Nazionale del Turismo, sarà presente con uno stand di circa 800 metri quadrati alla Mitt di Mosca (da domani al 14 marzo 2019), la fiera B2b numero uno per il mercato turistico russo. Coinvolte le Regioni Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto e oltre 200 aziende turistiche.
ansa
   

Primavera Sound, il 30 maggio torna il miglior festival musicale europeo

Centinaia di artisti, su 20 palchi, dal 30 maggio saranno protagonisti a Barcellona di un festival da 200mila persone, con una forte presenza italiana. Per la 18esima edizione spazio anche alla ga-stronomia gourmet ed attenzione al tema delle violenze sessuali, con la campagna 'No Callem'
Sembra non conoscere soste la crescita qualitativa e di offerta del Primavera Sound, il festival che si terrà a Barcellona dal 30 maggio al 2 giugno, la cui proposta musicale è ormai senza eguali in Europa, grazie a nomi come Bjork, Nick Cave, Arctic Monkeys, Jane Birkin (si, proprio la musa di Serge Gainsbourg), Lorde e decine di artisti di ogni tipo. Forti delle 200mila presenze dello scorso anno, con una grossa fetta di pubblico proveniente dall'Italia, il festival catalano sta diventando un modello sotto molti aspetti: per gli amanti della musica è l'annuale appuntamento fisso il cui biglietto si acquista a scatola chiusa; per Barcellona è una risorsa economica, perché durante i giorni della manifestazione la città vede crescere esponenzialmente il numero dei turisti; per chi opera nel settore dell'intrattenimento musicale Primavera Sound presenta un esempio di business pressoché perfetto, che unisce grandi numeri e qualità. Ma andiamo per gradi.
Quest'anno i palchi all'interno del Parc del Fòrum, la struttura sul mare che ospita gran parte dei concerti, saranno 14, a cui vanno aggiunti i 3 stage 'cittadini', allestiti al Barrio Raval, e gli altri 3 nei club. Il programma è talmente ampio ed eterogeneo che ognuno può seguire il proprio Primavera: chi ama l'hip hop andrà ai live di Asap Rocky, dei Migos o di Tyler, The Creator; chi vuole sonorità più rock seguirà i National o The War on Drugs; chi ama i suoni elettronici potrà perdersi in una sorta di festival nel festival, il Primavera Bits, dedicato solo a questo genere. E poi ancora: in scena ci saranno artisti senza tempo come la Birkin e sua figlia Charlotte Gainsbourg, concerti inediti come quello degli autori della colonna sonora della serie tv cult di Netflix 'Stranger Things', icone 'indie' come Grizzly Bear e Beach House e band storiche come i maestri dello shoegaze Slowdive e la moderna psichedelia degli Spiritualized.
Alla cura per la ricerca musicale il Primavera quest'anno aggiunge altri tasselli che mostrano l'at-tenzione degli organizzatori verso il pubblico: si inaugura lo spazio gourmet 'Primmmavera', dedi-cato alla gastronomia di qualità e accessibile su prenotazione, e da questa edizione il 'truck food' sarà curato dai migliori ristoranti di Barcellona. C'è poi l'importante adesione alla campagna 'No Callem', protocollo d'azione contro le molestie sessuali, attento alla sensibilità LGBT e presente al Parc del Forum con un punto informativo a cui chiedere informazioni e denunciare comportamenti violenti. Infine, il Primavera Pro, evento collaterale dedicato agli addetti ai lavori con conferenze, workshop, concerti. Per capire la portata del fenomeno Primavera Sound, ANSA ha intervistato Marta Pallarès, a capo della comunicazione internazionale della festival.

Quali sono i numeri del Primavera Sound “L'anno scorso abbiamo avuto più di 200.000 parteci-panti provenienti da oltre 125 paesi. Per questa 18esima edizione accoglieremo più di 60.000 per-sone al giorno al Parc del Fòrum, con uno staff di di 5.000 persone per quasi 250 spettacoli nei tre giorni principali del festival”.

Qual è la percentuale di pubblico italiano? “È uno dei nostri principali pubblici internazionali. La metà dei nostri partecipanti proviene dall'estero, l'altra metà dalla Spagna. L'Italia è il nostro se-condo mercato internazionale: gli italiani sono cresciuti del 133% dal 2014, provengono principal-mente da Milano e da Roma, anche se l'Italia è il paese in cui i partecipanti si distribuiscono meglio sul territorio e non solo su poche città”.

Quanto influisce il festival sull'economia turistica di Barcellona? “Durante il Primavera Sound la città ha un impatto positivo, grazie al nostro pubblico che dà vita ad un turismo di grande qualità. Durante l'intera settimana tutta Barcellona percepisce l'atmosfera del festival ed è per questo che intendiamo continuare a offrire spettacoli gratuiti e rendere la musica disponibile in tutta la città, non solo al Parc del Fòrum (come i numerosi concerti che si tengono nel quartiere Raval, ndr)”.

Grazie al Primavera Sound e al Sonar (festival dedicato alla musica elettronica che si tiene a metà giugno) oggi Barcellona è diventata un riferimento mondiale per gli amanti della musi-ca. “Barcellona è sempre stata una grande città culturale ma avere due importanti eventi musicali di questo calibro ha ovviamente segnato la 'mappa' del turismo musicale”.

Nel corso degli anni avete portato al Primavera praticamente tutti gli artisti in circolazione. Chi c'è ancora nella vostra 'lista dei desideri'? “Ci piace pensare al programma nel suo com-plesso, ecco perché riveliamo sempre il programma completo e non i singoli nomi, perché tutti gli artisti per noi sono importanti. Personalmente – aggiunge Pallares - pregherei per avere Ennio Morricone all'Auditori del Fòrum: le sue esibizioni sono spettacolari”.

Primavera Sound è da sempre interessato agli artisti italiani: quest'anno ci sono Cesare Basile e Donato Dozzy e tre gruppi al Primavera Pro. “L'Italia è da sempre presente al Prima-vera Pro, e ha contribuito con diversi gruppi interessanti al programma che mostrano la qualità della vostra scena musicale”.

Quale sarà l'evoluzione del Primavera Sound? “Siamo sempre interessati a crescere, tanto che nel 2011 è partita l'edizione di Primavera Sound a Porto, in Portogallo, al Parque da Cidade, un luogo meraviglioso immerso nel verde. Non sappiamo come si evolveranno gli scenari musicali nei prossimi anni ma posso dire che non abbiamo intenzione di fermarci”.
Info: www.primaverasound.com
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Palma di Maiorca vieterà affitto appartamenti a turisti

Palma di Maiorca vieterà affitto appartamenti a turisti iStock. © Ansa

PALMA DI MAIORCA - L'amministrazione comunale di Palma di Maiorca, la molto turistica capitale delle Baleari, oggi ha annunciato che intende vietare da luglio ai proprietari di appartamenti in case plurifamiliari di affittarli ai turisti.
    La misura è stata decisa dalla giunta Ps-Podemos in risposta alle crescenti proteste degli abitanti contro la 'invasione turistica' della città. Sarà il primo provvedimento di questo tipo in Spagna.
    Secondo il sindaco Antoni Noguera la misura "farà tendenza". Proteste contro gli eccessi del turismo sono state registrate anche a Barcellona e Madrid.
   
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Turismo: Spagna al top competitività, Italia ottava

di Angela Majoli

La Spagna guida per la prima volta la classifica biennale del World Economic Forum (Wef) relativa alla competitività dei Paesi nel settore viaggi e turismo. Balzo avanti per l'Italia, che dal 26/o posto dell'ultima rilevazione sale all'ottavo. Completano il podio la Francia, seconda, e la Germania, al terzo posto.

    Lo studio, che mette in fila 141 Paesi in tutto il mondo in base a 14 parametri, misurando l'attrattività e la capacità di offrire vantaggi economici e sociali attraverso il settore viaggi e turismo, premia la Spagna (in particolare per livello di risorse culturali, capacità di promozione online, eccellenza delle infrastrutture) e vede, dopo Francia e Germania, gli Stati Uniti al quarto posto, seguiti da Gran Bretagna, Svizzera (che era leader nella classifica di due anni fa), Australia, Italia, Giappone e Canada. L'Europa continua dunque a dominare, con sei Paesi tra i primi dieci.

L'Italia, in particolare, registra gli indici più alti sul fronte infrastrutture (6.66), risorse culturali, viaggi di lavoro (6.51), mentre ha un punteggio più basso per la competitività dei prezzi (3.49). Nelle prime 30 posizioni si collocano mercati emergenti come la Cina (17/a) e il Brasile (28/o), mentre Russia, Sudafrica e India occupano rispettivamente il 45/o, 50/o e 52/o posto. Il Sud Est Asiatico vede al top Singapore (in 11/a posizione), mentre per l'area Medio Oriente-Nord Africa a piazzarsi meglio sono gli Emirati Arabi (in 24/a posizione).

    "La varietà che si riflette nelle prime trenta posizioni dimostra che un Paese non deve essere necessariamente ricco per avere un settore turistico florido", commenta Roberto Crotti, economista del World Economic Forum. "Ma molti Paesi dovrebbero fare di più per affrontare le sfide del settore viaggi e turismo, sul fronte dei visti, di una migliore promozione del patrimonio culturale, della tutela dell'ambiente e dell'Ict.
    Tutto questo a sua volta sosterrebbe la crescita economica e la creazione di posti di lavoro".
   
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Dagli Arabi a Calatrava, la terza città di Spagna è un crogiolo di stili e di culture. Fruibile tutto l'anno e con ogni mezzo di locomozione, bici inclusa

Valencia è conosciuta in tutto il mondo per la paella e la festa delle "Fallas", ma è una città caleidoscopica che offre infinite opportunità, esperienze e svaghi. Valencia non è solo mare: è cultura, storia e tradizione. Il continuo accostamento di monumenti storici e resti romani a costruzioni dal design all'avanguardia del nuovo millennio è insieme destabilizzante e attraente. Ed è proprio questa la caratteristica principale della città. Poi, si gira tutta in bicicletta. Nonostante le dimensioni ridotte, Valencia è ricca di attrazioni e posti da vedere. Chi ha più di un weekend, si può spingere anche più lontano come al Parco dell'Albufera, meta selvaggia e a pieno contatto con la natura, oppure a Sagunto, famosa per i suoi reperti archeologici di epoca romana. 

La storia. È la terza città della Spagna per numero di abitanti dopo Madrid e Barcellona, nonché capoluogo della comunità autonoma cui dà il nome. Un tempo era la porta del Paese sul Mediterraneo. Fondata dai romani, la città è stata dominata da visigoti, arabi, aragonesi e, con le loro culture, hanno lasciato tracce indelebili nell'architettura di Valencia. Oggi, infatti, la città si mostra come un unico concentrato di tradizioni mediterranee. La cattedrale e il municipio sono esempio dello stile elaborato mentre gli edifici più recenti, inclusa la Città dell'Arte e della Scienza progettata da Santiago Calatrava, provano che Valencia non è rimasta ferma nel passato. C'è da dire poi, che i valenciani sono fieri della loro autonomia e parlano un dialetto a sé: il valenciano, appunto, simile al catalano. Questo potrebbe destare qualche perplessità nel vedere che i nomi riportati sulle strade non sono gli stessi delle mappe, ma gli abitanti sono sempre ben felici di dare informazioni.

Cosa vedere. Nel quartiere arabo, proprio di fronte al mercato, si trova la Borsa della Seta, diventata Patrimonio dell'Umanità. Costruita nel XV secolo, è il monumento gotico per eccellenza a Valencia e uno dei più belli al livello europeo. Consta di sei parti: il salone delle colonne, la torre, la cappella, il cortile degli aranci, la sala del consolato del mare e le prigioni. Possenti colonne elicoidali alte 16 metri costituiscono il vero spettacolo architettonico della struttura. Spostandosi a plaza de la Reina c'è la cattedrale con il suo Miguelete, il campanile dove si può vedere tutta la città dall'alto. All'interno della chiesa, una calda luce è filtrata dalle finestre di alabastro e le navate sono circondate da cappelle private, una delle quali era dei Borgia. Da oltre mille anni, la cattedrale è sede del Tribunale delle Acque che, ogni giovedì mattina, giudica ed emette sentenze per contenziosi tra agricoltori. Il rito è chiamato "Vega de Valencia" e dal 2009 fa parte del Patrimonio Immateriale dell'Unesco. Vicino alla cattedrale, il centro archeologico dell'Almoina permette di visitare Valencia sotterranea. Terme, fori e portici dell'antica città romana s'intrecciano con strutture visigote e arabe.
viaggi.repubblica.it

A Siviglia per la Biennale di flamenco Musica, danza e moda fino al 30 settembre nel capoluogo andaluso


(Di Ida Bini) Torna a Siviglia la Biennale del flamenco (www.bienal-flamenco.org), la più importante manifestazione dedicata all’arte, alla musica, al canto e alla cultura gitana, che fino al 30 settembre coinvolge il capoluogo andaluso con concerti, convegni e spettacoli. Settanta sono gli eventi di quest’anno - per lo più gratuiti o a prezzi contenuti – che si svolgono nei teatri e nei classici luoghi consacrati all’arte del ballo andaluso per eccellenza - il teatro Alameda, il teatro Lope de Vega, il teatro de la Maestranza, l’auditorio Rocío Jurado e il cortile del Museo del flamenco – ma anche per le strade e nei tablaos (i locali) dei quartieri gitani di Santa Cruz e di Triana. Ovunque in città si respira flamenco: per strada e nei locali si improvvisano balli, si suona e si fa musica mentre le vetrine dei negozi abbondano di ventagli e abiti a pois bianchi e rossi. L’atmosfera che si respira in questi giorni è elettrizzante, proprio come in occasione della feria de abril, tra aprile e maggio, l’altro grande appuntamento festaiolo con il mondo flamenco a Siviglia, quando si indossano gli abiti tradizionali, si va a cavallo, si danza e si chiacchiera al fresco sorseggiando rebujitos (vino manzanilla e gazzosa) o tintos de verano (vino rosso con gazzosa) e condividendo emozioni. La Biennale è un’ottima occasione di visitare la città andalusa, che in questo periodo regala ancora lunghe giornate calde e soleggiate, e di avvicinarsi al mondo del flamenco, che è uno stile di vita, un modo di appartenere a un popolo, un’arte che l’Unesco ha deciso di inserire tra i beni immateriali dell’umanità. L’origine del flamenco risale all’inizio del Quattrocento quando la popolazione gitana, perseguitata in Asia e in Africa, si rifugiò nel sud della Spagna, portando con sé la propria cultura e, in particolare, il ballo kathak, molto simile al flamenco dove i piedi davano il ritmo e le braccia e le mani si muovevano in armonia e con eleganza. I nomadi, però, non si integrarono nel Paese e nei loro canti lamentavano le ingiustizie subite; ancora oggi, infatti, i testi delle poesie trasformate in canti traboccano di lamenti, di malinconia e di dolore. Fu solo nell’Ottocento che nacque il flamenco (dall’arabo felag, contadino, e mengu, fuggitivo) come lo conosciamo oggi: era il 1860 e in un caffè del quartiere Triana i sivigliani poterono assistere ai canti di El Fillo che raccontava in musica le gesta del torero Paquito; il riconoscimento ufficiale arrivò più tardi, nel 1922, dall’unione artistica del musicista Manuel de Falla e del grande poeta Federico García Lorca. Ancora oggi Triana, il vero quartiere gitano, è al centro di peñas (luoghi d’incontro), dove si fa il flamenco più puro, incontaminato, e delle migliori scuole di flamenco della città; qui si trovano i locali tradizionali, dove si fanno interminabili file per assistere agli spettacoli, ma anche negozi di abbigliamento flamenco e di strumenti musicali, tutti rigorosamente di manifattura artigianale. Anche il centralissimo quartiere di Santa Cruz, il vecchio centro ebraico dietro le mura dell’Alcazar, ospita locali prestigiosi e storiche botteghe. Lungo le loro vie lunghe e strette, le piazze e i piccoli cortili ben curati si fa shopping da Menkes o da Calzados Mayo per le tradizionali scarpe da ballo e da María Rosa per i vestiti, confezionati anche su misura, o da Valeriano Bernal e da Compas Sur per acquistare strumenti, spartiti e dischi. Da qualche anno, ormai, il flamenco è entrato anche nell’alta moda: gli abiti da ballo non si trovano più soltanto negli armadi degli andalusi che li indossano alle tante ferias locali ma si possono ammirare anche alle sfilate di famose stiliste di moda flamenca come Pilar Vera, Luchi Cabrera, Angela Campos, Paloma Contreras, Seba Ramirez o la veterana Aurora Gaviño. L’elenco dei locali dove ascoltare flamenco è lunghissimo e molti rientrano nei classici giri turistici delle città, come il Tablao de los Gallos, dove da 45 anni si esibiscono i migliori ballerini e musicisti di Spagna; El Arenal, il più antico della città in un edificio del XVII secolo, dove si ballano le sevillanas, ballo locale che fa parte del flamenco; Patio Sevillano, popolare, vicino al ponte Tiana; Casa Palacio Monasterio, che propone ogni mercoledì ottimi spettacoli. In realtà nella maggiori parte dei bar e delle taverne del centro si fa ottima musica e si balla in spettacoli spesso improvvisati, come al mitico Chiringuito e nella Taberna Patanegra, in pieno centro. Oltre a questi quartieri ci sono anche il barrio Polígono Sur, dove si sono trasferite molte famiglie gitane che hanno aperto scuole e locali, e la zona della Feria dove si trova il Corralones de Castellar, ex fabbrica trasformata in laboratorio, scuola e studio dell’arte flamenca. 
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Spagna, record di turisti per la 'Tomatina'

Oltre 50mila persone si sono lanciate 120 tonnellate di pomodori alla tradizionale festa della 'Tomatina', che si celebra ogni anno a Bunol, vicino a Valencia.
C'é stato un record di presenze, con oltre 10.000 persone in rispetto alle scorse edizioni e nessun incidente, se si escludono gli 8 contusi lievi medicati dai servizi sanitari, secondo il bilancio del portavoce del municipio, Rafael Perez.
La festa è cominciata intorno alle 11,30, con mezz'ora di ritardo sul previsto, quanto è arrivato il primo camion carico di pomodori.
Turisti provenienti da Giappone, Corea del Sud, Canada o Nuova Zelanda, assieme ai tanti europei, alcuni mascherati da chef o da conigliette di Playboy, molti con occhiali da sub per proteggere gli occhi dal succo di pomodoro, hanno cominciato la battaglia con l' 'oro rosso' di Bunol.
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