SS24

Febbio, meta turistica per utenza diversa. Tante le offerte proposte fra trekking, bici e ristorazione


ReggioNelWeb.it 19/8/2014
Grazie a questi mesi di attesa c'è stato un vero e proprio boom, sia sui social come Facebook e il web “Infofebbio:com”, che nelle presenze , infatti il fine settimana scorso Febbio ha registrato un record che non si vedeva da anni quasi 1000 persone sono girate sulla seggiovia, tra bici e escursionisti. Questo anche grazie alla riapertura della seggiovia.
Ricevute molte chiamate anche al numero informativo 3389187144, sia dalla provincia di Reggio Emilia che Dd quella di Modena, con stupore nel mondo della bici che trova in Febbio discrete piste e la possibilità di scendere dalla 2000.
Per i fine settimana di Ferragosto Febbio propone, oltre che ammirare un panorama fantastico e passeggiate mozzafiato, sia a piedi che in bici, grigliata durante il giorno in quota al rifugio Il Crinale a 2000 metri, e alla sera del venerdì e del sabato grande festa con birra musica e due menu, sia di carne che di trota dove divertirsi insieme ad amici e parenti.
Infine, la gestione di Febbio sta lavorando sugli impianti invernali, per essere pronti già alla prime nevicate…

Opportunità e problemi del made in Italy costiero Turismo, pesca, porti e cantieri Il mare aspetta ancora l'estate

È un’estate uggiosa, quella che stiamo vivendo. L’autunno di luglio ha messo in crisi profonda il turismo di spiaggia, fra cancellazioni alberghiere, stabilimenti con presenze in calo anche del 70% e il mare che troppo spesso si è stati costretti a guardarlo dalla finestra. Già, il mare. Il mito delle vacanze, che raccoglie comunque il 30% delle presenze turistiche.

E se chi ha finito le ferie torna deluso, c’è chi spera in un finale d’agosto da estate normale, per poterselo godere. Il mare, anche quello sotto casa. Perché per l’Italia il mare è 'scontato': ne sono bagnate 15 regioni su 20, interessa tre quarti dei nostri confini, 7.456 chilometri di costa. Un grande patrimonio naturale che ci regala paesaggi meravigliosi, orizzonti sconfinati, tramonti indimenticabili. Ma, proprio mentre il meteo impazzito ci fa sospirare bagni e tuffi, castelli di sabbia e chiacchiere sotto l’ombrellone, ecco che vale la pena riflettere su tutto quello che il mare rappresenta: la blue economy, che riguarda il turismo, certo, ma anche tanto altro. C’è la pesca e tutta la filiera ittica; ci sono i porti, la nautica, la cantieristica, l’industria delle estrazioni marine, la movimentazione di passeggeri e merci; e ancora le attività di studio e ricerca e tutto il mondo dello sport. Un universo variopinto. Che conta. E genera un valore aggiunto di 41,5 miliardi di euro (grazie all’effetto moltiplicatore del settore, considerando l’indotto, diventano 120) con un’incidenza sul totale del 3%, rileva il 3° Rapporto di Unioncamere sull’Economia del mare. È quasi il doppio di quanto prodotto – tanto per fare un confronto con un comparto molto forte del made in Italy – da tessile, abbigliamento e pelli (quasi 22 miliardi).

Un pezzo di economia italiana che nel complesso, nel periodo 2009-2013, anche con la crisi, ha saputo dare importanti segnali di tenuta. Sul lavoro si è mosso in controtendenza: a fronte della perdita totale di 691.200 posti di lavoro (2,9%), l’economia del mare ha fatto segnare un incremento stimato di 24.300 unità (+3,1%). Lo stesso per le aziende: nel triennio 2011-2013 il tessuto imprenditoriale (costituito da circa 180mila imprese) è aumentato di 3.500 unità (+2% rispetto al -0,9% del resto dell’economia).

«La blue economy – per dirla con il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – è una risorsa che genera ricchezza, occupazione e innovazione secondo un modello collaborativo e sostenibile che può essere leva straordinaria per il rilancio dell’Italia». Un mare… di opportunità, dunque. Ma anche di problemi. Economici e normativi. Oltre che di governance. Onde che agitano le acque turchesi dei nostri  litorali. Prendiamo i porti, molti dei quali in gestione commissariale, 'caselli' di autostrade del mare mai veramente avviate. L’Assoporti lancia da tempo segnali di allarme, chiedendo nuove regole che consentano di recuperare competitività, di realizzare nuove infrastrutture, di eliminare burocrazia e razionalizzare il ciclo logistico. «O si cambia o si alza bandiera bianca», è l’aut aut del presidente Pasqualino Monti.

Guardando la cartina dei migliori porti europei disegnata da Eurostat, d’altra parte, è difficile non arrabbiarsi: la grande attività commerciale sta tutta a Nord. Non c’è neanche un nome italiano fra i primi dieci della classifica degli scali commerciali continentali. Eppure tutto lo stivale è un unico, grande porto: da Genova giù fino a Napoli e Gioia Tauro, passando per Palermo e Catania, e risalendo per Brindisi, Ancona, su fino Venezia e Trieste. Tutti in posizione ideale per veicolare i flussi
mercantili nel Mediterraneo. Invece comandano Rotterdam e Anversa, i Paesi Bassi e il Belgio. Insieme hanno visto passare 560 milioni di tonnellate nel 2012. L’Italia nel suo complesso 499 milioni.

C’è poi la pesca, costretta a difendersi dalle 'reti' della burocrazia europea. Un caso acceso riguarda l’attività con reti da traino: la Commissione ha chiesto formalmente a Italia e Spagna di conformarsi alle norme Ue sulla pesca nel Mediterraneo, adottando i piani nazionali di gestione che avrebbero dovuto essere avviati entro il 31 dicembre 2007. Una questione ancora aperta, mentre ci sono voluti 20 anni prima che l’Europa decidesse di chiudere formalmente l’infrazione contro il nostro Paese sulle reti da pesca derivanti, le cosiddette 'spadare', vietate nell’Ue, riconoscendo che negli ultimi tre anni l’Italia ha fatto «sforzi importanti per migliorare il quadro legislativo, rafforzando il controllo nella lotta contro questo fenomeno».

Ci sono le difficoltà di tutto il settore nautico, che negli ultimi anni ha subito fortemente i colpi della crisi. Anche il 2013 si chiude con un segno meno: il fatturato globale è stato di 2,4 miliardi (-3% rispetto al 2012). Ma dovrebbe essere l’ultimo anno in negativo, dopo cinque cali consecutivi: l’Ufficio studi di Ucina, l’associazione di Confindustria che riunisce le imprese del settore, prevede per il 2014 una crescita del 5,5%. Che interessa purtroppo l’estero, considerato che il mercato interno risulta praticamente azzerato (nel 2103 solo il 7% della produzione cantieristica nazionale è stata destinata alle vendite in Italia). Per fare il punto sul settore si guarda al Salone Nautico di Genova (dall’1 al 6 ottobre) che prova a rilanciarsi, con un rinnovato fermento degli espositori (+20% di richieste al momento).

I problemi non mancano neanche – oltre al meteo, s’intende – nel turismo balneare che soffre la competizione con gli altri mari, dalla Croazia alla Grecia, dalla Spagna e all’Egitto. Mete preferite per un migliore rapporto qualità/prezzo dai vacanzieri stranieri. Sebbene le strutture ricettive 'marine' (circa 47mila, con un milione e 587mila posti letto) siano il 33,3% del totale italiano e accolgano il 30,5% di presenze, l’impatto economico generato è del 26% (19 miliardi). A pesare è un’incidenza delle seconde case fortissima (il 56% delle presenze). Il mare degli italiani, insomma. Sotto casa. Con un Paese spaccato: il 50% delle presenze turistiche si registra al Nord, in particolare nell’area Adriatica, mentre al Sud a fronte del 70% di coste, si registra appena il 26% di presenze. Un potenziale inespresso che potrebbe essere (o avrebbe dovuto già essere da tempo) la vera alternativa italiana alle altre coste del Mediterraneo o del Mar Rosso. Una grande Sharm El-Sheikh di casa nostra, per intenderci. 
Sul già fragile e complesso sistema del turismo balneare e sulle 30mila imprese che gestiscono le spiagge pesa infine come una spada di Damocle la direttiva 'servizi' conosciuta come Bolkenstein - la cui entrata in vigore è slittata al gennaio 2021 - che prevede la messa all’asta delle concessioni demaniali. Il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, ha annunciato una soluzione entro il 15 ottobre, cogliendo «l’occasione del semestre di presidenza europea per chiedere all’Ue il riconoscimento della specificità del nostro Paese». Le concessioni sono materia contestata, fra diritti 'acquisiti' dalle imprese che anche da decenni gestiscono lo stesso impianto, le regole del mercato e della concorrenza e il valore del bene pubblico.

Le onde, in questa estate autunnale, sono dunque tante. L’economia del mare si è arenata sul leit motiv 'stessa spiaggia stesso mare', pensando che il sole potesse splendere sempre. Oggi, in un mondo sempre più globale e tecnologico, serve una meta, una rotta, una bussola. E un capitano, più o meno 'coraggioso', che guidi la nave di questo settore strategico. Un unico soggetto istituzionale del mare, come chiedono le associazioni che gravitano attorno alla Federazione del mare. Una rappresentanza chiara con cui interloquire.
Evitando temuti naufragi. O improbabili 'inchini'.
avvenire.it

Parma Salone del Camper nuova area camper interamente automatizzata in via Emilia Ovest


Prevista per settembre l’apertura di una nuova area camper interamente automatizzata in via Emilia Ovest.
Si tratta di una struttura nuova con dispositivi automatici per la sosta e il pagamento dei servizi che – riporta Tg Parma – la renderanno autonoma, permettendo di contenere i costi. A distanza di mesi dalla chiusura dell’area precedente per abbandono del gestore, l’amministrazione sceglie di riqualificare la zona nei pressi del parcheggio scambiatore ovest, investendo su una struttura importante, sopratutto in vista del Salone del Camper. La manifestazione di rilievo internazionale si svolgerò infatti tra il 13 e 21 settembre alle Fiere, richiamando in città migliaia di appassionati camperisti.
A gestire l’area è la partecipata Parma Infrastrutture che appronterà  il progetto esecutivo per la sistemazione. A seguire la procedura di affidamento e la nomina di un responsabile per la supervisione degli interventi.

fonte: http://www.ilmattinodiparma.it/

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci
ufficio.press@yahoo.it

HOMI ENJOY | FASHION & JEWELS 13-16 settembre 2014 Fiera Milano

Una cornice speciale all’interno del settore Fashion & Jewels dedicata ai prodotti più stravaganti e originali, per scoprire le nuove tendenze, divertendosi.
L’area nel padiglione 6 ha come tema tutto ciò che è FUN nel settore moda e accessori e ospiterà 10 nuove aziende.
Uno sguardo particolare verrà dato alle piccole-medie imprese che si affacciano maggiormente al mondo web e social, luogo in cui l’innovazione è di casa. 

PROSSIMA EDIZIONE

13-16 settembre 2014
Orari dalle ore 9,30 alle 18,30
Fiera Milano - Strada Statale del Sempione, 28 - 20017 Rho
fonte: http://www.homimilano.com/
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci
ufficio.press@yahoo.it

STUDIO GI E I SUOI BIJOUX A MIPAP, AREA EUROFASHIONBIJOUX




Studio Gi è leader nella produzione di Bijoux in metallo non prezioso e si distingue per:
  • Utilizzo di leghe di stagno in linea con le vigenti legislazioni internazionali ;
  • Studio di forme originali e scelta ricercata di superfici ed effetti sorprendenti;
  • Esaltazione finale con colorazioni singolari di galvaniche / laccature.

Il Bijoux è inoltre arricchito da: cristalli, resine, pietre dure, madreperle, strass, catene, passamanerie, selezionate con cura e rivolgendo massima attenzione alle legislazioni a tutela del consumatore.

Accessori

Rivolgendosi agli universi della calzatura, pelletteria ed abbigliamento, Studio Gi progetta e produce bottoni, fibbie e svariate applicazioni gioiello.
Viene rivolta particolare attenzione alla progettazione di prototipi, in seguito a richiesta di personalizzazione della clientela.
E’ garantita l’esclusività del prodotto.
Per maggiori informazioni su Studio Gi visita il sito http://www.studio-gi.com/
Studio Gi sarà presente a MIPAP, nell'area Eurobijoux, dal 20 al 22 Settembre 2014 nella nuova location di Fieramilanocity. Scopri le tendenze e le novità per la primavera estate 2015, clicca qui per partecipare a MIPAP.

fonte: http://www.mipap.it/it/node/608

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone - Albana Ruci
turismoculturale@simail.it

Turismo, in calo shopping tra russi, frena crescita spesa cinesi



(Reuters) - Nel secondo trimestre la spesa in acquisti tax free nelle principali destinazioni turistiche è scesa per la prima volta dal 2009, con una drastica diminuzione tra i russi per via della debolezza del rublo.
Secondo Global Blue, specialista nel settore dello shopping turistico, tra aprile e giugno le vendite totali in Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania e Singapore - che complessivamente ricevono circa tre quarti della spesa globale dei clienti stranieri - sono scese del 3% in valore.
"I cali non sono legati a una riduzione nel numero dei turisti, ma a una diminuzione nella spesa media per transazione", spiega Global Blue in una nota.
La spesa dei russi è scesa del 18%, con l'impatto del rublo debole ampliato dagli effetti della crisi in Ucraina. E' russo circa il 20% dello shopping tax free nel mondo, dice Global Blue.
La spesa degli acquirenti cinesi - a cui si deve il 27% dello shopping tax free mondiale nel 2013, che ne fa la nazione che all'estero spende in assoluto di più - è cresciuta solo del 9% nel trimestre in questione, a fronte di aumenti compresi fra il 30% e il 50% negli ultimi anni.
Le destinazioni più colpite dal fenomeno nel secondo trimestre sono Francia e Germania, con la spesa totale da parte degli stranieri in articoli tax free calata rispettivamente del 5,2% e del 4,5%.
Fraport, che gestisce l'aeroporto di Francoforte, la scorsa settimana ha detto che le sue operazioni retail risentono dell'euro forte, che scoraggia l'acquisto di profumi, cosmetici e articoli di abbigliamento di lusso all'interno dello scalo.