FELTRINELLI 1+1  IBS.IT

5 imperdibili caffè storici italiani. Una bevanda che profuma di storia e cultura

L’Italia è punteggiata di caffè storici, veri e propri monumenti allo stile e alla storia italiana che tra le loro mura, hanno accolto poeti, pittori, scrittori, letterati e artisti di ogni genere, illustri personaggi della politica e della cultura italiana. Tutelati dall’associazione Locali Storici d’Italia, si tratta di luoghi di prestigio e altissimo valore culturale e turistico: molte città ne possiedono uno, ve ne suggeriamo 5 tra i più rinomatie particolarmente suggestivi nelle maggiori città italiane dove gustare una cioccolata calda o un tè nelle giornate festive.
Baratti & Milano, Torino. A Torino, nel 1858 Ferdinando Baratti ed Edoardo Milano aprirono un piccolo negozio, che nel tempo ebbe successo e si allargò diventando una delle caffetterie e pasticcerie più prestigiose della città. Ad oggi il caffè storico si trova in Piazza Castello ed è un vero gioiello liberty, opera dell’architetto Casanova, arricchito dai bassorilievi in bronzo dello scultore Rubino, estremamente decorato sia negli interni che all’esterno con stucchi, intarsi, marmi, stoffe e arredi in mogano.
Florian, Venezia. Uno dei più famosi non solo in Italia ma nel mondo, ha fatto da sfondo ai corteggiamenti di Casanova e ispirato Goldoni, frequentato da Lord Byron, Foscolo, Pellico, Rousseau, ed è stato palcoscenico di fatti storici durante l’occupazione austriaca. Il Caffè Florian di Piazza San Marco è la quintessenza del fascino di un locale storico, la cui sala più famosa è illuminata da specchi dipinti a mano. A quasi 300 anni (è ritenuto il più antico caffè italiano) e rimane una delle più grandi attrattive di Venezia.
Gilli, Firenze. Inizialmente si trovava in via Calzaioli, nato come ‘Bottega dei pani dolci’, mentre oggi il caffè Gilli è situato in Via Roma, affacciato su Piazza della Repubblica. E’ stato il locale degli intellettuali per eccellenza nei primi del 1900, ma anche dei giornalisti (qui i riuniva la redazione de ‘La Voce’), e ancora oggi accoglie i clienti nelle sue splendide cornici liberty, con boiserie, archi, soffitti affrescati, e un maestoso bancone dal quale scegliere i dolci della prestigiosa pasticceria.
Antico Caffè Greco, Roma. Il caffè storico per eccellenza della capitale si trova in Via Condotti, e ha visto passare Wagner, Bizet, Goethe, Stendhal, Apollinaire, Canova e addirittura Buffalo Bill. Qui letterati vennero ispirati nei loro romanzi e poesie, pittori tracciarono schizzi dei loro quadri più famosi, futuri papi ingaggiarono alleanze politiche. Vero e proprio monumento dove lo scambio di idee e pensieri diede linfa vitale al Risorgimento, e dove prese forma la cultura dei primi del ‘900.
Gambrinus, Napoli. Storico caffè napoletano, chi per le feste di natale tra un presepe e l’altro vuole rifocillarsi al ‘Gran Caffè’ di Via Chiaia non rimarrà deluso: ristrutturato nel 1890 in stile classico e liberty, ricco di decorazioni, affreschi e dipinti, affacciato sulla bellissima Piazza Plebiscito e ricco delle golosità della pasticceria partenopea, lo storico caffè accolse D’Annunzio, Hemingway, Sartre, Matilde Serao. In epoca fascista venne adibito a banca, e solo dopo una intensa disputa legale i locali sono stati recuperati. 
turismo.it

Musica, arte, cultura: buyer e reporter europei in tour

In primo piano il cartellone 2016 di Ravenna Festival, la mostra di Forlì dedicata a Piero della Francesca e quella ravennate “La seduzione dell’antico”. I tour operator parteciperanno anche a due spettacoli della trilogia d'autunno


L’offerta culturale 2016 dell’Emilia Romagna - con in primo piano il cartellone musicale di Ravenna Festival, la mostra forlivese dedicata a Piero della Francesca e quella ravennate “La seduzione dell’antico” - è al centro di un educational tour in programma dal 10 al 13 dicembre.

All’iniziativa promozionale parteciperanno una ventina di tour operator di 13 Paesi europei provenienti da Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Olanda, Regno Unito, Svezia, Norvegia, Spagna, Ungheria, Estonia, Austria, Russia. Saranno presenti anche due reporter del Regno Unito - che scrivono per i quotidiani “Daily Telegraph” (494.675 copie di diffusione) e “Sunday Express” (397.601).

L’iniziativa è organizzata da Apt Servizi e Ravenna Festival, in collaborazione col Comune di Ravenna e la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e il supporto tecnico di Ravenna Incoming.

Il programma dell’educational, che coinvolge tour operator internazionali specializzati in viaggi culturali e musicali, vuole accreditare e far conoscere l’Emilia Romagna come destinazione per viaggi culturali e luogo ideale per vivere un turismo dell’esperienza. In particolare l’eductour ha come obiettivo l’aumento della notorietà e conoscenza dell’offerta ambientale, culturale e turistica dei territori provinciali interessati dagli interventi di riqualificazione e valorizzazione previsti dal Programma operativo regionale dell'Emilia-Romagna (POR FESR 2007-2013), il documento che definisce gli interventi di utilizzo delle risorse assegnate dal Fondo europeo di sviluppo regionale.

Il programma dell’educational, dopo l’arrivo dei tour operator e dei giornalisti all’aeroporto di Bologna, inizierà nella serata di giovedì 10 dicembre a Ravenna con la partecipazione presso il Teatro Alighieri allo spettacolo - che fa parte della “Trilogia d’autunno” di Ravenna Festival dedicata a Giacomo Puccini - “Mimì è un civetta”, originale rivisitazione dei temi pucciniani ideata da Cristina Mazzavillani Muti.
Dopo lo spettacolo è previsto un primo incontro con lo splendore dei mosaici ravennati (Patrimonio Unesco) con la visita notturna della Basilica di San Vitale e al Mausoleo di Galla Placidia, che sarà impreziosita e resa unica e speciale da un concerto di un coro che eseguirà un repertorio di musiche sacre.

Il giorno successivo, presso il MAR (Museo d’arte Ravenna), dopo il benvenuto delle autorità comunali di Ravenna, è prevista la presentazione della prossima mostra 2016 “La seduzione dell’antico” (in programma dal 21 febbraio al 26 giugno) assieme ad una breve visita alla Collezione di Mosaici Moderni e Contemporanei e alla mostra in corso “Divina Commedia. Le visioni di Dorè, Scaramuzza, Nattini”.

Nel pomeriggio gli ospiti internazionali raggiungeranno Forlì per una visita ai Musei di San Domenico, allamostra fotografica “Icons and Women” di Steve McCurry e per partecipare, presso la sede della Fondazione Cassa dei Risparmi, alla presentazione della mostra “Piero della Francesca. Indagine su un mito”, che sarà visitabile, dal 13 febbraio al 26 giugno, presso i Musei San Domenico di Forlì.

Raggiunta poi Casa Artusi a Forlimpopoli il gruppo avrà l’opportunità di “tuffarsi” nelle prelibatezze dell’enogastronomia regionale partecipando a una cena con degustazione di prodotti tipici.

Alle ore 21, presso il Palafiera di Forlì, tour operator e giornalisti assisteranno ad un altro spettacolo che fa parte della “Trilogia d’autunno” un evento unico come il “Recital pucciniano” che Riccardo Muti (eccezionalmente al pianoforte), assieme ai soprani Anna Netrebko ed Eleonora Buratto e al tenore Yusif Eyvazov, dedicherà al fondatore della Comunità forlivese di Sadurano recentemente scomparso.

Sabato 12 dicembre l’eductour proseguirà con la seconda tappa della visita del centro storico di Ravenna, alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe e ai Magazzini del Sale di Cervia, location utilizzata per eventi da Ravenna Festival.

Alle 18 è prevista una presentazione del “Ravenna Festival 2016” e, a seguire, una visita nel backstage del Teatro Dante Alighieri. Successivamente gli ospiti assisteranno alla rappresentazione, sotto la direzione di Nicola Paszkowski, dell’opera di Giacomo Puccini “La Bohème”. Domenica 13 dicembre i partecipanti faranno ritorno nei loro paesi.

L’eductour del 10-13 dicembre prosegue l’attività promozionale in Europa di Apt Servizi e Ravenna Festival. Il 2 novembre a Londra, in occasione della rassegna fieristica “Wtm”, alla presenza di tour operator e giornalisti del Regno Unito si è svolta una presentazione del cartellone 2016 del Ravenna Festival e del patrimonio culturale e ambientale della regione Emilia Romagna.
ravennanotizie

Mostre. La Metafisica di Giorgio de Chirico torna a Ferrara, insieme ad altri visionari suoi contemporanei, come Magritte, Ernst e Dalì

«L’atelier del metafisico ha dell’osservatorio astronomico, dell’ufficio dell’intendenza di finanza, della cabina di portolano». Scriveva così Giorgio de Chirico su Cronache d’attualità, scottato dalle critiche negative alla sua prima personale romana presso la Casa d’Arte Bragaglia (fino ad arrivare a quel Dio ortopedico, il celebre articolo-saggio di Roberto Longhi). È un identikit redatto a difesa del suo mondo chiuso dentro i confini del sogno, in bilico tra cielo e terra, senza stropicciamenti del tempo, con oggetti che apparivano come miraggi galleggianti nella luce, quella tagliente delle prime ore del pomeriggio. A visitare la mostra di Ferrara, in realtà, quell’atelier a cui fa riferimento l’artista di Volos, rimanda soprattutto a una pasticceria onirica — almeno nella sala che inaugura il percorso immersivo nella Metafisica — dove su mensole rovesciate in verticale, che sfidano la forza di gravità, troviamo attaccati dolcetti e biscotti tipici della zona. Presenze inquietanti al pari dei manichini «geometri» o delle architetture senza fronzoli che si spalancano verso piazze deserte. Sono zoom sul quotidiano, piccoli quadri che il pittore preferì al grande formato per necessità spaziale.
0124f1965f006f2f9c45f5e03d94ad73
Giorgo de Chirico, Le Regret, 1918
Non era arioso il luogo dove poteva lavorare de Chirico in quegli anni ferraresi: dopo gli orari di ufficio, tornava a casa e dipingeva con mezzi di fortuna. D’altronde era stato inviato in quella città insieme al fratello Alberto Savinio dopo essersi arruolato nell’esercito. Il destino gli aveva riservato però altre strade da percorrere: de Chirico non divenne un valoroso combattente della Prima guerra mondiale e passò quei tre anni militari — dal 1915 al 1918 — conducendo una esistenza tranquilla al di fuori della Storia vera, sprofondato dentro l’arte e se stesso. Anche i mesi di reclusione in ospedale, a villa del Seminario, per inabilità alla vita da soldato, invece di gettarlo nella disperazione, germinarono con prosperità e avviarono un breve ma intenso sodalizio con un altro «riformato», l’ex futurista Carlo Carrà.
Fino al 28 febbraio del 2016, Palazzo Diamanti di Ferrara ospita la mostra dedicata a quel particolare periodo dell’artista, coinvolgendo le sue opere — prodotte proprio in quegli anni — in una rete di consonanza con altri «visionari» suoi contemporanei, operativi oltre confine, da Ernst (presente con diversi lavori fra cui il raro e bellissimo Giustizia e macelleria) fino a Dalì, passando per Magritte: il pittore belga rimase sempre convinto che solo nei quadri di de Chirico lo spettatore potesse ritrovare «il silenzio del mondo». In casa, invece, «giocava» Filippo De Pisis che fu un ottimo «cicerone» tra le vie ferraresi, rispolverando — ad uso e consumo della fantasia dei due fratelli — aneddoti, storie e tradizioni fino al Medioevo.
La rassegna, a cura di Paolo Baldacci e Gerd Roos, organizzata dala Fondazione Ferrara Arte e dalla Staatsgalerie di Stoccarda, in collaborazione con l’Archivio della Metafisica, ha una marcia in più rispetto le tante esposizioni incentrate sui rebus dechirichiani: riporta cent’anni dopo, nel loro luogo d’origine, proprio lì dove nacquero, un corpus di opere disperse in vari musei del pianeta. E punta sul ritmo esistenziale malinconico della vita di provincia che allora respiravano e riproducevano i due artisti. A Ferrara, oltretutto, Savinio spedì in soffitta tutti i sogni musicali per dedicarsi esclusivamente alla produzione letteraria, cosa che avrà non poche ripercussioni sui quadri di de Chirico, in una stretta affinità elettiva che poi non ebbe più eguali.
025
Giorgio de Chirico, Interno metafisico (con alberi e cascata), aprile 1918
Se si escludono così i capolavori, le «icone» della Metafisica — quel canto nostalgico di città e abitanti colti da straniamento improvviso, come una paralisi dell’energia vitale, un freezer emotivo — le opere allestite nel percorso (le sale sono ordinate secondo focus tematici più che cronologici) ci svelano un de Chirico «sentimentale», che procede verso i Merzbau alla Schwitters, accumulazioni di reperti della memoria che costruiscono architetture casuali eppure affettive. Al centro, ad occupare linee di fuga sciolte dalla trappola razionale del Rinascimento, ci sono spesso scatole, biscotti, carte geografiche mute, squadre realissime per misurare spazi immaginari, rocchetti di filo.
A Palazzo dei Diamanti, Giorgio de Chirico appare dunque meno «disumano» e frammentario: se le architetture metafisiche dividevano gli spazi dei suoi quadri per bloccare ogni possibilità di narrazione organica, qui assistiamo ad una quinta che apre al disgelo, una sorta di «naturalismo» magico. L’indecifrabilità degli oggetti e delle assonanze che li legano fra loro rimane la stessa di sempre, ma cambia l’atteggiamento psicologico dell’autore che li mette in scena: per prendersi una pausa, per varcare la soglia del distacco emozionale, l’autore si risolve a comporre «quadri nei quadri», proponendo l’artificio teatrale come fosse un discorso sul paesaggio interiore. Un’idea che prese il volo, planando anche nelle tele di surrealisti come Dalì.
La differenza con de Chirico è che, per il pittore metafisico, quell’escamotageè un dispositivo per produrre scorci di realtà. Non importa come sono percepiti né se sfidano le leggi di gravità e sono improntati allo stupore più che all’osservazione oggettiva. Fra le sale dedicate agli «occhi» e quelle con i trompe l’oeil reiterati, il visitatore si muove leggero in una stanza degli specchi.
Una volta usciti, con il biglietto d’ingresso all’esposizione dei Diamanti, si potrà accedere gratuitamente alla mostra Il manichino e i suoi paesaggi presso la Palazzina Marfisa d’Este e all’installazione di Mustafa Sabbagh (ispirata a Savinio), al Museo civico di storia naturale.
ilmanifesto.info

Giubileo: guida contro 'trappole', in anteprima menù e locali

Un vademecum per evitare 'trappole' anche a tavola. A pochi giorni dall'apertura della Porta Santa con il via ufficiale del Giubileo della misericordia, arriva un aggiornamento su tutti i locali della Capitale: Zomato, l'app di ricerca ristoranti on line, con informazioni specifiche su oltre 1.4 milioni di locali in 23 Paesi, permette ai fedeli che arriveranno nella Capitale di consultare in anteprima menu, foto e recensioni degli oltre 10 mila locali presenti a Roma, evitando di incappare in facili fregature.
Zomato ha inoltre implementato Book, una nuova app interamente dedicata ai ristoratori, tramite la quale potranno gestire tutti i clienti in arrivo. Tutto disponibile in 10 lingue. I turisti potranno cercare il locale selezionando per prezzo, categoria, zona, cucina, orari di apertura e molto altro.
"Roma è una città molto grande e molto frequentata dai turisti, quindi non è sempre facile decidere dove mangiare per sfuggire a possibili fregature e soprattutto per mangiare bene - spiega Guk Kim, Country Manager di Zomato Italia -. per questo, in occasione del Giubileo abbiamo deciso di aggiornare ancora più di frequente i contenuti dei locali presenti su Zomato concentrandoci negli ultimi due mesi in particolare sulle zone più frequentate dai pellegrini. Abbiamo già notato che alcuni ristoranti hanno iniziato ad alzare i prezzi e probabilmente nelle prossime settimane continueremo ad assistere a diversi cambiamenti".
ansa

Natale a Montreux, tra mercatini e St. Claus

''Bonsoir les enfants, les petites et les grands. Je descend de la montagne pour distribuer des cadeaux et pour vous présenter mes amis rennes''. Sospeso nel cielo con la sua slitta luminosa, la barba bianca e l'inconfondibile tuta rossa, quest'anno Babbo Natale parla decisamente francese, tra gli sguardi incantanti della folla di bimbi, piccoli e grandi, che restano a guardalo testa all'insù. È la magia del mercatino di Montreux Noel, sulle rive del lago Lemano, tra le vette innevate delle Alpi svizzere nel Cantone di Vaud. Un appuntamento che ogni anno, da 21 edizioni, fino al 24 dicembre attira più di mezzo milione di visitatori, con 150 artigiani e altrettanti piccoli chalet in legno, tra addobbi, idee regalo, spettacoli, concerti e, ovviamente, tanta cioccolata, in mille varietà e forme sorprendenti, come le chiavi inglesi al fondente o i martelli pralinati.
''A conquistare - conferma il direttore del mercato Yves Cornaro - è l'atmosfera unica del Natale, ma anche la possibilità di assaggiare tante specialità gastronomiche tipiche di questa zona''. Primo fra tutti, il formaggio, sovrano assoluto de la Fondue, da gustare, ad esempio, nel ristorante-baita La Poya, ma anche i Brezel o la carne secca. Scaldandosi con un te al rum o un vin brulè al Villaggio dei Boscaioli, si può poi ammirare il panorama sul lago dalla ruota panoramica o spingersi fino al Mercatino dell'usato, dove vendere e acquistare rarità.
''Quest'anno poi - prosegue Cornaro - abbiamo un ospite d'onore come l'Ungheria'', presente con uno chalet di creazioni dell'arte folcloristica dell'entia Matyò, piatti tipici come il Goulash e un intero fine settimana dedicato (12-13 dicembre). ''Ma soprattutto - dice il direttore - per la prima volta abbiamo creato un giardino magico con 21 installazioni luminose accese sin dal tramonto, tutte sul tema del Natale''. Ecco allora che ci si ritrova a passeggiare nel tunnel di neve o a cantare jingle natalizi tra pacchi giganti e selfie con il mega Babbo Natale tutto di luci. Per quello ''vero'', provate a fare un salto al Santa's Post office e alla sua fabbrica di candele. Oppure scrivete un desiderio su un foglietto da appendere nella Casa dei desideri La Redoute: solo lo scorso anno ne hanno lasciati più di 20 mila. Tutti esauditi, assicurano al mercatino, almeno per chi è stato buono. Ma attenzione, controllate l'orologio o perderete l'appuntamento, perché Babbo Natale tre volte al giorno scende dalle montagne e con la sua slitta volanre illuminata arriva a salutare chi lo aspetta.
Non vi basta? E allora andate voi a trovare lui, lassù, a duemila metri, sui Rochers-de-Naye, con il trenino a cremagliera che si inerpica nel bosco fino a entrare nel magico mondo di St. Claus. La partenza è proprio dalla stazione di Montreux (pacchetti in convenzione anche con FS dall'Italia) e sotto la neve che fiocca, tra panorami mozzafiato, concedetevi una prima sosta a Caux, il Villaggio di Babbo Natale, tra animali, laboratori per bimbi e giochi in materiali riciclati. Poi si sale ancora, fino a Rochers de Naye, in estate regno delle marmotte, in inverno paradiso immerso nella neve.
Un lungo tunnel illuminato di stelle, qualche orso polare bianco da salutare ed ecco la grotta di Babbo Natale, pronto a incontrare i bimbi e raccogliere letterine e desideri. ''Sei stato bravo?'', chiede a ognuno con il suo barbone bianco. C'è chi risponde sicuro di ''si'', chi tace un po' in soggezione, ma nessuno rinuncia alla missione. Per ricevere i regali, però, spiega Babbo Natale, bisogna risolvere prima la caccia al tesoro, trovando tutti i timbri da collezionare su uno speciale attestato. E allora via, prima dalla bella aiutante Camille, in attesa accanto al camino nello studio di St. Claus tra librerie e amici pinguini, poi giù nella conigliera e ancora su nella camera da letto di Babbo Natale. E per un'esperienza davvero unica, si può anche rimanere a dormire in una delle stanze dello stesso corridoio o passare una notte in una yurta privata, ad attendere che con il suo pancione rosso sia proprio lui quest'anno a portarvi i regali.
Info: www.montreuxnoel.com e www.goldenpass.ch
ansa

La splendida Banda folkloristica di Folgaria tra storia e tradizioni

Banda Folk

La Banda Musicale Folkloristica della Magnifica Comunità di Folgaria ha una storia di quasi 100 anni, una passione che nel tempo ha coinvolto quasi tutte le famiglie della nostra piccola Comunità.
Era il 1923 e subito dopo la guerra c'era bisogno di ripartire ecco quindi che da quei drammatici eventi scattò la scintilla che tuttora arde nei cuori di chi ancora oggi veste con orgoglio la divisa e suona uno strumento che brilla, di chi nel tempo l'ha portata e di certo anche in ogni cuore degli abitanti e di chi ha sempre amato questa terra.
banda-foto-vecchia
La Banda è da sempre definita il fiore all'occhiello di Folgaria, anche per la grande opera sociale che sta favorendo, infatti oggi il 90% dell'organico, composto di circa 100 elementi, è sotto i 30 anni: impegno, senso del dovere, accettare regole e comportamenti, studiare la musica, sacrificare tanto tempo libero per l'Associazione, cosa non da poco per i giovani d’oggi.
La Banda è armonia, musica e allegria, piacevole da ascoltare ma anche da vedere, con i suoi costumi tipici e i cappelli piumati. Molto amata da tutti è un pieno di divertimento non solo per i bambini!

Info: www.bandafolgaria.com