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Pompei torna alla luce il vicolo dei balconi

Pompei, la Casa delle Nozze d'Argento, decorazione con pigmei (Foto Ciro Fusco) © ANSA

POMPEI - Il rosso pompeiano come veramente era, così intenso da richiamare il vino tanto amato dai romani. E poi gli ocra pastosi e rilucenti, le decorazioni geometriche, gli animali, i fiori, gli amorini, ma anche un intero vicolo punteggiato da balconi aggettanti che incredibilmente hanno resistito alla furia dell'eruzione, con i parapetti, i resti delle coperture in tegole, persino le anfore svuotate dal vino che qualcuno aveva lasciato in un angolo ad asciugare al sole.
Documentata in esclusiva dall'ANSA, è questa l'ultima incredibile scoperta di Pompei, dove a quasi duemila anni dall'eruzione del 79 d.C che seppellì persone e cose, i nuovi scavi avviati grazie al Grande progetto -i primi in epoca recente in una zona 'vergine' dei 66 ettari lungo i quali si estendeva la colonia romana- stanno restituendo giorno dopo giorno i veri colori e tanti particolari importantissimi per la storia della città. Il ritrovamento dei balconi - in tutto al momento sono quattro, uno accanto all'altro sullo stesso vicolo che si sta tirando fuori in questi giorni- emoziona, spiega all'ANSA il direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna, perché a Pompei ne sono rimasti pochi e "la conservazione del piano superiore è una rarità". E proprio per questo, anticipa, i balconi verranno restaurati e inseriti in un percorso tutto nuovo che collegherà la via di Nola con il vicolo delle Nozze d'Argento, quello che prende il nome dalla monumentale dimora privata, una delle più sontuose di Pompei, che ora dopo una chiusura lunga decenni verrà restaurata e restituita al pubblico.
Anche qui l'ANSA è potuta entrare in anteprima e documentarne con le immagini la magnificenza, dal grande atrio con le colonne corinzie alte sette metri e la vasca in tufo, alla sala del triclinio con le pareti dipinte che raccontano storie di amorini e pigmei; dal lussuoso peristilio dove sulle trabeazioni si rincorrono cervi, leoni e fagoceri, alla piccola 'spa' privata con i mosaici che riprendono il disegno di un acquedotto romano. Un lusso e una magnificenza che in questa dimora, il cui ultimo proprietario era L.Albucius Celsus, un edile proveniente da una famiglia molto benestante, si rivela persino nella latrina, piccola e attaccata alla cucina, ma con le pareti interamente dipinte con raffinate decorazioni rosse su un fondo color crema. Incentrato su un'area di 1400 metri quadrati, in quello che gli archeologi chiamano 'il cuneo', un grande triangolo inesplorato nella Regio V, il nuovo scavo - che punta in primo luogo alla messa in sicurezza di 2,6 chilometri di muri- impegnerà gli esperti ancora per mesi. Potrebbe riportare alla luce inaspettati tesori e anche, chissà, i resti di nuove vittime.
Al lavoro c'è una squadra che conta circa 40 persone, dagli architetti agli archeologi, fino agli archeobotanici, che si muove con tecnologie d'avanguardia - impensabili anche solo dieci anni fa - dai droni ai laser scanner fino alle microtelecamere infilate nella terra. E intanto già riappare la seconda vita di Pompei, quella cominciata a metà del Settecento, con i primi scavi: "Abbiamo potuto ricostruire la loro tecnica di cantiere, il modo in cui arrivavano alle scoperte e si muovevano sotto terra, scavando una buca profonda dalla quale facevano partire lunghi cunicoli.- racconta Osanna- Molte cose, anche gli affreschi, le portavano via per esporle altrove, tante altre, per noi oggi altrettanto preziose, le lasciavano". E' il caso di un bacile di bronzo, abbandonato forse perché privo di una delle due maniglie. Ma anche di tanti dipinti murali. Come quello che ritrae una splendida pantera fulva su fondo chiaro. A noi è arrivato in tre frammenti. Un piccolo, struggente, brandello di quotidianità che l'archeologo ricompone tra le sue mani.

Arte povera, rivoluzione creativa all'Ermitage

Arte Povera © ANSA


L'albero di Penone, la più che mai attuale Venere degli stracci di Pistoletto, ma anche opere altrettanto iconiche di Anselmo, Boetti, Calzolari, Fabro, Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Emilio Prini e Gilberto Zorio nella grande mostra Arte Povera: una rivoluzione creativa appena aperta nel Palazzo d'Inverno e nel cortile principale dell'Ermitage. Il percorso espositivo è stato realizzato nell'ambito dell'accordo di programma siglato nel 2017 tra la Regione Piemonte e il museo di San Pietroburgo, che prevede una collaborazione quadriennale per la valorizzazione reciproca dei propri patrimoni e per la promozione dell'arte contemporanea, delle residenze reali e imperiali, degli studi e delle attività nel campo del restauro.
    La mostra ospita un consistente corpus di opere di Arte povera appartenenti alle collezioni del Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e della GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Sono esposte anche opere provenienti da importanti collezioni tra le quali quelle in comodato al Museo della Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT e della Fondazione Francesco Federico Cerruti per l'Arte. La mostra è realizzata altresì in stretta collaborazione con gli artisti e i loro archivi.
    Di notevole importanza è inoltre l'allestimento di una sezione dedicata ai movimenti artistici che precedono e che sono stati propedeutici all'Arte povera in cui sono presenti lavori di Alberto Burri, Lucio Fontana e Piero Manzoni. Il percorso espositivo è concluso da una sezione di materiali d'archivio selezionati e raccolti dal CRRI (Castello di Rivoli Research Institute) per la mostra.
    La rassegna comprende una grande scultura in bronzo e pietra che Giuseppe Penone, tra i protagonisti del movimento, ha allestito nel cortile principale dell'Ermitage. L'opera a forma di albero nei cui rami appaiono sospese delle pietre, Idee di Pietra - 1372 Kg di luce (2010), si mimetizza tra gli alberi reali presenti nella corte e segna l'incontro e la continuità dell'umano con la natura. Tra i capolavori assoluti dell'arte del Ventesimo secolo, la mostra comprende, oltre all'albero di Penone, Neon nel cemento (1967-69) di Anselmo, Attaccapanni (di Napoli) (1976-77) di Fabro, Igloo con albero (1968-69) di Mario Merz, Apoteosi di Omero (1970-71) di Paolini, Venere degli stracci (1967) di Pistoletto e Tenda (1967) di Zorio.
    L'Arte povera rimane attuale "poiché sinonimo di libertà artistica e di pensiero profondamente ecologico, qualcosa a cui guardare quando si tenta di formulare nella cultura una resistenza alla società ipertecnologica dei consumi del nostro mondo artificiale globalizzato", ricorda Carolyn Christov-Bakargiev. "E' motivo di grande orgoglio per Lavazza vedere la mostra Arte Povera: una rivoluzione creativa prendere vita qui all'Ermitage di San Pietroburgo, a 50 anni dalla nascita di una corrente artistica che ha rivoluzionato l'arte contemporanea", afferma Francesca Lavazza, membro del consiglio di amministrazione dell'omonima azienda. "Grazie all'inaugurazione di una retrospettiva di tale rilievo, Lavazza prosegue il sodalizio pluriennale con il celebre museo e compie un ulteriore passo a favore di progetti legati al mondo artistico-culturale che contribuiscono a creare programmi unici e di grande interesse a livello mondiale". (ANSA).



Ritrovate Historiae di Seneca il Vecchio La scoperta della papirologa e ricercatrice Valeria Piano

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ERCOLANO - Ritrovate a Ercolano le Historiae di Seneca il Vecchio. Autrice dell'eccezionale scoperta, annuncia il direttore della Biblioteca nazionale di Napoli Francesco Mercurio, è una giovane papirologa e ricercatrice dell'Università Federico II di Napoli, Valeria Piano, che ha riconosciuto il testo nel P. Herc. 1067, uno dei più noti papiri di Ercolano conservato nell'Officina dei Papiri Ercolanesi.
    Della Historiae ab initio bellorum civilium di Seneca il Vecchio non esisteva finora alcuna notizia diretta di tradizione manoscritta. La Piano ha impiegato un anno nella ricomposizione degli scampoli, tutti catalogati con lo stesso numero di inventario e dunque provenienti dallo stesso rotolo. Gli studi e le analisi eseguite sui 16 pezzi, sul loro contenuto e sui calcoli cronologici, hanno condotto alla certa attribuzione dell'opera di Seneca il Vecchio che racconta i primi decenni del principato di Augusto e Tiberio (27a.C.-37d.C.). Il riconoscimento è stato accolto positivamente anche da altri studiosi e paleografi.
    Il P. Herc. 1067 è conosciuto come Oratio in Senatu habita ante principem e finora si riteneva conservasse un discorso di tenore politico composto da Lucio Manlio Torquato e pronunciato in Senato al cospetto dell'imperatore. L'attribuzione a Seneca il Vecchio, oltre a restituirci parte di un'opera finora ritenuta persa, conferma quanto la Villa dei Pisoni con la sua biblioteca fosse un vitale centro di studi fino a poco prima dell'eruzione del Vesuvio. I papiri carbonizzati di Ercolano riservano così un'altra straordinaria scoperta, mostrando come nella villa dei Pisoni vi fosse l'opera di uno dei grandi assenti della letteratura latina.
    Dal Mibact arriva la soddisfazione del dg biblioteche e istituti culturali Paola Passarelli, che parla di "segnale positivo di come fare sistema possa portare a questi risultati ed uno stimolo incoraggiante a proseguire in questo senso". Il binomio tutela e ricerca, commenta a sua volta il segretario generale del Mibact Carla di Francesco, "porta oggi un risultato straordinario e restituisce al mondo un'opera della letteratura latina finora ritenuta perduta".

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Italiani scoprono effetto antiossidante del latte fermentato

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 Il probiotico di latte fermentato, che si trova nel banco frigo del supermercato, oltre ad essere antinfiammatorio è, per l'intestino, anche antiossidante. Tutto ciò, grazie a un batterio 'buono', il Lactobacillus casei Shirota, scoperto negli anni Trenta da Minoru Shirota, un microbiologo dell'Università di Kyoto. Questa ricerca ha firme tutte italiane: infatti, lo studio è stato realizzato dall'Università di Teramo e dal Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria. Il lavoro è in corso di pubblicazione su Frontiers on Immunology. A contribuire sono stati i ricercatori Mauro Serafini, Alberto Finamore, Fabio Nobili, Anna Raguzzini, Roberto Ambra e Ivana Garaguso. "La novità è l'effetto antiossidante del Lactobacillus casei Shirota, del quale già era stato notato l'effetto antinfiammatorio - hanno spiegato Mauro Serafini, docente di nutrizione umana dell'Università di Teramo e Fabio Nobili, ricercatore del Crea - Il probiotico, infatti, interagisce con la cellula dell'intestino che, se si trova sotto stress, viene protetta".
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Italiani in cucina, più etnico e km zero E la grande distribuzione segue il trend

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 I consumatori italiani si dividono a tavola in due popolazioni, da un lato chi cerca nuove esperienze sperimentando le cucine di altri Paesi sia al ristorante sia tra le mura domestiche cimentandosi ai fornelli; dall'altro chi del prezzo è costretto a fare una discriminante basandosi su offerte e discount. Se ne è parlato a Linkontro, evento annuale che Nielsen Italia organizza in Sardegna, quest'anno a Santa Margherita di Pula, per analizzare trend e futuro del largo consumo.

"Una parte di consumatori guarda principalmente al prezzo, differenziando anche i luoghi di acquisto, non ha né i mezzi né la cultura della sperimentazione alimentare. Un'altra parte vuole sperimentare in cucina, compra la burrata dal casaro e si indirizza sull'offerta 'premium' della grande distribuzione dai 'Gourmet Carrefour' al Viaggiatore Goloso di Unes, a Eté di Vegè, cercando nuovi prodotti - spiega Giorgio Santambrogio, presidente di Adm (Associazione distribuzione moderna) - e l'offerta deve adeguarsi".

Sopratutto i millennials scelgono di cucinare una cena a base di Falafel libanesi o di Guacamole messicana e la domanda di ingredienti etnici sugli scaffali cresce seguendo le nuove culture alimentari. "Attenzione però - aggiunge Santambrogio - non sempre il contadino è migliore se guardiamo a sicurezza e qualità. Se vogliamo i prodotti a km zero sugli scaffali devono essere a filiera certificata e corretta catena del freddo".

Sono 14 milioni gli italiani che scelgono di provare la cucina etnica e continuare a farlo, ma all'aperitivo e al digestivo prevale l'italianità.

"Notiamo - afferma Leonardo Vena, ad di Amaro Lucano - la tendenza dei locali etnici che aprono con banco bar, come messicani, giapponesi, vietnamiti o hawaiani, ad utilizzare amari italiani per miscelare i cocktail e i consumatori a berlo liscio come dopo pasto". (ANSA).

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Fao, le api devono essere protette per tutelare nostro cibo Domenica 20 si celebra la prima Giornata Mondiale delle Api

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Alla vigilia della prima Giornata mondiale delle api, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) ha esortato paesi e singoli individui a fare di più per proteggere le api e gli altri impollinatori per non rischiare un brusco calo della diversità alimentare.

In Slovenia, per la cerimonia ufficiale della Giornata mondiale delle api, il Direttore Generale della FAO, José Graziano da Silva, ha affermato che i paesi devono passare a politiche e sistemi alimentari più favorevoli agli impollinatori e più sostenibili. "Non possiamo continuare a concentrarci sull'aumento della produzione e della produttività basandoci sull'uso diffuso di pesticidi e di sostanze chimiche che minacciano le colture e gli impollinatori", ha affermato Graziano da Silva. 

Oltre il 75% delle colture alimentari mondiali dipendono in una certa misura dall'impollinazione per resa e qualità. Le api sono gravemente minacciate dagli effetti combinati del cambiamento climatico, dell'agricoltura intensiva, dei pesticidi, della perdita di biodiversità e dell'inquinamento. L'assenza di api e di altri impollinatori eliminerebbe la produzione di caffè, mele, mandorle, pomodori e cacao, per citare solo alcune delle colture che si basano sull'impollinazione. "Ognuno di noi ha una responsabilità individuale nei confronti della protezione delle api e dovremmo tutti fare scelte rispettose degli insetti impollinatori", ha aggiunto Graziano da Silva. "Anche la crescita dei fiori a casa per nutrire le api contribuisce a questo sforzo".

Impollinatori, come api, api selvatiche, uccelli, pipistrelli, farfalle e coleotteri volando, saltano e strisciano sui fiori aiutando le piante a fertilizzarsi. Tuttavia, il numero e la diversità degli impollinatori sono diminuiti negli ultimi decenni e le prove indicano che il declino è principalmente conseguenza delle attività umane, compreso il cambiamento climatico, che possono interrompere le stagioni di fioritura. Le pratiche agricole sostenibili, in particolare l'agro-ecologia, possono aiutare a proteggere le api riducendo l'esposizione ai pesticidi e contribuendo a diversificare il paesaggio agricolo.

Con l'Organizzazione mondiale della sanità )Oms), la Fao ha anche sviluppato il Codice di condotta internazionale sulla gestione dei pesticidi.

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Giornata delle Oasi Wwf, domenica si celebra la biodiversità Il 20/5 ingresso gratuito anche nelle Riserve dello Stato

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In vista della Giornata Mondiale della Biodiversità del 22 maggio, indetta dall'Onu per sottolineare l'importanza di preservare la ricchezza della vita sulla Terra, torna la Giornata delle oasi Wwf. Domenica prossima, 20 maggio, le riserve naturali saranno aperte gratuitamente al pubblico, con speciali eventi per conoscere i tesori nascosti della natura dal nord al sud e ammirare anatre, falchi, cervi, lontre e cavalieri d'Italia. Ci saranno visite guidate, attività di educazione ambientale con i più giovani, inaugurazioni di nuovi sentieri e centri vista, lezioni all'aperto, liberazione di animali curati, laboratori e birdwatching.

Grazie alle Oasi (più di 100 in tutta Italia, oltre 35.000 ettari di territorio protetto) in Italia si sono salvate specie a rischio come la lontra, il lupo, il cervo sardo, il lanario, la testuggine acquatica e diverse specie di anfibi. Anche quest'anno, spiega l'associazione ambientalista, si rinnova la collaborazione tra Wwf e Carabinieri Forestali e alla festa delle Oasi si affiancherà "RiservAmica 2018", la manifestazione che apre al pubblico le 130 Riserve Naturali Statali gestite dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, giunta alla sua sesta edizione.

Il Wwf aderisce alla "Primavera della Mobilità Dolce (promossa da AMoDo - Alleanza per la Mobilità Dolce dal 21 marzo al 21 giugno) e invita chi vorrà visitare le sue Oasi ad avvicinarsi "a questi ambienti preziosi e delicati usando preferibilmente le ferrovie turistiche e locali, le biciclette, i cammini storici e i sentieri, curando il proprio benessere e dando valore al tempo".

RiservAmica 2018: Alla Riserva Biogenetica del Cansiglio (Belluno), sarà organizzata una passeggiata nella foresta alla scoperta "dell'Italia selvatica", l'inaugurazione di una mostra sulla Grande Guerra, che in quei boschi ha visto parte del suo teatro principale, per finire con uno spettacolo teatrale musicale. Nella Riserva dell'Orecchiella (LU) saranno allestiti diversi "spazi scoperta" delle attività dei Carabinieri Forestali, laboratori sensoriali di educazione ambientale e visite guidate presso i musei naturalistici, i recinti faunistici e i sentieri della Riserva. A Magliano dei Marsi (AQ) sarà possibile conoscere l'attività dei nuclei cinofili antiveleno, visitare il nuovo Museo dell'Uomo e della Natura (MUN), la scoprire i reperti CITES e sperimentare il "battesimo della sella" con i cavalli del Reparto di Feudozzo. Programma completo: www.carabinieri.it sezione "eventi". (Programma completo: www.carabinieri.it sezione “eventi”).


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Festa dei Musei: arte condivisa il 19 e 20 maggio Aperture straordinarie e iniziative speciali in tutta Italia

ROMA - Sarà un weekend all'insegna della condivisione e della grande bellezza del nostro patrimonio quello del 19 e 20 maggio, quando in tutta Italia si svolgerà la III edizione della Festa dei Musei, organizzato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, con tema "Musei iperconnessi: nuovi approcci, nuovi pubblici".
Nell'ambito della Festa, grazie alla quale da Nord a Sud saranno organizzate iniziative speciali, visite guidate e laboratori, si svolgerà anche la XIV edizione della Notte europea dei Musei, con aperture straordinarie la sera del 19 al costo di 1 euro.
Sul sito del Mibact www.beniculturali.it tutte le informazioni e gli orari.
A Roma, ben 50 spazi aderiranno alla notte speciale, anche con spettacoli, concerti, performance e iniziative per bambini, dai Musei Capitolini all'Ara Pacis, dal Palazzo delle Esposizioni alla Casa del Cinema. Sempre nella Capitale (dove per orientarsi basterà consultare la Mappa dei Musei di Giulia Sotto la Metro che segnala per ogni fermata il museo aperto più vicino) per tutto il fine settimana alla Gnam saranno previste visite guidate alle mostre allestite (anche con apertura serale il 19); la mostra "Turner. Opere della Tate", con oltre 90 capolavori del pittore inglese negli spazi del Chiostro del Bramante, osserverà l'orario prolungato fino alle 22.
Non lontano da Roma, grande attenzione all'archeologia: nei siti di Palestrina, con l'evento "Il Foro di Praeneste: i luoghi della giustizia e della legalità", nel corso del quale sarà esposto un sequestro di beni archeologici provenienti dal territorio, e in quelli di Santa Severa (all'Antiquarium di Pyrgi), in cui ci sarà un percorso dedicato ai racconti del mito che derivano dai reperti archeologici, e di Capena, nell'Area archeologica e l'Antiquarium di Lucus Feroniae, con l'evento "Il Labirinto del Tempo. Percorsi alla scoperta di una città antica".
A Trieste il Museo di Miramare organizzerà visite guidate al Castello e alla mostra temporanea "Manet e Massimiliano. Un incontro multimediale", mentre a Milano la Pinacoteca di Brera invita il pubblico a disegnare per confrontarsi con i lavori degli artisti nell'evento "DisegnaBrera. La sfida".
A Firenze il 19 ci sarà il concerto La memoria musicale di Dante nel "De vulgari eloquentia" e nella "Commedia" presso il Cenacolo di Ognissanti, per indagare il retroterra musicale che fece da sfondo alla vita del poeta. Anche la grande mostra "Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari", in corso a Varallo, Vercelli e Novara, aderisce alla Festa dei Musei, con aperture fino alle 23.
Grande notte anche a Forlì, con la mostra L'Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio, allestita ai Musei San Domenico, aperta fino alle ore 23, e al Castello Estense di Ferrara: qui dalle 19.30 ci sarà il Festival miXXer "Tempo libero" con i concerti del Conservatorio G. Frescobaldi e poi si proseguirà con le visite guidate alla Collezione Cavallini-Sgarbi (presente anche Elisabetta Sgarbi che incontrerà il pubblico) e con escursioni in barca nel fossato per ammirare il monumento da un punto di vista inusuale.
Il Museo Biogeo di "Storia della Terra e della Vita" ad Ariano Irpino (Av) sarà aperto al pubblico con visite guidate e percorsi tematici per divulgare l'origine e l'evoluzione della vita sulla terra, mentre nella Piazza d'Armi di Castel Sant'Elmo (Na) nell'ambito de "Il cielo stellato e la legge morale. La Filosofia nella Notte dei Musei" il filosofo Giuseppe Ferraro leggerà Kant. A Scalea (Cs), presso l'Antiquarium di Torre Cimalonga, la sera del 19 si svolgerà l'evento "Scegli un reperto ti risponde l'esperto".
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Frecce Tricolori sul Lago Maggiore La pattuglia acrobatica dell'Aeronautica a Verbania nel weekend

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(ANSA) - VERBANIA, 18 MAG - Le Frecce tricolori si esibiranno sul lago Maggiore domenica pomeriggio. L'inaugurazione ufficiale della manifestazione sabato 19 maggio alle ore 12 a Pallanza ma il clou sarà domenica 20 maggio, dalle ore 14 alle 16.30, con l'esibizione della Pattuglia Acrobatica Nazionale dell'Aeronautica Militare.
    La due giorni vedrà su tutta la zona del lungo lago mostre statiche, esposizione velivoli, materiale aeronautico, merchandising, dimostrazioni di volo con droni.
   
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Alberi monumentali, viaggio tra le opere d'arte della natura. Testimoni di storia e cultura, da ammirare e scoprire in tutta Italia

Cipressi lungo il viale che collega San Guido a Bolgheri, in Toscana © ANSA

 Sugli alberi noi trascorrevamo ore e ore, e non per motivi utilitari come fanno tanti ragazzi che ci salgono solo per cercar frutta o nidi d’uccelli, ma per il piacere di superare difficili bugne del tronco e inforcature, e arrivare più in alto che si poteva… E’ uno stralcio del capolavoro di Italo Calvino, “Il barone rampante”, la storia di un giovane rampollo di una famiglia nobile ligure che, in seguito a un litigio con i genitori, si arrampica su un albero del giardino di casa per non scendervi più per il resto della vita. Quell’alto fusto che ispirò Calvino, un “falso pepe” o Schinus molle, era una delle piante che abbellivano Villa Meridiana a Sanremo, dove abitava con i genitori e di cui ora c’è solo una targa commemorativa. Oggi il comune della città ligure organizza sui luoghi cari a Calvino passeggiate e visite che terminano al parco di Villa Ormond, che oltre al museo del fiore ospita giganteschi ficus, altissime palme, araucarie e altre piante esotiche e rare, amate dallo scrittore e diventate veri monumenti della natura.
Quello di Calvino non è l’unico albero monumentale in Italia che suscita interesse e curiosità: i cipressi lungo il viale che collega San Guido a Bolgheri, in Toscana, cantati da Giosuè Carducci nella poesia “Davanti a San Guido”, sono meta di pellegrinaggi; così come lo è il grande faggio di san Francesco a Rivodutri, in provincia di Rieti, dove il santo di Assisi vi trovò riparo nel suo cammino. In provincia di Lucca desta attrattiva turistica anche la quercia delle streghe di Gragnano, che ha 600 anni di vita e ha ispirato Carlo Collodi per le avventure di Pinocchio; e il filare di gelsi di Villa La Rotonda del Palladio a Vicenza, che rappresentano l’antica memoria dell’allevamento dei bachi da seta. Se l’abete bianco di Serra San Bruno, in Calabria, è il più grande d’Europail contorto platano dei 100 bersaglieri di Caprino Veronese, vicino al lago di Garda, rientra tra i monumenti vegetali per i suoi 600 anni di vita. Lo straordinario platano è chiamato così perché nel 1937, durante una manovra dell’esercito italiano, si nascosero tra le sue fronde cento soldati. Anche gli ulivi secolari di Luras, in Sardegna, e il bosco ultracentenario di 60 pini larici e aceri montani a Spezzano della Sila, in Calabria, attirano viaggiatori e curiosi; così come il larice di Pietraporzio, nel Cuneese: dopo due ore di camminata nel vallone del Piz si raggiunge l’enorme e antichissimo albero – pare abbia 6 secoli e mezzo di vita - cresciuto sopra una pietra e che sembra uscito da un racconto fantasy. Le antiche faggete della foresta Umbra in Puglia sono state premiate dall’Unesco, così come ha una forte valenza storica la sequoia di Longarone, testimone del disastro del Vajont del 1963, che l’ondata miracolosamente non riuscì a sradicare. Il valore storico lo hanno anche il pino marittimo che Garibaldi piantò a Caprera nel 1867 quando nacque la figlia Clelia e il gigantesco ficus di piazza Marina a Palermo, sotto le cui fronde nel 1909 fu assassinato il poliziotto italo-americano Joe Petrosino. Meritano un viaggio le querce gemelle del parco di Monza e i giganti di Fallistro, 50 esemplari di pino nero calabro che, dall’alto della Sila, svettano da secoli come guardiani delle loro terre, remote e antiche. Incredibile, infine, è la storia dell’eucalipto rosso dell’eremo dei Camaldolesi a Napoli, che è diventato anche protagonista di un bestseller australiano: si racconta che il seme da cui è germogliato sia arrivato dall’altra parte del mondo nella tasca di un marinaio, dalla quale cadde durante una lite con la figlia che, dopo varie vicissitudini, era andata a vivere nel convento napoletano.
Viaggiare alla scoperta di piante rare, d’interesse paesaggistico o collegate a eventi storici o culturali – queste sono alcune delle 7 caratteristiche principali per diventare “albero monumentale” - è un modo nuovo e piacevole per scoprire il territorio e la sua storia. Con l’articolo 7 della legge numero 10/2013 il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e delle Foreste ha istituito la tutela di questi alberi, che ogni regione ha poi censito per proteggerli e per sfruttare il loro valore economico-turistico. Oggi in Italia esistono 22mila alberi monumentali, di cui 2.406 definiti di “grande interesse” e 150 di “eccezionale valore storico o monumentale”, destinati quindi ad avere una speciale protezione, oltre che un’apposita segnalazione. Le regioni e i comuni, dal loro canto, incoraggiano a scoprire e ad ammirare queste opere d’arte della natura, che sono entrati a far parte del nostro patrimonio storico e culturale e che rappresentano una memoria collettiva di grande rilievo. Sono sempre più numerose le amministrazioni comunali che sono riuscite a creare dei circuiti turistici intorno ai giganti della natura per ammirarne la bellezza e l’unicità. Ogni anno nascono passeggiate e tour con strutture adeguate e indicazioni stradali per andare a trovare quei vecchi e silenziosi testimoni della storia, dell’ambiente e della tradizione per viaggi rispettosi della natura e, in alcuni casi, del loro sacrificio, come per gli abeti rossi di Paneveggio, in Val di Fiemme, che hanno fornito la materia prima ai liutai veneziani e allo stesso Stradivari, che utilizzava il loro prestigioso legno, caratterizzato da anelli di crescita molto sottili e concentrici e con scarsità di nodi, per la fabbricazione dei violini.
L’elenco degli alberi monumentali è in continua crescita ed è sottoposto a mirate indagini da parte del ministero; tuttavia l’incuria umana o eventi incidentali possono determinarne la fine, come nel caso dell’abete dei Principi che lo scorso novembre è stato abbattuto da una forte raffica di vento: l’Avéz del Prinzep, in Trentino, di 250 anni era considerato l’abete bianco più imponente delle Alpi con i suoi 54 metri di altezza e 4 di circonferenza. Lasciarsi sedurre dalla bellezza delle piante monumentali, seppur fragile, dunque, merita un viaggio nel nostro Paese, dove finalmente istituzioni pubbliche e strutture private hanno capito che anche gli alberi hanno una valenza culturale e turistica degna di essere presa in considerazione.
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