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Pompei, torna alla luce la bottega dello street food

 

(ANSA) - ROMA, 26 DIC - Due anatre appese per i piedi, un gallo che pare dipinto in 3d, un cane al guinzaglio con sopra graffito un insulto omofobo. Torna alla luce a Pompei l'ambiente quasi integro di un Thermopolium, bottega alimentare a cui si aggiungeva un raffinato street food, con piatti di ogni tipo, dalle lumache ad una sorta di "paella".

Una scoperta, anticipa all'ANSA il direttore Osanna, che "restituisce un'incredibile fotografia del giorno dell'eruzione", e apre a nuovi studi su vita, usi e alimentazione dei pompeiani, "Sarà un dono di Pasqua per i visitatori", annuncia anticipando l'intenzione di aprirlo al più presto alle visite. Mentre il ministro della cultura Dario Franceschini applaude: "un lavoro di squadra che è anche un esempio virtuoso per la ripresa del Paese". Lo scavo si trova nella Regio V, all'angolo tra il vicolo dei Balconi e la via della Casa delle Nozze d'Argento, dove sono stati fatti gli ultimi lavori di consolidamento. In quella occasione era stata individuata la presenza del Termopolio ed era stata riportata alla luce una prima parte del bancone con uno splendido dipinto a tema mitologico (Una nereide che cavalca un ippocampo e porta con sé una cetra) oltre al balcone che ornava il piano superiore. I lavori delle ultime settimane hanno fatto riemergere l'intero ambiente riccamente decorato e i vasi con i resti dei piatti che i pompeiani usavano consumare per strada. A Pompei locali come questi erano diffusi, nessuno però così conservato. E soprattutto, spiega Osanna, gli scavi del passato non sono riusciti a recuperare tutti gli elementi sul cibo emersi in questo progetto, al quale ha lavorato un team multidisciplinare di esperti. Nel locale sono stati trovati anche i resti di due uomini e di un cagnolino. Una delle vittime, un uomo intorno ai 50 anni, era disteso su un letto nel retro del locale e potrebbe essere morto schiacciato dal crollo del solaio. Le ossa dell'altro, forse un fuggiasco entrato alla ricerca di cibo, erano invece in un grande vaso, probabilmente infilate lì da scavatori del XVII secolo. (ANSA).

Pompei restituisce i corpi integri di due fuggiaschi

 

 Due uomini, un quarantenne signore di rango avvolto in un caldo mantello di lana e il suo giovane schiavo in tunica, le ossa già provate da anni di durissimo lavoro. E' la nuova scoperta di Pompei venuta fuori nei giorni della pandemia e che l'ANSA può raccontare in esclusiva.

 "Stupefacente" commenta il ministro Franceschini, "una scoperta assolutamente eccezionale", sottolinea il direttore Massimo Osanna, anche perché "per la prima volta dopo più di 150 anni è stato possibile realizzare i calchi perfettamente riusciti delle vittime e delle cose che avevano con sé nell'attimo in cui sono stati investiti e uccisi dai vapori bollenti dell'eruzione". Il ritrovamento è avvenuto solo alcuni giorni fa nello scavo in corso dal 2020 nella grande villa suburbana a Civita Giuliana, 700 metri a nord ovest di Pompei, dove il Parco Archeologico è al lavoro già dal 2017, con uno scavo condotto in sinergia con la Procura di Torre Annunziata e nato per fermare gli scavi clandestini dei tombaroli che qui hanno lasciato ampie tracce della loro attività. E' la stessa villa nelle cui stalle - era il 2018 - sono stati trovati i resti di tre cavalli di gran razza e in particolare di uno splendido sauro completamente bardato con una raffinata sella in legno e bronzo e luccicanti finimenti come se l'uscita del padrone di casa - forse un comandante militare, forse un alto magistrato - dovesse essere imminente. E si tratta anche della stessa residenza dove qualche mese fa è stato scoperto il muro affrescato con il fiore bianco e il graffito col nome della piccola Mummia, la bimba che potrebbe essere stata la figlia dei signori proprietari di quella tenuta, una residenza, ricorda oggi Osanna, "di altissimo pregio, con ambienti riccamente affrescati e arredati, sontuose terrazze digradanti che affacciavano sul golfo di Napoli e Capri, oltre ad un efficiente quartiere di servizio con l'aia, i magazzini per l'olio e per il vino che in profluvio di terrazzamenti e piscine si estendeva fino al mare". (ANSA).

MUSEI: COLOSSEO, UFFIZI E POMPEI SUPERSTAR NEL 2019



FRANCESCHINI, BENE L'AUTONOMIA, AVANTI CON L'INNOVAZIONE Colosseo stabilmente al top con oltre 7,5 milioni di visitatori, seguito dagli Uffizi con 4,4 milioni di ingressi e dagli scavi di Pompei con circa 4 milioni di presenze, 160 mila in più sul 2018. La top 30 dei musei e dei parchi archeologici statali regala nel 2019 conferme e novità, ad esempio il boom della Galleria Nazionale delle Marche, che registra un +36,8% e sale di sette posizioni, al ventiseiesimo posto. "Risultati straordinari" per il ministro Franceschini, che sottolinea: "Ora avanti sul percorso dell'innovazione".ansa

A Pompei spunta il tesoro della fattucchiera

Morbide ambre, lucidi cristalli, ametiste. Ma anche bottoni in osso, delicate fayence , scarabei dell'oriente. A Pompei, nella Regio V, la Casa del Giardino restituisce un nuovo strabiliante tesoro: i resti di uno scrigno in legno e metallo colmo di gemme e di amuleti, dalle bamboline alle campanelle, e poi falli, pugni chiusi, persino un piccolo teschio. "Decine di portafortuna accanto ad altri oggetti ai quali si attribuiva il potere di scacciare la malasorte", anticipa all'ANSA il direttore del Parco Massimo Osanna.
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Nuova sorpresa a Pompei, in 5 scheletri il dramma della fine

Pompei, nella casa dell'iscrizione trovati cinque scheletri © ANSA

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POMPEI - Il cielo buio di cenere, le strade riempite dalla coltre rovente dei lapilli, i tetti che crollano sotto il peso di quella assurda pioggia, con l'aria che si fa irrespirabile ovunque, mentre sotto i piedi la terra da ore non smette di tremare. A Pompei nel primo pomeriggio del 24 ottobre del 79 dopo Cristo c'è aria di apocalisse. Chi non ha capito in tempo, chi non ha voluto o non è potuto fuggire, ora cerca disperato un rifugio che non c'è. E' la storia drammatica e scioccante che ci rimanda l'ultima scoperta fatta con gli scavi che da qualche mese si stanno facendo nella Regio V della cittadella per mettere in sicurezza dai crolli le straordinarie vestigia della colonia romana. Ritrovati nella casa del Giardino, ora ribattezzata la Casa dell'Iscrizione perché è la stessa nella quale è stata identificata qualche giorno fa l'iscrizione che sembra aver cambiato, spostandola di due mesi, la data dell'eruzione, emergono ora cinque scheletri. Con tutta probabilità, spiega all'ANSA il direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna, "si tratta dei resti di due donne e di tre ragazzi, un ritrovamento di straordinario interesse sia per le dinamiche eruttive sia per la documentazione degli scavi in età moderna".
Cinque persone che avevano cercato rifugio in una sorta di piccola stanza da letto (insieme agli scheletri sono stati ritrovati anche i resti di un letto o di un grande divano) affacciata sull'atrio, l'unica stanza della casa rimasta integra, con il tetto ancora al suo posto mentre tutto intorno era uno sfacelo di crolli. "La cenere cadeva su Pompei ormai da 18 lunghe ore - ricostruisce Osanna - i lapilli avevano invaso qualunque cosa, avevano sfondato i tetti, riempito le strade, anche il Vicolo dei Balconi sul quale si affacciava l'abitazione". Una fuga a quel punto doveva apparire impensabile. "Per loro senz'altro, visto che il portone d'ingresso era bloccato e l'atrio riempito di cenere", aggiunge. Per cui quella piccola stanza deve essere apparsa alle due donne come l'ultima possibilità di salvezza. Chissà, forse ancora speravano che la furia degli elementi potesse finalmente placarsi. "Quel luogo doveva sembrare loro sicuro", fa notare l'archeologo. Per cercare di sigillare la porta, le due donne "le hanno messo davanti anche un mobile, forse per frenare la spinta della cenere".
Tutto inutile. Il gruppetto, sottolinea Osanna, deve aver trovato una fine orribile, "sono morti schiacciati dal crollo del tetto, che alla fine ha ceduto, o bruciati dalla nube piroplastica, la nuvola di fuoco e gas che è arrivata alla fine, chissà forse una concomitanza di entrambe le cose". Gli esami consentiranno ora di chiarire com'è andata. Ma intanto il ritrovamento porta con sé altri elementi importanti per la storia degli studi. Una moneta di Filippo d'Asburgo risalente agli anni '30 del Seicento e ritrovata vicino ai resti umani testimonia di scavi clandestini avvenuti in quella zona ben prima del 1748, la data ufficiale dell'inizio degli Scavi di Pompei. "Scavi clandestini devastanti - riferisce il direttore del Parco - fatti per razziare tutti gli oggetti di valore, senza attenzione per gli scheletri, che sono stati in parte rimossi e smembrati".
Una sorta di tombaroli ante litteram, insomma, che avevano scavato un tunnel nella cenere indurita e una volta all'interno della stanza hanno divelto e portato via tutto quello che hanno potuto, lasciando addosso agli scheletri solo due collanine in pasta vitrea. Lo scempio non è arrivato però davanti alla porta della stanza, dove alcuni resti umani, dice, "sono stati ritrovati intatti, la testa di una donna schiacciata dalle tegole e a fianco i resti di un braccio e delle gambe di una altra vittima, mentre in un angolo affiora una mano ancora con i suoi due anelli, uno in argento e l'altro in ferro". A duemila anni di distanza, una scena che ancora toglie il fiato. 

Pompei, da scavi emerge affresco Priapo

 © ANSA


POMPEI - Una dimora di pregio su via del Vesuvio con stanze elegantemente decorate e all'ingresso un Priapo affrescato, in atto di pesare il membro su una bilancia, sono emersi nel corso dei lavori di riprofilatura dei versanti della Regio V che affacciano sulla via di Vesuvio, nell'ambito del cantiere dei nuovi scavi. Le operazioni in corso rientrano nel più ampio intervento di messa in sicurezza dei fronti di scavo, che delimitano i 22 ettari di area non scavata di Pompei, previsto dal Grande Progetto Pompei e che interesserà circa 3 km di fronti. Lo rende noto il Parco archeologico di Pompei.
La figura di Priapo, a Pompei ben conosciuto per la raffigurazione che campeggia all'ingresso della casa dei Vettii, oggi appare per la seconda volta in questa domus poco distante.
Dio della mitologia greca e romana, era secondo buona parte delle fonti, figlio di Afrodite e di Dionisio; leggende minori lo vogliono invece figlio di Afrodite e di Ermes o Ares, o Adone o Zeus. Era, gelosa del rapporto adulterino di Zeus con Afrodite, si vendicò con Priapo e gli diede un aspetto grottesco, con enormi organi genitali. Il fallo, così spesso raffigurato in affreschi e mosaici dell'epoca, era ritenuto origine della vita, e per gli antichi romani un simbolo apotropaico, utilizzato contro il malocchio o per auspicare fertilità, benessere, buon commercio e ricchezza. Non è un caso, difatti, che poco oltre un altro fallo in tufo grigio dipinto è emerso, lungo la strada, su una parete del vicolo dei balconi.
"La tutela a Pompei, condotta correttamente e sistematicamente porta a straordinari rinvenimenti - dice il Direttore Generale, Massimo Osanna - Ricerca, conoscenza (e dunque scavo), tutela e conservazione sono aspetti tutti strettamente connessi e non si possono portare avanti se non in maniera sistemica. Via di Vesuvio, da cui provengono i nuovi affreschi, via delle Nozze d'argento e via dei Balconi, dove in questo momento si concentrano i lavori di messa in sicurezza, sono stati in passato oggetto di crolli ripetuti e perdita di materia archeologica (come il volto di Priapo). Interventi non sistematici fatti a posteriori, quando ormai il danno era avvenuto, hanno tamponato momentaneamente le criticità senza risolverle. Il progetto attuale è invece un imponente intervento caratterizzato da sistematicità e rigore metodologico che risolverà le criticità nel complesso, riprofilando i fronti di scavo per tutta la loro estensione".

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Pompei torna alla luce il vicolo dei balconi

Pompei, la Casa delle Nozze d'Argento, decorazione con pigmei (Foto Ciro Fusco) © ANSA

POMPEI - Il rosso pompeiano come veramente era, così intenso da richiamare il vino tanto amato dai romani. E poi gli ocra pastosi e rilucenti, le decorazioni geometriche, gli animali, i fiori, gli amorini, ma anche un intero vicolo punteggiato da balconi aggettanti che incredibilmente hanno resistito alla furia dell'eruzione, con i parapetti, i resti delle coperture in tegole, persino le anfore svuotate dal vino che qualcuno aveva lasciato in un angolo ad asciugare al sole.
Documentata in esclusiva dall'ANSA, è questa l'ultima incredibile scoperta di Pompei, dove a quasi duemila anni dall'eruzione del 79 d.C che seppellì persone e cose, i nuovi scavi avviati grazie al Grande progetto -i primi in epoca recente in una zona 'vergine' dei 66 ettari lungo i quali si estendeva la colonia romana- stanno restituendo giorno dopo giorno i veri colori e tanti particolari importantissimi per la storia della città. Il ritrovamento dei balconi - in tutto al momento sono quattro, uno accanto all'altro sullo stesso vicolo che si sta tirando fuori in questi giorni- emoziona, spiega all'ANSA il direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna, perché a Pompei ne sono rimasti pochi e "la conservazione del piano superiore è una rarità". E proprio per questo, anticipa, i balconi verranno restaurati e inseriti in un percorso tutto nuovo che collegherà la via di Nola con il vicolo delle Nozze d'Argento, quello che prende il nome dalla monumentale dimora privata, una delle più sontuose di Pompei, che ora dopo una chiusura lunga decenni verrà restaurata e restituita al pubblico.
Anche qui l'ANSA è potuta entrare in anteprima e documentarne con le immagini la magnificenza, dal grande atrio con le colonne corinzie alte sette metri e la vasca in tufo, alla sala del triclinio con le pareti dipinte che raccontano storie di amorini e pigmei; dal lussuoso peristilio dove sulle trabeazioni si rincorrono cervi, leoni e fagoceri, alla piccola 'spa' privata con i mosaici che riprendono il disegno di un acquedotto romano. Un lusso e una magnificenza che in questa dimora, il cui ultimo proprietario era L.Albucius Celsus, un edile proveniente da una famiglia molto benestante, si rivela persino nella latrina, piccola e attaccata alla cucina, ma con le pareti interamente dipinte con raffinate decorazioni rosse su un fondo color crema. Incentrato su un'area di 1400 metri quadrati, in quello che gli archeologi chiamano 'il cuneo', un grande triangolo inesplorato nella Regio V, il nuovo scavo - che punta in primo luogo alla messa in sicurezza di 2,6 chilometri di muri- impegnerà gli esperti ancora per mesi. Potrebbe riportare alla luce inaspettati tesori e anche, chissà, i resti di nuove vittime.
Al lavoro c'è una squadra che conta circa 40 persone, dagli architetti agli archeologi, fino agli archeobotanici, che si muove con tecnologie d'avanguardia - impensabili anche solo dieci anni fa - dai droni ai laser scanner fino alle microtelecamere infilate nella terra. E intanto già riappare la seconda vita di Pompei, quella cominciata a metà del Settecento, con i primi scavi: "Abbiamo potuto ricostruire la loro tecnica di cantiere, il modo in cui arrivavano alle scoperte e si muovevano sotto terra, scavando una buca profonda dalla quale facevano partire lunghi cunicoli.- racconta Osanna- Molte cose, anche gli affreschi, le portavano via per esporle altrove, tante altre, per noi oggi altrettanto preziose, le lasciavano". E' il caso di un bacile di bronzo, abbandonato forse perché privo di una delle due maniglie. Ma anche di tanti dipinti murali. Come quello che ritrae una splendida pantera fulva su fondo chiaro. A noi è arrivato in tre frammenti. Un piccolo, struggente, brandello di quotidianità che l'archeologo ricompone tra le sue mani.

Tele e muffe, Genius Loci secondo TTozoi


L'essenza di un luogo, la sua memoria, impressa nella tela come un'impronta, unica e irripetibile, senza pennelli, ma con la muffa che prolifica in immagini e visioni: è 'Genius Loci', il progetto istituzionale elaborato da Stefano Forgione e Pino Rossi, dal 2010 insieme nel duo artistico Ttozoi, che coinvolgerà tre dei siti Unesco più visitati d'Italia, la Reggia di Caserta, l'area archeologica di Pompei e il Colosseo. Qui, verranno approntate delle teche, dove sulle tele imbevute di acqua e cosparse di farina, nasceranno dopo 40 giorni escrescenze di vita peculiare di quel preciso microclima, su cui poi gli artisti interverranno con pigmenti naturali stesi col pennello e resine, per fissare queste creazioni della natura.
    Il progetto "si ricollega - ha spiegato il curatore Gianluca Marziani - alla grande tradizione dell'Informale e dell'Arte Povera, che indaga l'idea di un'opera in azione, viva, dinamica, capace di introiettare al suo interno persino il carattere biologico".(ANSA).

Visita virtuale a una casa dell'antica Pompei

POMPEI - Ricostruita in 3D una casa dell'antica Pompei: è quella appartenuta a Lucio Cecilio Giocondo che era stata sepolta, come tutta la città romana, dalle ceneri dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. A realizzare la ricostruzione digitale della casa romana è stato il gruppo coordinato da Anne-Marie Leander Touati, dell'università svedese di Lund. Vi hanno contribuito anche gli italiani Nicolò Dell'Unto, che lavora all'università di Lund e Daniele Ferdani, dell'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). ''Combinando le nuove tecnologie con i metodi più tradizionali, possiamo descrivere in maggior dettaglio Pompei e in modo più accurato di quanto possibile in precedenza'' ha detto Dell'Unto.
Una visita virtuale alla casa di un potente banchiere dell'epoca - La ricostruzione 3D permette di fare una visita virtuale alla casa costruita tra la fine del III e l'inizio del II secolo a.C e appartenuta al ricco banchiere Lucio Cecilio Giocondo. La ricchezza del proprietario è riflessa nello sfarzo della casa, decorata con marmi colorati e bellissimi mosaici, come è possibile vedere anche nella sua ricostruzione 3D.
Come era la vita nella città romana prima dell'eruzione del Vesuvio - La ricerca fa parte da uno studio più ampio che riguarda tutta l'antica città di Pompei e che mostra come era la vita nella città romana prima della catastrofica eruzione del Vesuvio. Per esempio studiando i sistemi idrici, i ricercatori hanno visto che inizialmente abitanti, rivenditori e ristoranti erano dipendenti dalle grandi famiglie benestanti per il rifornimento dell'acqua, e che le condizioni sono migliorate solo poco prima dell'eruzione. Per esempio un acquedotto costruito poco prima dell'eruzione ha garantito acqua a tutti i residenti di Pompei, che così non hanno dovuto più raccoglierla dai pozzi o dai serbatoi di acqua piovana presenti nelle case dei ricchi.
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Pompei: allarme Enea, "A rischio la Villa dei Misteri"

 I vecchi restauri, ma anche le vibrazioni provocate dal passaggio dei treni della Circumvesuviana tra i nemici della sontuosa Villa dei Misteri, la più bella dimora patrizia degli Scavi di Pompei che sorge proprio nei pressi della stazione ferroviaria omonima. 

Il crollo a Pompei scatena la polemica

Le transenne tengono lontani turisti e curiosi da via dell’Abbondanza a Pompei. Il crollo della Domus dei Gladiatori sulla via principale della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C ha scatenato una polemica nel mondo politico italiano sulla gestione del patrimonio culturale: “Purtoppo il probelma di Pompei è il suo contesto – ha detto il Direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci -. Se Pompei fosse in Lombardia, o in Toscana, sarebbe quello che deve essere, cioè ossia il sito aercheologico più importante del mondo, una risorsa turistica fruttuosa, un luogo meraviglioso di studi e di ricerche”.

A provocare il crollo sarebbero state le infiltrazioni di acqua e il restauro effettuato negli anni Cinquanta. Troppo il peso del tetto per le mura di quella che era la palestra dei gladiatori. Il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, criticato dall’opposizione, riferirà in Parlamento in merito al sopralluogo effettuato con i tecnici e gli archeologi a Pompei.

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