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Moda e cattolicesimo impazza al Met Verso record di sempre per Met con contributo da Vaticano

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 Oltre un milione di visitatori: Il Metropolitan Museum di New York ha annunciato che il suo blockbuster "Heavenly Bodies: Arte e immaginazione cattolica" e' diventata una delle sue mostre più visitate di sempre. La grande rassegna, organizzata dal Constume Institute con il Dipartimento di arte medievale del museo, ha aperto i battenti con il lussuoso red carpet del primo lunedì di maggio - madrine Anna Wintour, Rihanna e Donatella Versace - e chiudera' i battenti l'8 ottobre. Il successo di "Heavenly Bodies", che accosta capi di alta moda firmati da Versace a Alexander McQueen e tanti altri, e' ancora piu' rimarchevole in quanto da marzo il Met ha introdotto il biglietto di ingresso per il pubblico non residente a New York. Il record di visitatori di questi mesi porta la mostra al terzo posto tra le mostre del Met. Al primo c'è sempre "Tesori di Tutankhamun" del '78 (1.360.957 visitatori) ma e' assai probabile che questo record possa venir superato nel prossimo mese.
   
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42% italiani ha iniziato una storia d’amore in vacanza

Amore e viaggi © Ansa

Sebbene quasi un quarto (23%) dei viaggiatori del Bel Paese creda che “il cuore non conosce distanze” per una relazione duratura la possibilità di ridurle rappresenta un grande vantaggio, meglio ancora se si riesce a farlo senza spendere una fortuna. Grazie alla nuova funzionalità annulla le distanze il motore di ricerca momondo abbatte le barriere di chi vive lontano dalla dolce metà, consentendo di trovare i voli più convenienti per entrambi, aumentando le così le occasioni di incontro nella meta più conveniente.
Per scoprire se viaggi e vacanze possano essere davvero l’occasione per far sbocciare nuove storie d’amore e indagare l’attitudine dei viaggiatori europei verso le relazioni nate in vacanza, momondo - la piattaforma digitale per la ricerca di voli e hotel - ha realizzato un’indagine svelando quali sono i Paesi più sensibili alle frecce di Cupido.
Dai risultati della ricerca emerge il lato romantico degli italiani, con quasi un connazionale su due (42%) che ha iniziato una relazione in vacanza e quasi un quarto degli intervistati (23%) che crede che non ci siano distanze incolmabili quando si tratta di sentimenti. In particolare, Molise e Basilicata sono le regioni che credono maggiormente nelle relazioni a distanza: il 50% ritiene, infatti, che il numero di chilometri che separa la coppia non incida sul sentimento. Tra gli italiani convinti che i rapporti a distanza abbiano vita breve, invece, sono le donne a mostrarsi più scettiche, con una percentuale dell’11% rispetto all’8% della rappresentanza maschile.
Guardando oltre i confini nazionali, è la Francia a schierarsi in prima linea quando si tratta di amori in vacanza, dal momento che una persona su tre (30%) dichiara di aver avuto diverse relazioni che hanno avuto origine nel corso di un viaggio. Non cedono al sentimentalismo, invece, Russia e Regno Unito: le stime provenienti dall’Est mostrano che il 42% non ha mai trovato l’amore in vacanza, ma sarebbe felice se accadesse, mentre il 46% dei britannici non ha mai iniziato una storia durante un viaggio e ammette di non essere interessato a una simile avventura.
Quando la scintilla scoccata in vacanza diventa una storia d’amore a distanza
Innamorarsi in viaggio è facile: il fascino di una nuova città da scoprire e delle amicizie appena nate sono elementi in grado di innescare il batticuore. Ma quante volte le farfalle nello stomaco avvertite in vacanza si sono tramutate in una vera storia d’amore? L’indagine del motore di ricerca viaggi ha voluto approfondire anche questo aspetto e i dati fanno ben sperare i più sognatori: al 16% degli italiani intervistati è capitato che il sentimento sia poi sfociato in una relazione a lungo termine, mentre un buon 13% è addirittura convolato a nozze con il partner conosciuto in viaggio.
Ancora più romanticismo caratterizza gli altri Paesi del Mediterraneo: francesi (14%) e spagnoli (19%) spiccano tra coloro che hanno portato avanti una relazione duratura iniziata in vacanza, mentre con il 12% i tedeschi sembrano essere i più inclini a rinunciare fin dal principio a un amore a distanza, decidendo di non proseguire la storia al rientro dalle vacanze.
Ma in termini pratici e di spesa, cosa comporta mantenere una relazione a distanza? I risultati della ricerca mostrano che gli amanti dello Stivale organizzano incontri più assiduamente: la maggior parte dei rispondenti impegnati in una storia a distanza afferma di darsi appuntamento tutte le settimane (38%) o ogni mese (26%).
Per quanto riguarda l’aspetto economico, invece, gli italiani rientrano nella media europea, con quasi un quarto (22%) degli intervistati che sostiene di aver speso tra i 501 € e i 1000 € in viaggi e costi accessori per mantenere la storia a distanza. Inoltre, nonostante comporti costi aggiuntivi, quasi la metà (46%) dei connazionali impegnati in una storia a distanza ritiene che visitare una nuova città sia l’occasione migliore per ritrovarsi.
A non badare al portafoglio quando si tratta di colpo di fulmine sono ancora una volta gli spagnoli, con l’8% degli intervistati che confessa di aver investito nella propria relazione a distanza oltre 10.000€ mentre il 19% dei portoghesi sostiene di non aver speso una somma superiore a 50 €, dimostrandosi il popolo più accorto.
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Tendenze. Cammini e pellegrinaggi: tra libri e persone mai stati così affollati

Una ragazza sul Cammino di Santiago (Ansa/Epa)
Una ragazza sul Cammino di Santiago (Ansa/Epa)

È un’esperienza che, per sua natura, mal si presta ad analisi statistiche troppo dettagliate. Ma quando i dati vengono raccolti, sono impressionanti. Ci riferiamo al fenomeno dei “cammini” e al caso virtuoso di Santiago di Compostela, dove la precisione sembra di matrice svizzera più che spagnola. L’Ufficio del Pellegrino censisce infatti numero, nazionalità, sesso, età e persino mezzo di trasporto di chi giunge alla Cattedrale dell’enormebotafumeiro: si scopre così che nel 2017 sono arrivati a Santiago 301.036 pellegrini (compresi i 43 che hanno fatto il percorso sulla sedia a rotelle), praticamente il triplo di quelli censiti solo dieci anni prima (114.466) e cento volte più che nel 1985, alla vigilia del boom legato in particolare al celebre e controverso bestseller di Paulo Coelho, datato 1987, e alla Gmg con papa Wojtyla del 1989.
Trend analoghi, anche se con valori assoluti inferiori, si registrano sui principali cammini religiosi italiani, dallaVia Francigena (le stime più prudenti parlano di 5mila pellegrini lo scorso anno ma c’è chi si spinge a contarne 40mila) ai numerosi itinerari sulle orme di san Francesco. Non sorprende, allora, la parallela e continuacrescita di attenzione del mondo editoriale, religioso e laico, con nuovi titoli ogni anno, non poche ristampe (a fine luglio è uscita l’11ª edizione della Guida al Cammino di Santiago, di Terre di mezzo), alcune fortunate collane e qualche prima sperimentazione in ambito digitale.
Ma con quale livello qualitativo e soprattutto quale aderenza allo spirito più autentico di un’esperienza sempre a rischio di semplificazioni? Lo abbiamo chiesto ad alcuni esperti e operatori del settore, a cominciare da donPaolo Asolan, docente alla Pontificia Università Lateranense e cappellano della Confraternita di San Jacopo di Compostella, che ci aiuta anzitutto a fotografare la tipologia di offerta editoriale. «Bisogna distinguere tra le guide, la letteratura di pellegrinaggio (la cosiddetta odeporica) e i reportage fotografici. Sulle guide c’è un ventaglio molto ampio. Direi che le migliori sono quelle di Terre di mezzo, precise e aggiornate, con un catalogo che copre ormai tutti gli itinerari; ora anche Edizioni della Porziuncola ha iniziato a pubblicare alcune cose interessanti, come la Via Francigena del Pellegrino, di Monica D’Atti. Valuto meno bene le guide del Touring, o in generale le guide firmate da chi fa diventare legge universale la propria esperienza. Anche l’odeporica è molto varia: c’è chi ha avuto la vita cambiata dal pellegrinaggio e dunque condivide questa ricchezza, ma c’è anche il pellegrino narciso che vuole dire a tutti quanto è stato bravo. In questi casi il pellegrinaggio fa da ambientazione scenografica di altro... Infine, i reportage fotografici: possono essere preziosi perché normalmente quando uno valuta se fare un pellegrinaggio ha anche bisogno di vedere; e spesso è un’immagine quella che determina la decisione di partire».
Ma come si spiega, chiediamo a Miriam Giovanzana, direttrice editoriale di Terre di mezzo, il caso di un editore laico che sulle guide dei cammini religiosi ha fondato una buona fetta della sua reputazione? «È indubbio che i cammini nascano con una radice religiosa e spirituale. Per noi è importante aiutare a conservarne l’intuizione originaria, la storia. Altrimenti è difficile capire che cosa distingue la Francigena o il Cammino di san Benedetto da un qualunque trekking, pur con tutto ciò di bello che anche questa esperienza rappresenta. Camminando si entra in una storia, si mettono i propri piedi sulle orme di un popolo che ci ha preceduto. Custodire questo tipo di memoria può essere un regalo anche per gli uomini e le donne di oggi, a prescindere dalle convinzioni di chi si mette in cammino».
Sul Cammino di Santiago (AP)
Sul Cammino di Santiago (AP)
Chi porta in libreria l’esperienza dei cammini partendo da un punto di osservazione privilegiato è certamente padre Gianpaolo Masotti, francescano, direttore delle Edizioni della Porziuncola, con sede ad Assisi. Nel 2018 sono uscite le prime due guide, alla Francigena e al Cammino della Gran Madre: «Abbiamo deciso di dare un taglio specifico alla collana. Pur presentando tutti i dati e le informazioni pratiche necessarie (altimetrie, carte, scale di difficoltà), abbiamo voluto offrire un valore aggiunto, quello spirituale, che per antica tradizione appartiene di per sé al pellegrino. Nelle nostre guide, infatti, è possibile trovare sia le indicazioni dei più importanti luoghi di fede come anche le accoglienze nei conventi e le ospitalità “povere”. Tutto questo nella consapevolezza che a volte il cammino è l’inizio di una riscoperta della fede e, tornati a casa, l’esperienza si prolunga nella quotidianità».
L’importanza del pellegrinaggio a piedi nel rianimare un itinerario di fede, magari con l’aiuto di una buona guida, è confermata da padre Alberto Tortelli, francescano conventuale a Padova, tra i promotori della recentissima Guida al Cammino di sant’Antonio (Edizioni Messaggero in collaborazione con Terre di mezzo), che va dal capoluogo veneto a La Verna: «Il cammino ti segna, è un’esperienza totalizzante, in cui spesso i frutti arrivano sulla lunga distanza».
Questa dimensione del prima e del dopo pellegrinaggio è cruciale per gli editori, come spiega Miriam Giovanzana: «Noi diciamo sempre che il viaggio non comincia con il primo passo, ma nel momento in cui ti lasci prendere dal desiderio di camminare, ad esempio sfogliando una guida. Possono anche esserci “pellegrini da divano”, che magari non partiranno mai, ma con quel libro fanno comunque un percorso. Questo è uno dei significati della nuova collana dei “percorsi spirituali”, che comprende ad esempio la Guida al Cammino di sant’Ignazio, da Loyola a Manresa: certamente una guida in senso classico ma anche uno strumento per conoscere meglio una figura così attuale del cristianesimo».
Detto che le cose si muovono anche sul fronte delle nuove tecnologie, con la prima “app edicola” sui cammini proposta da Terre di mezzo, che cosa manca allora in libreria per prepararsi a un’esperienza così profondamente spirituale? «Non essendoci più oggi un alfabeto religioso – riflette Asolan –, ci vorrebbe qualcosa che aiuti a capire le emozioni che provi durante il cammino, che dica qual è la promessa che potrebbe diventare realtà se parti, quali corde va a toccare questa esperienza dentro di te. C’è chi parla genericamente di magia del cammino. Ma non c’è nessuna magia! C’è che nel cammino la tua anima viene ridestata, si risveglia il bisogno di un incontro, sperimenti la provvisorietà e l’essenzialità. Sarebbe bello trovare in libreria qualcosa che aiuti questa decodificazione in termini spirituali».
avvenire

Turismo / Tirana in Albania!

Capitale e maggiore città dell’Albania, Tirana è anche il principale polo politico, industriale e culturale del paese.
Situata lungo il fiume Ishëm, la città vanta una storia millenaria – come testimoniano i suoi numerosi siti archeologici - nonostante la sua fondazione ufficiale sia avvenuta in tempi relativamente recenti (1614).

In virtù della sua posizione centrale, nel 1920 fu scelta come capitale temporanea e sede governo provvisorio stabilito dal Congresso di Lushnjë. Nel novembre 1944 vi si insediò il governo comunista di Enver Hoxha.

Nel corso degli anni ’50 ha vissuto un periodo di notevole sviluppo demografico, economico e sociale.

Oggi la città si presenta attiva, moderna nella mentalità e nelle infrastrutture e vivace dal punto di vista culturale. Molto però si può - e si deve – ancora fare.

Tirana ancora non è una vera e propria città turistica e spesso le sue strutture ricettive non sono di alta qualità; nonostante ciò la capitale dell’Albania merita sicuramente di essere scoperta.

ABITANTI: 726.547 (dato aggiornato al gennaio 2008)

SUPERFICIE: 41,8 km²

DENSITÀ: 14,746 ab./km²

ALTITUDINE: 104 m s.l.m.

CLIMA: il clima della città è di tipo mediterraneo. Gli inverni sono caratterizzati da temperature non troppo fredde, mentre le estati sono calde e molto secche. Le precipitazioni si concentrano nei mesi invernali.

TELEFONO: +355 (0) 4

NUMERI UTILI:


Polizia: 129
Ambulanza: 127
Servizio medico: ABC CLINIC (Qendra Shendetesore) con personale medico sanitario che parla inglese. Tel: +355 4 223 4105 ‎

Week End Benessere e Divertimento a Tirana