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Acri, scoperti tunnel usati dai Templari



La città israeliana fu a lungo considerata la "Chiave della Palestina" per la sua posizione dominante sul litorale: la sua parte antica è Patrimonio dell’Umanità
PERCHE' SE NE PARLA
Scoperta sotto la città portuale di Acri, in Israele, una fitta rete di tunnel segreti utilizzata dai cavalieri templari al tempo della Terza Crociata o Crociata dei re (1189 – 1192). La spedizione di archeologi, guidata dall'esploratore Albert Lin della National Geographic, ha sottolineato che alcuni di questi tunnel sono già noti da molto tempo, ma quelli appena individuati sono sepolti e sono rimasti inesplorati. Rilevate anche una casa di guardia e i resti di una torre ad essa associata. Potreebbe essere la famosa torre del tesoro, dove i membri dell'ordine religioso cavalleresco trasferivano oro dal porto, proprio passando attraverso i cuniculi segreti.

PERCHÉ ANDARCI
Acri fu a lungo considerata la "Chiave della Palestina" per la sua posizione dominante sul litorale: la sua parte antica è Patrimonio dell’Umanità. Si possono ammirare le mura camminando sul marciapiede che ne segue quasi tutto il perimetro, sino a giungere al piccolo porto. Da visitare anche i Giardini Bahai, la sinagoga tunisina Or Torà, la moschea Al Jazàr, il Museo d’arte Okshi e il Museo dei Prigionieri della Resistenza. Notevoli anche l'Hammam Turco della fine del XVIII secolo e Hahn Humdan, ex deposito merci dei mercanti che giungevano ad Acri da tutto il mondo.

DA NON PERDERE
La parte imperdibile di Acri, però, si trova nel suo sottosuolo. E conserva ciò che rimane delle grandiose costruzioni degli ordini monastico-militari dei Templari e degli Ospitalieri. Questi tunnel venivano utilizzati per la sicurezza dei pellegrini che arrivavano in Terra Santa da ogni paese d’Europa. Circa gli Ospitalieri, che accudivano i malati in Terra Santa, è possibile visitare alcune delle imponenti sale del loro quartiere generale, note come Sale dei Cavalieri. 

PERCHE’ NON ANDARCI 
Acri si trova, in auto, a circa un'ora e mezzo da Tel Aviv e a due da Gerusalemme: una città che merita di essere scoperta, per quanto non sia particolarmente gettonata. Dalle due città citate partono anche treni e bus, ma i tempi di percorrenza sono almeno doppi. No, arrivarvi non è propriamente semplice. Ma merita.

COSA NON COMPRARE 
Fatevi ispirare da una passeggiata nel mercato della città antica, tra spezie e prodotti tipici. In vendita anche tante magliette "brandizzate" con tanto di cuore affiancato alla scritta Israel. Davvero banali.
turismo.it

Dolomythos, la storia delle montagne più belle. Il Museo delle Dolomiti permette di conoscere la loro storia sin dagli albori

San Candido<br>

Sono annoverate tra le montagne più belle del mondo, e non si può certo dar torto a chi le considera tali: leDolomiti sono uno spettacolo della natura. Tra le più amate e rinomate nella catena alpina, sia a livello naturalistico (non a caso Patrimonio UNESCO) che di ricettività turistica, sono un vero paradiso terrestre per gli amanti della montagna, sia d’inverno che d’estate. Ma oltre a tanta bellezza fisica i ‘Monti Pallidi’ custodiscono anche una lunga storia, che un museo racconta in modo interattivo: si chiama Dolomythos, e si trova a San Candido.

Un luogo davvero particolare, perché permette di compiere un viaggio a ritroso nel tempo più remoto, a cominciare da quando le Dolomiti non esistevano, e al loro posto c’era niente di meno che il mare. I fossili marini portano testimonianza di ere geologiche lontanissime, e il museo ne espone moltissimi. Man mano che si prosegue nel percorso si incontrano rocce e cristalli che raccontano l’evoluzione di un'area che in migliaia di anni si è trasformata fino a dar vita allo splendido paesaggio composto di cime verticali che rende le Dolomiti uniche al mondo. Il percorso prosegue poi con la narrazione della storia dei primi rettili che hanno abitato queste montagne, addirittura precursori dei dinosauri.

Si passa di era in era scoprendo la flora e la fauna preistorica, fino ad arrivare a oggi. Inoltre, si possono scoprire curiosità sulle rocce e i cristalli delle montagne, contemplando interessanti aneddoti come quello del più grande filone d’oro mai trovato sull’arco alpino. O i ritrovamenti degli amuleti appartenuti ai primi abitanti umani delle Dolomiti. Le erbe e le piante officinali. Le storie e le leggende locali. Tutto questo viene presentato attraverso un percorso interattivo e divertente, con ricostruzioni, diorami, rappresentazioni grafiche che permettono a grandi e piccini di comprendere l’affascinante storia delle Dolomiti.

Dolomythos è stato fondato nel 1995 da Michael Wachtler, studioso tra i più esperti conoscitori di queste montagne. La sede del museo è Villa Wachtler, nel centro pedonale di San Candido, località rinomata che si trova in Val Pusteria. Se questo inverno puntate alla settimana bianca tra queste montagne, una visita al museo che ne racconta la storia è una tappa irrinunciabile.

turismo.it

A Reggio Emilia Collezione Maramotti le tendenze artistiche del XX secolo in 200 opere




Progettato dagli architetti Antonio Pastorini ed Eugenio Salvarani l'ex stabilimento della casa di moda Max Mara a Reggio Emilia, ospita attualmante La Collezione Maramotti. Si tratta della Collezione privata d’arte contemporanea del fondatore di Max Mara, Achille Maramotti che comprende diverse centinaia di opere d'arte realizzate dal 1945 a oggi. A partire dal 2003 l'edificio è stato convertito in spazio espositivo,dall’architetto inglese Andrew Hapgood con un approccio trasparente e rispettoso che ha conservato l'essenzialità della costruzione. Dal 2007, anno della sua riapertura l' edificio accoglie molteplici spazi funzionali. La collezione permanente è ospitata al primo e secondo piano mentre il piano terra è adibito ad esposizioni temporanee.

PERCHE' ANDARE

Il percorso espositivo mette in scena 200 opere che rappresentano alcune delle principali tendenze artistiche italiane e internazionali della seconda metà del XX secolo. In mostra dipinti, sculture e installazioni. La visita prende avvio con alcune importanti opere indicative delle tendenze espressioniste e astratte degli anni Cinquanta. Presenti in mostra opere dell'arte così detta informale e opere protoconcettuali italiane. Si prosegue con una derie di pitture della Pop art romana, per poi arrivare all'Arte Povera. Presenti alcune opere fondamentali della Transavanguardia e significativi esempi di neo-espressionismo tedesco e americano. Non mancano opere della New Geometry americana degli anni Ottanta-Novanta.

DA NON PERDERE

Fra le opere del percorso segnaliamo Caspar David Friedrich di Claudio Parmiggiani, Cimento
di Mimmo Paladino e Ferro di Alberto Burri. Nella collezione permanente trovano spazio anche Pino Pascali, Michelangelo Pistoletto, Osvaldo Licini, Lucio Fontana, Luigi Ontani, Gerhard Richter, Piero Manzoni, Jannis Kounellis, Francis Bacon, Enzo Cucchi e Alighiero Boetti.

Collezione Maramotti 
Reggio Emilia, via fratelli cervi 66

fonte: turismo.it

“Concerti d’autunno 2019” Domenica 17 novembre 2019 ore 18.00 Oratorio dell’Addolorata al Sacro Monte Calvario di Domodossola

La Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario e l’Istituto della Carità, nell’ambito della stagione artistica 2019 e della rassegna “Concerti d’autunno 2019”, propongono il concerto che si terrà domenica 17 novembre, alle ore 18.00, nell’Oratorio domestico dell’Addolorata (ingresso dal Santuario del SS. Crocifisso) al Sacro Monte Calvario di Domodossola e che vedrà impegnati i

Solisti della Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario

Silvia Arfacchia e Davide Besana: violini, Arianna Cartini: viola
Andrea Pecelli: violoncello, Roberto Mattei: contrabbasso
Marco Rainelli: flauto, Federica Zoppis: cembalo

Giacomo Mutigli: direttore

nell’esecuzione del Concerto per violino, archi e basso continuo in Sol maggiore RV 310 e del  Concerto per flauto, violino, archi e basso continuo in Do maggiore RV 533 di A. Vivaldi (1678-1741), del Concerto in Si bemolle maggiore per organo e archi Op 4 Nr. 6 di G. F. Haendel (1685-1759), del Concerto per violoncello e archi in Re minore nr. 3 di L. Leo (1694 - 1744) e del Concerto per flauto in Sol maggiore op. 29 di C.P. Stamitz (1745-1801).

All’interno della Cappella musicale del Sacro Monte Calvario, che riunisce da molti anni al Sacro Monte l’attività d’insieme, sia liturgica sia concertistica, con la Corale di Calice, la Camerata strumentale di S. Quirico, l’Orchestra da Camera, la Schola Gregoriana del S. Monte Calvario ed il Convivio Rinascimentale, nasce nel 2016 la formazione cameristica dei “Solisti della Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario”. Lo scopo è quello di dar spazio alla musica barocca, unendo la professionalità, la passione e l’amicizia di strumentisti che da anni dedicano il loro impegno musicale su tutto il territorio del V.C.O. Il repertorio proposto intende evocare il carattere stilistico che appartiene alla musica strumentale del XVII e XVIII secolo, in cui gli strumenti, precedentemente sostituiti dalle voci, diventano parte fondamentale della musica.
Il concerto è reso possibile grazie alla sensibilità dell’Istituto della Carità – PP. Rosminiani, della Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte Calvario, con il sostegno prezioso della Fondazione CRT e il patrocinio e il contributo della Città di Domodossola.