FELTRINELLI 1+1  IBS.IT

Lazio, piano integrato per il turismo termale

"Vogliamo è far conoscere le terme non tanto dal punto di vista salutistico e curativo, quanto da quello turistico”. Sono queste le parole del direttore dell'agenzia di promozione turistica della Regione Lazio, Ersilia Maffeo, dichiarate nell'ambito dell'iniziativa “Itinerari delle terme d'Italia tra salute e benessere”, progetto interregionale dove la Regione Lazio partecipa unitamente a Toscana, Emilia Romagna e Veneto. Il progetto punta a promuovere e far scoprire le potenzialità dei territori nei quali le terme sono ubicate. “E' un progetto che nasce dall'esigenza di rafforzare la salvaguardia e la conoscenza della tradizione termale in un'ottica di innovazione e di promozione turistica. In particolare l'obiettivo è quello di individuare gli itinerari del termalismo come viaggio della salute e nel benessere, rafforzando la conoscenza delle opportunità di cura offerte dal termalismo nel suo insieme”, ha dichiarato la dirigente dell'assessorato alla Cultura, sport, politiche giovanili e turismo della regione, Flaminia Santarelli. La prima azione intrapresa ha riguardato i poli termali di Fiuggi e Suio ed ha interessato non solo l'aspetto curativo delle acque, ma la trasformazione degli stabilimenti in un'ottica più moderna, con la costruzione di Spa e centri benessere e l'individuazione di itinerari tematici.
guidaviaggi.it

Turismo: in cantiere sito web interregionale per lavoratori stagionali

(Adnkronos) - E' stata siglata a Torino, nell'ambito del Salone del Gusto, la convenzione tra Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta e l'Universita' di Torino per la realizzazione di un nuovo portale web rivolto ai lavoratori stagionali del settore turistico, alberghiero e della ristorazione, che avra' come obiettivo quello di favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Lo sviluppo del sito, che sara' operativo per giugno 2013, si inserisce nel programma di attivita' del progetto strategico di cooperazione transfrontaliera 'Strattour' finanziato dal programma Alcotra. L'idea, si legge in una nota, nasce dalla positiva esperienza della Regione Rhone-Alpes, che gia' da diversi anni ha attivato un portale web denominato 'Question saison' dedicato ai lavoratori stagionali.
L'intento ora e' quello di creare un sito 'gemello' italiano che affianchi quello francese, al fine di favorire anche la mobilita' dei lavoratori da un paese all'altro.

Nuove opportunità nel settore turistico e alberghiero

Il 24 ottobre si è tenuto presso la Sala del Tempio di Adriano della Camera di Commercio di Roma l’evento di presentazione dei risultati ottenuti nell’ambito dell’iniziativa “Vivai d’impresa”, progetto nato per creare posti di lavoro qualificato nel settore turistico e alberghiero. Hanno partecipato all’evento rappresentanti del mondo dell’accoglienza, dell’ospitalità e della ristorazione che hanno delineato gli scenari futuri del settore turistico ed enogastronomico proponendo strumenti per valorizzare e individuare i nuovi mestieri nel settore dell’ospitalità e dell’accoglienza. Durante l'incontro sono stati consegnati i diplomi ai partecipanti delle due edizioni del corso di Alta Specializzazione per Front Office Manager. L’evento si è concluso con la degustazione di diverse proposte di aperitivi realizzati dalle alunne dell'Istituto SAFI ELIS. 
elis.org

Il Museo diocesano di Genova cambia volto per ospitare e valorizzare il gran numero di opere attualmente in deposito

Dopo un lungo periodo di restauro architettonico e di aggiornamento, il 30 ottobre riapre al pubblico una parte importante del percorso espositivo del Museo Diocesano di Genova. All'inaugurazione sarà presente il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo della città. Ne scrive per il nostro giornale il conservatore del museo.
di Paola Martini
Il Museo diocesano di Genova è stato aperto al pubblico il 16 dicembre 2000, grazie ai fondi per il Giubileo, e con il preciso intento di essere un luogo di testimonianza e memoria storica delle vicende della chiesa diocesana genovese e non, quindi, una semplice sede di deposito per opere sradicate dal contesto originario, destinate ad essere irrimediabilmente decontestualizzate. La scelta della sede del nuovo museo era caduta su un edificio particolarmente prestigioso, ossia il chiostro della cattedrale di San Lorenzo, incastonato tra la cattedrale e il vicino Palazzo Ducale, sorto nel XII secolo sul sito delle antiche mura carolingie per diventare residenza dei canonici. Dopo un intervento di restauro particolarmente attento, realizzato tra il 1988 e il 1992 dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e del paesaggio della Liguria, l'antico chiostro canonicale era stato adeguato a ospitare un moderno museo, una struttura concepita come un'occasione per educare alla tutela e alla conservazione del patrimonio culturale diocesano esistente, esponendo temporaneamente le emergenze artistiche della diocesi con l'intenzione di restituirle, dopo breve tempo, alle chiese di provenienza, ma anche la sede più idonea per collocare opere irrimediabilmente decontestualizzate e, nel contempo, una sorta di ricovero per oggetti "a rischio", in attesa di una soluzione conservativa più adeguata.
Soprattutto quest'ultima esigenza è risultata quella più importante da soddisfare: nel corso dei primi dieci anni di attività si è verificato un deciso incremento del patrimonio iniziale con numerosi depositi temporanei - a breve o a lunga scadenza - motivati da precarie condizioni conservative oppure da insufficienti dispositivi di sicurezza nelle chiese di provenienza.
La necessità, a meno di un decennio dall'apertura al pubblico, di un nuovo intervento di riallestimento, seppure di una parte del museo, è stata quindi giustificata non da semplici motivazioni estetiche ma da precise esigenze funzionali.
L'incremento delle opere giunte in deposito da parte delle chiese diocesane ha provocato un aumento delle necessità spaziali; inoltre, l'analisi delle modalità di fruizione dei visitatori ha reso necessario il ripensamento degli ambienti espositivi.


(©L'Osservatore Romano 29-30 ottobre 2012)

Ci sono almeno tre, anzi quattro motivi in più per visitare Vicenza in queste settimane d’autunno

Ed è tutto dire per la città palladiana per eccellenza. Andrea Palladio non è stato semplicemente un architetto. In tutto il mondo è conosciuto come l’architetto: le sue ville e i suoi palazzi costituiscono un modello che è stato esportato oltre oceano, fino ad arrivare alle colonie americane e alla Casa Bianca. Le ville palladiane e la città di Vicenza, la sua città, sono state dichiarate patrimonio Unesco. E proprio a Vicenza, dopo un lavoro di restauro durato quasi sei anni e costato circa venti milioni di euro, è stata riaperta al pubblico la Basilica Palladiana.

Il palazzo, che fu riprogettato da Palladio su una struttura gotica preesistente, sarà utilizzato come contenitore per mostre ed eventi. Fino al 20 gennaio ospiterà la mostra di Marco Goldin Raffaello verso Picasso, uno spettacolare percorso attraverso il ritratto da Botticelli, Giorgione, Raffaello e Durer fino a Van Gogh, Munch, Picasso e Giacometti. Grazie a questo binomio la visita alla città di Vicenza offrirà un’ emozione in più. La possibilità di ammirare i capolavori dei più grandi pittori della storia dell’arte occidentale in un ambiente progettato secondo i criteri dell’armonia e della bellezza espressi dal nostro Rinascimento. Un’emozione davvero da non perdere.

Ma le novità dell’autunno vicentino non sono finite. In un altro palazzo progettato da Palladio, Palazzo Barbarano, nel cuore dei centro storico, a pochi passi dalla Basilica, si è aperto infatti il PalladioMuseum, un viaggio emotivo nella vita di Palladio, ma anche un percorso attraverso la ricerca ormai cinquantennale degli studiosi del Cisa, il centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio.
Palazzo Barbarano ospita il nuovo PalladioMuseum.
Palazzo Barbarano ospita il nuovo PalladioMuseum.
Al piano nobile del palazzo accoglie i visitatori una mostra permanente sull'opera dell’artista, con disegni originali autografi, dipinti rinascimentali, i grandi modelli architettonici in legno, pannelli multimediali. Non solo una storia di cose, ma anche degli uomini che le hanno sognate e realizzate, convinti che l'architettura possa essere uno strumento per migliorare il mondo. Per questo nella sala dedicata alla Vicenza del Cinquecento, accanto ai modelli dei palazzi palladiani, ci aspetta una teca con dei bachi da seta vivi, pronipoti di quelli stessi che nel 500 avevano prodotto la miglior seta d'Europa, generando la ricchezza che rese possibile la costruzione della Vicenza palladiana.

Un altro obiettivo del museo è quello di raccontare capitoli inediti della fortuna del modello architettonico palladiano nel mondo.
Genealogie / Genealogies, la prima mostra temporanea ad essere ospitata nel Palladio Museum, (fino al prossimo 31 marzo) racconta attraverso lo sguardo del fotografo americano Max Belcher il palladianesimo inconsapevole degli schiavi neri liberati dai campi di cotone dopo la guerra di secessione americana che, tornati in Africa, ricostruirono "a memoria", con materiali locali, le ville alla “Via col vento”dei propri padroni. Segnaliamo, infine, negli ambienti restaurati di Palazzo Chiericati, la mostra Cinque secoli di volti (fino al 20 gennaio), che sviluppa il tema del ritratto in un viaggio tra la storia di Vicenza e i suoi personaggi più noti.

Info: www.museicivicivicenza.it; www.comune.vicenza.it
Simonetta Pagnotti
famigliacristiana.it

Catalogna in sella alla mountain bike. Oltre 5mila chilometri di itinerari segnalati e per tutti, dai principianti agli sportivi più esperti

Oltre 5mila chilometri di itinerari segnalati per le due ruote, percorsi differenziati per tutti, dalle famiglie agli sportivi più incalliti che anche in vacanza vogliono mantenere la forma fisica: la Catalogna è un mini paradiso per i cicloturisti grazie all'attività dei suoi centri mountain bike.

Scoprire la regione sulle due ruote è possibile non solo d'estate, ma per molti percorsi anche tutto l'anno e in particolare in autunno, quando i colori della natura offrono uno spettacolo nello spettacolo tra colline, boschi, specchi d'acqua. In tutta la regione sono presenti 17 centri di mountain bike, ognuno dei quali offre almeno 100 chilometri di circuiti segnalati e differenziati per grado di difficoltà. Gli itinerari proposti normalmente sono circolari, evitano le strade su cui possono transitare veicoli a motore e minimizzano anche la quantità da percorrere su asfalto e a doppio senso di marcia. Ogni centro dispone di un punto di informazioni turistiche dove reperire mappe cartografiche e materiale tecnico ad hoc per la rotta prescelta. In questi luoghi, pensati anche per i cicloturisti in transito, è spesso possibile noleggiare le biciclette, lavarle, sostare e usufruire di docce e servizi sanitari.

Una guida utile per chi vuole programmare una vacanza di questo tipo è disponibile online. Sul sito web dei Centri di mountain bike della Catalogna è possibile accedere a tutti i punti dislocati sul territorio, avere un'anteprima del percorso e delle attrazioni nei dintorni: natura ma non solo, anche arte, storia ed enogastronomia.

Tanti gli spunti per una vacanza in movimento. In Costa Brava si attraversano boschi, cale e si può pedalare anche lungo le cosiddette "vie verdi", sviluppate su tratti ferroviari in disuso. In generale i parchi nazionali, soprattutto quelli a ridosso del litorale, si prestano ad escursioni in bici: ad esempio il Parco nazionale del Delta de l'Ebre e quello de Els Aiguamolls de l'Empordà. Adatte per una vacanza da cicloturisti le cittadine medievali di Pals e Peratallada, nel Baix Empordà, note per gli antichi borghi ben conservati e per la presenza di artigiani che lavorano nelle strade del centro. Un'esperienza particolare può essere quella di attraversare in bici le risaie di Pals.

Il centro di mountain bike di Pla de l'Estany comprende fra i suoi percorsi il Lago di Banyoles, il secondo bacino naturale più grande della Catalogna rinomato per la pratica del canottaggio. L'area è uno dei luoghi ideali per trascorrere qualche giorno di relax, a contatto con la natura. Per i ciclisti che amano sperimentare si può anche pedalare sulla cosiddetta "burricleta", la bicicletta elettrica rurale.

Anche i dintorni di Girona si possono esplorare sulle due ruote grazie ai 13 percorsi segnalati tra antiche case coloniche, chiese romaniche, viste panoramiche, boschi di querce. Gli itinerari in questo caso sono per la maggior parte di media difficoltà, ma ce n'è anche un paio adatto a tutti.
ansa