In vacanza a Santa Maria di Leuca, tra spiagge, cale e grotte e un santuario tutto da scoprire
(di Ida Bini - ansa)
Santa Maria di Leuca, nell’estrema punta meridionale del Salento, ha l'invidiabile primato di esser bagnata da due mari. Per arrivarvi si attraversa una terra color rosso scuro, punteggiata di fichi d’India e bianchi muretti a secco, nascosti tra filari d’ulivi secolari. Il profumo del mare è ovunque, anche se non si vede. Quando si arriva in prossimità della bella cittadina pugliese si ha la sensazione di scendere, di viaggiare verso la fine d’Italia: una luce accecante avvolge la città con il suo porto, la piazza e il santuario, il belvedere e il lungomare che regala nello stesso giorno la possibilità di ammirare alba e tramonto, ma su due mari diversi, lo Ionio e l’Adriatico. Santa Maria di Leuca abbraccia due litorali diversi, due versanti con caratteri opposti: sabbioso e aperto quello ionico; ricco di scogli, insenature e grotte quello adriatico. E’ più facile arrivare in città dall’entroterra che dal mare: Leuca, infatti, si trova all’incrocio di forti correnti e la navigazione qui è spesso burrascosa; la stessa scelta delle spiagge più tranquille e riparate dipende solo dal vento, se spira tramontana oppure scirocco.
Punto di partenza per visitare la città è la grande piazza centrale con il santuario di Santa Maria de Finibus Terrae: sorge in alto, sopra il porto, e regala una vista mozzafiato sul mare, con punta Meliso e punta Ristola che segnano i confini dell’insenatura. Il santuario, che sorge su un tempio dedicato alla dea Minerva – c’è ancora l’ara dei sacrifici – venne visitato e benedetto da san Pietro, che passò per la città pugliese diretto a Roma nel 43 dopo Cristo. Secondo i racconti dei vecchi pescatori salentini, dunque, quella di Leuca sarebbe la prima chiesa della cristianità. Distrutta e ricostruita cinque volte, è sempre stata meta di pellegrini, che si raggruppano sul piazzale immenso della chiesa, con al centro un gioco d’arcate e un faro alto quasi 50 metri. Il 15 agosto è il giorno in cui si festeggia Santa Maria, la madonna di Leuca, la sua santa protettrice, e lo si fa con una solenne processione a mare da Castrignano del Capo (di cui Santa Maria di Leuca è in realtà la frazione più grande) alla marina di San Gregorio e con appuntamenti in città che si anima di sagre – la più attesa è quella del pesce fritto – e di manifestazioni sul lungomare, con gli immancabili fuochi d’artificio finali sull’acqua.
Per recarsi al porto si scende la lunga scalinata, realizzata in periodo fascista, che affianca la cascata, opera dell’acquedotto pugliese, il più grande d’Europa, attiva con tre balzi soltanto a Pasqua e il 15 agosto per la festa patronale. Ai suoi piedi c’è il lungomare - pieno di localini, ristoranti, di case dei pescatori e delle estrose ville ottocentesche - che arriva al piccolo porto turistico: è da qui che ci si imbarca per arrivare alle cale, alle grotte e alle spiagge più belle dei dintorni e per ammirare i fondali, ricchi di alghe rosse e verdi e popolati da saraghi, aragoste e ricciole.
Il versante adriatico ha il mare color smeraldo e la costa rocciosa bucherellata di grotte, fiordi e insenature: le alte falesie sprofondano fino a 50 metri vicino alla costa ma ogni tanto la roccia lascia spazio a deliziose calette dove fermarsi a fare il bagno. Bellissime sono la grotta dello Spruzzo, dove le onde si infrangono formando uno zampillo d’acqua; della Vora con la luce che arriva fino in profondità; e del Laghetto, nel fiordo di Ciolo, che sfocia in uno specchio di acqua dolce. Sulla costa sorgono località marine molto belle da visitare, come il delizioso borgo di Tricase, Castro, famosa per la grotta Zinzulusa, e Santa Cesarea Terme, rinomata stazione termale dal 1899. E, ancora, Porto Badisco, insenatura naturale profonda e immersa tra i fichi d’india e la macchia mediterranea, e la bellissima città di Otranto, famosa per il castello aragonese e le sue spiagge sabbiose, attrezzate e comode, come l’incantevole Baia dei Turchi. Il versante ionico, invece, lascia spazio a spiagge sabbiose circondate da dune e dalla macchia mediterranea, dove la sera gli stabilimenti si trasformano in ristorantini e luoghi per le feste sull’arenile: Torre San Gregorio, Torre Vado e la spiaggia libera di Pescoluse, nota come “le Maldive del Salento” per la trasparenza dell’acqua e la presenza di bianchi gigli di mare tra le dune. Anche sul versante ionico ci sono alcune suggestive grotte; le più belle sono la grotta del Fiume, dove il mare diventa color verde-acqua, e la grotta delle Tre Porte, caratterizzata da tre monumentali ingressi.
Più a nord si estende la lunga baia di Gallipoli, che va da Lido Pizzo, frequentato dai nudisti e amato dalle celebrità, a Punta della Suina con due piccole spiagge attrezzate e un bar sulla terrazza panoramica in cui fermarsi a mangiare frise profumate e succose; la baia è un susseguirsi di stabilimenti dove prendere un aperitivo e godersi il tramonto o dove bere qualcosa la sera ascoltando buona musica
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