Turismo poco sfruttato, Sicilia Cenerentola

di Michele Giuliano

L’ufficio studi della Confcommercio inchioda la nostra regione: “Il gap con il Nord risulta sempre più evidente”. Al momento la Sicilia attira soltanto il 3,5 per cento di quota di turisti stranieri in ambito nazionale
qds.it
PALERMO - Sicilia terra di turismo. Ma solo sulla carta. Le enormi ricchezze territoriali e culturali restano tali. Ancora una volta sono i numeri a rendere impietosa questa verità.

L’Ufficio Studi Confcommercio, nell’ambito dello studio dal titolo “Il divario Nord-Sud”, ha messo in evidenza come la Sicilia attiri appena la quota del 3,5 per cento di turisti stranieri nella propria regione, pari ad un Pil che genera appena 5,4 punti. Non a caso la Confcommercio evidenzia che il divario tra Nord e Sud è legato proprio al mancato sviluppo del turismo nelle regioni del Mezzogiorno.
 
Questa è vista come l’unica via di salvezza per la Sicilia per potere ridurre il divario con le regioni del Nord. Il problema sostanziale è che a livello di tessuto imprenditoriale il gap è al momento impossibile da potere anche semplicemente accorciare. In termini infatti di export il dato medio del Mezzogiorno, poco meno del 13 per cento, con Sicilia e Sardegna a un livello tra il 15 ed il 20 per cento circa, è eloquente: “Questi numeri – precisa nello studio la Confcommercio - dimostrano che le politiche di sviluppo fin qui attuate, basate sull’industrializzazione dei territori meridionali per trasformarle in aree esportatrici di manufatti, utilizzando ingenti risorse sia del bilancio pubblico, sia dei fondi strutturali europei, non sembrano essere state efficaci, considerando il divario di reddito pro capite che ancora separa il Sud dal Nord”.

Occorre puntare su altro, cioè su quella vocazione naturale all’export del Mezzogiorno, e principalmente della Sicilia, che si chiama turismo. Anche qui la distribuzione delle presenze dei turisti stranieri presenta squilibri a livello territoriale. Il 44,3 per cento ha come destinazione il Nord-Est e solo il 13,2 per cento sceglie le regioni del Mezzogiorno. La Sicilia sotto questo aspetto ha davvero perfomance ridotte rispetto alle proprie potenzialità. In ambito nazionale è soltanto l‘ottava regione per presenze di stranieri, settima invece per prodotto interno lordo generato.

“Le ridotte presenze turistiche straniere – precisa la Confcommercio - rappresentano un ulteriore elemento di freno allo sviluppo del meridione”. L’associazione dei commercianti evidenzia inoltre che il Mezzogiorno contribuisce per il 23,3 per cento del Pil ma attira soltanto il 13,2 per cento dei turisti stranieri (in termini di presenze): “Il capitale artistico-culturale, ambientale ed eno-gastronomico del Sud – si legge nello studio - è gravemente sottoutilizzato. La scarsa attrattività del Mezzogiorno per i turisti stranieri è un fenomeno storico che non si è riusciti ad invertire”.

Tra il 1998 ed il 2012 la quota di presenze straniere assorbita dalle regioni del Sud ha mostrato una lieve flessione passando dal 13,8 al 13,2 per cento. Il Nord-Est si conferma, nonostante la sua quota sia scesa dal 46,6 al 44,3 per cento, l’area preferita dagli stranieri. Il sottodimensionamento del patrimonio culturale e artistico in Sicilia è ampiamente risaputo. Se ne parla sempre ma di inversione del trend neanche a parlarne.
 

 
Studio Srm. Pil regionale turistico a 2,6 mld di euro
 
La Sicilia è la seconda regione nel Mezzogiorno, dopo la Campania per numero di arrivi, oltre 4,1 milioni, e di presenze, circa 14 milioni (peso su Mezzogiorno rispettivamente del 23,5 per cento e del 18,5 per cento). Il Pil turistico regionale è di 2,6 miliardi di euro ed ogni presenza turistica aggiuntiva (sia esso un nuovo arrivo o un prolungamento di presenza) genera 49 euro di Pil aggiuntivo, valore più elevato rispetto al dato del Mezzogiorno (41 euro). Questi alcuni degli aspetti emersi dal “Rapporto sul settore turistico della Sicilia” dall’Srm, società che realizza studi, analisi e ricerche per contribuire alla diffusione della conoscenza e della cultura economica. “La ricerca dimostra che il comparto turistico oltre ad essere di per sé un importante settore per l’economia della Sicilia, in quanto genera 2,6 miliardi di Pil regionale – spiega il rapporto dell’Srm – è anche un settore che ha un importante effetto moltiplicativo su un vasto indotto. La strada da seguire è quella di potenziare investimenti e strategie finalizzate ad aumentare il numero dei turisti”. è sufficiente ipotizzare una crescita dei turisti pari al 20 per cento per generare un Pil turistico aggiuntivo per la Sicilia di circa un miliardo, tra impatto diretto e indiretto sull’economia regionale.
Articolo pubblicato il 22 giugno 2014 - © RIPRODUZIONE RISERVATA

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