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Lo avevamo fatto già per il suo ultimo film, ambientato intorno alla Wonder Wheel della magica Coney Island, ma è sempre un piacere seguire Woody Allen nelle sue peregrinazioni filmiche. L'ultima è quella di Un giorno di pioggia a New York, film del quale si è molto parlato in modo sbagliato, ma che ci porta in una città che molti credono di conoscere, e che non tutti i cineasti sanno mostrare con uno sguardo tanto attento e innamorato.
Siamo infatti lontani dal Queens degli Insospettabili sospetti o dalla Brooklyn delle bakery hipster, ma non è nemmeno il Bryant Park della Public Library a essere il teatro della commedia romantica che racconta la storia dei nostri due protagonisti. Gatsby (Timothée Chalamet) e Ashleigh (Elle Fanning) sono i fidanzatini del college i cui piani per un weekend romantico da trascorrere insieme a New York vanno in fumo non appena mettono piede in città. I due, fin dal loro arrivo, si ritrovano separati e si imbattono in una serie di incontri casuali e bizzarre avventure, ciascuno per proprio conto.
Ovviamente, tutto nasce dalla fantomatica Yardley University dove studiano i due - in realtà la Drew University di Madison, New Jersey (che ha prestato al film anche il suo St. Huberts Animal Welfare Center) - e dall'assegnazione ad Ashleigh da parte del giornale del college dell'intervista a Roland Pollard, il suo regista preferito. Occasione splendida per l'orgoglioso newyorker Gatsby di far conoscere alla ragazza i suoi posti preferiti… o quelli del regista. "New York è stupenda nei giorni grigi, nebbiosi o anche piovosi. Acquista una luce tenue e le strade diventano lucide e pulite - dice Allen. - Volevamo che la pioggia simboleggiasse il romanticismo e l'amore". Come il vecchio Woody, "Gatsby è innamorato della New York di un tempo, - dice lo scenografo Santo Loquasto. - Per cui lo vediamo al Village e nei vecchi hotel, e in luoghi che rappresentano un salto in un'epoca passata, come il Bar Bemelmans al Carlyle Hotel. Ashleigh invece si innamora di una New York più contemporanea che offre il glamour di un hotel alla moda a Soho e di un loft a Downtown".
Tutti hotel che - insieme all'immaginario Wooster Hotel di Soho (ricreato al Bowery Hotel, nell'East Village), dove Ashleigh si reca per intervistare il regista interpretato da Liev Schreiber - fanno parte di un mondo non accessibile a tutti, ma facilmente ammirabile. Dall'esterno dell'Hotel Plaza Athéne, dove vediamo Ashley aspettare invano, o al The Pierre, dove Gatsby ha prenotato la sua suite, per esempio. E se potrebbe essere difficile entrare ai Kaufman-Astoria Studios, dove la giovane sperduta incontra il seducente Francisco Vega di Diego Luna, o negli appartamenti del The Albert (da dove esce una colpevole Rebecca Hall), siete liberi di passeggiare per Minetta Street in pieno Village (dove si gira il film cui partecipa Selena Gomez), di intrufolarvi nello storico Cafe Wha? o fare una pausa alla Minetta Tavern, di Macdougal St, dove è ambientata la scena nel ristorante.
Ovviamente senza dimenticare il leggendario Museum of Modern Art o l'imperdibile Metropolitan Museum, (dove Gatsby viene 'scoperto'). Né trascurare l'adiacente e immancabile Central Park, protagonista di tanti film di Allen e di numerose scene anche di questo splendido film. Che ha uno dei suoi momenti chiave proprio sotto il Delacorte Clock che non tutti conoscono… Una attrazione per bambini e non che campeggia sull'ingresso dello zoo del parco, all'altezza della East 65th Street e che è in grado di offrire 44 diverse canzoni al suo pubblico, a seconda della stagione.
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