Il 3 maggio alle ore 17.30, ai Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia,
viene inaugurata l’ottava edizione di Fotografia Europea. Le 390 mostre
del festival, punto di riferimento nazionale e internazionale per la
fotografia, dedicato quest’anno a “Cambiare. Fotografia e
Responsabilità”, sono visitabili fino al 16 giugno. Nelle tre giornate
inaugurali, dal 3 al 5 maggio, con conferenze, proiezioni, spettacoli e
workshop con scrittori, filosofi, musicisti, giornalisti, critici
d'arte. Le mostre sono suddivise in quattro percorsi, con le
parole-chiave: straniamento, fiducia, sorpresa e visione.
Fotografia Europea, punto di riferimento nazionale e internazionale
nel panorama degli appuntamenti dedicati alla fotografia, spinge
quest’anno il suo sguardo da Reggio Emilia, dove si svolge, oltre i
confini dell’Europa, coinvolgendo l’immagine e la cultura orientali,
giapponesi in particolare, con un approccio sempre più globale e
contemporaneo. Giunta all’ottava edizione, Fotografia Europa ha per tema
quest’anno “Cambiare. Fotografia e Responsabilità”, inaugura il 3
maggio alle ore 17.30, ai Chiostri di San Pietro, le mostre sono aperte
fino al 16 giugno.
Come nelle precedenti edizioni, il festival è contraddistinto da tre
giornate inaugurali, dal 3 al 5 maggio, con conferenze, performance,
spettacoli e workshop con scrittori, filosofi, musicisti, critici
d’arte, giornalisti.
Il tema “Cambiare. Fotografia e Responsabilità” è declinato in quattro
parole chiave - straniamento, fiducia, sorpresa e visione – ed è
visibile in 390 mostre, di cui 21 esposizioni istituzionali, 83 mostre
inserite nel percorso collegato, 166 appartenenti al circuito Off e 120
Portfolio online che presenta mostre virtuali di fotografi italiani ed
europei.
Nelle note qui a fianco, informazioni e approfondimenti sulle mostre,
gli autori e gli eventi, compreso il programma delle giornate
inaugurali.
Fra le partnership, quella con VII Photo Agency, agenzia fotografica
fondata da sette dei più autorevoli fotogiornalisti contemporanei, con
sede a New York e a Parigi, che porterà a Reggio Emilia gli autori del
suo Annual General Meeting.
“La realtà è in continuo cambiamento ed è sempre più avanti. Quello che
fatica a mutare e a cambiare è il nostro sguardo su di lei, la nostra
capacità di interpretarla e di agire di conseguenza. Trovo su questo
punto esemplificativa una frase di Giorgio Gaber, che
abbiamo ricordato di recente: la realtà è un uccello che non ha memoria,
devi immaginare da che parte va”, ha detto il sindaco di Reggio Emilia,
Graziano Delrio, presentando il festival.
“Troviamo anche in Fotografia Europea 2013 – ha aggiunto Delrio –
un richiamo a riflettere sulla città, sui modelli di convivenza, sugli
spazi comuni: in una fase di crisi, è sempre più importante la
riflessione sugli spazi pubblici, dalle piazze agli edifici e i musei,
dove Fotografia Europea è allestita e dove si respira una produzione di
benessere attraverso quella occupazione cordiale e vitale della città
che ormai ben conosciamo. Una riflessione su quelli che gli inglesi
chiamano i commons, i beni pubblici, di tutti, in cui le persone
riescono a stare bene: l’acceso a questi beni dev’essere per tutti, e
tra questi beni mettiamo certamente la Cultura e Fotografia Europea, che
caratterizza Reggio e le consente di appartenere al circuito culturale
europeo”.
Le mostre istituzionali e gli autori
Lo straniamento di una fotografia che non è solo testimone ma anche
protagonista della mutazione, attraverso gli scatti “illuminanti” della
giapponese Rinko Kawauchi, la sfida al tempo del francese Philippe Chancel (tornato
in luoghi come Fukushima o Kabul, dopo che si sono spenti i riflettori
dei media) e il lato eccentrico delle persone svelati dal britannico David Stewart.
La fiducia nel cambiamento del sé, filo conduttore delle mostre Vita Nova (scatti di
Evan Baden, Julia Fullerton-Batten, Luigi Gariglio, Paul Graham, Lise
Sarfati, Hannah Starkey, Hellen van Meene, Raimond Wouda, Tobias Zielony), Rock' Stars con le celebrità immortalate da Mick Rock, To Belong di Anders Petersen sui luoghi emiliani colpiti dal terremoto e dei progetti Reggio Children e Speciale diciottoventicinque.
La sorpresa nel riconoscere il cambiamento in progetti surreali come The Afronauts di Cristina De Middel, in spettri di errori del passato da non ripetere in futuro (la Chernobyl di Sergey Shestakov), nella relazione enigmatica tra madre e figlia (Viktoria Sorochinski), nel desiderio di evasione (Lucia Ganieva),
nei sogni kitsch dei nuovi ricchi (Tim Parchikov). O anche nelle
trasformazioni dell'industria (GD4 PhotoArt) e nel coraggio di riportare
in vita, attraverso il moderno, una struttura secolare (Alessandro
Rizzi sul Teatro Sociale di Gualtieri); la sorpresa di fronte a fatti
polizieschi e alla vita di strada (Weegee, al secolo Arthur Fellig).
La visione, infine, come strada per iniziare il cambiamento. Passando da
un artista finlandese che – su committenza del Comune di Reggio Emilia –
indaga diverse realtà del contesto emiliano (Esko Männikkö) a un
fotografo italiano che conduce esperimenti nei mari del Nord (Andrea
Galvani); da una serie di scatti che spengono la luce delle metropoli
per ritrovare quella stellare (Thierry Cohen) a un'altra che documenta
il lavoro di scienziati “spaziali” (Stefano D'Amadio). Per tornare sulla
Terra e recuperare il fascino dell'esotismo orientale della mostra
della collezione dell’ambasciatore Alberto e Maria Pansa della
Biblioteca Panizzi o rileggere, attraverso il cambiamento dello sguardo
fotografico, i cambiamenti della società italiana nel grande omaggio a
Carla Cerati.
Fotografia Europea è organizzata dal Comune di Reggio Emilia con l’apporto di numerosi curatori. Oltre alle partecipazioni di Elio Grazioli, Walter Guadagnini, Laura Serani, Sandro Parmiggiani, Olga Sviblova, Studio Blanco e Laura Gasparini, si aggiungono quest’anno quelle di Ilaria Campioli, Rossella Menegazzo, Marinella Paderni e Hiroshi Yano.
Le partnership internazionali e nazionali
Fotografia Europea avvia quest’anno un’altra collaborazione di rilievo e respiro internazionale con VII Photo Agency.
Nata tre giorni prima dell’11 settembre 2001, VII è un’agenzia
fotografica fondata da sette dei più autorevoli fotogiornalisti
contemporanei; ha sede a New York e a Parigi e rappresenta oggi 23
fotografi. Su invito del Comune di Reggio Emilia e in collaborazione con
aBcM, VII Photo Agency porta in città il suo Annual General Meeting (dal 3 al 7 maggio) dove è confermata la partecipazione dei fotografi Marcus
Bleasdale, Ron Haviv, Ed Kashi, Antonin Kratochvil, Joachim Ladefoged,
Christopher Morris, Franco Pagetti, John Stanmeyer, Jocelyn Bain Hogg,
Stefano De Luigi, Jessica Dimmock, Adam Ferguson, Ashley Gilbertson,
Davide Monteleone, Seamus Murphy, Maciek Nabrdalik, Anastasia
Taylor-Lind, Tomas Van Houtryve, Donald Weber e del direttore Nick
Papadopoulos.
Il contesto che lo ospita è quello di Host, nuova iniziativa satellite del Festival caratterizzata da una partnership produttiva con un’agenzia internazionale.
Anche quest’anno accompagna il festival il circuito indipendente Off,
programma parallelo con incontri, progetti, mostre e installazioni
disseminate nella gallerie d’arte, nei bar, nei ristoranti, nelle
librerie e in altri spazi della città e della provincia che culmina con X-Off, contest fotografico lanciato per premiare i migliori progetti del circuito cittadino.
Le mostre istituzionali sono ospitate negli spazi più prestigiosi della
città, come la Biblioteca Panizzi, i Chiostri di San Domenico, i
Chiostri di San Pietro, la Galleria Parmeggiani, palazzo Casotti,
palazzo Magnani, la Sinagoga, lo Spazio Gerra; mentre le piazze
Prampolini, San Prospero e Casotti fanno da cornice agli eventi.
A queste si sommano altri luoghi pensati per incontri e per esposizioni
come il Centro Internazionale Loris Malaguzzi, il cinema Al Corso,
l’Istituto Musicale Achille Peri, l’Officina delle Arti e l’Università
di Modena e Reggio.
Senza contare un nuovo percorso che si aggiunge agli altri e
arricchisce le occasioni di conoscenza della città includendo l’Atelier
Viaduegobbitre, le Casette elemosinarie quattrocentesche di via
Fontanelli di recente restaurate, la Gabella di via Emilia San Pietro
riaperta per l’occasione, le chiese di San Filippo e San Carlo, il
Chiostro grande della Ghiara, il palazzo del Consorzio di Bonifica
dell’Emilia centrale, i Musei Civici, il Museo dei Cappuccini, il
palazzo della Frumentaria e il palazzo della Prefettura (ex palazzo
ducale).
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