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Verona. Si apre Vinitaly: tutto quello che c'è da sapere sull'Italia del vino


 L’Italia del vino è pronta a dare il meglio di sé. A Verona inaugura oggi la 56ª edizione di Vinitaly e le aspettative sono molto alte per i 4 giorni di fiera. Dopo qualche anno ben più complicato (anche a causa del Covid-19), quella dell’anno scorso è stata definita da molti l’edizione della ripresa e, per il 2024, si attende la conferma della svolta: tutto sold-out al quartiere fieristico con oltre 100mila metri quadrati netti e con 4.000 imprese espositrici. Con le tre altre rassegne presenti (su olio, birra e tecnologie per la produzione), il numero delle aziende presenti nei 17 padiglioni della fiera sale a quasi 4.300 da 30 Paesi.

Ad essere attesi, ora, sono i compratori, italiani e soprattutto esteri. Vinitaly, insieme a Ice-Agenzia, si è posta l’obiettivo di arrivare a milleduecento top-buyer, con una crescita del 20% sull’edizione 2023 e del 70% rispetto a 2 anni fa. «Con questa logica della promozione – ha spiegato qualche settimana fa il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, a Bruxelles, durante la presentazione della fiera davanti al Parlamento Europeo – abbiamo da poco terminato un giro del mondo durato oltre un semestre per operare una selezione ponderata dei principali buyer da invitare».
I partecipanti stranieri selezionati, invitati e ospitati a Verona arrivano da 65 nazioni, a cui si prevede si aggiungano circa 30mila operatori da oltre 160 Paesi. La delegazione degli Usa rappresenta la quota più significativa con oltre il 15% delle presenze. Seguono altre tre importanti aree extra-Ue: Canada, Cina e Regno Unito, che insieme contribuiscono al 23% dei partecipanti. Nel loro insieme, i 65 Paesi presenti rappresentano il 95% del valore totale dell'export enologico italiano.

D’altra parte, pur con qualche flessione, il vino mantiene un ruolo di primaria importanza: Ignacio Sánchez, segretario generale Ceev (Comitato europeo delle aziende vitivinicole) all’incontro di Bruxelles ha ribadito che, secondo un’indagine realizzata con Pwc, «il vino europeo vale 130 miliardi di euro, con un contributo fiscale di 52 miliardi di euro l'anno e 3 milioni di addetti».
Le importazioni di vino nel 2023 sono calate rispetto al 2022, ma risultano in crescita rispetto al 2021, con il vino italiano che ha avuto una performance positiva nel mercato inglese, francese e brasiliano, secondo la ricerca condotta da Nomisma Wine Monitor con Unicredit e Vinitaly. La riduzione tocca soprattutto i vini fermi, mentre per gli spumanti si registrano crescite in diverse zone: tutti i Paesi esportatori sono stati toccati dal calo, ma l’Italia ha perso meno degli altri ( -0,8% per valori e volumi, rispetto al -2,8% e 9% della Francia o di cali ancora più pesanti per Australia, Cile e Nuova Zelanda).
La preoccupazione emerge anche dal mondo delle cooperative, che incidono in modo rilevante sull’economia del vino, se si considera che gli ettari vitati lavorati dalle migliaia di soci delle cooperative sono 152.280 e rappresentano più del 25% del totale dei vigneti in Italia.
Nella classifica delle principali cantine italiane per fatturato sono presenti ben 40 cooperative (su un totale di 117), che fatturano 3,7 miliardi di euro, con una quota pari al 42% del fatturato complessivo del campione. In generale, il comparto del vitivinicolo italiano, per diverse cause, sta affrontando non poche difficoltà: «Il problema numero uno – commenta Luca Rigotti, presidente del settore Vino di Confcooperative – è il costo del denaro che sta impattando pesantemente anche sulla capacità di spesa delle famiglie. A questo si aggiunge l’impennata dei costi delle materie prime che non registra ancora riduzioni consistenti».
Sul fronte del consumo interno, il 2023 è stato un anno complesso per il vino nella Grande Distribuzione, con un calo complessivo dei volumi del 3,3%, un aumento dei prezzi del 2,5% e un prezzo medio di 5,4 euro/litro per i vini DOC/IGT. secondo lo studio “Circana per Vinitaly” che verrà presentato lunedì 15 aprile in fiera.
Tra i vini più venduti, il Prosecco mantiene il suo primato, ma sono i vini con tassi di crescita più elevati a catturare l'attenzione, come il Cerasuolo d'Abruzzo, il Grillo, il Pecorino, che testimoniano un crescente interesse per i vini rosati e bianchi di qualità. Tra le tendenze, alla fiera si parlerà molto di sostenibilità, ma anche di mixology e persino di vini dealcolati e neo-protezionismo: martedì è in programma un seminario sul rapporto tra mondo del vino e movimento anti-alcol, con i dati di una ricerca promossa da Colangelo & Partners di Wine Opinions sul mercato Usa.
avvenire.it

Apre a Verona primo hotel ispirato alla street art

 

 Un progetto unico nel suo genere, capace di offrire a ciascun ospite un'esperienza immersiva: è Muraless Art Hotel di Verona, una struttura ricettiva che diventa 'tempio' della Street Art. Il progetto nasce dall'idea di ridare vita all'ex Hotel Cristallo, avviando una radicale riqualificazione nel segno del linguaggio e dei caratteri espressivi.

Protagonista del primo hotel del genere in Europa un gruppo di writer di fama mondiale, chiamato a interpretare con estro creativo, le eccellenze che l'Italia può vantare. Il progetto di interior è stato elaborato dalla curatrice e critica d'arte Chiara Canali in collaborazione con la Galleria d'arte di Milano "Deodato Arte". Muraless accoglie opere dei principali writer nazionali e non, come quella diTherry Guetta, in arte Mr. Brainwash. (ANSA).

La mostra a Verona. Dorazio, trame di colore come architetture

 Piero Dorazio, “Balance and counterbalance”, 1965

Piero Dorazio, “Balance and counterbalance”, 1965 – opera esposta nella mostra “La nuova pittura. Opere 1963-1968” a Verona

Scienza cromatica e gesto, tocco e segno che dissestano la geometria (ma non la regola) e rigenerano la memoria dell’arte, in una continuità di ricerca da “Forma 1” in poi, hanno sostanziato prima il lucido richiamo al senso delle avanguardie storiche, poi la vera e propria difesa dell’identità della pittura moderna e della sua autonomia. Parliamo dell’opera di Piero Dorazio (l’«architetto della cromia» secondo la definizione di Marcello Venturoli) la cui pittura va per cicli. Il naturalismo pittorico iniziale della fine degli anni Quaranta del secolo scorso – contrappuntato da opere neoplastiche monocromatiche e rilievi in legno dipinto e plexiglas – via via si frantuma sino quasi alla perdita dell’immagine per diventare, nel 1948, vero astrattismo: colore su colore, gradualità su registri azzurri, verdi, gialli, viola, linee in negativo. Nel 1953, in quello stesso clima in cui nascono i “buchi” di Fontana, le formulazioni di Dorazio spaziano da un rigoroso geometrismo a forme libere e immaginifiche fino a diventare trame e segnare uno dei periodi più pregnanti della carriera dell’artista. Le prime di queste risalgono al 1959. Sono in carboncino su carta dove è più immediato fissare un’idea, perentorie, nerissime su bianco, ma è il colore a prendere il sopravvento e, a partire dal 1963, la struttura reticolare delle trame cede il passo a un nuovo impianto compositivo orchestrato di volta in volta su registri lineari, su campiture a puzzle, su fiammate di colore, sul frammento, sulle compenetrazioni appuntite, sui ritmi ripetuti di segni sinuosi, su fasce che si intersecano. Inizia da qui, per indagare il successivo quinquennio, questa mostra veronese curata da Francesco Tedeschi che, grazie a una trentina di selezionatissime opere, si focalizza su quella che è stata definita la “nuova pittura” di Dorazio. È distribuita tra la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti e la Galleria dello Scudo da dove parte il percorso espositivo con Passato e presente, olio su tela del 1963, in cui l’intreccio del segno è superato dalla stesura di fasce policrome a fitta sequenza verticale. E se ancora la struttura reticolare, costituita da lunghe linee sottili, permane in opere come My best (1964) e Percorso male inteso (1965), è evidente come in queste tele si assista a un diradarsi e a un disciplinarsi della trama e all’affiorare di una griglia regolare sovrimpressa ai tracciati diagonali. È ciò che testimoniano due opere entrambe del 1966 che rappresentano due omaggi ad artisti verso i quali Dorazio ha manifestato particolare interesse. Si tratta di Tranart (a Gino Severini) e Ottimismo-pessimismo (a Giacomo Balla) opere che, se da una parte risentono di suggestioni provenienti dalla pittura americana in auge in quegli anni con la quale Dorazio entra in contatto in seguito alla sua permanenza negli Usa dove la sua opera registra prestigiosi riscontri, dall’altra segnalano come la sua ricerca sia il frutto di profondi legami con la storia dell’arte nazionale. Alla Galleria Forti sono due grandi tele ad accogliere il visitatore, entrambe presentate (insieme ad altre che figurano in questa mostra “La nuova pittura. Opere 1963-1968”, fino al 30 aprile) nella sala personale dell’artista alla XXXIII edizione della Biennale di Venezia del 1966: Cercando la Magliana del 1964 e Balance and counterbalance del 1965, opere che segnalano una vocazione architettonica che porta a nuove invenzioni compositive e a una rottura dell’ordine. Ciò per ottenere un equilibrio dinamico e al contempo a rifuggire da ogni irrigidimento, come dimostra l’utilizzo della linea curva e la sua fluidità in opere quali Endless Federico (I) (per Federico Kiesler) del 1965, Tira e molla, del 1966 e Litania, del 1968. © RIPRODUZIONE RISERVATA Verona, Galleria d’Arte Moderna Achille Forti e Galleria dello Scudo Piero Dorazio

avvenire.it

A Verona nuovo Concorso internazionale dell'olio extravergine

(ANSA) - VERONA - Sol d'Oro, la competizione internazionale tra oli con degustazioni alla cieca, ideata 21 anni fa da Veronafiere, e Aipo d'Argento, da vent'anni concorso con vocazione più marcatamente territoriale, uniscono le forze nella realizzazione del 21/o "Concorso internazionale dell'olio extra vergine d'oliva", in programma dal 20 al 26 febbraio alla Fiera di Verona.


Il matrimonio, viene "celebrato" a Verona, sede di entrambi gli organizzatori, che hanno deciso di collaborare per promuovere e premiare le migliori produzioni oleiche nazionali ed estere. Il successo di Sol d'Oro ha portato allo sdoppiamento nelle edizioni Emisfero Nord e Sud.Aipo d'Argento, organizzato dall'Associazione Interregionale Produttori Olivicoli, è il premio che rappresenta la filiera olearia italiana e stimola il confronto tra aziende nazionali e del bacino del Mediterraneo, misurandone le performance tramite un panel riconosciuto dal Ministero dell'Agricoltura che è specializzato nella certificazione di oli di qualità.


Il sodalizio tra Sol d'Oro e Aipo d'Argento è finalizzato a creare ulteriore valore aggiunto per i produttori, che intendono essere presenti alla 21/a edizione Concorso internazionale dell'olio extra vergine d'oliva di Veronafiere. (ANSA).

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Vip, alta cucina e agrifood al Vinitaly: presente il ministro Centinaio


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Il ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo sarà presente alla 53^ edizione di Vinitaly, a Veronafiere dal 7 al 10 aprile, con un programma ricco di eventi, convegni, seminari, degustazioni, momenti di approfondimento e intrattenimento. Presenti il ministro Gian Marco Centinaio, i sottosegretari Franco Manzato e Alessandra Pesce, presso lo stand del Mipaaft. L’edizione Vinitaly 2019, sottolinea il ministero in una nota, ”vedrà una rinnovata presenza del Mipaaft quale attore non solo istituzionale ma strategico punto di riferimento per la filiera vitivinicola italiana, puntando ad un nuovo modello di politiche di valorizzazione e sostegno alle eccellenze enologiche del nostro Paese che passa attraverso l’abbinamento imprescindibile con le politiche di promozione turistica del patrimonio Wine & Food italiano. Obiettivo, promuovere la conoscenza delle nostre produzioni vitivinicole all’estero, al fine di attrarre la domanda turistica nelle aree del nostro Paese”.
Il fil rouge della programmazione delle attività organizzate dal Mipaaft è quello di un’Italia da vedere e da gustare, terra del bere bene, del Made in Italy culturale, artistico, architettonico, paesaggistico ed enogastronomico di inestimabile valore in grado di attrarre flussi turistici da ogni parte del mondo. Tra gli ospiti diversi personaggi noti e molto amati del mondo dello spettacolo, che negli anni si sono cimentati nella produzione di proprie etichette del vino e dell’olio. Una scelta che punta a valorizzazione l’enogastronomia d’eccellenza italiana, puntando i riflettori sulla valenza promozionale del Vino come simbolo iconico d’Italia.
Ad aprire la rassegna saranno Joe Bastianich, Gerry Scotti e lo Chef Alessandro Circiello. Nei giorni a seguire si avvicenderanno Michele Placido, Albano Carrisi e Cesara Buonamici.


Per Vinitaly 144 aziende siciliane a Verona

Per Vinitaly 144 aziende siciliane a Verona (foto: ANSA)

La Sicilia parteciperà al Vinitaly dal 15 al 18 aprile a Verona con uno spazio espositivo di circa tremila metri quadri all'interno del quale è previsto il "Palcoscenico Sicilia", ovvero un'area business dedicata agli incontri con buyer e giornalisti provenienti da tutto il mondo oltre che alle attività di degustazione affidata a critici.

    "Quest'anno - ha spiegato l'assessore regionale all'Agricoltura, Edy Bandiera - la partecipazione delle cantine siciliane al Vinitaly non sarà più concertata dall'Istituto regionale della vite e dell'olio ma direttamente dalle associazioni di produttori vitivinicoli e dai consorzi di tutela, che hanno concordato la loro presenza direttamente con l'Ente Fiera di Verona"
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    Le associazioni di produttori presenti al Vinitaly sono: la Providi e la Vitesi presenti con 59 aziende, Assovini presente con 42 aziende e il Consorzio Etna Doc presente con 43 aziende, per un totale di 144 aziende siciliane partecipanti. Le associazioni partecipano al Vinitaly nell'ambito dei rispettivi progetti, a valere sulla misura 3.2 del Prs 2014-2020 con una dotazione complessiva pari a 960 mila euro.

    "L'assessorato - ha proseguito Bandiera - partecipa con un investimento istituzionale, all'allestimento esterno del padiglione 2 (che ospita la Sicilia) e dell'area business "Palcoscenico Sicilia", all'interno del padiglione, che ha lo scopo di promuovere la partecipazione unitaria del vino siciliano di qualità nelle molteplici declinazioni dei suoi territori. Attività per la quale sono stati impegnati 240 mila euro.

    Oltre al padiglione 2 dedicato alle cantine, sarà presente all'interno della Fiera anche uno spazio "Sol" all'interno del quale saranno presenti le aziende siciliane dell'olio, la cui partecipazione sarà curata interamente dall'assessorato. (ANSA).
   

Botero, classicità e memoria del Sud America. A Verona oltre 50 opere del maestro colombiano


VERONA - Dalla rivisitazione dei 'Coniugi Arnolfini' o della 'Fornarina' ai celebri nudi e alle nature morte, la produzione di Fernando Botero è al centro di una grande mostra allestita dal 21 ottobre al 25 febbraio a Verona, negli spazi di Amo-Palazzo Forti. Esposte oltre 50 opere, in grado di sintetizzare il lungo percorso creativo del maestro colombiano, che quest'anno ha festeggiato con una serie di rassegne il suo ottantacinquesimo compleanno e il mezzo secolo di carriera. Intitolata semplicemente 'Botero', l'importante esposizione è una co-produzione del Gruppo Arthemisia e MondoMostre Skira, mentre la curatela è stata affidata a Rudy Chiappini, che in stretta collaborazione con l'artista ha messo a punto una straordinaria selezione di capolavori, dagli esordi agli ultimi decenni.
I corpi smisurati, le atmosfere fiabesche e fantastiche dell'America Latina, l'esuberanza delle forme e dei colori, l'ironia e la nostalgia: la pittura di Botero non sta dentro un genere, pur esprimendosi attraverso la figurazione, ma ne inventa uno proprio e autonomo. Proprio attorno ad esso il maestro, nel corso del tempo, ha saputo quindi sviluppare e far crescere una poetica capace di abbracciare e trasformare qualunque suggestione, dalle tradizioni, antiche e moderne, del Sud America agli influssi dell'arte classica europea, ben conosciuti e metabolizzati da Botero sia nella tecnica pittorica sia nella composizione della scena e infine in certi soggetti. Senza mai però rinunciare alla sua personalissima cifra. Suddivisa in una decina di sezioni, la mostra veronese parte degli esordi, quando per Botero il primario riferimento è costituito dalla grande arte precolombiana e dal barocco coloniale, oltre ovviamente alla pittura muralista messicana assai nota anche in Colombia.
Ispirato da Orozco, Rivera e Siqueiros, il suo obiettivo è ridestare lo spirito delle origini e della storia. L'universo dell'arte di Botero è però assai più complesso di ciò che appare, come testimoniano opere quali i 'Coniugi Arnolfini', 'Fornarina, aprés Raffaello' e 'Cristo crocifisso', vale a dire le versioni rivisitate da antichi maestri. Uno degli elementi caratterizzanti della sua pittura consiste infatti nella capacità di coniugare mirabilmente quella cultura latino-americana delle origini, alimentata dall'iperbole e dal gusto del fantastico, con la civiltà visiva occidentale, in particolare Giotto, Piero della Francesca, Leonardo, Mantegna, Velazquez, Goya, studiati nei viaggi compiuti negli anni '50. A questi maestri si aggiungeranno nei decenni successivi Durer e Rubens, Manet e Cezanne. E se il percorso espositivo lascia largo spazio alle nature morte, ispirate in gran parte proprio alla produzione del maestro post-impressionista, uno dei centri della rassegna sono i famosi nudi, in cui Botero raggiunge un perfetto equilibrio tra le forme, i concetti e le nostalgie. Le forme devono conquistare armonicamente gli spazi e i concetti trovano l'opportuna traduzione nei risultati espressi sulla tela. La nostalgia poi costituisce un mirabile valore aggiunto, perché trasferisce il clima favolistico delle vicende narrate nel sogno perduto dell'infanzia, magico recupero di un paesaggio smarrito. Basti pensare alla naturale sensualità di 'Donna seduta', opera del 1997, che si presenta in tutta la sua elegante opulenza o alla protagonista de 'Il bagno' (2002), le cui matronali fattezze riempiono di luce carnale lo spazio angusto.
ansa

Fiera Verona: 117 anni in sella, la carica di 3000 cavalli. Partnership con Touring, nasce prima guida 'Italia a cavallo'

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Centodiciassette anni e non sentirli: FieraCavalli continua a raccontare il mondo del cavallo nella sua evoluzione, a riunire gli appassionati provenienti da ogni parte del mondo, persino dal lontano sultanato dell'Oman, a mettere insieme sponsor, amatori, campioni, tutti i frammenti di un mondo complesso con una grande valenza economica in parte ancora da esplorare.

Un evento che torna dal 5 all'8 novembre, unico e atteso come dimostrano le cifre: 3000 cavalli di 60 razze (300 in più rispetto all'anno scorso), 750 aziende (+15% rispetto al 2014), 25 nazioni, una media complessiva di 160 mila visitatori.

Novità dell'edizione 2015 è una maggiore attenzione all'equiturismo, frutto della inedita collaborazione con il Touring Club: nasce infatti la prima guida 'Italia a Cavallo' curata dai giornalisti Federica Lamberti Zanardi e Luca Fraioli. Un modo di sospingere e promuovere una realtà che vede in Italia più di 7.000 chilometri di tracciati percorribili, oltre 120 mila appassionati e 4.500 agriturismi.

Altro protagonista assoluto della Fiera è il grande sport con la 15/ma edizione della Longines Fei World Cup, grande richiamo per i top riders. "Fieracavalli - dice il presidente di Veronafiere Ettore Riello nella conferenza stampa di presentazione nella storica sede del Touring a Milano - dà voce da oltre cento anni ad un settore che in Italia conta un milione e mezzo di cavalieri Per questa edizione abbiamo scelto di sostenerlo puntando maggiormente sul binomio turismo e sport, quali strumenti di promozione per l'intero comparto equestre che, in tutta Europa, conta 49 milioni di potenziali appassionati".

"Il secondo driver di crescita di questa Fieracavalli è lo sport - conferma Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere -. Abbiamo investito molto in questo ambito per portare a Verona i campioni internazionali della Coppa del Mondo di salto ostacoli del circuito FEI e le giovani promesse. Per loro abbiamo allestito ben tre padiglioni dedicati, 5 ring di gara pari a 30mila metri quadrati di piste e tribune per 5mila posti a sedere, mille in più dell'anno precedente. E per la prima volta si potrà assistere alle competizioni fino alle ore 22".

Come ad ogni edizione, grande importanza è riservata poi alla filiera allevatoriale che in Italia raggiunge 16mila allevamenti, 50mila addetti e 35 associazioni. Fieracavalli a questo comparto riserva due padiglioni dove il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali presenta i miglioramenti qualitativi del Cavallo da Sella Italiano, mentre l'Associazione Italiana Allevatori raccoglie i 355 esemplari delle 7 Razze del Libro genealogico Italiano. Con più di 750 aziende, riunite in tre padiglioni, Fieracavalli è inoltre la più grande vetrina mondiale per il trade business dedicato al cavallo, grazie ai più importanti marchi internazionali di articoli per l'equitazione, attrezzature tecniche, veterinaria, alimenti per cavalli e complementi per maneggi e scuderie.

Spettacoli e divertimento completano il programma. Protagonista assoluto delle serate di sabato 7 e domenica 8 novembre è il Gala d'Oro "Ladies", spettacolo di arte equestre, dedicato quest'anno alle donne e con una guest star d'eccezione: l'amazzone Sylvie Willms.
ansa

L'agriturismo protagonista a Fiera Cavalli

Quello del turismo equestre rappresenta una ulteriore opportunita’ per l’offerta agrituristica della regione che grazie alla presenza di percorsi studiati ad hoc nei vari territori puo’ condurre nelle aziende agricole un’importante fetta di turismo. Subito dopo la trasferta di Verona, l’organizzazione di AgrieTour, il Salone nazionale dell’agriturismo, sara’ pronto per ultimare gli ultimi preparativi per la nona edizione che si svolgera’ ad Arezzo dal 12 al 14 novembre 2010. Tra i temi principali di questa edizione sara’ proprio l’andamento del settore in virtu’ della modifica sostanziale della legislazione in materia di agriturismo. Oltre a questo ampio spazio ad un’altra importante realta’ legata all’agriturismo, ovvero quella delle Fattorie Didattiche che saranno protagoniste nel padiglione che ospitera’ AgrieTour Bimbi. L’evento nazionale, unico in Italia, si prepara a porsi ancora una volta come teatro per le principali novita’ del settore dell’agriturismo creando l’opportunita’ di incontro tra operatori e buyers, ma anche fornendo il know how, attraverso i master e i convegni in programma, a chi nel settore dell’agriturismo si trova a dover rinnovare l’offerta.

Forte di oltre 5mila chilometri di ippovie, la Toscana e' il territorio d'Italia piu' vocato a questa attivita' e l'agriturismo, nell'ottica della diversificazione dell'offerta, e' la struttura piu' indicata ad ospitare questi particolari turisti. La Toscana dell'agriturismo resta anche per il 2010 la regione piu' gettonata sulla scelta di questa vacanza oltre ad essere la prima regione italiana per numero di strutture agrituristiche presenti: 4.061 nel 2008 (+2,1% rispetto al 2007), riscontrandovi quindi una presenza agrituristica capillarmente diffusa e storicamente radicata.

Secondo l'Istat e' proprio in Toscana che si trova anche il maggior numero di aziende con ristorazione, 994 (+2,1%) e quelle che offrono attivita' quali equitazione, escursionismo, osservazioni naturalistiche, trekking, mountain bike, corsi, sport (2.648 unita').

Interessante anche il dato secondo il quale e' sempre la Toscana ad aggiudicarsi il primo posto nelle ''quote rosa'' dell'agriturismo: sono 1.645 le strutture gestite da donne, il 25,5 % del totale nazionale. Quello del turismo equestre rappresenta una ulteriore opportunita' per l'offerta agrituristica della regione che grazie alla presenza di percorsi studiati ad hoc nei vari territori puo' condurre nelle aziende agricole un'importante fetta di turismo

agi - adnkronos