Backpackers, ecco i Paesi migliori per viaggiare zaino in spalla

Backpackers, ecco i Paesi migliori per viaggiare zaino in spalla


In vetta ci sono Finlandia, Danimarca e Canada. Che certo di paesaggi mozzafiato da gustare zaino in spalla, nel pieno di un lungo viaggio senza biglietto di ritorno, ne hanno da offrire a bizzeffe. Ma nella top ten c’è tanta vecchia Europa: si va dalla Repubblica Ceca alla quarta piazza alla Svezia che segue, dando così incredibile centralità alla selvaggia Scandinavia, fino al sesto posto dell’Olanda e al settimo dell’Austria. Chiudono questa particolare classifica, quella delle migliori mete per i backpacker duri e puri, Emirati Arabi, Australia e Singapore.
 
A stilarla è stata la piattaforma australiana Globehunters.com, fra i punti di riferimento per il settore di chi ama viaggiare in modo avventuroso ed economico, alla ricerca di esperienze uniche ma non senza la voglia di concedersi qualche lusso di tanto in tanto. Per farlo occorre trovare Paesi che agevolino questa modalità di viaggio, faticosa ma di grande soddisfazione e libertà. Che poi, spesso, coincide molto con il proprio stile di vita anche a casa. Il ranking mette insieme quasi 80 Paesi – gli ultimi in classifica sono Nigeria, Tanzania e Uganda – ma l’aspetto divertente, e più utile, è la tipologia di parametri presi in considerazione.


Ricalibrando la classifica secondo questi elementi, infatti, le posizioni possono mutare. E anche di molto. C’è per esempio l’“happiness score”, l’indice di felicità, che ad esempio fa fare un balzo nelle prime posizioni alla Svizzera (altrimenti 29esima) e al Costa Rica (21esimo). Oppure l’indice della sicurezza, molto importante per chi spesso viaggia in solitaria: nessun problema a Singapore, Svizzera e Giappone, massima attenzione invece in Venezuela, Colombia, Sudafrica, Nigeria e Ucraina. O ancora l’indicatore del costo della vita, parametro centrale per un viaggio spesso di medio-lungo periodo e il più possibile low-cost: i Paesi dove occorre il budget più basso sono Pakistan, Tunisia, India e Venezuela, i più cari (senza troppe sorprese), Svizzera, Giappone e Danimarca seguiti da Corea del Sud, Irlanda e Francia.

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Ma la classifca di Globehunter.com prende in considerazione anche la diffusione di internet con connessioni casalinghe e mobili (ma di generazione 3G). Nel primo caso, la massima diffusione al 99,9% si trova in Corea del Sud, Kuwait (99,7%) ed Emirati Arabi (96,9%) seguiti da Giappone, Olanda e Qatar. Difficile collegarsi, invece, in Tanzania – dove la connettività casalinga tocca poco più dell’8% delle abitazioni – Uganda (8,9%) e Bangladesh (14,5%).
 
Va meglio con le reti 3G, comunque di vecchio standard, che vedono l’Italia sul podio al 100% con Colombia e Polonia e a dire il vero un nutrito gruppo di Paesi alla massima copertura, dal Belgio a Taiwan. Male, ma comunque su percentuali più confortanti rispetto alle connessioni fisse, in Namibia (53%), Nigeria (54%), Nepal (54,1%) e perfino in Russia col 77%. Le percentuali sono infine più elevate per le reti elettriche in città (sopra l’80% in quasi tutti i Paesi considerati tranne che in Uganda, 23,3%, Tanzania, Namibia, Myanmar e Nigeria) e in campagna. In questo caso i Paesi sotto la soglia di collegamenti sotto la soglia dell’80% sono un po’ di più e ci sono anche destinazioni molto apprezzate, dal Kenya alla Cambogia.


I diversi parametri sono stati presi da fonti piuttosto rispettabili. L’indice di felicità, per esempio, è ricavato dal World Happiness Index. Quello di sicurezza, invece, dal Peace Index e in particolare dalla voce “Societal Safety”. E se le soglie dei collegamenti a internet sono attinte dall’Inclusive Internet Index il costo della vita è fornito dal Cost of living Index di Numbeo. Sono evidentemente cifre difformi fra loro, è naturale, ma che comunque contribuiscono a dare un quadro chiaro di come e dove mettersi in viaggio con lo zaino stracolmo.
 
E l’Italia come ne esce? In fondo, non troppo male. Anche se con delle ombre. Se infatti nella posizione assoluta occupa il 36esimo posto, dunque staziona anche se di poco nella parte alta del ranking, guadagna posizioni per quanto riguarda la felicità (31esima) e ne perde per la sicurezza (45esima, dietro a Paesi come Giordania e Uruguay) ma fa un salto di diverse caselle per il costo della vita contenuto (16esima piazza). Contrastante il dato sulla connettività che ci mette al 37esimo posto per i collegamenti casalinghi (qualcuno si ricorda il “digital divide” nelle zone a scarso interesse di mercato?) e appunto al vertice per la copertura mobile, tradizionalmente molto forte nel nostro Paese. Nessun problema, ovviamente, per l’elettricità né nelle città né nelle zone rurali.
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Repubblica Viaggi

Helsinki, obiettivo emissioni zero. Per raggiugerlo, la città fa scuola ai turisti

La capitale finlandese vuole azzerare l'inquinamento entro il 2030. Per questo ha lanciato una campagna globale, anchre rivolta agli ospiti: per loro, suggerimenti sulla ricerca di alberghi e musei "puliti" o car sharing elettrico. E persino dei corsi a tema


Moderna, creativa, ordinata, hi-tech, a Helsinki si vive benissimo. Negli anni passati è stata nominata capitale del design ed è tra le città più vivibili d’Europa. Parchi e giardini pubblici occupano un terzo della superficie urbana.

La proposta culturale è ricca e varia, con mostre, incontri, festival, proiezioni di film, eventi. Le strade sono puntellate da edifici Art Nouveau e arricchite da opere di grandi maestri dell’architettura, come Eliel Saarinen, che nella capitale finlandese ha realizzato sette edifici, tra cui il Museo Nazionale e la stazione centrale, o come Alvar Aalto, che di opere ne ha progettate ben otto, dal teatro Finlandia Hall all’Akateeminen Kirjakauppa, la più grande libreria del paese.

Ma Helsinki ha un altro record. È una delle città più sostenibili al mondo, e punta a diventare un esempio per le altre capitali. Da qualche anno la città sta lavorando per diventare "a emissioni zero", con un piano che porterà entro il 2030 a tagliare del 60 per cento le emissioni generate sul territorio e compensare le rimanenti, grazie all’abbassamento dei consumi dei riscaldamenti nelle abitazioni, alla produzione di un sesto dell'elettricità cittadina attraverso l’uso di pannelli fotovoltaici e ai trasporti elettrici.

Ora Helsinki sta facendo un altro passo avanti nella sua rivoluzione verde. E riguarda il turismo. Si chiama Think Sustainably il progetto lanciato dalla città per rendere più semplice l’approccio a una vita verde. Il progetto fornisce gli strumenti per vivere la capitale in modo sostenibile, suggerendo azioni pratiche per sposare la filosofia green del posto. Rispondendo a ogni esigenza che un turista possa avere, il progetto è diviso in macro-aree: ristorazione; trasporti; esperienze; eventi; soggiorno; shopping. E per ciascuna consiglia ristoranti a chilometro zero e bar biologici, o eco-hotel disponibili in città; aiuta a scegliere mezzi di trasporto elettrici, a capire dove trovare un car sharing o un noleggio bici, mappa itinerari a piedi e ciclabili cittadine. Ma aiuta anche a scovare le boutique che usano materiali organici, oppure i negozi di artigianato che usano materiali di riciclo.

Chi fosse interessato a seguire corsi in tema, troverà workshop, seminari e laboratori dedicati per esempio al riciclo creativo. "Tutto nasce dalla preoccupazione dei cittadini per la crisi climatica – spiega Tia Hallanoro, Director of Brand Communications & Digital Development per Helsinki Marketing - oltre due terzi di noi pensano che sia una vera emergenza per il nostro futuro. Abbiamo cercato di dare una risposta a questo clima di allerta, pensando a un progetto che fosse in grado di cambiare il nostro stile di vita e i nostri modelli di consumo. Think Sustainably offre strumenti concreti per vivere verde".

Tra le esperienze a zero emissioni, il consiglio è provare l’Amos Rex Art Museum e partecipare al Flow Festival, evento indie rock immerso nella natura. Va provato il ristorante Loyly, costruito in legno secondo i più avanzati sistemi di bioedilizia, affacciato su una baia, che offre agli ospiti anche una grande sauna all’avanguardia. Vale il viaggio: una gita alla splendida Suomenlinna Sea Fortress, riserva protetta che custodisce un’imponente fortezza marina del XVIII secolo, distribuita su sei isolotti collegati tra loro, immersi nei meravigliosi panorami finlandesi.

Ma le attività sono tante. Per visitare Helsinki seguendo la sua vocazione verde, basta collegarsi al sito dedicato e seguire suggerimenti, indirizzi e indicazioni utili. Con la speranza che altre città seguano il suo buon esempio verde.

Repubblica Viaggi

Liguria 5 tappe culturali

Borgo di Manarola
CHIAVARI, PALAZZO RAVASCHIERI
Il centro storico della città ligure è ricco di edifici storici da scoprire: tra questi Palazzo Ravaschieri era l’antica residenza nobiliare della famiglia da cui discendevano i Papi Innocenzo IV e Adriano V. 

GENOVA, FORTE DIAMANTE
E’ uno dei più caratteristici forti dell’intera cinta muraria difensiva di Genova, adagiato sulla cima del Monte Diamante. Andiamo a scoprirlo. 

DOLCEACQUA
Vero gioiello del Ponente ligure, il pittoresco borgo è ricco di vicoli e rampe che si innalzano verso il castello rendendolo un luogo fiabesco.

CAMOGLI, ABBAZIA DI SAN FRUTTUOSO
Storia, mare e natura si intrecciano in un monastero incastonati tra gli scogli e l’area marina protetta di Portofino regalando scorci idilliaci: è l’Abbazia di San Fruttuoso, tutela del FAI. 

CINQUE TERRE, PORTOVENERE E ISOLE
L’area che comprende Porto Venere, le Cinque Terre e le Isole di Tino, Tinetto e Palmaria fa parte della Lista del Patrimonio Mondiale Unesco dal 1997: scopriamo il perché.
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Cipro, l’Età del Bronzo nella casa di Afrodite

Costa di Cipro

PERCHÉ SE NE PARLA
Cipro, e in particolare la regione attorno a Pafos, vanta una ricchezza storica senza eguali. Abitata sin da tempi molto antichi, è punteggiata di siti archeologici che testimoniano la lontana discendenza e le successive (numerose) civiltà che l'hanno abitata. Recentemente gli studiosi hanno concluso alcuni scavi presso il sito diPrastio-Mesorotsos, un antico insediamento le cui tracce risalgono al periodo calcolitico. Resti di abitazioni, come un focolare ed alcuni piccoli oggetti in pietra, raccontano un importante momento di transizione per gli abitanti, che stavano lentamente cambiando il modo di costruire, forgiare, inventare, affinando tecniche ed estetica. 

PERCHÉ ANDARE
Il sito archeologico si trova nella Valle di Diarizos, a pochi chilometri da Pafos, nell'entroterra. Pafos è una delle località più rinomate di Cipro, famosa sia per la bellezza della sua costa e del suo mare, che per i numerosi siti archeologici che la circondano – tra cui il sito Unesco di Kato Pafos, o la necropoli chiamataTombe dei Re. Ma Pafos è legata anche al mito di Afrodite: dalla spuma del mare che si infrange sullo scoglio a Capo Aspron, a circa 30 chilometri dalla città, sarebbe nata la dea. 

DA NON PERDERE
Oltre alle bellezze ‘classiche’ di Pafos, storiche e naturalistiche, vi consigliamo vivamente di dare uno sguardo all’entroterra e visitare la sopra citata Valle di Diarizos. Si tratta di una pittoresca vallata collinosa nella quale si producono ottimi vini, e che è possibile esplorare in modo ‘slow’ fermandosi a fare degustazioni nelle cantine.

PERCHÉ NON ANDARE
La zona di Pafos è bellissima, ma è anche una delle più turistiche di Cipro. Nella stagione estiva si rischia di trovare un certo affollamento sia sulle spiagge che nei siti archeologici (e sul lungomare cittadino). Per godersela al meglio una visita fuori stagione potrebbe essere più indicata. 

COSA NON COMPRARE
L’artigianato locale è ricco, tra ceramiche e tessuti, ma ‘scivolare’ sui souvenir dozzinali è molto facile quando ci si trova in una zona particolarmente turistica. Se non cercate con attenzione, magari recandovi nell’entroterra, è probabile che porterete a casa oggetti di scarso valore e prodotti in serie. 
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5 trattamenti per prolungare i benefici dell’estate Il mare è un vero toccasana. Ecco le location dove sentirsi ancora in vacanza

1. ADLER SCRUB WATER MASSAGE ALL’ADLER SPA RESORT BALANCE
L’Adler Spa Resort Balance, nel cuore delle Dolomiti, è la meta ideale per regalarsi una pausa dallo stress quotidiano. A rendere la pelle idratata ci pensa, ad esempio, l’Adler Scrub Water Massage, un massaggio esfoliante con sale del mare della Sicilia e olio nutriente. Il tutto viene effettuato mentre ci si rilassa sotto getti d’acqua calda. 

2. SALT, LO SCRUB SALATO DI BORGO EGNAZIA
Unicità e autenticità attendono in quel di Savelletri di Fasano a Borgo Egnazia, meravigliosa location ispirata a un tipico paese pugliese. Una volta messo piede nella sua spa Vair, è possibile sperimentare una serie di trattamenti ispirati alle tradizioni locali che permettono di prendersi cura di sé e celebrare la propria bellezza naturale. Come Salt, lo scrub con sale e olio d’oliva in grado di esaltare la luminosità della pelle. 

3. MASSAGGIO MAR EN CALMA AL FONTSANTA HOTEL
Il Fontsanta Hotel, esclusivo 5 stelle situato nella parte meridionale dell’isola di Maiorca, invita a sperimentare il massaggio rilassante “Mar en calma”, in grado di bilanciare le emozioni e riequilibrare corpo e mente. 

4. PEELING AI SALI DEL MAR MORTO ALL’AMONTI & LUNARIS WELLNESSRESORT
Dopo i bagordi estivi non c’è niente di meglio che un pacchetto wellness per rimodellare la silhouette. A Cadipietra in Valle Aurina, la Spa dell’Amonti & Lunaris Wellnessresort propone trattamenti specifici come il peeling aromatico ai sali effettuato con olio da massaggio aromatico e sali del Mar Morto utile al fine di rinnovare la pelle e stimolare il metabolismo dei tessuti. 

5. STANZA DEL SALE A RIMINI TERME
Benessere sui generis quello offerto da Rimini Terme, moderno centro termale che invita a sperimentare i benefici del clima di mare. Tutti sono i benvenuti nella Stanza del Sale. Qui pareti e pavimentazioni sono completamente rivestite da piastrelle in bianco sale marino. L’aria che si respira, priva di agenti patogeni, migliora lo stato delle mucose dei bronchi etc.
turismo.it

Colcannon, in Irlanda il verde è anche a tavola

Colcannon, irlanda

Patate e cavoli: sono questi i due ingredienti principali di uno dei piatti più tipici della cucina irlandese. Da preparare e da consumare, ovviamente, durante la stagione dei cavoli, da ottobre ad aprile. Un piatto povero, ma davvero molto famoso, con qualche piccola variante gourmet se lo scegliete in qualche ristorante un po' più pretenzioso. Basta che i prodotti siano sempre naturali e mai surgelati, ovviamente.

Il colcannon, che in italiano starebbe per "cavolo bianco", è un piatto tradizionale irlandese a base di purè di patate e cavolo. A cui si aggiungono burro, latte e sale. Ma può contenere anche altri ingredienti, come scalogno, porri, cipolle ed erba cipollina. Spesso servito con prosciutto bollito, pancetta irlandese e carne in scatola, ne esistono molte varianti regionali.

Per quanto riguarda l'etimologia del nome, abbiamo precedentemente usato il condizionale. Questo perché l'origine della parola, effettivamente, non è chiarissima. La sillaba 'col' deriva probabilmente dall'irlandese 'cál', che significa cavolo. La seconda può derivare, invece, da "ceann-fhionn", che significa una testa bianca. Questo uso si trova anche nel nome irlandese di una folaga, un uccello dalla testa bianca noto come "cearc cheannan", o "gallina dalla testa bianca". Il nome potrebbe anche rimandare al piatto gallese del cawl cennin, letteralmente "brodo (di) porri". 

Ad Halloween il piatto diventa, inoltre, tradizionale. Questo, infatti, viene servito con un anello e un ditale nascosto nel piatto. Anche assieme a delle piccole monete. 

Come realizzarne quattro piatti abbondanti? Sbucciare e tagliare a dadini quattro patate, poi metterle a bollire con acqua salata. Sminuzzare 500 grammi di verza e una cipolla bianca, poi lessate anche queste in acqua salata. Asciugate il tutto, mentre accendete il forno e portatelo a 180°. Schiacciare le patate e fate rosolare la cipolla nel burro. Aggiungere poi patate, verza, latte caldo e mescolate a fuoco medio. Versate al composto in una teglia da forno imburrata e infornate a 180° per circa 10 minuti. 
turismo.it

Gli amanti dei fiori non possono perdere questo strepitoso Castello della Loira



IL CASTELLO DI VILLANDRY

Fra i tanti e bellissimi Castelli della Loira, quello di Villandry situato nell’omonima cittadina di Villandry, è il più visitato. Celebre per la bellezza dei suoi giardini, è una tappa obbligata per gli amanti dei fiori e della natura: con incredibile maestria l’area verde è stata infatti trasformata in un luogo da sogno, unico nel suo genere.

IL CASTELLO

L’edificio consta di tre ali, in parte circondati da un fossato. Sul lato che affaccia sui giardini, si trova un imponente torrione quadrangolare risalente al ‘300, coronato da beccatelli e merli. All’interno del castello è possibile ammirare dipinti risalenti al XVII secolo realizzati da autori di rilievo, sia italiani che spagnoli. Con la sua architettura rinascimentale, questo castello fu costruito nel Indre-et-Loire, nel XVI, ma ha subito continui lavori e modifiche fino al XVIII secolo. E 'stato infatti completato nel Rinascimento, su iniziativa del ministro delle Finanze François 1, Jean le Breton.

I MERAVIGLIOSI GIARDINI

Più che il castello, tuttavia, sono i meravigliosi giardini a conquistare i visitatori. Vera e propria dimostrazione di “Ars Topiaria”, alberi ed arbusti sono potati in maniera geometrica, dando vita ad uno spettacolo incantevole. I giardini di Villandry occupano una superficie di circa 6 ettari, e sono suddivisi su tre livelli e tre aree, tutte con passeggiate e terrazze, collegati tra loro da ampie scalinate. I viali destinati al passeggio sono costeggiati da meravigliosi alberi di tiglio, tracciati in modo tale da non ostruire la vista dall’alto. Nella terrazza centrale si apre il bellissimo giardino ornamentale, composto da un insieme intrecciato di fiori e aiuole potate a forme perfettamente geometriche e divise da siepi di bosso.

Nel settore più basso si trova il potager, l’orto dove vengono coltivate verdure secondo i più antichi riti e tecniche, alcune risalenti addirittura alle comunità monastiche; esteso per oltre un ettaro, lo spazio è suddiviso in nove quadrati uguali per dimensione, ma differenti nelle forme geometriche che disegnano. Al loro interno, i diversi ortaggi creano un bouquet di colori magnifico, che cambia di anno in anno per non impoverire il terreno.
turismo.it

Italianway. In Sardegna si cercano nuovi imprenditori del turismo

Lanciata una nuova campagna di reclutamento. Servono competenze a livello commerciale e organizzativo, oltre che la conoscenza delle lingue straniere e la predisposizione all'accoglienza
In Sardegna si cercano nuovi imprenditori del turismo


Trasformare la Sardegna nelle nuove Canarie d’Europa e rendere l’isola top destination anche in inverno portando nelle seconde o terze case non utilizzate, e presenti sul tutto il territorio, viaggiatori over 50 con capacità di spesa medio alta, provenienti dal Nord Europa: è questa la filosofia del progetto che Italianway ha condiviso con Portale Sardegna, Ota quotata in Borsa e sarda al 100%, e in nome del quale lancia una nuova campagna di reclutamento di aspiranti imprenditori del turismo in tutta l’isola.

«Turismo diffuso per far rivivere le case inutilizzate in cui accogliere viaggiatori in cerca di esperienze autentiche e supporto prop-tech ai giovani imprenditori - spiega Marco Celani, ad di Italianway - sono il nostro pane quotidiano visto che abbiamo lanciato il primo franchising italiano del vacation rental e contrattualizzato oltre 700 immobili per i cosiddetti affitti brevi. Cerchiamo i talenti migliori di tutta la Sardegna, partner radicati territorialmente che abbiano voglia di mettersi in gioco facendo impresa a partire dalle risorse del territorio, quindi prima di tutto dalle case inutilizzate, da riportare a nuova vita accogliendo viaggiatori internazionali, e dalle esperienze vivibili sul posto che sempre più influenzano le prenotazioni a prescindere dalla fascia d’età del turista».

Servono competenze a livello commerciale e organizzativo, oltre che specifiche come le lingue straniere e fermezza nell’approcciare il business con tutti crismi della legalità, fa sapere l’azienda che ha lanciato, a fine gennaio 2019, il primo franchising italiano del vacation rental per dare vita, nel giro di cinque anni, a 300 nuove imprese su tutto il territorio nazionale. 

«Dopo aver confermato il successo del modello Italianway con il progetto pilota della Locanda della Meridiana di Pula, lanciata questa estate, best performer con un tasso di occupazione di circa il 90% - aggiunge il Founder di Italianway Davide Scarantino - siamo pronti a condividere il nostroknow how con persone residenti sull’isola, diplomate o laureate che conoscano bene l’inglese e con una propensione naturale all’accoglienza. Caratteristiche che siamo pronti a supportare con una formazione on the job. Ai partner che selezioneremo il compito di accogliere il viaggiatore, curare la buona riuscita del suo soggiorno, gestire pulizie e manutenzione degli immobili ed acquisirne di nuovi da destinare all’affitto turistico. Ci occuperemo noi di tutti i processi che richiedono competenze specialistiche, dalla pubblicazione on-line multicanale dell'appartamento, alla gestione degli incassi, prenotazioni, check-in/check-out, fatturazione elettronica, cedolare secca ecc. Il local manager verrà supportato in tutte le fasi dell’attività: dalla realizzazione del business plan all’avviamento della società, dalla campagna di marketing territoriale per la selezione e l’acquisizione degli immobili al supporto legale e fiscale.

Grazie all’accordo con Portale Sardegna guidato da Massimiliano Cossu, il property manager sardo che entri a far parte del network di Italianway avrà la possibilità di diventare un Sardinia Local Expert implementando le sue entrate con la vendita delle esperienze (enogastronomiche, culturali, identitarie eccetera) e tramite partnership da realizzare con fornitori locali (artigiani, guide turistiche, pescatori eccetera).

«Il Local Expert che cerchiamo e che siamo pronti a supportare – conclude Cossu - deve essere prima di tutto un appassionato di turismo con radicato senso di appartenenza all’isola e un innato spirito imprenditoriale. Lo immaginiamo capace di gestire contemporaneamente più business unit e disposto a diventare un vero property manager per mappare e commercializzare le strutture extra alberghiere del territorio e metterle a reddito con il supporto di Italianway e con grande soddisfazione dei proprietari e dei viaggiatori».

Per candidarsi scrivere a: recruiting@italianway.house

5 giorni senza telefono. Non c'è campo, ma c'è vita. In rifugio senza smartphone

Non c'è campo, ma c'è vita. In rifugio senza smartphone

«Senza cellulare si torna adolescenti, si recupera il valore del gruppo e del racconto, il senso del divertimento e del contatto fisico». L’avventura è finita e così si raccontano Lucas, Fulvio, Stefania, Jozef, Ivana, Valentina, Igor, Michel, Ionela e Ana Carolina, i dieci prescelti che per 5 giorni hanno partecipato, ai piedi della Marmolada, alla vacanza 'Recharge in Nature in the Heart of Dolomites'.
«Quando sono arrivati – racconta Dante Del Bon, il gestore del rifugio Onorio Falier che li ha ospitati – mia moglie ha 'sequestrato' tutti i cellulari, nascondendoli in un sacchetto. Glieli restituivamo dieci minuti alla sera, esclusivamente per informare le famiglie sulla loro condizione».
Del Bon stesso ha nostalgia di questa vacanza, immaginarsi i giovani: chi manager, chi architetto, chi con famiglia e chi no, italiani e stranieri. «Dopo questa esperienza – testimonia Valentina – mi sono ripromessa di trascorrere un giorno alla settimana a telefonino spento». Ionela, rumena, vorrebbe fare un uso più responsabile dei tre cellulari che usa per lavoro.
La singolare iniziativa è stata promossa da 7 Comuni dell’Alto Agordino, in provincia di Belluno, che poco meno di un anno fa sono stati colpiti dalla tempesta Vaia. E ancora ne portano i segni, tanto che gli stessi protagonisti dell’esperienza nei giorni di permanenza al Falier a 2000 metri di quota hanno preso pala e piccone per sistemare il sentiero d’accesso al rifugio, stravolto dalle acque. Alberto Fistarollo, lo psicologo che ha accompagnato il gruppo, è molto soddisfatto di come, in pochi giorni, ha visto capovolgere situazioni di forte stress o blocchi emotivi, collegati spesso alla dipendenza da tecnologie: «I ragazzi, una volta ambientati, hanno invece spostato la loro attenzione dai personali 'altrove' al comune presente e, grazie anche al ricco contesto naturale, hanno scoperto come vivere appieno i particolari che ci circondano: un sentiero, un paesaggio, un odore, un rumore».
Il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones, prendendo atto dei risultati si dice certo che l’esperienza verrà rinnovata e suggerisce l’emulazione in altre valli. Il gestore del Falier garantisce che ne vale la pena: «È più di 50 anni che faccio questo lavoro, eppure io e mia moglie avvertivamo questi 'ragazzi' (qualcuno ha più di 40 anni, ma manifestavano attese da adolescenti, distaccati com'erano dal mondo) come fossero nostri figli. Per 5 giorni siamo cresciuti insieme, sorprendendoci della bellezza del creato, i fiori, le albe, i tramonti».
La parete sud della Marmolada è il santuario dell’alpinismo e sul rifugio incombe in tutta la sua straordinaria imponenza. «I partecipanti si fermavano ore ad osservare gli scalatori arrampicati sui pilastri di roccia, chiedendosi che cosa li motivasse. Ed era – conclude Del Bon – un interrogarsi sul senso della vita». Gli dà ragione Ionela: «Volevo 'ripulirmi' e ci sono riuscita» ha confidato alla moglie di Dante, abbracciandola, quando la signora le ha restituito il cellulare. Emma Taveri, coordinatrice del progetto, si dichiara soddisfatta dell’esito della sfida: «Siamo in un ambiente speciale per la ricerca dell’autenticità, questa esperienza ne ha dimostrato l’efficacia».
avvenire

I Patriarchi del Medio Oriente: la “Valle Santa” di Qadisha è patrimonio comune di tutti i cristiani

Fides 


La “Valle Santa” di Qadisha rappresenta un patrimonio vivo di spiritualità e fede caro non solo ai cristiani libanesi, ma per i cristiani di tutto il mondo. Per questo le autorità politiche libanesi e anche gli organismi internazionali come l’Unesco sono chiamati a custodire e promuovere questo tesoro prezioso incastonato tra i monti del Libano

A colloquio con il direttore delle Ville pontificie. Modello di ecologia integrata

L'Osservatore Romano 

(Nicola Gori) Le Ville Pontificie sono diventate quello che molte realtà del genere anelano a essere: un modello di ecologia integrata nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo. Uno spazio non solo verde, ma a tratti urbanizzato, dove da anni si stanno cercando di applicare quei principi che Papa Francesco ha sintetizzato e indicato nell’enciclica Laudato si’. Un ecosistema in cui uomo, animali, piante e flora vivono in armonia. Ne parla in questa intervista a «L’Osservatore Romano», il direttore Andrea Tamburelli, che ha da poco assunto la guida delle Ville Pontificie.

Nei Piccoli Musei una festa di sorrisi e accoglienza


(ANSA) - ROMA, 19 SET - Una pergamena della memoria, un sacchetto di grani antichi, un vasetto di marmellata o una ricetta: sono solo alcuni dei bellissimi doni, tutti artigianali, che i Piccoli Musei italiani offriranno a chi deciderà di visitarli gratuitamente il prossimo 29 settembre, in occasione della terza Giornata Nazionale dei Piccoli Musei. Organizzata per mostrare il "vero volto" dei Piccoli Musei, la Giornata Nazionale rappresenta ogni anno un'occasione di scoperta di tante meraviglie e curiosità nascoste in luoghi curatissimi capaci di offrire una visita "a misura d'uomo". Sono piccole certo, a volte costituite magari da una sola stanza, ma le 350 realtà italiane - riunite nell'Associazione Nazionale Piccoli Musei - sono anche dinamiche, radicate nel territorio, attentissime alla cultura della relazione e dell'accoglienza: chi vi lavora è pronto a dare a ogni visitatore spiegazioni appassionate sulla storia di ciò è custodito con amore nel museo, offrendo sorrisi e il proprio sapere.

Fondi Ue: via a bando da 50mln per Azioni innovative città

(ANSA) - BRUXELLES, 19 SET - Via alle candidature per partecipare al quinto bando per le Azioni urbane innovative europee (Uia) rivolto alle città dell'Ue, che vale circa 50 milioni di euro. Qualità dell'aria, economia circolare, cultura e cambiamento demografico sono i temi al centro della call, l'ultima a valere sull'attuale periodo di programmazione, 2014-2020. Termine ultimo per l'invio delle candidature in forma elettronica è il 12 dicembre. Scopo dell'iniziativa è finanziare, attraverso le risorse del Fondo Ue di sviluppo regionale, le aree urbane che intendono sperimentare nuove soluzioni per affrontare problemi comuni a diverse città europee. Dal 2016 a oggi le Uia hanno premiato decine di iniziative prese dalle città di tutta Europa. Fra queste anche le italiane Bergamo, Bologna, Milano, Pozzuoli, Prato, Latina, Ravenna e Torino.


Fs: presentato Frecciargento 700 per la linea Adriatica

Partirà da Milano il 29 settembre (alle 15.35) verso Bari il nuovo Frecciargento 700 di Trenitalia dedicato alla linea Adriatica. Il giorno dopo il treno partirà da Bari in direzione Nord alle 5.32. Il Frecciargento è stato presentato oggi nella stazione centrale del capoluogo pugliese: migliorerà collegamenti e servizi fra la Puglia, le località della linea Adriatica, Milano, Torino e Venezia, sostituendo le corse ora fatte dai Frecciabianca e offrendo ai viaggiatori maggiore comfort e più servizi a bordo. 

Un'ulteriore attenzione - è stato detto - per chi sceglie il treno da e per la Puglia che può contare ogni giorno su oltre 17mila posti a disposizione sulla rotta tra Milano, Bologna e Bari con 20 Frecce, 10 InterCity e sei InterCity Notte. Entrambi i treni manterranno tutte le fermate dei Frecciabianca. L'introduzione dei Frecciargento 700 è parte di un più ampio piano di upgrade dei collegamenti sulla linea Adriatica. Entro il primo semestre del 2020 ci saranno 17 nuovi convogli. (ANSA).

Tv: Raznovich, alla ricerca dei borgo più bello

Sessanta piccoli gioielli, quattro serate "eliminatorie" e una finalissima per decretare il vincitore. Il voto online deciderà i 20 finalisti - uno per regione - che accederanno all'ultima serata. Ma nel gran galà finale a decidere saranno il televoto e la giuria di esperti. 

Camila Raznovich torna a guidare i telespettatori di Rai3 in un singolare viaggio nel Paese dei piccoli centri, da nord a sud, passando per il cuore d'Italia e le sue isole. Con lei straordinari compagni di viaggio come lo storico dell'arte Philippe Daverio e il matematico Piergiorgio Odifreddi. Da domenica 22 settembre, alle 21.25 su Rai3, riparte "Il borgo dei borghi - La grande sfida" per eleggere il 'piccola località' più bella d'Italia. Il programma è stato presentato a Viale Mazzini dal direttore di rete Stefano Coletta che ha definito Raznovich "una conduttrice che rappresenta la contemporaneità, che non ha mai pregiudizi di fronte a quello che osserva. Ho molto lottato affinché restasse un volto importante della rete. Al Kilimangiaro, con una concorrenza agguerrita, siamo arrivati ad ascolti a due cifre. Dal punto di vista tecnico, Camila è una bestia da diretta, non ho mai visto una capacità di gestire, una ritmica come la sua". 

Raznovich da parte sua ammette: "La curiosità è quella che mi fa girare i borghi da sei edizioni e che mi fa imparare, stupire e commuovere. Ebbene sì, mi sono commossa alle lacrime! Ad esempio - e ci sono i testimoni - io che sono atea convinta, figlia di culture diverse - quando mi sono ritrovata in uno degli eremi eretti da san Francesco, un luogo potente, carico di spiritualità. Spero di riuscire a veicolare tramite questo programma una curiosità dettata da un'"ignoranza" che non è mai nascosta. Per me, il Borgo dei borghi è la fortuna di poter conoscere luoghi che altrimenti non avrei potuto conoscere. Quest'edizione sarà composta da cinque puntate. La giuria sarà presieduta da Philippe Daverio e sarà una grande sorpresa quest'anno". 

Un itinerario attraverso angoli d'Italia che custodiscono patrimoni inestimabili: dalle Langhe al Salento, dalle Marche al cuore della penisola. Nella prima serata, oltre alla presentazione dei borghi in gara, Camila Raznovich e Philippe Daverio saranno tra Umbria e Toscana. Un percorso da Isola Maggiore del Trasimeno a Città di Castello fino a San Sepolcro per ammirare, tra l'altro, gli affreschi di Piero della Francesca e le opere di Alberto Burri. 

In ognuna delle quattro puntate eliminatorie si conosceranno quindici dei sessanta borghi in gara. Solo 20 arriveranno in finale grazie ai voti che stanno pervenendo in queste ore sul sito del programma. Questi i borghi in gara. Sardegna: San Teodoro, Atzara, Castelsardo. Lombardia: Tremosine, Bienno, San Benedetto Po. Calabria: Fiumefreddo Bruzio, Bova, Rocca Imperiale. Sicilia: Palazzolo Acreide, Castelmola, Gangi. Lazio: San Felice Circeo, Caprarola, Vitorchiano. Piemonte: Cella Monte, Vogogna, Monforte D'Alba. Molise: Pesche, Ferrazzano, Bagnoli del Trigno. Marche: Moresco, Gradara, Montecosaro. Liguria: Noli, Laigueglia, Brugnato. Campania: Sant'Angelo dei Lombardi, Montesarchio, Castellabate. Emilia-Romagna: Verucchio, Bobbio, Vigoleno. Puglia: Bovino, Maruggio, Sternatia. Trentino-Alto Adige: Chiusa, Gais, Tassullo. Valle d'Aosta: Chamois, Fenis, Gressoney-Saint-Jean. Veneto: Fratta Polesine, Borghetto di Valeggio, San Giorgio di Valpolicella. Friuli-Venezia Giulia: Strassoldo, Sesto al Reghena, Toppo. Abruzzo: Caramanico Terme, Castel del Monte, Pescocostanzo. Toscana: Barga, Castiglione di Garfagnana, Cetona. Umbria: Bettona, Panicale, Lugnano in Teverina. Basilicata: Castelmezzano, Rotondella, Brindisi di Montagna. (ANSA).



Gambero Rosso, cresce qualità dell'offerta dei bar italiani


Cresce la qualità dell'offerta dei bar italiani e toccano quota 1300 le migliori realtà della Penisola, con 150 novità selezionate e 39 templi dell'espresso e lieviti premiati con due nuovi ingressi nella vetta della classifica. E' la fotografia offerta dalla 20esima edizione della guida Bar d'Italia 2020 di Gambero Rosso, presentata oggi a Milano. Nell'occasione il Premio Illy "Bar dell'anno" è stato assegnato a Spazio Pane e Caffè (Roma). "La frequentazione dei bar - ha detto Paolo Cuccia, Presidente di Gambero Rosso - è un'abitudine tutta italiana che il mondo ci invidia. Un comparto della offerta gastronomica in continua crescita grazie alla professionalità e alla creatività di operatori attenti alla qualità e alla innovazione". Un impegno alla promozione della qualità al bancone dei pubblici esercizi fin dall'inizio condivisa con l'azienda triestina Illy. "La volontà di diffondere la cultura autentica del caffè italiano nel mondo - con Università del Caffè e le sue tre anime (coltivatori, esercenti, consumatori) - e quella parallela di promuovere questa stessa cultura in patria, premiando e incentivando i suoi campioni, i migliori bar d'Italia" ha sottolineato Andrea Illy, presidente di illycaffè. 

La Lombardia si conferma al vertice con 9 locali premiati, seguono il Veneto con 6, Piemonte ed Emilia-Romagna con 5, la Sicilia con 3, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Toscana con 2. Un locale sul podio per Marche, Lazio, Abruzzo, Campania e Puglia. 2 nuovi ingressi nella vetta della classifica: In Croissanteria Lab di Carobbio degli Angeli (BG) e Olivieri 1882 di Arzignano (VI). Per la categoria Le Stelle, ovvero i locali che per almeno dieci anni consecutivi hanno ottenuto il punteggio di 3 chicchi e 3 tazzine entrano due locali, Canterino di Biella e Caffetteria Torinese di Palmanova (UD). Aperitivo dell'anno al Marelet di Treviglio (BG). (ANSA).

Un antiquario alla Reggia di Caserta

Jakob Philipp Hackert , Porto di Salerno © ANSA

REGGIA DI CASERTA - La Betsabea al bagno di Artemisia Gentileschi, i volti e i tagli di luce dei caravaggeschi napoletani e romani, le grandi tele di Mattia Preti, Canaletto, il Cavalier d'Arpino, Salvator Rosa, Domenichino, Luca Giordano. E poi ancora uno spazio interamente dedicato a Gaspar Van Wittel, vedute, paesaggi, nature morte e la straordinaria galleria di porti del Regno delle Due Sicilie realizzate da Jakob Philipp Hackert per il re Ferdinando IV di Borbone: le meraviglie della pittura del Seicento e del Settecento si stagliano nelle stanze sfarzose della Reggia di Caserta che apre per la prima volte le porte a un antiquario di lungo corso.


La mostra "Da Artemisia ad Hackett", aperta fino al 16 gennaio 2020 con il coordinamento di Vittorio Sgarbi, è la sfida raccolta da Cesare Lampronti accettando l'invito della straordinaria sede espositiva a mostrare le perle preziose frutto di una attività che lo impegna da 58 anni. Il settantasettenne Lampronti, esponente della terza generazione di una storica famiglia romana di antiquari, comprò non ancora maggiorenne la prima opera a New York. La rassegna di Caserta è il racconto -fatto attraverso 116 dipinti- di una caccia ai tesori dell'arte senza tempo, ma anche la certificazione dell'impossibilità di continuare questo lavoro in Italia, tanto che nel 2012 l'antiquario ha lasciato la sua storica galleria in via del Babbuino per trasferirsi a Londra.
"Non è questione di questo o quel ministro - spiega -. L' esperienza mi ha insegnato che il ministro non conta nulla. L' ostacolo insormontabile è la burocrazia, i responsabili degli uffici che sbarrano la strada alla circolazione delle opere con vincoli, autorizzazioni, notifiche pareri e tasse". Lampronti rivendica con orgoglio il merito di aver riportato in Italia più di dodicimila dipinti di autori italiani ma non nasconde l'amarezza. "La direttrice della Reggia, Tiziana Maffei -osserva- ha avuto coraggio a ospitare un 'mercante nel tempio'. Vorrei che questa mostra fosse il primo passo di una strada nuova in cui istituzioni e antiquari non siano più considerati come cani e gatti. L'antiquario che seleziona e valorizza le opere per i collezionisti non è un semplice mercante ma svolge un ruolo culturale importante".
Vittorio Sgarbi interviene con la sua solita verve: "Lampronti con animo nobile si è esposto al rischio di uno Stato che non capisce che le opere d'arte sono beni universali e limita attraverso vincoli e notifiche il commercio d'arte rendendo l'Italia un ghetto di intollerabile minorità culturale", sottolinea il critico. Oggi tutto avviene a Londra e New York, aggiunge, "dove le opere italiane circolano e nel 90% dei casi vengono acquistate da italiani e portate in patria. Difficile immaginare uno Stato fascista prima e comunista oggi che toglie all'antiquario la possibilità di muoversi. Speriamo che questo governo se ne vada presto e che gli antiquari tornino uomini liberi". Sgarbi ribadisce che "il rapporto tra pubblico e privato è stato frainteso. Devono esserci vincoli di conoscenza non di polizia. L'importante è che lo Stato abbia il diritto di prelazione sulle opere". Lampronti lascerà un segno tangibile del suo passaggio donando alla Reggia due opere della sua collezione, il Martirio di Sant'Agata di Salvator Rosa del '600, e il Ritratto del Cardinale Antonelli, un olio su ardesia del 1761 di Pompeo Batoni.
Tra di dipinti selezionati per questa mostra ce n'è però uno che offrirà un'occasione unica: una sala è dedicata alla grande Veduta del Porto di Salerno di Hackert, trovata a Londra, che è il tassello mancante dei 16 Porti del Regno delle Due Sicilie che fanno parte del Patrimonio della Reggia e che possono essere quindi ammirati finalmente al completo. La direttrice Maffei ha parlato di una "collezione raffinata che rivela il gusto acuto dell'antiquario e del collezionista" rimarcando che ogni appuntamento è l' occasione "per rileggere le nostre collezioni". Così come è interessante osservare, ha aggiunto, quanto la pittura del paesaggio di Vanvitelli padre abbia influito su Luigi Vanvitelli, il pittore e architetto che progettò la Reggia e il suo magnifico scenario.
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Nel Vallese la stazione dei treni è una funivia

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FIESCH (SVIZZERA) - Scendere dal treno e salire direttamente sulla funivia: dal prossimo 7 dicembre si potrà fare a Fiesch, in Svizzera. Nella cittadina del Vallese sarà infatti inaugurata la nuova stazione che è insieme stazione ferroviaria, terminal degli autobus e funivia, il tutto senza barriere architettoniche.

Questa è solo una delle novità per l'inverno del cantone che può contare su duemila chilometri di piste, con 450 impianti in 40 comprensori e include il ghiacciaio dell'Aletsch, patrimonio Unesco, l'acqua termale di Leukerbad, che scorre dalla fontana nella piazza principale a 51 gradi e Crans Montana, che ospiterà il mondiale di sci nel 2025.

Didier Défago (lo sciatore svizzero medaglia d'oro nella discesa libera alle Olimpiadi di Vancouver nel 2010) ha stilato una classifica delle cinque piste migliori che vanno dal Mur Suisse, con una pendenza del 50%, al Matterhorn Glacier Paradise di 25 chilometri. Ci sono però piste per tutti i gusti. Chi vuole provare ad esempio a sciare su piste vergini, non ancora solcate da altri, può comperare il pacchetto first track che include sci e a seguire prima colazione. Per chi si avvicina (o riavvicina) allo sci, invece, c'è la possibilità di sfruttare un pacchetto con lezioni da parte di un maestro e affitto non solo dell'attrezzatura ma anche dell'abbigliamento.

E se lo sci non basta, ad Anzère si può scegliere lo yoga sulla neve, o decidere per una partita a golf sui campi imbiancati a Crans Montana (dove dal 30 gennaio al 2 febbraio si disputerà anche la Wintergolf Cup). Nella Svizzera romanda è stato confermato quest'anno anche il Magic pass che si potrà comperare fino al 7 ottobre e per 499 franchi svizzeri permette di sciare in 30 comprensori.

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IL MERCATO TURISTICO SVIZZERO Qui i migliori viaggiatori al mondo

Con il record di oltre 11.000 famiglie svizzere, che solo per le vacanze muovono un giro d’aff ari di oltre 50 milioni di Franchi/Euro, il Salone Internazionale Svizzero delle Vacanze di Lugano rappresenta la principale porta d’accesso a uno dei mercati turistici più ricchi del mondo.
17° Salone Internazionale Svizzero delle Vacanze Logo
Secondo un sondaggio di Visa Europe (Cross Border Spending ) gli svizzeri sono, infatti, i più vacanzieri d’Europa, con una media di circa 3 partenze pro capite all’anno, rispetto all’1,63 che si registra negli altri Paesi.
Grazie in particolare a un reddito medio tra i più elevati del Vecchio Continente (1,7 volte superiore a quello dell’Italia e di 1,3 volte superiore a quello di Francia e Germania) e al più alto numero di vacanze annuali al mondo.

Numeri che ribadiscono gli ultimi dati disponibili pubblicati dall’Ufficio Federale di Statistica: in media gli elvetici intraprendono 21,2 milioni di viaggi all’anno con pernottamento, di cui circa 19,5 milioni di viaggi all’estero, per una spesa complessiva fuori dalla Svizzera di 17,5 miliardi di Euro. I viaggi all’estero costituiscono dunque il 61% dei viaggi totali.

L’87,5% della popolazione svizzera residente effettua dunque almeno un viaggio con pernottamento nel corso dell’anno: il numero medio dei viaggi con pernottamento per persona è di 3, di cui 1 in Svizzera. Gli adulti tra i 25 e i 44 anni viaggiano di più, con una media di 3,2 viaggi all’anno, contro l’2,2 delle persone che hanno più di 65 anni.
La frequenza dei viaggi differisce sensibilmente secondo la zona linguistica: con una media di 2,9 viaggi all’anno pro capite i residenti della Svizzera francese e della Svizzera Tedesca viaggiano di più rispetto a quelli del Ticino (2,2).

La maggior parte dei viaggi vengono effettuati all’estero durante i mesi estivi (64%) da maggio a ottobre. Per i viaggi all’estero, il 55% sceglie il soggiorno in albergo; l’automobile è il mezzo di trasporto più utilizzato (44%) sia all’interno del Paese sia all’estero, mentre l’aereo è scelto per il 41% dei viaggi all’estero.

iviaggiatori.org

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone e Albana Ruci