Rosa
Nel cuore della Bulgaria, tra Karlovo e Kazanlak, si apre tra le montagne l’estesa Valle delle Rose, famosa per l’imponente coltivazione floreale e per la maggior produzione mondiale di olio essenziale di rosa. Durante la fioritura, tra la fine di maggio e la prima metà di giugno, l’intera valle viene inondata da un forte profumo e ricoperta di coloratissime rose mentre nei villaggi della zona si celebrano le feste tradizionali in onore del raccolto dei fiori. La coltivazione risale a più di 350 anni fa, quando venne importata dal Medioriente e dal Nordafrica una specie antica di rosa che trovò un habitat perfetto in questa valle, protetta da un eccellente microclima. Da allora il processo di raccolta viene eseguito con tecniche tradizionali che richiedono destrezza e pazienza. Nella valle, inoltre, si coltivano due eccellenti qualità di rose: la delicata damascena nei colori bianco, rosa e rosso e la Trigintipetala o “rosa di Kazanlak” dal profumo persistente. Da queste due qualità viene prodotto un purissimo olio essenziale, venduto per usi erboristici e cosmetici. Nei dintorni, infatti, è possibile visitare le aziende profumiere e le tante distillerie, nate proprio intorno alla produzione delle rose, dove si possono fare acquisti di pregiate bottiglie di liquore o di estratto. Chi ama le regine dei fiori e non vuole recarsi così lontano, può visitare a maggio e a giugno il roseto di Roma sul colle Aventino: circa 10mila metri quadrati ospitano più di mille specie di rose provenienti da diversi Paesi, tra cui anche numerose specie rare e curiose come quella dai petali verdi, Rosa viridiflora, e la Chinensis mutabilis, che cambia colore con il passare dei giorni.
Nel cuore della Bulgaria, tra Karlovo e Kazanlak, si apre tra le montagne l’estesa Valle delle Rose, famosa per l’imponente coltivazione floreale e per la maggior produzione mondiale di olio essenziale di rosa. Durante la fioritura, tra la fine di maggio e la prima metà di giugno, l’intera valle viene inondata da un forte profumo e ricoperta di coloratissime rose mentre nei villaggi della zona si celebrano le feste tradizionali in onore del raccolto dei fiori. La coltivazione risale a più di 350 anni fa, quando venne importata dal Medioriente e dal Nordafrica una specie antica di rosa che trovò un habitat perfetto in questa valle, protetta da un eccellente microclima. Da allora il processo di raccolta viene eseguito con tecniche tradizionali che richiedono destrezza e pazienza. Nella valle, inoltre, si coltivano due eccellenti qualità di rose: la delicata damascena nei colori bianco, rosa e rosso e la Trigintipetala o “rosa di Kazanlak” dal profumo persistente. Da queste due qualità viene prodotto un purissimo olio essenziale, venduto per usi erboristici e cosmetici. Nei dintorni, infatti, è possibile visitare le aziende profumiere e le tante distillerie, nate proprio intorno alla produzione delle rose, dove si possono fare acquisti di pregiate bottiglie di liquore o di estratto. Chi ama le regine dei fiori e non vuole recarsi così lontano, può visitare a maggio e a giugno il roseto di Roma sul colle Aventino: circa 10mila metri quadrati ospitano più di mille specie di rose provenienti da diversi Paesi, tra cui anche numerose specie rare e curiose come quella dai petali verdi, Rosa viridiflora, e la Chinensis mutabilis, che cambia colore con il passare dei giorni.
Fiore di ciliegio
Da marzo fino ad aprile i giardini e i parchi del Giappone si riempiono di boccioli rosa pallido e rossi che colorano le campagne e i luoghi verdi delle città. La fioritura dei ciliegi nel Paese nipponico, scenografica ed emozionante, merita un viaggio alla ricerca dei giardini più belli, carichi di colori e di profumi. L’ammirazione per i fiori appena sbocciati è per i giapponesi un rito collettivo importante – l’hanami - a cui sono dedicati festival e celebrazioni tradizionali; i due più attesi sono Mito no ume matsuri e Mito no sakura matsuri che invitano i cittadini a passeggiare nella natura, tra cerimonie del tè, pic-nic, spettacoli di danza e concerti di arpe all’aperto. Il primo festival – matsuri significa festa tradizionale - inaugura la stagione della fioritura dei ciliegi fino a fine marzo e il secondo, il più noto, dura fino al 15 aprile. Uno dei luoghi più famosi dove osservare la tradizionale fioritura dei ciliegi è il parco Kairakuen, nella città di Mito, a nordest di Tokyo: è uno dei giardini più belli del Giappone, realizzato nel 1842 dal regnante della regione che voleva condividere la bellezza dei fiori con i propri sudditi. In giapponese, infatti, il suo poetico nome significa Giardino per la gioia di tutti; il luogo in realtà è un parco di circa 13 ettari che ospita 3mila alberi di 100 specie diverse, che in queste settimane si colorano di rosa e di rosso. Altri incantevoli spazi dove poter ammirare la nascita delle piante in fiore sono il Kenrokuen a Kanazawa, a nordovest di Tokyo, e il Kōrakuen a Okayama, nel sud del Paese. Anche gli abitanti di Tokyo celebrano la primavera nel parco Ueno, con i suoi mille alberi, e nel giardino del palazzo imperiale, dove si può anche noleggiare una barca e navigare sui tanti canali. Nel parco Maruyama di Kyoto, invece, si può ammirare il rarissimo ciliegio piangente e a Yoshino, a sudovest del Paese, si passeggia tra i fiori sul monte di Yoshinoyama.
Da marzo fino ad aprile i giardini e i parchi del Giappone si riempiono di boccioli rosa pallido e rossi che colorano le campagne e i luoghi verdi delle città. La fioritura dei ciliegi nel Paese nipponico, scenografica ed emozionante, merita un viaggio alla ricerca dei giardini più belli, carichi di colori e di profumi. L’ammirazione per i fiori appena sbocciati è per i giapponesi un rito collettivo importante – l’hanami - a cui sono dedicati festival e celebrazioni tradizionali; i due più attesi sono Mito no ume matsuri e Mito no sakura matsuri che invitano i cittadini a passeggiare nella natura, tra cerimonie del tè, pic-nic, spettacoli di danza e concerti di arpe all’aperto. Il primo festival – matsuri significa festa tradizionale - inaugura la stagione della fioritura dei ciliegi fino a fine marzo e il secondo, il più noto, dura fino al 15 aprile. Uno dei luoghi più famosi dove osservare la tradizionale fioritura dei ciliegi è il parco Kairakuen, nella città di Mito, a nordest di Tokyo: è uno dei giardini più belli del Giappone, realizzato nel 1842 dal regnante della regione che voleva condividere la bellezza dei fiori con i propri sudditi. In giapponese, infatti, il suo poetico nome significa Giardino per la gioia di tutti; il luogo in realtà è un parco di circa 13 ettari che ospita 3mila alberi di 100 specie diverse, che in queste settimane si colorano di rosa e di rosso. Altri incantevoli spazi dove poter ammirare la nascita delle piante in fiore sono il Kenrokuen a Kanazawa, a nordovest di Tokyo, e il Kōrakuen a Okayama, nel sud del Paese. Anche gli abitanti di Tokyo celebrano la primavera nel parco Ueno, con i suoi mille alberi, e nel giardino del palazzo imperiale, dove si può anche noleggiare una barca e navigare sui tanti canali. Nel parco Maruyama di Kyoto, invece, si può ammirare il rarissimo ciliegio piangente e a Yoshino, a sudovest del Paese, si passeggia tra i fiori sul monte di Yoshinoyama.
Tulipano
Regno incontrastato dei tulipani è la coloratissima Olanda e, in particolare, il parco Keukenhof di Lisse, piccolo villaggio di contadini a circa 30 chilometri da Amsterdam, nello Zuid Holland, che ospita 800 varietà di tulipano e oltre 7 milioni di bulbi fioriti. E’ il giardino dei tulipani più grande del mondo da attraversare in bicicletta, perdendosi tra i suoi colori e i profumi lungo i viali, le serre, i vivai, i 20 giardini espositivi, i laboratori di ricerca, il museo dei bulbi e ovviamente le strutture commerciali di vendita dei famosi fiori. Il colpo d’occhio è incredibile: distese colorate di giallo, rosso, viola, blu, arancio e rosa accolgono milioni di tulipani, narcisi, giacinti e crochi, che in questo periodo, da aprile a metà maggio, raggiungono l’apice della fioritura. La campagna che circonda il parco è anch’essa una tavolozza di colori, punteggiata da mulini a vento, canali d’acqua e piste ciclabili. Nel parco di Keukenhof, oltre ai tulipani, sono in mostra nei sette giardini a tema (tra cui quello rinascimentale, il giardino colorato, quello da roccia-ombra-acqua) piante ornamentali, specchi d’acqua e 2.700 alberi secolari.
Regno incontrastato dei tulipani è la coloratissima Olanda e, in particolare, il parco Keukenhof di Lisse, piccolo villaggio di contadini a circa 30 chilometri da Amsterdam, nello Zuid Holland, che ospita 800 varietà di tulipano e oltre 7 milioni di bulbi fioriti. E’ il giardino dei tulipani più grande del mondo da attraversare in bicicletta, perdendosi tra i suoi colori e i profumi lungo i viali, le serre, i vivai, i 20 giardini espositivi, i laboratori di ricerca, il museo dei bulbi e ovviamente le strutture commerciali di vendita dei famosi fiori. Il colpo d’occhio è incredibile: distese colorate di giallo, rosso, viola, blu, arancio e rosa accolgono milioni di tulipani, narcisi, giacinti e crochi, che in questo periodo, da aprile a metà maggio, raggiungono l’apice della fioritura. La campagna che circonda il parco è anch’essa una tavolozza di colori, punteggiata da mulini a vento, canali d’acqua e piste ciclabili. Nel parco di Keukenhof, oltre ai tulipani, sono in mostra nei sette giardini a tema (tra cui quello rinascimentale, il giardino colorato, quello da roccia-ombra-acqua) piante ornamentali, specchi d’acqua e 2.700 alberi secolari.
Anche nel nostro Paese si possono ammirare un’infinità di tulipani alla mostra Tulipanomania, aperta fino al 30 aprile nel parco-giardino Sigurtà a Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona. E’ l’esposizione di tulipani più importante d’Italia e la seconda in Europa: oltre ai tradizionali fiori olandesi sono esposti anche giacinti, muscari e narcisi che sbocciano nei 600mila metri quadrati del parco. Infine, dal 10 al 25 aprile tornano ai giardini botanici di Villa Taranto di Verbania le “settimane del tulipano” con oltre 80mila bulbose in fiore e uno spettacolare labirinto di 20mila corolle fiorite.
Fiore di lavanda
Viaggiare tra maggio e agosto in Provenza significa attraversare distese di campi color viola dal profumo inebriante. In particolare c’è una zona tra Vaucluse e le Alpi dell’Alta Provenza che lascia senza fiato: qui il colore dominante è il viola e disseminati lungo le strade che invitano al viaggio si trovano borghi medievali, musei e distillerie dedicati alla lavanda, pianta simbolo della Provenza stessa. Durante tutto l’anno le aziende profumiere e le botteghe artigianali dei tanti borghi offrono prodotti e souvenir profumati, legati al fiore della lavanda. Tra i centri che spuntano dai campi di lavanda ci sono Laborel, Sault, Apt, Simiane-la-Rotonde, Manosque e Digne-les-Bains: meritano tutti un’attenta visita anche solo per le botteghe e i tanti laboratori-musei che ospitano. Alla fioritura dei campi di lavanda, tra metà maggio e metà giugno, segue il raccolto che avviene ad agosto, quando nella regione francese si susseguono feste e celebrazioni popolari legati all’amata pianta floreale. Le fêtes de la lavande organizzano infatti sfilate, giochi e concerti all’aperto.
Viaggiare tra maggio e agosto in Provenza significa attraversare distese di campi color viola dal profumo inebriante. In particolare c’è una zona tra Vaucluse e le Alpi dell’Alta Provenza che lascia senza fiato: qui il colore dominante è il viola e disseminati lungo le strade che invitano al viaggio si trovano borghi medievali, musei e distillerie dedicati alla lavanda, pianta simbolo della Provenza stessa. Durante tutto l’anno le aziende profumiere e le botteghe artigianali dei tanti borghi offrono prodotti e souvenir profumati, legati al fiore della lavanda. Tra i centri che spuntano dai campi di lavanda ci sono Laborel, Sault, Apt, Simiane-la-Rotonde, Manosque e Digne-les-Bains: meritano tutti un’attenta visita anche solo per le botteghe e i tanti laboratori-musei che ospitano. Alla fioritura dei campi di lavanda, tra metà maggio e metà giugno, segue il raccolto che avviene ad agosto, quando nella regione francese si susseguono feste e celebrazioni popolari legati all’amata pianta floreale. Le fêtes de la lavande organizzano infatti sfilate, giochi e concerti all’aperto.
Tra la primavera e l’estate anche Hvar, l’isola croata più lunga dell’Adriatico, si colora di viola: tra le colline e le vallate delimitate da muretti a secco fiorisce la lavanda che contrasta con il color indaco del mare in lontananza. Tutto è viola e in ogni angolo dell’isola croata, da Vrboska a Jelsa, da Brusje a Zastrazisce, si vendono sacchetti di fiori essiccati, acque di colonia e profumi, oli essenziali e persino liquori alla lavanda nei negozi e sulle bancarelle dei tanti mercatini. Fu un contadino negli anni Cinquanta a portare da un viaggio in Provenza i semi di lavanda, che subito attecchirono grazie all’ottimo clima e al sole che scaldano la fertile isola croata. Da allora Hvar, in italiano Lesina, è l’isola della lavanda, un vero business per gli abitanti della sottile striscia di terra croata, lunga 86 chilometri tra il canale di Hvarski a nord e quello di Korčulanski a sud.
Peonia
In Cina la peonia è considerata la vera regina dei fiori: ovunque si festeggia con festival e mostre floreali, in particolare nella città di Luoyang, nella provincia dello Henan occidentale, a lungo antica capitale della Cina, dove alla peonia viene dedicata una festa, organizzata nel Wangcheng Park, che richiama ogni anno da metà aprile a metà maggio decine di migliaia di visitatori. Qui, grazie a un eccellente microclima, crescono le peonie più belle – bianche, rosse, gialle e viola - che, a primavera, si possono ammirare non solo nei parchi e nelle esposizioni floreali ma anche in ogni giardino, sui davanzali e a ogni angolo di strada. Tra i luoghi più importanti dedicati alle peonie ci sono il Luoyang National Peony Garden, uno dei più antichi giardini cinesi diviso in due parti con oltre 1.200 varietà di peonie di grandi dimensioni e colori vivaci; il Shenzhou Peony Garden, dove crescono oltre 30 mila alberi di peonia, divisi in 380 specie diverse, e dove si organizzano spettacoli folcloristici popolari, e il Luoyang National Flower Garden dove si possono ammirare rare specie di peonie, tra cui quella rossa di 150 anni e quella color porpora, vecchia di 120 anni.
La peonia arrivò in Occidente già nell’antichità e fu il filosofo e botanico greco Teofrasto a scoprirne alcune virtù medicinali. Le peonie ad arbusto, invece, arrivarono in Europa soltanto nella seconda metà del Settecento e in particolare nei giardini reali londinesi di Kew Gardens. L’Inghilterra continuò a coltivarle e a incrociarle con altri fiori, così come fecero in seguito anche Francia e Stati Uniti. Ma è proprio in Italia, al centro botanico Moutan di Vitorchiano, in provincia di Viterbo, che si trova la più grande collezione al mondo di peonie cinesi. Qui, fino alla fine di maggio, è possibile assistere alla fioritura di oltre 200mila piante e 600 diverse varietà di peonie cinesi arboree ed erbacee, messe a dimora con altre piante mediterranee, in un tripudio di colori e di profumi.
In Cina la peonia è considerata la vera regina dei fiori: ovunque si festeggia con festival e mostre floreali, in particolare nella città di Luoyang, nella provincia dello Henan occidentale, a lungo antica capitale della Cina, dove alla peonia viene dedicata una festa, organizzata nel Wangcheng Park, che richiama ogni anno da metà aprile a metà maggio decine di migliaia di visitatori. Qui, grazie a un eccellente microclima, crescono le peonie più belle – bianche, rosse, gialle e viola - che, a primavera, si possono ammirare non solo nei parchi e nelle esposizioni floreali ma anche in ogni giardino, sui davanzali e a ogni angolo di strada. Tra i luoghi più importanti dedicati alle peonie ci sono il Luoyang National Peony Garden, uno dei più antichi giardini cinesi diviso in due parti con oltre 1.200 varietà di peonie di grandi dimensioni e colori vivaci; il Shenzhou Peony Garden, dove crescono oltre 30 mila alberi di peonia, divisi in 380 specie diverse, e dove si organizzano spettacoli folcloristici popolari, e il Luoyang National Flower Garden dove si possono ammirare rare specie di peonie, tra cui quella rossa di 150 anni e quella color porpora, vecchia di 120 anni.
La peonia arrivò in Occidente già nell’antichità e fu il filosofo e botanico greco Teofrasto a scoprirne alcune virtù medicinali. Le peonie ad arbusto, invece, arrivarono in Europa soltanto nella seconda metà del Settecento e in particolare nei giardini reali londinesi di Kew Gardens. L’Inghilterra continuò a coltivarle e a incrociarle con altri fiori, così come fecero in seguito anche Francia e Stati Uniti. Ma è proprio in Italia, al centro botanico Moutan di Vitorchiano, in provincia di Viterbo, che si trova la più grande collezione al mondo di peonie cinesi. Qui, fino alla fine di maggio, è possibile assistere alla fioritura di oltre 200mila piante e 600 diverse varietà di peonie cinesi arboree ed erbacee, messe a dimora con altre piante mediterranee, in un tripudio di colori e di profumi.
Fiore di lenticchia
Da metà giugno a metà luglio l’altopiano di Castelluccio di Norcia, nel parco umbro dei monti Sibillini, è un tripudio di colori, celebrati con l’Infiorata, la festa della fioritura, dove la monotonia cromatica del pascolo invernale viene spezzata da un mosaico di colori. Per un mese la piana diventa un giardino di fiori da campo, i cui colori disegnano un paesaggio da mozzare il fiato: i verdi delle graminacee e il rosso dei papaveri si affiancano al bianco dei narcisi e all’azzurro dei fiordalisi; il giallo dei ranuncoli, il blu delle genziane e lo scarlatto dei garofani selvatici si mescolano con il verde scuro dei prati e quello pastello dei pascoli. Dominano su tutti, i fiori delle lenticchie, pilastro dell’economia locale, che contribuiscono alla bellezza del paesaggio e alla varietà dei colori con piccoli fiorellini gialli e azzurrognoli.
Da metà giugno a metà luglio l’altopiano di Castelluccio di Norcia, nel parco umbro dei monti Sibillini, è un tripudio di colori, celebrati con l’Infiorata, la festa della fioritura, dove la monotonia cromatica del pascolo invernale viene spezzata da un mosaico di colori. Per un mese la piana diventa un giardino di fiori da campo, i cui colori disegnano un paesaggio da mozzare il fiato: i verdi delle graminacee e il rosso dei papaveri si affiancano al bianco dei narcisi e all’azzurro dei fiordalisi; il giallo dei ranuncoli, il blu delle genziane e lo scarlatto dei garofani selvatici si mescolano con il verde scuro dei prati e quello pastello dei pascoli. Dominano su tutti, i fiori delle lenticchie, pilastro dell’economia locale, che contribuiscono alla bellezza del paesaggio e alla varietà dei colori con piccoli fiorellini gialli e azzurrognoli.
ansa