Roma è, senza dubbio, la città del mondo più ricca di storia. Il centro storico, di incomparabile valore architettonico, con i suoi monumenti che abbracciano ventotto secoli di storia, dai primi sette re all’età contemporanea, ne fanno un immenso museo a cielo aperto.
A Genova per il 18/o Suq Festival Teatro del Dialogo
Al via a Genova il 16 giugno il 18/o Suq Festival - Teatro del Dialogo che sino al 26 giugno, trasformerà la Piazza delle Feste del Porto Antico in un colorato bazar dei popoli con una scenografia teatrale unica in Italia, e un programma culturale internazionale con artisti, scrittori, giornalisti, esponenti di associazioni umanitarie, e tutte le Comunità di immigrati della Liguria. Al Suq si vive il bello dell'immigrazione senza trascurare le tematiche di attualità e i problemi, ma in uno spirito di convivialità. Simbolicamente verrà inaugurato con una grande tavolata della pace durante la quale si spegneranno le 18 candeline del Suq maggiorenne.
Parte Expo Turismo Gay, choc per Orlando ma non ci fermano. Italia nota a turisti Lgbt, con legge su unioni civili crescerà
La strage di Orlando, arrivata proprio nel momento della gran festa dei Pride in tutto il mondo, è una ferita "cattiva", profonda e ancora troppo fresca ma la comunità Lgbt del mondo del turismo, nonostante lo choc, guarda coraggiosamente avanti. E stasera a Roma presenta la quinta edizione dell'evento italiano più importante del settore, ovvero l'Expo Turismo Gay, seguendo le indicazioni date proprio all'indomani della strage dal presidente dell'International Gay and Lesbian Travel Association, John Tanzella: "Il turismo ci aiuta a costruire un mondo più accogliente, ora è più importante di sempre restare uniti contro coloro che vorrebbero vedere il popolo Lgbt vivere nel terrore".
Il destino di Rio segnato dalle favelas
C’è una canzone di Gilberto Gil, il grande nero bahiano che è stato ministro della cultura di Lula che parla della «circular espresso dois dois dois dois que parte direita de Bon Succeso pra depois», il 222, l’autobus che portava dalla periferia faveladadi Rio fino al centro. Prendo il suo sostituto, il 550 che parte da Largo Machado nel quartiere di Laranjeiras, affollato ma centrale, e va verso il Morro do Alemao, La Rupe del Tedesco, una favela di 300 mila persone che si estende a Sud della città.
La Natività ''ritrovata'' a Betlemme. In viaggio tra i restauri della Basilica patrimonio Unesco
Centinaia di mani al lavoro. Decine di pennellini, piccole spatole, ma anche grandi chiodi, lastre di piombo, chilometri di ponteggi. In tutto 170 specialisti all'opera. ''Sembra quasi di essere nel cantiere del Duomo'', dice Giammarco Piacenti, Ceo della ditta, italianissima, che porta il suo cognnome. E invece siamo in uno dei luoghi più cari al mondo per la cristianità, ma sacro anche ad ogni viaggiatore appassionato d'arte e archeologia o per chiunque creda che anche solo una ''grotta'' possa essere il più forte messaggio di pace nel mondo.
E' la Basilica della Natività a Betlemme, patrimonio Unesco dal 2012 e dal 2013 teatro di quell'imponente opera di restauro che oltre a metterla in sicurezza e ricostruirne il tetto ''cercando di salvare il più possibile dell'originale), sta svelando, almeno in parte, come doveva apparire quel luogo sacro secoli fa ai milioni di fedeli in pellegrinaggio.
''Qui tutto era un sontuoso e lucente cammino verso la Grotta'', racconta Marcello Piacenti, site manager del progetto di restauro. Lo testimoniano i colori ritrovati dei mosaici alle pareti: verdi sgargianti, turchesi, rosso, tantissimo oro, che ora sono tornati a luccicare sulle tessere di pasta vitrea dedicate alla vita di Gesù. Due mila metri quadrati di mosaici, al tempo illuminati da 32 finestre in più e ''mai toccati prima - racconta Giammarco Piacenti - Ma si calcola che 28 milioni e mezzo di tessere siano andate perdute per l'incuria''. Commissionata dall'Imperatore Costantino e da sua madre Elena, inviata dal figlio nelle provincie dell'Impero alla ricerca dei luoghi sacri alla cristianità (celati tre secoli prima da Adriano), la Basilica fu costruita tra il 327 e il 339 d.C., distrutta dai Samaritani nel VI secolo e subito ricostruita da Giustiniano. Quello voluto dal Presidential Commitee for the Restoration of the Natività Church, e finanziato anche da tanti stati "amici" della Basilica, è il primo vero intervento di restauro, realizzato, però, ''senza mai chiudere l'accesso ai visitatori''. E allora, giorno dopo giorno, magari entrando dal quel capolavoro in legno, oggi restaurato, della Porta Armena, sotto le mille lampade colorate tipiche di questa parte del mondo, ecco nuovi segreti che i restauri stanno svelando. Come ''il ciuchino che porta Gesù a Gerusalmemme - racconta il CEO - che sembra proprio sorridere. Quasi si rendesse conto dell'importanza della persona che sta accompagnando''. C'è poi il settimo angelo, per secoli scomparso alla vista, ora riemerso grazie alla termografia con la sua tunica di tessere bianche e celesti e l'aureola dorata. E qui e là anche le ''ferite'' importanti di assedi e pallottole.
''Ci sono poi particolari che siamo andati a cercare con ostinazione, perché le fonti ci raccontavano essere lì'', dice ancora Marcello Piacenti. Come quelle tracce d'oro e malachite che testimoniano che anche i capitelli erano lucenti e colorati, così come gli architrave in cedro libanese '' pieni di dettagli lumeggianti, tra ovoli dorati, disegni di volute, rosoni'', quasi in un ricchissimo broccato. Proprio lassù, nascosta agli occhi di chi passeggia nella grande navata, la scoperta di nuove, sconosciute, tracce dell'epoca di Costantino. ''Si tratta - spiegano - di materiali lignei da reimpiego, decorati, trovati all'interno degli architravi di Giustiniano e ad essi precedenti''. Sarà il Carbonio 14 a confermare o meno datazione e teoria, giudicata però ''possibile'' dagli archeologi.
Intanto nei prossimi mesi, un nuovo ''svelamento'', quando una dopo l'altra le 50 imponenti colonne della navata centrale d'epoca giustinianea, con i 30 capitelli, verranno ''spacchettate'' per passare nelle mani dei resturatoi. E' l'inizio della Fase 3 dei lavori, per la quale è partita la campagna di fundraising ''adotta una colonna'' (obbiettivo 2 milioni e 300 mila euro-www.nativityrestoration.ps) e che rivelerà anche i colori delle pitture crociate del XII secolo che le ricoprivano, dal rosso al giallo, con i ritratti dei santi ad affollarne i fusti. La strada è ancora lunga: altri 2 anni e mezzo di lavori, raccontati in un documentario di Tommaso Santi, con l'ultima parte della sacra grotta che sarà ad appannaggio esclusivo delle Chiese. Ma al termine dei quali troveranno nuova ''luce'' anche i mosaici di Elena, per ora sotto al livello calpestabile della navata e visibili solo aprendo grandi botole. ''Circa 100 metri quadrati di tessere del IV secolo - conclude Giammarco Piacenti - per le quali stiamo studiando un camminamento di passerelle sospese come quello di Aquileia''.(ANSA).
E' la Basilica della Natività a Betlemme, patrimonio Unesco dal 2012 e dal 2013 teatro di quell'imponente opera di restauro che oltre a metterla in sicurezza e ricostruirne il tetto ''cercando di salvare il più possibile dell'originale), sta svelando, almeno in parte, come doveva apparire quel luogo sacro secoli fa ai milioni di fedeli in pellegrinaggio.
''Qui tutto era un sontuoso e lucente cammino verso la Grotta'', racconta Marcello Piacenti, site manager del progetto di restauro. Lo testimoniano i colori ritrovati dei mosaici alle pareti: verdi sgargianti, turchesi, rosso, tantissimo oro, che ora sono tornati a luccicare sulle tessere di pasta vitrea dedicate alla vita di Gesù. Due mila metri quadrati di mosaici, al tempo illuminati da 32 finestre in più e ''mai toccati prima - racconta Giammarco Piacenti - Ma si calcola che 28 milioni e mezzo di tessere siano andate perdute per l'incuria''. Commissionata dall'Imperatore Costantino e da sua madre Elena, inviata dal figlio nelle provincie dell'Impero alla ricerca dei luoghi sacri alla cristianità (celati tre secoli prima da Adriano), la Basilica fu costruita tra il 327 e il 339 d.C., distrutta dai Samaritani nel VI secolo e subito ricostruita da Giustiniano. Quello voluto dal Presidential Commitee for the Restoration of the Natività Church, e finanziato anche da tanti stati "amici" della Basilica, è il primo vero intervento di restauro, realizzato, però, ''senza mai chiudere l'accesso ai visitatori''. E allora, giorno dopo giorno, magari entrando dal quel capolavoro in legno, oggi restaurato, della Porta Armena, sotto le mille lampade colorate tipiche di questa parte del mondo, ecco nuovi segreti che i restauri stanno svelando. Come ''il ciuchino che porta Gesù a Gerusalmemme - racconta il CEO - che sembra proprio sorridere. Quasi si rendesse conto dell'importanza della persona che sta accompagnando''. C'è poi il settimo angelo, per secoli scomparso alla vista, ora riemerso grazie alla termografia con la sua tunica di tessere bianche e celesti e l'aureola dorata. E qui e là anche le ''ferite'' importanti di assedi e pallottole.
''Ci sono poi particolari che siamo andati a cercare con ostinazione, perché le fonti ci raccontavano essere lì'', dice ancora Marcello Piacenti. Come quelle tracce d'oro e malachite che testimoniano che anche i capitelli erano lucenti e colorati, così come gli architrave in cedro libanese '' pieni di dettagli lumeggianti, tra ovoli dorati, disegni di volute, rosoni'', quasi in un ricchissimo broccato. Proprio lassù, nascosta agli occhi di chi passeggia nella grande navata, la scoperta di nuove, sconosciute, tracce dell'epoca di Costantino. ''Si tratta - spiegano - di materiali lignei da reimpiego, decorati, trovati all'interno degli architravi di Giustiniano e ad essi precedenti''. Sarà il Carbonio 14 a confermare o meno datazione e teoria, giudicata però ''possibile'' dagli archeologi.
Intanto nei prossimi mesi, un nuovo ''svelamento'', quando una dopo l'altra le 50 imponenti colonne della navata centrale d'epoca giustinianea, con i 30 capitelli, verranno ''spacchettate'' per passare nelle mani dei resturatoi. E' l'inizio della Fase 3 dei lavori, per la quale è partita la campagna di fundraising ''adotta una colonna'' (obbiettivo 2 milioni e 300 mila euro-www.nativityrestoration.ps) e che rivelerà anche i colori delle pitture crociate del XII secolo che le ricoprivano, dal rosso al giallo, con i ritratti dei santi ad affollarne i fusti. La strada è ancora lunga: altri 2 anni e mezzo di lavori, raccontati in un documentario di Tommaso Santi, con l'ultima parte della sacra grotta che sarà ad appannaggio esclusivo delle Chiese. Ma al termine dei quali troveranno nuova ''luce'' anche i mosaici di Elena, per ora sotto al livello calpestabile della navata e visibili solo aprendo grandi botole. ''Circa 100 metri quadrati di tessere del IV secolo - conclude Giammarco Piacenti - per le quali stiamo studiando un camminamento di passerelle sospese come quello di Aquileia''.(ANSA).
Turismo: albergo diffuso nuova frontiera dell'accoglienza
"Gli operatori dell'Albergo Diffuso devono unirsi in una rete nazionale per dare dinamicità a questa formula ricettiva innovativa e sostenibile". Parte dalla Sardegna la sfida per un nuovo modello di accoglienza in Italia. Se ne fa promotore il Patto territoriale di Oristano (Pto) con il convegno nazionale in programma a Cabras il 24 giugno prossimo nei locali del Centro polivalente, evento promosso in collaborazione con la Provincia.
"L'obiettivo - spiega il liquidatore del Pto, Remigio Sequi - è quello di mettere insieme le varie realtà per creare un vero e proprio sistema in Italia". L'incontro si propone di dar vita ad un dialogo costruttivo tra Operatori e istituzioni sono chiamati a Cabras a dare vita a un dialogo costruttivo per mettere a frutto le esperienze attuali e le prospettive future, definire il quadro normativo, mettere a confronto le diverse realtà in ambito internazionale.
Più casa che albergo, dimensione familiare ed elegante allo stesso tempo, questa tipologia di accoglienza turistica permette una vacanza emozionale ed esperienziale a contatto col territorio, la sua cultura le sue tradizioni. Le stanze arredate con gusto e dotate di tutti i comfort sono ricavate da case, abitazioni padronali ed edifici di pregio carichi di storia e bellezza sopravvissuti allo scempio urbanistico e distribuiti tutti nelle vicinanze, nel cuore di affascinanti borghi.
"La nostra isola che ha fatto da apripista, deve diventare un modello nazionale - sottolinea Sequi - il primo passo è un comitato che si occupi di informare e promuovere in modo coordinato l'offerta di strutture e servizi". Sarà la terra dei Giganti di Mont'e Prama, sulla costa oristanese, patria del muggine e bottarga, ad accogliere a partire dalle 9.30 operatori del settore, esperti ed istituzioni per ragionare attorno a questa tipologia di ospitalità, formula vincente per l'offerta e la fruizione turistica del territorio in Sardegna e in particolare nella provincia di Oristano.
Tra gli ospiti del convegno, Ottavia Ricci, consigliere per il Turismo sostenibile del Mibact, Vincenzo Donato, capo Dipartimento delle Politiche di Coesione della presidenza del Consiglio dei Ministri, Giancarlo Dall'Ara, presidente dell'associazione nazionale Alberghi Diffusi, Francesco Morandi, assessore al Turismo della Regione Sardegna.
ansa
"L'obiettivo - spiega il liquidatore del Pto, Remigio Sequi - è quello di mettere insieme le varie realtà per creare un vero e proprio sistema in Italia". L'incontro si propone di dar vita ad un dialogo costruttivo tra Operatori e istituzioni sono chiamati a Cabras a dare vita a un dialogo costruttivo per mettere a frutto le esperienze attuali e le prospettive future, definire il quadro normativo, mettere a confronto le diverse realtà in ambito internazionale.
Più casa che albergo, dimensione familiare ed elegante allo stesso tempo, questa tipologia di accoglienza turistica permette una vacanza emozionale ed esperienziale a contatto col territorio, la sua cultura le sue tradizioni. Le stanze arredate con gusto e dotate di tutti i comfort sono ricavate da case, abitazioni padronali ed edifici di pregio carichi di storia e bellezza sopravvissuti allo scempio urbanistico e distribuiti tutti nelle vicinanze, nel cuore di affascinanti borghi.
"La nostra isola che ha fatto da apripista, deve diventare un modello nazionale - sottolinea Sequi - il primo passo è un comitato che si occupi di informare e promuovere in modo coordinato l'offerta di strutture e servizi". Sarà la terra dei Giganti di Mont'e Prama, sulla costa oristanese, patria del muggine e bottarga, ad accogliere a partire dalle 9.30 operatori del settore, esperti ed istituzioni per ragionare attorno a questa tipologia di ospitalità, formula vincente per l'offerta e la fruizione turistica del territorio in Sardegna e in particolare nella provincia di Oristano.
Tra gli ospiti del convegno, Ottavia Ricci, consigliere per il Turismo sostenibile del Mibact, Vincenzo Donato, capo Dipartimento delle Politiche di Coesione della presidenza del Consiglio dei Ministri, Giancarlo Dall'Ara, presidente dell'associazione nazionale Alberghi Diffusi, Francesco Morandi, assessore al Turismo della Regione Sardegna.
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