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Aosta megalitica: la piccola Stonehenge tra le Alpi

C’è una piccola Stonehenge in Valle d’Aosta. Si trova a Saint Martin de Corléans, ad Aosta, e per ora è chiusa al pubblico in attesa dei lavori di allestimento del polo museale che le sta sorgendo attorno, per valorizzarla e permettere agli utenti di usufruirne pienamente, ma la curiosità è tanta e il suo valore già confermato. Si tratta infatti di un giacimento preistorico di valenza mondiale, che occupa circa 1 ettaro di superficie, e che fino al 1969 era sepolto sotto 4-5 metri di terra. Assieme al sito di Cromlech del Piccolo San Bernardo, è l’unica area megalitica dell’Italia nord occidentale. 
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L’area è stata riportata alla luce quasi mezzo secolo fa, ma si dovrà attendere la primavera del 2016 per visitarla (anche se si ipotizzava un’apertura parziale già per la fine di quest’anno). Sarà uno dei più interessanti siti archeologici in Europa, con i suoi quasi cinque millenni di storia stratificatisi nel corso dei secoli. I reperti suggeriscono infatti sei fasi storiche, succedutesi tra il 3000 e il 110 avanti Cristo: nel sito è presente una necropoli risalente al Neolitico e utilizzata sino all’età del Ferro, e presumibilmente i resti della mitica città diCordelia, fondata dai Salassi, popolazione di origine celtica. I reperti ritrovati consistono in stele di pietra incise dalle forme antropomorfe, e vari oggetti in vetro e ceramica oggi conservati al Museo Archeologico Regionale.  turismo.it

Niente bianco Natale sulle Dolomiti, ma si scia comunque A disposizione 350 impianti e 700 chilometri di piste

(ANSA) - BOLZANO, 22 DIC - Niente bianco Natale sulle Dolomiti, ma gli amanti dello sci possono comunque seguire la propria passione: sono infatti aperti 350 impianti di risalita del consorzio Dolomiti Superski e 700 km di piste perfettamente innevate da 4.700 cannoni. E' anche percorribile il famoso giro sciistico Sellaronda. "Oggi inizia l'inverno, ma la neve non si intravvede neanche in lontananza. Probabilmente resterà asciutto fino a inizio anno", spiega il meteorologo della Provincia di Bolzano Dieter Peterlin.

Capodanno, verso tutto esaurito in VdA

Albergatori, 'c'è innevamento artificiale,caldo è su tutte Alpi'
Per il Capodanno "abbiamo il tutto esaurito in quasi tutte le località", nonostante la prevista assenza di importanti nevicate almeno nei prossimi 10 giorni.
    Così il presidente degli albergatori valdostani (Adava) Alessandro Cavaliere. "Per l'innevamento artificiale - aggiunge - siamo attrezzati, i comprensori sono aperti", ricordando che "questa situazione è comune a tutte le realtà alpine" e che nel 2014 "nevicò solo il 27 dicembre: in questo periodo le piste erano in condizioni peggiori".
ansa

Trekking Peaks del Khumbu, Nepal




Kathmandu. Quest'anno il Nepal è stato letteralmente abbandonato dai turisti. Si ipotizza un calo del 70% delle visite, dopo il terremoto dell'aprile scorso. La città è deserta ed è strano non trovare la solita coda interminabile agli sportelli per la compilazione dei visti d'ingresso. L'assenza di turismo e di movimento tra le strade della capitale è probabilmente anche legata al fatto che il Nepal è ora soggetto ad una sorta di embargo (non dichiarato ufficialmente) da parte dell'India, suo principale fornitore per le materie prime e per il cibo. E' dura constatare come un popolo pacifico e ospitale come quello nepalese, già pesantemente messo alla prova dal recente terremoto, debba anche subire questo atto di forza da parte l'India. Fra i nepalesi, c'è chi osanna la Cina per l'importante soccorso prestato dopo la catastrofe e perché continua ad esportare i prodotti nepalesi.

Attualmente, gas, benzina e viveri vengono distribuiti settimanalmente e in modo razionato; la benzina può essere acquistata sul mercato nero a 5 euro al litro! Come potrete immaginare, sono pochi a potersi permettere la spesa e così nessuno circola per le strade. Il risvolto positivo della faccenda è che in questo modo, forse, si ridurranno i livelli di emissione di CO2; il paese ha infatti un tasso di inquinamento elevatissimo per via dello smog e dei fumi dovuti alla combustione di legna e carbone.

Da quanto spiega la gente del posto, alla base di questa imposizione di embargo sembra esserci la volontà dell'India di intervenire sulla prima costituzione democratica del paese, nata di recente, che, allo stato attuale, non terrebbe conto di certe richieste avanzate dalle minoranze indù Madhese e Tharu, che abitano la parte bassa del Nepal (Terai), al confine con l'India.

Tornando alla nostra spedizione, fuori dall'aeroporto di Tribhuvan, incontriamo Chhongba, il nostro amico Sherpa. A capo della sua piccola ma ben organizzata agenzia, ci accompagna ormai da anni nei nostri viaggi in Nepal. L'obiettivo che abbiamo scelto questa volta è il Trekking Peaks. Chhongba ci spiega che il governo, che si occupa anche della gestione dell'intera categoria di montagne riconosciute come "trekking peaks", ha recentemente cambiato la loro classificazione, catalogandole ora come "expedition peaks"; tale modifica è stata probabilmente fatta con l'intento di aumentare così il costo dei permessi. Bisogna sapere che i trekking peaks riguardano montagne per le quali è più facile e veloce ottenere l'autorizzazione, grazie a una burocrazia più snella, rispetto a quella richiesta per l'altra categoria di cime (Nonostante ciò, quel giorno ho dovuto ugualmente passare buona parte del pomeriggio per firmare documenti al Ministero!). Essi rappresentano, inoltre, una valida alternativa ai soliti trekking "da colle a colle". È sufficiente pagare un permesso di 500 euro a gruppo per scalare bellissime montagne di 6000 metri; alcune di queste, come il Cholatse o il fianco nord dei Kwangde, sono davvero impegnative, ma ve ne sono anche di più semplici, come ad esempio l'Island Peak.

Quest'anno, i miei compagni di viaggio sono: Massimo Lamperti di Milano e Jean Pierre Fosson di Champoluc. La nostra destinazione è il Parchermo, una cima di 6173m. Si tratta di una splendida montagna, posta al confine tra il Khumbu e la valle del Rolwaling; la sua scalata è relativamente semplice, per il fatto di essere un itinerario esclusivamente su neve, con pericoli oggettivi abbastanza limitati e un'altitudine alla portata di molti.

Giunti a Kathmandu, aspettando di organizzare gli ultimi preparativi per il trekking, ne approfittiamo per girare tra le vie della città e vedere come questa è cambiata dopo il terremoto. Raggiunta Durbar Square, è impossibile non notare le profonde crepe sui vecchi monumenti della piazza, ora puntellati da fatiscenti ponteggi in bamboo; la casa della Khumari (la dea bambina) è completamente sorretta da pali. Buona parte dei templi, molti costruiti tra il XIV e XVI secolo, sono sfortunatamente crollati. A ricordare il loro antico splendore, sono rimaste le basi in pietra sulle quali sorgevano. Paiono come tanti altari e guardandoli non si può fare a meno di pensare al pesante prezzo che il Nepal ha dovuto pagare, l'aprile scorso, con più di ottomila vittime.

Pochi giorni a Kathmandu, prima di partire per Lukla, destinazione raggiungibile solo con un volo interno, perché non vi sono strade percorribili, eccetto un sentiero che porta all'interno del Shagarmata National Park. Giusto il tempo di organizzare il viaggio con i portatori e iniziamo il trekking nella valle del Khumbu. In una settimana circa, a piedi, saremo al campo base del Parchermo.

Lasciata Lukla, il primo villaggio che incontriamo è Namche Bazar, anche detto "capitale degli Sherpa". Per arrivarci, hanno recentemente costruito un altro ponte tibetano, lungo 250m e posto a circa 100 metri da terra. Veramente aereo! Raggiunta Namche, la strada per il campo base prende a sinistra, inoltrandosi in una lunga valle che porta al confine con il Tibet; questo itinerario è stato utilizzato per secoli e anche tuttora, i Tibetani lo scelgono per entrare in Nepal per commerciare o per fuggire dalla dittatura Cinese.

Il posto è magnifico. Man mano che si sale, si intravedono le altissime montagne innevate dell'Ama Dablam, dell'Everest, del Lhotse e dell'infinita catena dei Kwangde. Sono così maestose che mettono quasi soggezione! All'interno della valle del Khumbu è possibile effettuare stupendi trekking e scalate, al cospetto di montagne incantevoli.

Per raggiungere il campo base, ci spostiamo di volta in volta, pernottando nei numerosi lodge, posti lungo il percorso; per chi non lo sapesse, i lodge sono dei piccoli alberghetti, davvero molto accoglienti, con stufa e camere per due persone. Pernotteremo sempre in queste strutture, a parte due notti che passeremo in tenda: una al campo base e una al campo 1, prima di raggiungere la cima del Parchermo. I miei compagni ed io siamo già stati in Nepal diverse volte, insieme abbiamo salito cime come quella dell'Island Peak, del Lobouche, del Nireka e del Phrilapcha. Resistere al fascino di queste montagne è davvero difficile, una volta respirata l'aria del Nepal, non si può fare a meno di ritornarci.

La nostra ascensione alla cima del Parchermo è stata resa più difficile dal freddo di quei giorni e dalle forti raffiche di vento in quota. Ragione per cui, il raggiungimento della vetta è stato per noi motivo di una soddisfazione ancora maggiore.

Le cime, come quelle citate poco fa, si salgono relativamente in fretta, rispetto agli Ottomila. Questo, ovviamente per la considerevole differenza di quota, ma non solo: la vicinanza ai villaggi, la comodità di accesso e il relativo basso costo dei permessi (tutte le montagne in Nepal sono proibite ad eccezione di quelle negli elenchi governativi) fanno di queste vette una meta ideale per chi vuole vivere un'esperienza himalayana senza la fatica di un Ottomila (ciò non toglie che, anche per affrontare un 6000m si debba arrivare sufficientemente preparati e allenati), oppure per chi vuole tentare di aprire una via nuova. Le possibilità sono infinite, fatevi avanti!

Guida Alpina Rudy Buccella, planetmountain.com

Island Peak (Imja Tze) 6189m
cresta sud ovest, III/AD in neve
Lobouche Peak- 6119m
cresta sud, III/D in neve

Kwangde - 6187m
cresta sud, III/D neve e misto
parete nord, III/ED+ neve ghiaccio misto
Parchermo- 6187m
cresta nord, III/D- in neve

Nireka - 6120m
cresta ovest, III/D in neve ghiaccio

Pharilapcha 6014m
parete est, III/D+ neve misto

Kiajo Ri
parete est, III/D+ neve misto

Cholatse 6440m
cresta sud ovest, IV/TD neve chiaccio

Bibliografia: Sommets du Nepal, Jean Annequin Paul Grobel (Glenat). Himalaya Alpine Style, Andy Fanshawe Stephen Venables. The Trekking Peaks of Nepal, Bill O'Connor

Folgrait SkiAlp Race Michele Boscacci e Corinna Ghirardi vincono la prima edizione


 
400 scialpinisti hanno illuminato le piste di Folgaria. Il Bogn da Nia vince il Trofeo Sportdimontagna.


I pronostici lo avevano annunciato, l’azzurro Michele Boscacci sarà l’uomo da battere e così è stato. Michele Boscacci (Centro Sportivo Esercito) non ha disatteso le aspettative e mantenendo la prima posizione per tutta la gara ha vinto con il tempo di 1:17’35’’. Alle sue spalle il compagno di squadra Nadir Maguet e Federico Nicolini. In campo femminile la battaglia è stata più aperta con Corinna Ghirardi, partita subito con l’intenzione di vincere la gara si è dovuta difendere dagli attacchi di Martina Valmassoi e di Elena Nicolini. Sul traguardo posizionato a Fondo Grande, l’atleta dell’Adamello Ski Team ha fermato il cronometro in 1:35’40’’. Martina Valmassoi ha confermato la seconda posizione mentre la trentina Elena Nicolini ha chiuso in terza posizione.
A Folgaria e precisamente nella località Fondo Grande, quando il sole ha iniziato a scendere e gli ultimi sciatori stavano riponendo gli sci da discesa nelle macchine, il popolo degli scialpinisti, circa 400 appassionati provenienti da tutto il Nord Italia, ha preso possesso delle piste in vista della partenza della Folgrait Ski Race. La scialpinistica, organizzata dallo Sci Club Cai Schio in collaborazione con Folgaria Ski, e APT Alpe Cimbra, aveva uno sviluppo di 17 chilometri con 1300 metri di dislivello positivo diluito in cinque salite.
Il lungo serpentone ha iniziato a salire lungo la pista Salizzona, Michele Boscacci sin dalle battute ha preso il comando della gara inseguito da un gruppetto composto da Nadir Maquet, Federico Nicolini (Brenta Team), Martin Stofner (Alpin Speed Sarntal), Denis Trento (CS Esercito) e da Nicola Pedergnana (Brenta Team). Al termine della prima salita le posizioni erano ben definite, Boscacci, Maguet, Nicolini, nella breve discesa, che ha riportato gli atleti a Fondo Grande, le cose non sono cambiate. I tre battistrada distanziati l’uno dall’altro da una manciata di secondi hanno continuato a gareggiare mantenendo un ritmo elevato.
In campo femminile Corinna Ghirardi ha dovuto amministrare il vantaggio su Martina Valmassoi inseguita a sua volta da Elena Nicolini.
Michele Boscacci non ha particolari problemi a mantenere la prima posizione, tagliando il traguardo davanti al valdostano Maguet con il tempo di 1:17’ 35’’. Il podio è completato da Federico Nicolini. In quarta e quinta posizione si classificano rispettivamente Martin Stofner e Denis Trento.
Corinna Ghirardi conferma la prima piazza con il tempo di 1:35’40’’, alle sue spalle sale sul podio Martina Valmassoi (Dolomiti Ski Alp) con un 1’:13’’ di svantaggio. Elena Nicolini è terza con il tempo di 1:38’48’’. Alba De Silvestro e Bianca Balzarini sono rispettivamente quarta e quinta.
Oltre alla gara Senior, gli organizzatori avevano predisposto anche un percorso riservato ai giovani delle categorie Cadetti e Junior. Per quanto riguarda la categoria Cadetti in campo femminile ha vinto Valeria Pasquazzo davanti a Olesia Ronzon e a Margherita Hofer. Tra i cadetti la vittoria è di Matteo Sostizzo. Mattia Tanara e Pietro Festini Purlan sono secondo e terzo.
Tra gli Junior dominano Laura Corazza (Bogn da Nia) ed Enrico Loss (SC Valdobbiadene). Dietro Laura Corazza si classificano Elisa Presa (ASD Bachmann Cultura e Sport) e Johanna Untererer (ASV Martell). Tra gli Junior i due alfieri dello Sci Cai Schio Fabio Pettinà e Matteo Cuel conquistano rispettivamente la seconda e terza posizione.
Il Trofeo Sportdimontagna è stato vinto dal team Bogn da Nia.
La prima edizione della Folgrait Ski Race va in archivio con la soddisfazione da parte di tutti. «Siamo molto contenti - ha detto Carlo Ceola coordinatore del Comitato Organizzatore - sia della partecipazione, circa 400 atleti al via, sia dell’ospitalità che abbiamo ricevuto a Folgaria. Una prima edizione che getta le basi per una nuova realtà agonistica nelle competizioni di scialpinismo in notturna». 

fonte: comunicato stampa
segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

Trentino alto adige benessere spa di coppia mete Natale Italia

Trentino Alto Adige: il Natale si divide in due
Il benessere non va mai in vacanza: coccole innevate per un regalo di coppia con i fiocchi in grado di rendere romantico anche il più grigio periodo invernale

Chi l’ha detto che l’amore deve aspettare San Valentino per trovare il suo momento? Il Natale è la perfetta occasione per unire l’utile al dilettevole, omaggiare la propria dolce metà con un dono speciale e ritagliarsi momenti d’intimità in uno dei tanti indirizzi dello stivale che fanno del benessere la propria filosofia di vita. Quando il clima inizia a farsi rigido, a riscaldare anima, corpo e perché no, anche il cuore, ci pensano le spa che invitano a concedersi una vacanza di coppia fatta di grandi emozioni.

IL TRATTAMENTO Ad accogliere chi è alla ricerca di una fuga perfetta è il Romantik Hotel Post Cavallino Bianco di Nova Levante, in Val d’Ega, bellissimo wellness l’hotel immerso tra il Latemar, il Catinaccio e il Lago di Carezza in un parco naturale di 45.000 mq, il posto perfetto per dilettarsi tra le piste dolomitiche e, allo stesso tempo, coccolarsi in una dimensione perfetta per vivere intensi attimi all'insegna dell’intimità. La proposta “2 Cuori e una Spa”, invita a tuffarsi in un bagno di Petali di rosa nella vasca dell’imperatore, un prezioso momento per due seguito da un massaggio corpo Vitalstone e un Cavallino Spa Rasul per lui e per lei. Il prezzo del pacchetto è di 230 euro a coppia. Romanticismo innevato anche quello che attende in Val di Sole nel centro benessere Wellness & Beauty Acquaviva dell’Alpin Wellness Hotel Kristiania di Cogolo di Pejo, immerso nel Parco Nazionale dello Stelvio. A fare la gioia degli innamorati è il pacchetto “Idialliaca tentazione”, comprensivo di impacco corpo alla mousse di yogurt nel bagno di vapore, un massaggio alla crema di yogurt e un idromassaggio di Sissi al latte, il tutto al costo di 110 euro a persona.
L’ESPERTO Quando la routine subentra la noia è dietro l’angolo. Optare per un percorso benessere di coppia è la scelta migliore per condividere con il partner momenti di completo relax, prendersi cura di se stessi e, insieme, vivere qualcosa di nuovo in grado di far riacquistate il proprio equilibrio psico-fisico, liberarsi dalle tossine e ridare splendore alla pelle, quanto basta insomma per tornare rilassati alla vita quotidiana.
I DINTORNI Chi la conosce per le sue aree sciistiche, Carezza e Obereggen, sa bene che la Val d’Ega, perla sita nel cuore delle Dolomiti, ha molto da offrire: 88 km di piste, due snow parks, 100 km di piste per lo sci di fondo, otto piste per lo slittino e una rete infinita di sentieri per le escursioni. L’inverno è magico da queste parti, soprattutto in prossimità del Natale quando, ad andare in scena, è l’Obereggen Night Show, ovvero lo spettacolo gratuito promosso dalla scuola di sci e snowboard del posto che invita ad assistere alle acrobazie dei migliori freestyler e a meravigliosi fuochi d’artificio, il tutto al ritmo dell’Open Air Disco, una discoteca open air che invita gli spettatori a scaldarsi e brindare al divertimento degustando dell’ottimo vin brulé.
INFORMAZIONI
Alpin Wellness Hotel Kristiania
Via S. Antonio, 18
38024 Cogolo di Pejo
Tel. 0463754157
Romantik Hotel Post Cavallino Bianco
Via Carezza 30 
39056 Nova Levante
Tel. 0471 613113
fonte: turismo.it