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Turismo: prime navi alla fonda a Portofino

Portofino si riprende il turismo crocieristico, ma dice no ai giganti del mare. Oggi le prime due navi sono attraccate nel nuovo punto di fonda individuato dalla Capitaneria di Porto e che prevede l'avvicinamento alla costa per un più veloce sbarco dei passeggeri. Avvicinamento che vale solo per le compagnie che da sempre hanno scelto Portofino nelle loro rotte e che hanno navi che non superano i 250 metri di lunghezza. La nuova distanza scende da 0.7 miglia marine a 0.3 dal limite dell'Area Marina Protetta. Dal 2012, anno del decreto "Salva Coste" emanato dopo l'incidente di Costa Concordia al Giglio che aveva allontanato le navi da crociera dalle, nonostante Portofino fosse riuscita a ottenere un avvicinamento a 0.7 miglia, ogni anno circa il 30% delle navi ha rinunciato a farvi scalo. La nuova ordinanza vale per le sole navi da crociera di quelle compagnie che storicamente hanno scelto il Tigullio Occidentale tra le loro rotte. Dunque niente maxi navi e niente nuove compagnie anche se "i casi saranno valutati uno ad uno - spiegano dalla Guardia costiera di Santa Margherita Ligure - l'importante è non sviluppare i volumi di traffico consolidati prima del decreto Salva Coste". Alla vigilia dell'attivazione del nuovo punto di fonda non sono mancate le polemiche degli ambientalisti, nonostante le rassicurazioni e le prescrizioni della Capitaneria e i dati dell'agenzia regionale per l'ambiente che negli anni dimostrato che le navi alla fonda non inquinano e non danneggiano l'habitat. (ANSA).

Chiude passerella Christo, boom pubblico

"Un'opera libera e gratuita, accessibile 24 ore al giorno, condizioni meteo permettendo, senza proprietari" aveva detto il suo creatore, Christo Vladimirov Yavachev, a una manciata di ore dalla sua apertura. E così è stato: The Floating Piers, la passerella che dal 18 giugno fino a oggi ha collegato Sulzano con Monte Isola passando per l'isola di San Paolo, è stata un'opera di land art popolare.
    Non ha fermato l'afflusso di persone neppure la chiusura notturna del ponte galleggiante dal 23 giugno, decisa per permettere la sua manutenzione e la pulizia di Monte Isola.
    Quello che è sotto gli occhi di tutti già ora è il successo di popolo. Si stimava arrivassero sul lago d'Iseo 45 mila persone al giorno, ma la media è stata di oltre 70 mila. Ci si aspettava che alla fine sulla passerella avrebbe camminato 1 milione di persone, ma nelle scorse ore si è già superato il milione e 300 mila visitatori. Si stima anche di poter arrivare al milione e mezzo totale.
   ansa

The Floating Piers potrà essere percorso su Google Street View e con la realtà virtuale

Nell’ultimo weekend di visita della passerella sul Lago d’Iseo una buona notizia arriva da Google: anche se The Floating Piers sarà smantellata a partire dal 3 luglio potrà essere visitata per sempre su Google Street View, la funzione di esplorazione territoriale di Google Maps, da desktop, da app e anche con i visori per la realtà virtuale come il Cardboard o il Samsung Oculus Vr. Google ha infatti effettuato una mappatura dell’opera di Christo e nei prossimi giorni sarà pubblicata sulla piattaforma. Già oggi andando su Google Maps è possibile esplorare un ampio numero di foto a 360 gradi scattate e caricate dai visitatori
webitmag.it

Turismo Croazia: per gli arrivi risultati “eccezionali” primi quattro mesi 2016

Nei primi quattro mesi del 2016, gli arrivi turistici in Croazia sono cresciuti del 7,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. In una nota, l’Ente Nazionale Croato per il Turismo definisce questi risultati “eccezionali” e li mette in relazione con le iniziative promozionali lanciate nei mesi passati.
Positivi anche i dati realtivi al numero di pernottamenti, che hanno fatto registrare un aumento del 6,1%. In questa classifica, i cinque Paesi più forti nel periodo gennaio – aprile 2016 sono stati Slovenia (12,5%), Germania (11,5%), Austria (8,3%). L’Italia si posiziona al quarto posto (6,2%), seguita a una certa distanza dalla Corea (2,7%).
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Crociere: in Europa impatto da 40 mld, Italia resta leader

Continua a crescere l'impatto economico del settore crocieristico in Europa: nel 2015, secondo il report di Clia, l'organizzazione internazionale delle compagnie da crociera, ha raggiunto la cifra record di 40,95 miliardi, +2% rispetto all'anno precedente. Le spese dirette generate dal settore hanno raggiunto i 16,89 miliardi, in aumento rispetto ai 16,6 miliardi del 2014. Nel 2015, il settore crocieristico ha generato più di 10 mila nuovi posti di lavoro in Europa, raggiungendo quota 360.571 lavoratori impiegati. Le retribuzioni e altri benefit per i lavoratori europei hanno raggiunto gli 11,05 miliardi.
    L'Italia si conferma la prima destinazione europea anche nel 2015 (6.800.000 passeggeri), il 3/o mercato d'origine (810.000 passeggeri), il paese leader globale nella costruzione di navi.
    L'economia italiana è quella che in Europa beneficia di più dal settore con 4,5 miliardi in termini di impatto economico diretto nel 2015 e 103 mila posti di lavoro legati direttamente o indirettamente al settore.
ansa

Rio 2016 Brasile . Le Olimpiadi si faranno di sicuro, per forza. È quello che ci sta dietro che è duro da digerire

Amo il Brasile per la meraviglia del suo ambiente e, soprattutto, per il suo popolo e la sua cultura, pur con tutte le sue contraddizioni. D’altra parte qualcosa i brasiliani la dovranno cambiare di sicuro, se è vero, come a me sembra ragionevole, che i governanti di un paese siano lo specchio del popolo.
Le Olimpiadi si faranno di sicuro, per forza. È quello che ci sta dietro che è duro da digerire.
Nessuno sa come stiano davvero le cose in questo paese devastato. Io, come altri blogger e giornalisti ne parlo spesso, ma il mainstreammediatico sembra perlopiù ignorare la situazione o farne qualche accenno di tanto in tanto. E veniamo al dunque, poiché ritengo giustodenunciare, anche se conviene sempre meno farlo poiché si è parlato persino di una legge che impedisca di parlare male del governo. Alcuni giorni fa il Presidente ad interim Temer ha rilasciato un’intervista televisiva nella quale appariva abbastanza ragionevole. Lo credo bene, visto che tutte le reti televisive sono, in un modo o nell’altro, controllate dal governo. Nessuno gli ha chiesto, per esempio, come mai la polizia, dall’inizio dell’operazione per “ripulire” la città di Rio dalla violenza, ha fatto fuori 2.500 persone, più o meno. La vita dei poveracci qui, violenti o no, non vale un accidente.
Il Comitato Olimpico ha dovuto scusarsi pubblicamente poiché i grandi machos del “Battaglione della selva”, i marines dell’Amazzonia, hanno fatto fuori un giaguaro che non ne voleva sapere di stare lì a guardarli a torace gonfio con la torcia olimpica in mano, in un’immagine di vaghe reminiscenze del secolo scorso. Non si capisce perché debbano sfilare con i giaguari alla catena, riempiti di sonniferi. Questa volta non hanno fatto effetto e l’animale ovviamentesi è ribellato a questi maschietti di sesta categoria, rimediando una palla nella cabeza….Vergognoso.
Lo Hospital Municipal Souza Aguiar, l’ospedale “dedicato” ai Giochi, è stato attaccato qualche giorno fa, con un blitz di 25 narcotrafficanti. Non hanno nessuna paura della polizia, drogati come cavalli come sono. Dovevano liberare un pericoloso pregiudicato lì ricoverato. Ce l’hanno fatta. Sparatoria tra i malati, morto un vigilante.
Al di là della violenza inaudita la crisi economica sta distruggendo il paese. Un paese ricco di petrolio e di risorse che sta affondando nella vergogna e nella miseria. Non riescono nemmeno a finire di costruire gli hotel con le camere già affittate per il periodo olimpico. Tra Ipanema e Copacabana un amico italiano responsabile dell’organizzazione degli eventi inaugurali (che mi ha chiesto di rimanere anonimo) mi indica un cantiere abbandonato. “Doveva essere un hotel di 18 piani” – e continua – “Con la passerella per pedoni e biciclette sull’oceano crollata di recente per un’onda anomala il nostro dubbio è più che altro sulla qualità delle strutture costruite per i Giochi”. Altre strutture, realizzate anni fa per la visita del Papa, erano affondate in una palude, nessuno si era accorto di che tipo di terreno fosse.
Una economista di rilievo dell’Università Cattolica di Rio (anche lei mi ha chiesto l’anonimato) alla mia richiesta di una sua opinione sulla situazione del Brasile mi ha detto: “Secondo me dopo le Olimpiadichiude”. Una battuta, ci mancherebbe…
Intanto una responsabile del colosso mondiale per prenotazioni di alberghi on-line, Booking.com, mi ha detto: “Sembra che qui facciano le riunioni e i brainstorming per trovare il modo migliore per frenare l’economia e rallentare lo sviluppo. Nella fattispecie si stava parlando del fatto che, dall’aprile scorso, per acquistare i biglietti olimpici on-line, udite udite, occorre fornire il CPF, il Codice Fiscale brasiliano. Se non ce l’hai niente biglietto. Nessuno può più acquistare on-line un biglietto dall’estero, sono decine di migliaia gli invenduti.
Lo credo bene che il governatore ha dovuto dichiarare lo stato di calamità a Rio. Un escamotage tecnico affinché il governo possa liberare i miliardi necessari a tappare tutti i buchi della gestione allegra. Non vengono nemmeno più pagati gli stipendi agli insegnanti delle macilente scuole pubbliche e agli agenti di polizia. Siamo in molti a pensare che la sicurezza in una situazione simile con ogni probabilità dovrà essere assicurata dall’esercito con i carri armati.
Ma il peggio rimane nella miseria e nella violenza delle favelas, dove i bambini poveri vanno in scuole di qualità infima, dove a stento imparano a fare due più due. E non è un modo di dire, lo so per esperienza diretta, dirigendo una ong che si occupa anche del doposcuola dei bambini delle favelas. L’abbandono è totale, anche se ci sono più soldini per patatine, i-Pad, i-Pod, android, triccheballacche, pinzillacchere…e via dicendo. La qualità vera della vita fa schifo, basta andare a vedere i barboni strafatti di crack sotto gli anonimi viadotti di cemento. Sono a centinaia.
D’altra parte proprio le favelas sono un ambiente affascinante, pittoresco e accogliente, e alcune possono essere visitate in assoluta sicurezza, scoprendo un mondo straordinario, ricco di umanità, calore e potenzialità. Se solo ci fossero dei programmi di educazione e sviluppo culturale degni di questo nome….
Non sono un economista, ma già anni fa avevo avuto il sentore che lo “sviluppo” del Brasile, sbandierato a destra e a sinistra, fosse un gigantesco bluff, che non permetteva altro che far viaggiare Dilma Roussef con tutto il suo staff nei più lussuosi alberghi del mondo, a spese dei contribuenti. L’unica cosa che mi viene sempre in mente è il refrain del gruppo rock brasiliano di protesta degli anni ‘80/’90, Legião Urbana: “Que país é esse?”. Che paese è mai questo?
Il Fatto Quotidiano