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I tesori di Palermo nel Gran tour di Google


Tre secoli fa il Gran tour si faceva in carrozza. Oggi i tesori di Palermo possono essere ammirati con le immagini tridimensionali e le riprese digitali.
    Lo ha fatto Google che ha presentato il suo viaggio virtuale al teatro Massimo di Palermo, uno dei gioielli europei della lirica rivisitati con le tecnologie più avanzate. La scelta del Massimo si combina perfettamente, ha detto il sovrintendente Francesco Giambrone, con la nuova concezione dei teatri. Il fatto che Palermo sia una delle quattro città d'arte scelte da Google per il suo progetto (le altre sono Roma, Venezia e Siena) viene interpretato dal sindaco Leoluca Orlando come un riconoscimento alla sua vocazione all'accoglienza. La tappa palermitana del Gran tour digitale è stata presentata da Enrico Bellini, public policy manager di Google. Fino a domenica il pubblico potrà guardare da vicino capolavori ad altissima risoluzione: la Cappella Palatina, il castello della Zisa e tanti altri tesori dell'architettura arabo-normanna, barocca e liberty.

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A Parigi le avanguardie romane del dopoguerra

Quando Roma era al centro del mondo: la Dolce Vita descritta da Federico Fellini, l'inebriamento di libertà, il fuoco della creatività, il caos e la vitalità. Una straordinaria esposizione alla Galleria Tornabuoni Art racconta e fa rivivere tutto questo nel cuore di Parigi, il Marais.
    Era il dopoguerra, dopo la sofferenza e la paura arrivano il boom, la crescita, la frenesia e fra il 1950 e il 1970 Roma diventa un calderone di idee. Nel suo film, Fellini descrisse mirabilmente le atmosfere di quegli anni. "In quell'immagine di Anita Ekberg nella fontana - spiega il gallerista e figlio del fondatore di Tornabuoni Art, Michele Casamonti - c'era il senso di tutta la libertà di creazione che dilagò in città". Tanto che intellettuali e artisti stranieri, soprattutto americani - da Robert Rauschenberg o Cy Twombly - sbarcarono nella Capitale per vivere accanto ai Burri, ai Dorazio e tanti altri, quel momento irripetibile. Trasferendo poi quell'ispirazione della "pop art romana" - cresciuta attorno alla "Scuola di Piazza del Popolo" - nella celebratissima pop art americana.
    Fra i "precursori" della cultura a stelle e strisce, la mostra rende un omaggio speciale a Mimmo Rotella e alle sue celebri "sovrapitture" e a Mario Ceroli con le sue sculture.
    Tano Festa, Franco Angeli, Giosetta Fioroni, Mario Schifano, erano il cuore del gruppo di "piazza del Popolo" in tanti suoi protagonisti precursore anche del modo di vita spesso straziato e tragico di tanti futuri protagonisti del pop americano.
    Non c'era un'unità stilistica, il denominatore comune era l'ispirazione. Poi si passava dagli intrecci pazientissimi delle opere di Piero Dorazio - linee che si intersecano, con colori che si mescolano e curve che si incrociano - al fuoco dell'energia creativa di Burri: "si passa dalla pittura alla scultura - spiega Casamonti - l'idea è quella di caos, vitalità e anticonformismo. Roma era qualcosa di unico e per questo si è ritrovata all'origine di tutte le successive ricerche americane". Un esempio per tutti: le "icone" come Marilyn Monroe divenne successivamente per Andy Warhol erano già per Pino Pascali le immagini dell'iconografia classica, da Michelengelo alla Venere di Botticelli. Lo scultore Mario Ceroli è presente all'esposizione con una sua nota opera che racconta il sentimento di molti: di fronte alla Biennale di Venezia che aveva inondato di premi gli artisti americani, Ceroli protesta. E lo fa con una scultura che è un'aula di scuola, con personaggi e lavagna, tutto in legno. E fra gli allievi a scuola c'è Rauschenberg che guarda e prende appunti, mentre sulla lavagna spicca Alberto Burri.
    Per la prima volta, un'esposizione mette in mostra non un artista o un gruppo di artisti ma una città. Tornabuoni Art vuole continuare su questa strada e completare una prestigiosa trilogia italiana: dopo Roma e la dolce vita, visitabile fino al 20 dicembre, arriverà Milano con il design e lo spazialismo, quindi Torino con la Sperimentazione e l'arte povera degli anni Sessanta.
   
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Concerto / domenica 22 ottobre, alle ore 18.30, nella Sala Bozzetti al Sacro Monte Calvario di Domodossola

La Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario e l’Istituto della Carità, nell’ambito della stagione concertistica 2017, propongono il concerto che si terrà domenica 22 ottobre, alle ore 18.30, nella Sala Bozzetti al Sacro Monte Calvario di Domodossola e che vedrà impegnati,

Simone Margaroli: clarinetto
Andrea Pecelli: violoncello
Federica Zoppis: pianoforte


nell’esecuzione del Trio op. 114 di Johannes Brahms e del Trio op. 11 di Ludwig van Beethoven.

SIMONE MARGAROLI
Ha intrapreso lo studio del clarinetto sotto la guida del M° Gabriele Oglina, ha frequentato le Master Classes del M° Stefano Palli e nel 2003 è stato ammesso al Conservatorio di Milano nella classe del M° Sergio Del Mastro. Nel 2004 ha partecipato alla Rassegna “Giovani Talenti in Concerto” presso la Palazzina Liberty di Milano e nel 2006 si è esibito al Teatro Lingotto di Torino. Ha partecipato a diversi concorsi nazionali ed internazionali, risultando finalista al concorso internazionale per clarinetto tenutosi a Krsko, in Slovenia. Nel 2009 ha conseguito il diploma di clarinetto presso il Conservatorio di Milano. Ha frequentato Master Classes in qualità di allievo effettivo con i Maestri Karl Leister, Alessandro Carbonare e Aleksandar Tasic. Nel 2010 ha ricevuto l’ idoneità per la banda di palcoscenico del Teatro alla Scala di Milano. Ha suonato in orchestra con importanti direttori quali Umberto Benedetti Michelangeli, Vladimir Ashkenazy, Wolf-Dieter Hauschild, Daniele Giorgi, Arturo Tamayo e Marcello Rota. Nel 2011 è stato membro, in qualità di stagista, dell’Orchestra della Svizzera Italiana (OSI). Si è specializzato presso il Conservatorio della Svizzera Italiana (CSI) di Lugano nella classe di clarinetto del M° Milan Rericha, conseguendo nel 2011 il Master of Arts in Instrumental Music Pedagogy e nel 2014 il Master of Arts in Music Performance. Attualmente è docente di ruolo di Clarinetto nella Scuola Media ad Indirizzo Musicale di Domodossola.

ANDREA PECELLI
Ha compiuto gli studi musicali sotto la guida di Rocco Filippini al Conservatorio “G.Verdi” di Milano ed all’Accademia W.Stauffer di Cremona dove si è diplomato in violoncello con menzione di merito. Dopo aver vinto il Premio Internazionale “Calpurnia” al Festival delle Nazioni di Città di Castello, si è dedicato alla musica da camera, fondando nel 1995 il Milano Cello Quartet. Con tale formazione e come ospite dell’ensemble di musica contemporanea Sentieri selvaggi di Milano, ha effettuato concerti per le maggiori stagioni musicali italiane (Teatro alla Scala, Teatro Regio di Torino, Società dei Concerti di Milano, etc.). Collaboratore per anni dell’Orchestra da Camera di Mantova, dell’Orchestra di Brescia e Bergamo, della Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario (dal 2000 ad oggi) e, per concorso, delle Orchestre Nazionali della RAI e dell’Accademia di S. Cecilia. Primo violoncello dell’Orchestra G. Cantelli, Milano classica, Orchestra Stabile di Bergamo e, dal 2007 al 2011, dell’Orchestra Sinfonica del VCO. Collabora con le Associazioni SuoniAMO e AMAMUSICA. È fondatore e Direttore Artistico dell’Associazione Orchestra e dell’Orchestra da Camera di Domodossola. Svolge attività cameristica in duo con Federica Zoppis ed in trio con Marco Rainelli. È docente, come vincitore di concorso, di violoncello e musica d’insieme per archi presso il Liceo Musicale di Omegna.

FEDERICA ZOPPIS
Ha frequentato il Triennio Accademico di pianoforte sotto la guida del M° Mario Borciani e attualmente segue i corsi del Biennio Accademico di Maestro collaboratore presso il Conservatorio G. Verdi di Milano. È pianista collaboratrice nei seguenti corsi e workshop: “Incontri musicali” dell’Associazione Orchestra di Domodossola, “La nota chiave” di Lello Narcisi, “Musichiamo la Valle Antrona” dell’Associazione SuoniAMO. Ha suonato in musical prodotti da La Dual Band presso diversi teatri (Blue Note, Tieffe Menotti, Out-Off). Ha collaborato come clavicembalista e organista con l’Orchestra da Camera Giovanile di Domodossola e la Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario. Come camerista collabora con Synchronos Trio, Simone Ponta, Letizia Zoppis e Andrea Pecelli. È membro dell’orchestra GMO e docente di pianoforte presso le associazioni AMAMUSICA, SuoniAMO, La Dual Band.


Il concerto è reso possibile grazie alla sensibilità della Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte Calvario, dell’Istituto della Carità – PP. Rosminiani, con il sostegno prezioso della Fondazione CRT.

Di calice in calice, bevendo vino con Trilussa, Pulci e Depero. Viaggio culturale e multisensoriale

ROMA - Versare nello stesso calice vino, arte e letteratura. Nel Lazio bevendo il Cesanese del Piglio si varca la soglia del Palazzo Colonna di Paliano con la serie delle "Belle" di Ferdinand Voet e poi brindando con il Mater Matuta, dedicato alla dea dell'Aurora, si legge Trilussa, Belli o Goethe. In Toscana si sorseggia l'Orcia attraversando la sua Valle, patrimonio Unesco. E poi un fermo immagine sul ciclo delle pale d'altare del Duomo di Pienza e ancora nuovi reading tra cui quelli del poeta Luigi Pulci. E poi in Puglia, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige tra Gewurztraminer e Fortunato Depero.
Prende il via "Di calice in calice", il viaggio culturale e multisensoriale alla scoperta dell'Italia del vino rivolto ad appassionati di wine, arte e versi promosso dal Punto Touring di Roma e Associazione Culturale Sinopie in collaborazione con Collegio e Magazzino Scipioni, le due location di Roma che ospiteranno gli appuntamenti.
Da fine ottobre a metà dicembre cinque incontri conferenze accompagneranno i partecipanti alla degustazione guidata del vino di cinque regioni italiane attraverso la stimolazione multisensoriale. Colore e fluidità, profumi, persistenza e corposità, sono solo alcuni degli elementi che si passeranno in rassegna per conoscere il vino nei suoi tratti visivi, olfattivi e gustativi. A far da cornice alle degustazioni, reading e incursioni letterarie a cura di Viviana Bello, ideatrice del percorso, e racconti artistici del territorio a cura della storica dell'arte Martina Gatti, console del Touring Club Italiano.
Il primo appuntamento è per martedì 24 ottobre con la scoperta dei vini del Lazio e avrà luogo presso Collegio (Piazza Capranica, 99).
"Di calice in calice" prosegue poi presso Magazzino Scipioni (Via degli Scipioni, 30) per i successivi quattro incontri. Il 7 novembre con le selezioni di vini ispirati all'arte della Toscana e il 21 novembre con la degustazioni dei vini che toccano il cielo delFriuli Venezia Giulia
In questo viaggio ideale alla scoperta dell'Italia da bere martedì 5 dicembre si scende poi a Sud, in Puglia, con i vini pizzicati per ritornare in montagna il 12 dicembre con le proposte enologiche del Trentino Alto Adige. Le degustazioni saranno accompagnate da assaggi di prodotti selezionati dagli chef per esaltare l'impatto organolettico dei vini proposti. Tutti gli appuntamenti, della durata di un'ora e mezza, avranno inizio alle ore 18.
Per info e prenotazioni: Punto Touring Roma / Piazza Ss. Apostoli 62/65, tel. 06-36005281 - email: libreria.ptroma@touringclub.it
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La Pop Art di Andy Warhol a Palermo


PALERMO - Un oggetto artistico è fatto per essere riprodotto, consumato, ma soprattutto amato. E Pop Art per Andy Warhol voleva dire "amare le cose". S'inaugura oggi 18 ottobre (apertura al pubblico domani, fino al 7 gennaio ) al Palazzo Sant'Elia di Palermo, Andy Warhol - l'arte di essere famosi, ampia selezione di opere provenienti dalla Rosini Gutman Collection di Riccione. Sono oltre 150 pezzi tra multipli, pezzi unici e oggetti realizzati negli anni più importanti: dal 1957 al 1987. La raccolta rispecchia una particolare visione dell'opera dell'artista, presentando celebri lavori come le Campbell's Soup Can, Fiori, Marilyn, Mick Jagger, Liza Minnelli, Joseph Beuys, accanto ad altri meno conosciuti al grande pubblico, che rappresentano la parte più intima e personale della sua ricerca, vicina per sensibilità alla matrice europea.
    Più di altri esponenti della Pop Art, Warhol riveste un ruolo chiave nel delineare gli oggetti- feticcio che racchiudono la vita e la morte della società occidentale del secondo 900. Per farlo si serve della ripetizione seriale dell'oggetto. Per lui la tecnica serigrafica non è solo un mezzo formale, ma il solo modo di espressione artistica. Con lui l'arte muore e risuscita in un continuo potenziamento dell'accessibilità estetica dell'immagine. Il quotidiano diviene così l'unica folgorante verità. Ed è la verità sottesa dalle immagini della civiltà dei consumi che ci assediano e si proiettano su di noi e in cui noi ci specchiamo alla ricerca di un'identità perduta.
    Negli ultimi anni la Andy Warhol Collection è stata esposta in numerose città in Italia e all'estero, come in Andorra, Germania, Principato di Monaco, San Marino, Spagna, Svizzera e Taiwan.
   ansa
LaRedoute

Arte mondo di Totò genio a Roma esposizione nella Capitale fino al 18 febbraio


ROMA - I mondi, l'arte, gli amori, le passioni, dell'artista Totò e della dimensione più privata del Principe De Curtis danno vita a 'Totò genio', la più grande mostra realizzata sul grande attore scomparso 50 anni fa.
    Organizzata da Alessandro Nicosia che l'ha curata con Vincenzo Mollica, dopo il debutto di grande successo a Napoli e il passaggio a Lugano, arriva al Museo di Roma In Trastevere dove sarà fino al 18 febbraio.
    E' un viaggio fra centinaia e centinaia di documenti, cimeli, lettere, libri, disegni e ritratti (da Pasolini a Scola, da Pazienza a Echaurren), manifesti dei suoi film, caroselli e pubblicità, costumi (da quello pinocchiesco di 'Totò a Colori' all'uniforme del Pazzariello in L'oro di Napoli), installazioni, video, testimonianze e fotografie, comprese quelle, novità dell'allestimento romano, delle sue sette case nella capitale, dalla prima vicino la stazione Termini del 1930 a quella dove è morto ai Parioli nel 1967. ''Noi napoletani discutiamo su tutto ma non sul genio di Totò - dice il Sindaco partenopeo Luigi de Magistris (il Comune di Napoli è fra i motori dell'esposizione con l'associazione Antonio De Curtis, ndr) - ora vorremmo portare anche a Bruxelles e New York la mostra su questo artista che è immortale perché attualissimo''. Ad esempio ''ora che siamo quasi in tempo di elezioni - aggiunge il sindaco - non può non venire in mente la pernacchia con cui prendeva in giro l'ordine costituito''. Per Alessandro Nicosia la mostra ''racconta le due anime di Totò. Una è quella dell'artista, nel suo percorso dall'avanspettacolo al teatro, al cinema, ma anche nella poesia, con capolavori come A livella, che qui si può ascoltare recitata da lui e nella musica, con le sue canzoni interpretate anche da altri artisti. L'altra è del principe de Curtis, che era molto solitario e schivo a volte triste. Di lui raccontiamo gli amori, come quello per Franca Faldini, ma anche quello per gli animali, e per la sua città Napoli; le sue passioni, con il chiodo fisso dell'araldica, ma anche la generosità''. Questo Paese ''ha massacrato molti dei suoi artisti ed è successo anche a Totò, che è stato a lungo snobbato dalla cultura ufficiale - ricorda Vincenzo Mollica -. Abbiamo intitolato la mostra 'Totò genio' perché era eclettico e straordinario in tutto quello che combinava, metteva sempre tanto di vissuto''. Nella mostra ''ci sono due omaggi, quello a Totò e quello al rinascimento di Napoli, che dopo tante guerre sta mostrando al Paese la strada per rinascere'' sottolinea Luca Bergamo, vicesindaco di Roma Capitale, che promuove l'esposizione con Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, mentre a coprodurla è Istituto Luce Cinecittà, in collaborazione con Rai Teche e SIAE. Tornando sul forte legame del nonno con Roma (''qui lui ha vissuto con mia nonna ed è nata anche mia madre''), la nipote dell'attore Elena Alessandra Anticoli, ricorda una frase dell'attore: '''Tra me come sono nella vita reale e Toto c'è una differenza abissale. Odio la mia maschera ma è parte della mia anima e mi aiuta ad essere veramente me stesso''.

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