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Weekend sulla maggiore delle Baleari, tra arte e una sosta al mercato gastronomico di Palma

di Ida Bini

E’ inaspettata l’accoglienza di Palma, la capitale della maggiore delle Baleari, famosa per la sua industria delle vacanze e buen retiro di tedeschi e nord europei: musei, fondazioni, gallerie, laboratori e centri creativi invadono strade e parchi, viali e i vicoli intorno alla centralissima e magnetica cattedrale gotica e contagiano la vita dei borghi e dei villaggi sparsi sull’isola. Mentre scemano i turisti estivi della movida, dei trekking e delle corse alle spiagge caraibiche che ricoprono Maiorca, arrivano i vacanzieri dei soggiorni brevi e tranquilli, gli amanti dell’arte e del buon cibo e gli escursionisti delle passeggiate in una natura che non conosce inverno.

La concentrazione di monumenti, castelli, chiese, edifici storici, centri di cultura e gallerie d’arte è sorprendente – si contano più di 100 siti visitabili - quasi da far invidia alle grandi capitali del mondo: ovunque si respira creatività e arte, innovazione e libertà d’espressione. La stessa che provarono durante la dittatura franchista intellettuali e artisti, attratti da quel senso di emancipazione che si respirava sull’isola: nei borghi di Deià, Valldemossa e Pollença si rifugiarono poeti e scrittori come l’inglese Robert Graves e l’argentino Gabriel García Marquez e pittori da tutta Europa, attratti dalla luce e dai colori di Maiorca, che regala scorci e paesaggi da mozzare il fiato.

Il primo a organizzare una mostra pittorica fu Josep Pinya, che fondò nel 1969 la galleria Pelaires: chiamò tutti i maggiori colleghi invisi al regime, da Mirò a Tàpies, da Barcelò a Calder, e li convinse a esporre le proprie tele e sculture. Le stesse che oggi ritroviamo nei giardini, nei palazzi e nelle gallerie di Palma. L’elenco dei musei in città è lungo ma meritano un’attenta visita Es Baluard, il museo d’arte contemporanea, edificio lineare dalle grandi vetrate e dalla spettacolare vista sulla baia tra le mura rinascimentali del bastione di Sant Pere, che circondano la città; oltre alle mostre temporanee e agli spazi dedicati a quei giovani artisti che desiderano farsi conoscere, dal 2004 sono esposte opere di Picasso, Mirò, Calder e Barcelò. E’ uno spazio molto ambito anche quello di Casal Solleric, allestito in un edificio del 1770 con un cortile maestoso in pietra e una scalinata con stucchi che fanno da contraltare alle mostre moderne e contemporanee dei suoi saloni.

Non lontano l’ex Grand Hotel, palazzo modernista di Domènech i Montaner, allievo di Gaudì, è stato trasformato nel Caixa Forum Palma, che ospita su 5 piani la collezione privata del pittore catalano Anglada i Camarasa, che visse sull’isola, alcune mostre fotografiche, una libreria specializzata in volumi d’arte e una caffetteria. Anche Joan Mirò, uno degli artisti più interessanti del secolo scorso, contribuì ad arricchire l’isola di nuovi artisti e scelse di viverci dal 1956 fino al 1983, anno della sua morte, affidando all’architetto Josep Lluìs Sert, collaboratore di Le Corbusier, la realizzazione del suo studio. Oggi l’atelier e l’abitazione fanno parte della Fundaciò Pilar i Joan Mirò, museo inserito in un edificio a forma di stella progettato da Rafael Moneo, dove sono esposte le opere del celebre artista catalano. La Fondazione – con ingresso gratuito di sabato - ospita anche un giardino botanico con sculture di Mirò e il laboratorio vista baia con graffiti sui muri e pennelli sul pavimento, dove sembra che l’artista di Barcellona stia ancora dipingendo le sue tele.

Maiorca non è solo sinonimo di creatività: ogni villaggio e ogni angolo della capitale sono imperniati di storia e di testimonianze di dominazioni, dai primissimi conquistatori Romani al dominio degli Arabi e alle conquiste dei pirati berberi fino ai possedimenti dei vicini catalani. Al sovrano Jaime I si devono la fine del dominio musulmano e la costruzione dei più bei monumenti di Palma che si affacciano sul porto; come la cattedrale, la Seu, maestosa chiesa gotica eretta su un’antica moschea con altissime volte, il rosone gotico a vetri colorati più grande del mondo, il famoso baldacchino in ferro battuto di Antonio Gaudí e l’originale cappella del Santissimo Sacramento, dipinta da Miquel Barcelò. Dentro le mura del XVIII secolo, che difesero la città da pirati e corsari, sorge il centro storico dove si susseguono chiese antiche, palazzi come quello reale dell’Almudaina, dimore nobiliari dai famosi cortili e alcuni mulini a vento, uno dei quali trasformato in museo. Fuori le mura, a dominare il centro abitato, Jaime I fece costruire il Castell de Bellver, il più grande maniero gotico a pianta circolare d’Europa: maestoso, sorge in cima a una collina alberata da cui si gode la splendida vista sulla baia di Palma.

Tornando in città merita una visita un altro luogo importante per i maiorchini, un tempio ricco di creatività e convivialità: il nuovo mercato gastronomico di San Juan, che sorge in un enorme edificio modernista, trasformato in un mercato dove si fanno acquisti e soprattutto dove ci si delizia con le prelibatezze gastronomiche locali e nazionali. Seguendo la tendenza di molte capitali e città che sfruttano gli ampi spazi per creare mercati come ristoranti, anche Palma ha creato il suo spazio, annesso a un cinema, al centro di cultura S’Escorxador, e a uno spazio per gli show cooking e altri eventi legati al cibo. In effetti il cibo maiorchino meriterebbe da solo un viaggio: verdure, formaggi, pesce, crostacei e dolci a base di mandorle e miele – le gustose ensaïmadas –insaccati, le sobresadas, ottime carni e la paella con gli spaghetti, la fideuà; e anche l’ottimo vino che si produce dai vitigni della fertile campagna isolana. Per provare tutte queste delizie c’è solo l’imbarazzo della scelta: oltre all’ottimo mercato di San Juan e a quello più piccolo e informale di Santa Catalina, si può pranzare al ristorante Taronja Negre Mar per deliziarsi con piatti innovativi proprio davanti al Club de Mar, il porto di Palma; oppure, in pieno centro storico, al Bon Lloc, il primo ristorante vegetariano e vegano di Palma, dove a ricevere i turisti italiani c’è Andrea, giovane sous-chef del locale. Si può anche scegliere di pranzare – o cenare – al ristorante Es Baluard Restaurant & Lounge, il locale del museo d’arte contemporanea, con una magnifica vista sulla baia.

Palma di Maiorca è una città che si gira facilmente a piedi o con comodi autobus, ma c’è un modo ancor più semplice e divertente di spostarsi, soprattutto se si vuole vedere tutto il lungomare e magari salire fino al castello: noleggiare una bici elettrica al civico 15 di avinguda de Joan Mirò o sul sito www.portbikemallorca.com e seguire le piste ciclabili o i diversi itinerari turistici organizzati su misura. E’ anche un modo per girare l’isola stessa, spostarsi verso nord e scoprire altri borghi, altre bellezze e altre storie. E’ sufficiente un’ora di autobus o un paio d’ore di bici elettrica o di treno, quello storico a scartamento ridotto, per recarsi a nord, verso la Serra de Tramuntana, patrimonio Unesco per i suoi paesaggi selvaggi plasmati dall’uomo, e scoprire borghi incantevoli, punti panoramici mozzafiato e una campagna fertile, dove abbondano colline ricoperte di mandorli, che qui fioriscono già a gennaio, aranceti, carrubi e uliveti.

La Serra, che sale dal mare fino a 1.500 metri d’altezza, è il paradiso di chi ama fare trekking e arrampicate su canyon e costoni pietrosi ma è anche la destinazione per chi vuole visitare Sóller e i suoi edifici modernisti e magari salire a bordo del trenino turistico che parte dalla stazione che ospita opere di Picasso e Mirò e arrivare al suo incantevole porto per una caldereta di langosta, una zuppa d’aragosta, comodamente seduti al sole. Lungo la strada panoramica che regala luoghi unici come il belvedere di Son Marroig, indimenticabile al tramonto, si attraversano i borghi di Deià e Valldemossa: bellissimi villaggi che confermano che un tempo si costruivano abitazioni rispettando il paesaggio. Entrambi i borghi furono il rifugio di tanti artisti e pittori, molti dei quali ancora vivono negli laboratori scavati nella roccia gialla. Vi arrivarono Jorge Luis Borges, Gabriel Garcia Marquez e George Sand con il suo giovane amante Frédéric Chopin che abitarono nel monastero certosino del 1600 di Valldemossa e dove il musicista cominciò a comporre i famosi preludi. Sono luoghi che incantano e che rispettano la privacy, allora come oggi; non è un caso che siano scelti da celebrities come Jack Nicholson, Mick Jagger, Mark Knopfler, Richard Branson e Michael Douglas con la moglie Catherina Zeta-Jones che vivono nella residenza di S’Estanca.

Se ora la movida estiva è solo un ricordo, non è di certo terminato il divertimento, soprattutto a Palma, dove si fanno le ore piccole da Hogans con musica dal vivo, da Gimbo e nella discoteca Sabotaje. Chi invece, preferisce la tranquillità e magari un’atmosfera più romantica può salire in uno dei tanti rooftop degli alberghi del centro con vista sulla cattedrale illuminata d’oro.

Info. E’ vasta la scelta degli alberghi; ecco comunque tre consigli: il centralissimo HMJaime III è comodo ed elegante; l’Hotel Hospes Maricel and Spa è a 4 chilometri da Palma e quando si prenota è bene chiedere dell’edificio davanti al mare. Poi c’è il sofisticato Sant Francesc Hotel Singular che sorge proprio vicino all’omonima chiesa e alla cattedrale. Chi può spendere, prenoti la suite 303, panoramica ed esclusiva. Per il viaggio, la compagnia Air Europa, che ha la sede proprio sull’isola, vola da Roma e da Milano a Palma via Madrid.
ansa

A Parigi la convention di Airbnb, host da 110 Paesi. Italia è al terzo posto al mondo per numero di alloggi disponibili

Oltre 5000 host provenienti da 110 Paesi di tutto il mondo, oltre 100 sessioni di "formazione" e una serie di aperitivi, cene e momenti ludici. Parigi ospita l'incontro annuale dedicato agli host della community di Airbnb.
    L'evento, in programma in questi giorni presso il Parc de la Villette, ha come obiettivo principale quello di formare e ispirare gli host più attivi all'interno della community. Il fenomeno Airbnb continua a crescere nel mondo: al momento sulla piattaforma si possono trovare quasi 2 milioni di alloggi in più di 190 paesi del mondo e più di 60 milioni di persone hanno scelto di viaggiare con Airbnb in tutto il mondo.
    In Italia oltre 5 milioni di viaggiatori hanno soggiornato con Airbnb in Italia dal 2008 a oggi e ci sono oltre 190 mila alloggi disponibili.
    L'Italia è al terzo posto al mondo per numero di alloggi disponibili, preceduta da Usa e Francia.
ansa

Turismo: Federalberghi, allarme sommerso e sicurezza

"Il sommerso nel turismo è giunto a livelli di guardia, che generano una minor sicurezza sociale e il dilagare indiscriminato dell'evasione fiscale e del lavoro nero". Lo denuncia il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. Un "esempio eclatante" - secondo Federalberghi - è costituito da Airbnb. "Tocca ora all'Italia - dice Bocca - dare un segnale importante".
  
I risultati del monitoraggio realizzato da Federalberghi saranno presentati oggi a Parigi, città in cui si sta svolgendo la Convention mondiale degli host di Airbnb, unitamente ad analoghi studi realizzati dalle associazioni degli albergatori di Francia (UMIH), Germania (IHA), Olanda (KHN), Regno Unito (BHA) e Spagna (CeHAT).

    "A livello europeo - spiega Bocca - molti Paesi si stanno muovendo per sconfiggere le degenerazioni della sharing economy nel turismo. Tocca ora all'Italia dare un segnale importante, dettando regole ed istituendo controlli volti ad azzerare l'illegalità in uno dei settori tra i più importanti per l'economia del Paese".

    Secondo il monitoraggio che Federalberghi sta realizzando con l'ausilio della società Incipit Consulting Airbnb a ottobre 2015 pone in vendita in Italia 176.870 strutture (erano 234 nel 2009). Una crescita esponenziale - sottolinea la Federazione degli albergatori - a cui non fa seguito una significativa variazione del numero di attività ufficialmente autorizzate (le strutture extralberghiere censite dall'Istat erano 104.918 nel 2009, oggi sono a quota 117.749). Tra le città italiane maggiormente interessate Roma con 18.546 unità, Milano con 11.397, Firenze con 5.736, Venezia con 3.908 e Palermo con 2.502.

    "In barba alle leggi che obbligano il gestore di risiedere all'interno dei bed and breakfast - spiega Federalberghi - la stragrande maggioranza degli annunci presenti su Airbnb è riferita all'affitto dell'intera proprietà (72,5% dei casi) ed è pubblicata da inserzionisti che gestiscono più di un alloggio (57%)".

    "La ciliegina sulla torta - continua lo studio - è costituita dagli "host" che possiedono centinaia di alloggi: per esempio Daniel che gestisce 527 alloggi e Bettina con 420 alloggi, di cui 140 a Milano, 80 a Roma e 88 a Firenze. Chi si nasconde dietro questi nomi amichevoli che gestiscono un patrimonio miliardario? Di certo non si tratta di persone che affittano una stanza del proprio appartamento per integrare il reddito familiare".

    "I numeri - conclude Bocca - smentiscono la 'favoletta' del gestore che accoglie l'ospite in casa propria. Il consumatore è ingannato due volte: viene tradita la promessa di vivere un'esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela della salute e della sicurezza. Né può essere sottaciuta la responsabilità delle piattaforme online, che adottano una posizione pilatesca e fanno finta di non vedere il traffico sospetto che transita attraverso i propri canali".
ansa

TURISMO. Trentino? Italian style Parola di Miller e Svindal

I due campioni dello sci protagonisti del nuovo spot girato a Campiglio. Non solo discese mozzafiato, va in scena il lato “italiano delle montagne”
per soggiornare Hotel Fai (media parner Turismo Culturale)  -  Via al Belvedere, 11  -  38010 Fai della Paganella (TN)   Tel. +39 0461 583104   Fax. +39 0461 581214   P.Iva:00095090221   Email: info@hotelfai.it – hotel fai.it
 
TRENTO. Niente da invidiare all’Alto Adige, ecco a voi l’italianissimo Trentino dove una vacanza sugli sci può diventare un’«italian experience». Parola di Bode Miller e Aksel Lund Svindal, campioni dello sci, che compaiono nell’ultimo spot di Trentino marketing in veste di turisti. E non deve essere stato difficile calarsi nella parte visto che entrambi frequentano il Trentino durante le vacanze, dalla Paganella a Riva del Garda. Ieri la presentazione ufficiale dello spot che è stato accolto da un applauso dei presenti (giornalisti e operatori del turismo, nella sala di Trentino marketing) divertiti dall’ironia del messaggio e dalla complicità tra l’americano e il norvegese che - almeno per 30 secondi - hanno messo da parte la rivalità.

Chi immagina discese mozzafiato e piste innevate (che pure si vedono nel finale) è fuori strada. Perché questi due giganti dello sci (anche in senso letterale del termine, vedere da vicino per credere) raccontano una storia che va oltre gli sport invernali. Siamo a Madonna di Campiglio (con tante grazie degli albergatori rendenesi), nella centralissima piazza Righi, dove Miller e Svindal attendono (con un paio di sci in mano) il furgone che li porterà a casa davanti al Bar Suisse (che nello spot diventa un albergo). In realtà non basta un furgone per portarsi a casa l’italian experience di un turista in Trentino, con il tassista preoccupato: pasta (Felicetti), una chitarra, mele (Melinda), abiti, una poltrona rossa (Frau), una grossa forma di formaggio (Trentingrana) e infine una nonna, probabilmente di quelle a cui è impossibile non affezionarsi. E ancora non basta perché Miller e Svindal fanno segno al tassista di caricare pure una mucca, che muggisce fuori campo. Così il Trentino diventa Italia, anzi “the italian side of the mountains” cioè il lato italiano delle montagne. Sottinteso: quello più trendy. Ecco il messaggio di Trentino marketing che alle “esperienze vere” affianca le “esperienze italiane” strizzando naturalmente l’occhio ai turisti esteri, dove i volti dei due campioni sono noti più che in Italia. Nel primo copione c’era anche una gigantesca bottiglia di spumante Trento doc, sacrificata nell’ultima versione.
Lo spot è stato girato l’ottobre scorso (agenzia Leo Burnet, regista Edoardo Lugari) con qualche complicazione nel rendere l’atmosfera natalizia. Se il tassista è un attore professionista (e si vede), nel breve spot (30 secondi) compaiono due donne di Campiglio: Maria Cristina Roberti (che porge una cassetta di Melinda) ed Elisabetta Masè (la nonna da cui i due sciatori non vogliono più separarsi). In realtà Campiglio non viene citata nel filmato, ma è facilmente riconoscibile, anche perché accanto alla porta dell’«albergo» c’è la Bottega di Cesare Maestri.
Alla presentazione di ieri c’era anche Marco Dallapiccola, il manager che ha portato sulla Paganella gli sciatori statunitensi e norvegesi. Maurizio Rossini - amministratore di Trentino marketing - l’ha ringraziato personalmente: «Con questi atleti il Trentino ha ormai un rapporto di amicizia» ha detto. E Dallapiccola ha raccontato alcuni retroscena: «In realtà per loro è stato molto facile entrare nella parte, visto che quando viaggiano sono davvero carichi di bagagli». Una testimonianza molto “costosa”? Trentino marketing non è voluta entrare nel dettaglio, ma fonti interne spiegano che i due atleti hanno partecipato di “buon grado” e quindi “a buon mercato”.
La promozione dell’inverno trentino è pronta. All’appello mancano però neve e freddo, tanto che Francesco Bosco (direttore degli impianti di Campiglio e presidente degli impiantisti trentini) ha manifestato ieri una certa preoccupazione: «La situazione climatica non è facile, proprio alle porte di una stagione che ha già registrato grande interesse da parte dei turisti e su cui abbiamo grandi aspettative».
fonte: Trentino Corriere Alpi

Claudia Cardinale: "Turisti tornate in Egitto"

di Cristiana Missori

"Dobbiamo lottare per fare in modo che la gente torni in Egitto, un Paese bellissimo e che adoro". A lanciare un accorato appello per fare tornare gli stranieri nella terra dei Faraoni in una affollatissima conferenza stampa questa mattina, in un hotel della capitale egiziana, è Claudia Cardinale, madrina d'eccezione del Festival del cinema del Cairo (fino al 21 novembre) su cui questa sera si alzerà il sipario.

    "Spero che i turisti tornino presto", ha detto la grande attrice italiana che questa sera riceverà il Premio Faten Hamama, riconoscimento, che ogni anno viene attribuito a una personalità della settima arte egiziana o straniera.

    Settantasette anni portati con grande eleganza e "senza mai ricorrere ad alcun lifting", come lei stessa precisa rispondendo a una delle decine di domande che i tanti giornalisti egiziani e stranieri presenti in sala le rivolgono. La sua presenza è infatti un evento per un Paese in ginocchio dopo l'ennesimo colpo duro assestato al turismo in seguito alla tragedia dell'aereo russo schiantatosi nel Sinai. In tanti le chiedono se si sente sicura in questo momento e lei con grande eleganza, replica: "non sento grossi cambiamenti in questa città che conosco bene e dove sono venuta più volte".

Veniva, rammenta, "a trovare Omar Sharif, di cui ho un ricordo bellissimo. Era un uomo fantastico e eravamo molto amici", dice. "E' con lui che ho iniziato a fare cinema", aggiunge la star. "Con lui ho iniziato a muovere i primi passi sul grande schermo". "Ero giovanissima, e non volevo in nessun modo fare cinema. Fu mio padre a spingermi e dirmi di provare". Con 'il dottor Zivago', rammenta, "ci vedevamo spesso. A Parigi, dove vivo e dove spesso risiedeva lui, e al Cairo".

All'attivo, come lei stessa ricorda, la Cardinale ha 153 film. Tante le pellicole con i più grandi registi italiani. Da Otto e mezzo di Federico Fellini, al Gattopardo di Luchino Visconti (la cui versione restaurata sarà proiettata durante la kermesse egiziana). "Sono stati i film più importanti della mia carriera", ricorda la "ragazza che rifiutò di fare cinema", come la stampa italiana in un lontano Festival del cinema di Venezia la definì, lei che veniva da Tunisi, figlia di emigrati siciliani. Di ruoli ne ha interpretati tanti, incarnando un nuovo modello femminile: quello di una donna che vuole essere libera e indipendente. "Ho sempre cercato di dare voce a chi non poteva esprimersi,", afferma.

In primis "le donne". Anche se da decenni vive in Francia, l'Italia sembra averla sempre nel cuore. E a chi le rivolge una domanda sul cinema italiano di oggi. Lei quasi con soddisfazione replica nella sua lingua d'origine: "E' un momento difficilissimo per il cinema italiano".All'estero "si vedono pochi film rispetto al passato. Per questo motivo mi sono battuta molto affinché si torni a fare coproduzioni". In giro - conclude - si vedono soltanto film americani". 
ansa

Giro del mondo in 24 giorni In aereo tra Stati Uniti, Hawaii, Giappone, Cina, Vietnam, India e Abu Dhabi

Non sarà un viaggio per tutte le tasche ma è bello anche solo sognarlo. Hotelplan lancia il giro del mondo in aereo privato: un solo aereo (Austrian Airlines), lo stesso equipaggio che accompagna i ‘fortunati’ lungo tutto il percorso con un ricco programma di escursioni ad ogni tappa, medico a bordo e addirittura un container per il trasporto dei regali. Il tour dura 24 giorni e tocca Stati Uniti, Hawaii, Giappone, Cina, Vietnam, India e Abu Dhabi.

NEW ORLEANS - Dotata di un ricco patrimonio storico e culturale, New Orleans, nell’estremo sud della Louisiana, è considerata il gioiello degli Stati del Sud. La musica è l’elemento vitale di questa città che non dorme mai! Cederete al fascino della sua vita stile quartiere francese, ricca di jazz e blues, per non parlare dello splendore architettonico delle grandi case padronali. Un giro in barca sul Mississipi è d’obbligo per chi fa un viaggio in Louisiana, come la degustazione della deliziosa cucina creola.

HAWAII - L’arcipelago delle Hawaii è composto da varie e incantevoli isole di origine vulcanica situate in mezzo all’Oceano Pacifico. Questo stato conta più di 100 piccoli atolli e isole ed è una destinazione molto apprezzata grazie alle temperature gradevoli tutto l’anno e a un’incantevole diversità di paesaggio. La cultura e le tradizioni polinesiane si fondono con le origini asiatiche per offrire uno stile di vita americano che dona un carattere particolare a questo arcipelago.

TOKYO - Il Giappone è un paese sorprendente e appassionante dove si confrontano tradizione e modernità. La cultura ancestrale e il modo di vivere occidentale formano un insieme armonioso. Gli artistici giardini zen, templi e santuari creano forti contrasti con le metropoli frenetiche costellate di scintillanti insegne al neon e strutture avveniristiche, ma anche di treni ad alta velocità. Tokyo è una città ricca di diversità con un importante centro economico, è ultra moderna, ma è anche il cuore della cultura del paese e il luogo di residenza dell’imperatore.

SHANGHAI - Soprannominata la Parigi d’Oriente, la città dei superlativi si è trasformata in una metropoli, per effetto dell’Esposizione Universale nel 2010. Shanghai è recente se la si confronta con le altre città cinesi. È per questo che non sono presenti monumenti storici, ma è l’aspetto contemporaneo e la continua evoluzione che attira il visitatore.

KYOTO - L'antica città imperiale è stata più di 1.000 anni il luogo di residenza della corte ma anche il centro storico e culturale del Paese. La città è cirocndata per tre lati da montagne e conta 2 mila templi, pagode e santuari di cui 17 fanno parte della lista Unesco. La Kyoto odierna è una metropoli ma tardizione e storia si intrecciano ovunque.


DA NANG - Il Vietnam è sinonimo di bellezza, ricchezza culturale e tradizione. 4.000 anni di storia hanno lasciato tracce in questo paese eccezionale nel cuore dell’Indocina, così come l’influenza indiana, cinese e francese hanno parte integrante della cultura nazionale. La città portuale è in rapida crescita, con la sua bella spiaggia e il villaggio storico di Hoi An.

COCHIN & KERALA - Lo stato del Kerala è un paradiso verde nell’India del Sud: una vegetazione tropicale con le sue noci di cocco e le risaie infinite sotto un cielo azzurro, un bellissimo intreccio di fiumi e laghi e una popolazione calorosa e accogliente. La città portuale di Cochin è un crogiolo di cultura britannica, portoghese, araba ed ebraica.

ABU DHABI - Il più grande emirato degli Emirati Arabi Uniti è una metropoli in forte sviluppo e si affaccia sul golfo Persico. Una delle sue più importanti curiosità è costituita dalla Moschea Cheikh Zayed dove i marmi più belli furono utilizzati per le colonne della grande sala della preghiera; senza dimenticare gli ori nelle sue più svariate forme. Il deserto di Liwa è una meraviglia naturale composta di sabbia di diversi tipi con magnifiche dune e piccoli villaggi-oasi.
ansa