(AGI) - CdV, 21 lug. - L'Osservatore Romano celebra oggi con
grande enfasi i 50 anni del film di Pierpaolo Pasolini "Il
Vangelo Secondo Matteo", definito "un capolavoro, e
probabilmente il miglior film su Gesu' mai girato". "Che sia un
film su una crisi in atto o su un suo superamento ? scrive il
critico Emilio Ranzato che firma un lungo pezzo sul film di
Pasolini ? 'Il Vangelo secondo Matteo' rimane comunque
sicuramente, quello in cui la sua parola risuona piu' fluida,
aerea e insieme stentorea. Scolpita nella spoglia pietra come i
migliori momenti del cinema pasoliniano". Secondo il quotidiano
vaticano, "quello che nelle premesse doveva essere il suo film
su una crisi personale, la sua variante di Otto e mezzo e Il
bandito delle undici, diventa invece un'opera che individua
negli insegnamenti cristiani, restituiti pero' alla spoglia
essenza, lo strumento per uscire da quella stessa crisi".
RESI NOTI I RISULTATI DELLE ANALISI Goletta Verde e l’Asp: pulito il mare di Termini Imerese
Il mare siciliano esce male dall’esame di Goletta Verde. Tra le poche
eccezioni fa notizia invece lo stato delle acque di Termini Imerese. I
risultati dei prelievi dicono che nella zona del vecchio oleificio Oliis
i dati rientrano nella norma. Ma non lo dice solo Goletta Verde: lo
confermano anche le analisi dell’Asp.
È da una nota dell’area dipartimentale igiene e sanità pubblica che si apprende come stanno veramente le cose. La “carica batterica è nei limiti di riferimento” si legge in una nota al sindaco Totò Burrafato, all’ufficio circondariale marittimo, ai liquidatori dell’Ato e all’Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente.
I prelievi sono stati fatti l’8 luglio, quindi si tratta di un campionamento recente che risponde indirettamente alle polemiche di questi giorni quando c’è chi ha sollevato il problema di un inquinamento dell’area con rischi conseguenti per la salute pubblica.
Allarme infondato, dice ora l’Asp, confermando anche il giudizio dato dai tecnici di Goletta Verde i quali hanno fatto nei giorni scorsi prelievi in sette punti del litorale palermitano. Cinque hanno avuto un giudizio di “fortemente inquinato”. La bocciatura è andata alle acque prelevate a Bagheria (spiaggia Sarello, nei pressi dello sbocco dello scarico alla frazione di Aspra e alla foce del fiume Eleuterio nella frazione Aspra- Ficarazzi); a Carini, a Terrasini (allo sbocco dello scarico presso la diga foranea del porto). Sono risultate invece “nella norma” sia le analisi effettuate a Palermo (spiaggia di Vergine Maria) sia quelle compiute a Termini Imerese. Qui il campionamento ha riguardato la spiaggia nei pressi del vecchio oleificio al porto.
Prima di lasciare la Sicilia Goletta Verde di Legambiente ha presentato il reportage fotografico “Sicilia, incuria e resistenza nei 1639 chilometri di costa”: 36 scatti realizzati da Marco Valle (tra cui quello che viene qui pubblicato) che mostrano sia scenari inquietanti sullo stato in cui versa la costa siciliana, ma anche luoghi di grande fascino in cui resiste o è stata restituita la bellezza, come la Scala dei turchi (Realmonte).
Il viaggio del laboratorio tecnico della Goletta Verde ha interessato i 1.639 chilometri costieri dell'isola che raccontano, dice il resoconto, “bellezza e brutture, incuria e resistenza di un territorio che può e deve fare del proprio mare e della propria costa una risorsa per uno sviluppo sostenibile, sia ambientalmente che economicamente”.
Legambiente, Goletta Verde: Bandiera nera per l'inquinamento nelle acque della Sicilia
Non ha dato i risultati sperati, l'analisi di Goletta Verde, la nave di Legambiente.
Stando al recente monitoraggio sullo stato d'inquinamento del nostro mare, su 60 punti analizzati, dei 26 campioni, raccolti, 16 oscillano da una condizione di molto inquinato e inquinato.
Ecco, quindi, che per la Sicilia sventola la bandiera nera di Goletta Verde.
Situazioni gravi nelle acque di Bagheria, Terrasini e Carini.
Non da meno, le zone di Calatabiano e Aci Castello.
Situazione lievemente inferiore nelle acque di Vergine Maria e Termini Imerese.
Fortemente inquinate anche le zone di Agrigento e Caltanissetta, nei pressi di Gela.
La causa? Gli oli esausti, costante minaccia ambientale.
Inoltre, Legambiente accusa la Regione Siciliana di non essere stata in grado di dar vita a piani di utilizzo del demanio marittimo, lamentando anche una mancata tutela del nostro patrimonio naturale.
In attesa di ulteriori svluppi, adoperiamoci per far sveltolare, stavolta, la bandiera bianca.
tratto da hercole.it 21 luglio 2014
Lapide cinquecentesca con la pesca del tonno scoperta a Termini Imerese
Nell’ambito dei lavori in corso a Termini Imerese all’interno della Chiesa di Santa Maria della Misericordia,
per la sistemazione dei nuovi spazi museali del locale Museo Civico
dedicato a “Baldassare Romano” – progetto dei lavori di restauro della
chiesa realizzato dall’Ufficio Tecnico del Comune, diretto da Loredana
Filippone e di cui rup è Pietro La Tona e dl Antonio Callari -, la
Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo ha realizzato uno scavo
archeologico che ha dato modo di mettere in luce manufatti di grande
interesse che certamente arricchiranno il quadro delle conoscenze
dell’archeologia urbana termitana.
La sinergia tra le varie Unità Operative, caratteristica delle Soprintendenze siciliane,
infatti, ha consentito di prevedere, all’interno dei lavori di
consolidamento e recupero strutturale della chiesa, un intervento di
scavo archeologico, poichè l’edificio monumentale, come è noto, ricade
in una parte molto importante della città, in prossimità di un’area
destinata a spazi e a edifici pubblici fin dal IV sec. a.C., poco dopo
la fondazione della città.
Lo scavo archeologico ha consentito di mettere in luce interessanti dati legati alla storia della chiesa e in particolare il rinvenimento di una lastra databile all’inizio dell’età moderna che reca una interessantissima ricostruzione con la pesca del tonno,
attività marinara che da sempre ha costituito una fonte primaria di
approvvigionamento alimentare e di ricchezza commerciale per la Sicilia.
La lapide funeraria, rinvenuta all’interno dell’edificio, nei pressi
dell’abside, reca incisa una scena nella quale sono rappresentate, in
modo ancora vivido le fasi della pesca e della lavorazione del tonno,
compreso il momento della tradizionale “mattanza”.
La lapide era stata riutilizzata come copertura di una delle numerose cripte
che si sono rinvenute all’interno della chiesa. La scena è resa a
incisione; all’interno di un complesso sistema di reti da pesca
collegate tra di loro e sostenute da galleggianti (?) semilunati, si
muovono barche e tonni di varie dimensioni, oltre a figure umane
realizzate schematicamente ma tratteggiate con sicurezza e vivacità.
Tuttavia, forse la parte più interessante della scena si trova nella
parte inferiore della lastra, dove sono illustrate la varie fasi della
lavorazione del pescato: da sinistra a destra, infatti, si individuano
il momento della pulizia e della scolatura dei tonni, appesi
ordinatamente a testa in giù nei locali della tonnara e quindi preparati
per la conservazione. Sembra sovraintendere le operazioni di pesca e di
lavorazione un personaggio posto in una posizione di rilievo,
all’interno di un piccolo edificio fortificato rappresentato con i
particolari architettonici (cupole, guglie, finestre, portali) ben
caratterizzati.
Potrebbe trattarsi del Rais citato nell’interessante iscrizione in latino tardo,
dove sono riportati il suo nome, quello dei figli e la data della
morte. La pesca del tonno, come è noto, è una delle attività
tradizionali e millenarie della marineria della Sicilia: a titolo di
esempio, si vuole ricordare l’interessante cratere siceliota a figure
rosse, vanto del Museo Mandralisca di Cefalù, nel quale è rappresentato
un banco di vendita al dettaglio delle carni del rinomato pesce; senza
dimenticare il fatto che, fino a qualche anno addietro, la mattanza dei
tonni era uno spettacolo, bello e violento, che attirava il turista
interessato alle suggestioni etnografiche dell’isola.
L‘intervento di scavo – realizzato dagli archeologi della Soprintendenza Stefano Vassallo e Monica Chiovaro,
con la collaborazione in cantiere della Cooperativa archeologica
R-Evolution e in particolare di Giusi Scopelliti – ha in questo modo
dato la possibilità di mettere in luce una nuova testimonianza della
tradizionale pesca del tonno che, in base a un’analisi preliminare dei
dati, risale alla seconda metà del XVI secolo e conferma l’importanza
degli interventi di archeologia urbana, che pur tra molte difficoltà, la
Soprintendenza di Palermo – diretta da Marilena Volpes –, in stretta
collaborazione con le Amministrazioni Comunali, ritiene valga la pena di
attivare soprattutto in siti pluristratificati come la città di Termini
Imerese.
siciliainformazioni.com
Montecilfone Masseria Grande
Masseria Grande
La Masseria Grande, proprietà della famiglia Moccia dall’inizio del 18mo secolo, è composta da due fabbricati posti sulla sommità della collina ed è circondata dal bosco di querce di Corundoli. A circa 350 metri sul livello del mare, la Masseria Grande è al centro di una tenuta di 70 ettari di campi, vigneti e oliveti. E’ stata da sempre un riferimento per gli abitanti del piccolo paese vicino e oggi la famiglia Moccia ha restaurato in modo rigoroso gli antichi fabbricati in un ambiente accogliente e caloroso dove gli ospiti sono trattati come amici e accolti con la tradizionale ospitalità dei molisani. La Masseria Grande dispone di 9 camere doppie e di un appartamento che offrono delle ampie vedute sul mare Adriatico e le montagne dell’Appenino. È tutt’ora abitata dalla famiglia Moccia che continua a gestire direttamente l’attività agricola. Vind ons ook op de Bed & Breakfast en Charmehotels gid
Libri delle vacanze, i consigli di Mari, Fontana e Corona
Michele Mari, nella cinquina del Premio Campiello con 'Roderick Duddle' (Einaudi), consiglia un autore anni '30 per l'estate 2014: Mervyn Peake autore della trilogia 'Gormenghast' pubblicata da Adelphi. "Oggi Peake verrebbe ghettizzato come autore fantasy. Gormenghast è un unico romanzo in tre pezzi ambientato in un castello dove vivono nobili corrotti, consumati. E' fantastico".
Giorgio Fontana, nella cinquina del Premio Campiello con 'Morte di un uomo felice' (Sellerio) segnala 'Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay' (Rizzoli) di Michael Chabon, vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa nel 2001. "E' un libro a cui sono affezionato perchè parla di due fumettisti nella New York anni '40 e mette insieme una narrazione di una potenza quasi ottocentesca a cose a cui sono legato: il mondo appunto dei fumetti, l'America di quegli anni e una storia di amicizia. Nonostante la mole si legge con un piacere immenso. Si trova anche in edizione tascabile, nella Bur. Mauro Corona, nella cinquina del Premio Campiello con 'La voce degli uomini freddi' (Mondadori) senza dubbio metterebbe in valigia 'Collina' dello scrittore italo francese Jean Giono. "Collina descrive la natura in maniera stupefacente, con una dolcezza irripetibile. Sono storie di boschi, piane, colline. Oppure 'Il serpente di stelle' ambientato sulle montagne dell'Alta Provenza. Dico no invece ad un altro suo romanzo 'Le anime forti'".
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