Quando l’acqua “guida” il turismo. In bicicletta sui nuovi percorsi della rete idrica
Si chiamano “I sentieri dell’acqua”, e sono i nuovi percorsi turistici sul territorio da fare in bicicletta presentati oggi da Legambiente e Acquedotto del Fiora. Sono percorsi che attraversano il territorio maremmano seguendo le reti idriche, oltre 8mila chilometri, che raccordano tutti i nodi d’interesse in un’unica rete rendendo ancora più interdipendenti tutti i luoghi, le attività e gli interessi che contraddistinguono questo particolare territorio. L’Acquedotto del Fiora e l’associazione del Cigno hanno parlato così di mobilità dolce e di promozione del territorio attraverso la riscoperta di uno dei tesori più importanti del nostro tempo: l’acqua. L’iniziativa ha avuto l’obiettivo di unire il mondo della mobilità dolce con quello del turismo in Maremma, possibile motore di una nuova conoscenza del territorio e della risorsa idrica, sempre più importante e necessaria alla vita, spesso sprecata e non utilizzata nelle giuste modalità.
“L’acqua è una risorsa indispensabile per la vita di ogni essere umano – ha spiegato Angelo Gentili, responsabile nazionale Legambiente Turismo – ma anche per garantire le attività produttive e la sopravvivenza del pianeta. È fondamentale far conoscere a tutti l’importanza di questo bene, sempre più limitato e quindi prezioso, e per questo abbinarlo a percorsi ciclabili può essere una formula vincente. Il cicloturismo rappresenta infatti il miglior modo per scoprire il territorio e le sue bellezze, rimanendo nell’ottica di un turismo sostenibile e di qualità”.
“Ci fa piacere di aver trovato in Legambiente e nell’associazione del Cigno altri partner per il progetto “I sentieri dell’acqua”, su cui Acquedotto del Fiora sta lavorando da alcuni mesi. È un progetto il cui logo è stato preso a icona del bilancio di sostenibilità 2013 proprio per valorizzare l’attenzione della responsabilità sociale dell’impresa Acquedotto del Fiora nei confronti del territorio, una responsabilità che attraverso questo progetto, semplicemente mettendo a disposizione infrastrutture del sistema idrico integrato, realizza un motore di sinergia nei confronti di istituzioni, associazioni culturali, sportive e ricreative deputate alla promozione del territorio e alla realizzazione di eventi – ha detto Tiberio Tiberi, presidente di Acquedotto del Fiora – A partire dalla cultura dell’acqua, un’acqua pulita e ricca di vita, si sviluppa l’idea di accompagnare il visitatore offrendogli la possibilità di viaggiare sia a piedi, in bici, a cavallo, in canoa o con altro mezzo di trasporto. Lungo i percorsi sarà possibile degustare i prodotti tipici della terra, dissetarsi con la migliore acqua e buoni vini, allietarsi con le bellezze naturali ricche di biodiversità, ma anche con tanti borghi, castelli e realtà rurali che caratterizzano questa parte della Toscana”.
E in contemporanea si è svolta anche una ciclopasseggiata, partita da Grosseto alle 10 e arrivata ai serbatoi di Grancia. Alla conferenza stampa, invece, coordinata da Angelo Gentili responsabile nazionale di Legambiente Turismo, hanno illustrato il progetto Tiberio Tiberi presidente Acquedotto del Fiora, Lorenzo Pirritano direttore operazioni Acquedotto del Fiora, Mirko Neri direttore amministrativo e commerciale Acquedotto del Fiora, Paolo Pizzari amministratore delegato Acquedotto del Fiora, Reana De Simone referente per il progetto, Alberto Fiorillo della Rete per la mobilità nuova, Rosanna Betti coordinatrice regionale FIAB Toscana e Angelo Fedi della Fiab Grossetociclabile.
ilgiunco.net
Turismo, Quito vince I World Travel Awards regionali
Premiate anche il Perù e la Colombia. A novembre finale mondiale in Marocco
Quito si conferma per il secondo anno la destinazione preferita
in Sud America per il turismo, ottenendo il 21esimo World Travel Awards
regionale. Il riconoscimento, considerato l’Oscar del turismo, è stato
consegnato in una cerimonia a cui hanno partecipato più di 300
rappresentanti del settore delle Americhe. “Siamo la principale
destinazione in Sud America – ha affermato con orgoglio il sindaco della
capitale ecuadoregna, Mayor Mauricio Rodas -. È un onore che apre
ulteriormente le porte al turismo per ammirare le nostre meraviglie”.
Quito, che ha ospitato l’evento, ha vinto anche le categorie “Green
destination” e “South America's Leading Tourist Board”. “È stato un
piacere venire qui – ha aggiunto il presidente dei World Travel Awards,
Graham Cooke -. Dal momento in cui siamo arrivati ci siamo sentiti a
casa. Anche e soprattutto grazie ai membri dell’ufficio del Turismo
locale”.
Per quanto riguarda le altre categorie del riconoscimento, al Perù sono andati i premi per miglior destinazione culturale, per il patrimonio storico e culinario del Sud America. Per quanto riguarda i meeting e le conferenze, è stata Medellin in Colombia a essere premiata come destinazione migliore dove svolgerli. “Gli elettori dei World Travel Awards – ha concluso Cooke -, hanno espresso le loro preferenze e selezionato ciò che c’è di meglio per quanto riguarda il turismo in America del Sud. Spero di congratularmi con tutti i nostri vincitori in Marocco, dove si terrà il gran finale del premio a novembre”. Gli Awards, infatti, dopo una prima selezione prevedono una competizione a livello regionale. I vincitori competono poi per il titolo mondiale di miglior destinazione turistica.
Il Velino
Per quanto riguarda le altre categorie del riconoscimento, al Perù sono andati i premi per miglior destinazione culturale, per il patrimonio storico e culinario del Sud America. Per quanto riguarda i meeting e le conferenze, è stata Medellin in Colombia a essere premiata come destinazione migliore dove svolgerli. “Gli elettori dei World Travel Awards – ha concluso Cooke -, hanno espresso le loro preferenze e selezionato ciò che c’è di meglio per quanto riguarda il turismo in America del Sud. Spero di congratularmi con tutti i nostri vincitori in Marocco, dove si terrà il gran finale del premio a novembre”. Gli Awards, infatti, dopo una prima selezione prevedono una competizione a livello regionale. I vincitori competono poi per il titolo mondiale di miglior destinazione turistica.
Il Velino
Vacanze: in castelli o sull'albero, l'alloggio piace strano
Nove viaggiatori su 10
vorrebbero soggiornare in un alloggio non convenzionale come un
castello, un'imbarcazione o una casa su un albero e sono tutti d'accordo
nell'affermare che sono le piccole cose, i dettagli, a incidere sul
grado di soddisfazione del loro soggiorno. Lo rivela un sondaggio di
Booking.com su un campione di quasi 39.000 viaggiatori provenienti da 9
Paesi (Stati Uniti, Canada, Australia, Francia, Germania, Italia,
Brasile, Cina e Giappone).
Ad esempio sebbene la qualità della prima colazione e la cortesia del personale siano senz'altro importanti per i viaggiatori di tutte le nazionalità, questi fattori non sono determinanti nella scelta finale della sistemazione. Soprattutto elementi secondari quali il design esclusivo, un set di cortesia di lusso o un centro spa/benessere, vengono visti come extra speciali e non come fattori principali che incidono sulla scelta. Particolare curioso che emerge dalla ricerca è che sui fattori determinati e su quelli ritenuti secondari si notano enormi differenze in base alla nazione di provenienza del viaggiatore.
Per i viaggiatori tedeschi, francesi e italiani, la presenza di un centro benessere nella struttura è più importante rispetto alle altre nazionalità e per tedeschi e brasiliani la colazione è fondamentale. A differenza delle altre nazionalità, per i viaggiatori cinesi il design esclusivo, i set di cortesia lussuosi e il servizio in camera sono fattori decisamente importanti.
I viaggiatori americani, australiani e canadesi danno più importanza a bevande e spuntini gratuiti, rispetto alle altre nazionalità, oltre a prestare particolarmente attenzione alla presenza del set per la preparazione di tè e caffè in camera, mentre per cinesi e brasiliani questo servizio è poco importante. La convenienza del prezzo è invece relativamente importante per tutte le nazionalità. In particolare, lo è in maggior misura per i viaggiatori cinesi e francesi e in minor misura per i tedeschi e gli italiani.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSAAd esempio sebbene la qualità della prima colazione e la cortesia del personale siano senz'altro importanti per i viaggiatori di tutte le nazionalità, questi fattori non sono determinanti nella scelta finale della sistemazione. Soprattutto elementi secondari quali il design esclusivo, un set di cortesia di lusso o un centro spa/benessere, vengono visti come extra speciali e non come fattori principali che incidono sulla scelta. Particolare curioso che emerge dalla ricerca è che sui fattori determinati e su quelli ritenuti secondari si notano enormi differenze in base alla nazione di provenienza del viaggiatore.
Per i viaggiatori tedeschi, francesi e italiani, la presenza di un centro benessere nella struttura è più importante rispetto alle altre nazionalità e per tedeschi e brasiliani la colazione è fondamentale. A differenza delle altre nazionalità, per i viaggiatori cinesi il design esclusivo, i set di cortesia lussuosi e il servizio in camera sono fattori decisamente importanti.
I viaggiatori americani, australiani e canadesi danno più importanza a bevande e spuntini gratuiti, rispetto alle altre nazionalità, oltre a prestare particolarmente attenzione alla presenza del set per la preparazione di tè e caffè in camera, mentre per cinesi e brasiliani questo servizio è poco importante. La convenienza del prezzo è invece relativamente importante per tutte le nazionalità. In particolare, lo è in maggior misura per i viaggiatori cinesi e francesi e in minor misura per i tedeschi e gli italiani.
Turismo: Borletti, ticket per turisti mordi e fuggi Venezia
Rilancia l'ipotesi di un
ticket per l'ingresso dei turisti 'mordi e fuggi' a Venezia Ilaria
Borletti Buitoni, sottosegretario ai Beni Culturali con delega al
Turismo ed ex presidente del Fai (Fondo per l'Ambiente Italiano).
"Non si può adattare Venezia al turismo, ma è il turismo che deve adattarsi a Venezia rispettandone le dimensioni e l'integrità" dice in un'intervista a 'La Nuova Venezia'. "Venezia - prosegue, affrontando una questione ormai da decenni al centro del dibattito - sta lentamente morendo di turismo, soffocata specie nei mesi estivi da visitatori mordi e fuggi in costante aumento che lasciano poco o nulla alla città e la stanno letteralmente consumando. Per questo penso che per salvaguardare questa città e i veneziani, ma anche un patrimonio del mondo, si debba pensare seriamente all'introduzione di un biglietto di ingresso alla città. Dovrebbero pagarlo tutti i turisti, tranne quelli che soggiornano a Venezia o che hanno meno di 25 anni e chi paga il ticket avrebbe diritto anche all'ingresso gratuito in uno dei musei cittadini, che oggi sono largamente sottovisitati in proporzione al numero di visitatori che ogni giorno affluisce in centro storici".
Secondo il sottosegretario, "in questo modo, oltre a regolare i flussi in entrata, si otterrebbero anche le risorse necessarie alla manutenzione della città e alla conservazione del suo patrimonio monumentale". Per Borletti Buitoni, nella città lagunare si fronteggiano due visioni opposte: una che ha a cura il suo mantenimento e la sua salvaguardia monumentale e l'altra di chi ha interesse solo "a vedere crescere a dismisura il numero delle presenze turistiche", "Io - dice - mi ritrovo nella prima" e il governo è pronto a fare la sua parte per aiutare la città "a restare se stessa, senza distruggersi".
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA"Non si può adattare Venezia al turismo, ma è il turismo che deve adattarsi a Venezia rispettandone le dimensioni e l'integrità" dice in un'intervista a 'La Nuova Venezia'. "Venezia - prosegue, affrontando una questione ormai da decenni al centro del dibattito - sta lentamente morendo di turismo, soffocata specie nei mesi estivi da visitatori mordi e fuggi in costante aumento che lasciano poco o nulla alla città e la stanno letteralmente consumando. Per questo penso che per salvaguardare questa città e i veneziani, ma anche un patrimonio del mondo, si debba pensare seriamente all'introduzione di un biglietto di ingresso alla città. Dovrebbero pagarlo tutti i turisti, tranne quelli che soggiornano a Venezia o che hanno meno di 25 anni e chi paga il ticket avrebbe diritto anche all'ingresso gratuito in uno dei musei cittadini, che oggi sono largamente sottovisitati in proporzione al numero di visitatori che ogni giorno affluisce in centro storici".
Secondo il sottosegretario, "in questo modo, oltre a regolare i flussi in entrata, si otterrebbero anche le risorse necessarie alla manutenzione della città e alla conservazione del suo patrimonio monumentale". Per Borletti Buitoni, nella città lagunare si fronteggiano due visioni opposte: una che ha a cura il suo mantenimento e la sua salvaguardia monumentale e l'altra di chi ha interesse solo "a vedere crescere a dismisura il numero delle presenze turistiche", "Io - dice - mi ritrovo nella prima" e il governo è pronto a fare la sua parte per aiutare la città "a restare se stessa, senza distruggersi".
In Val di Fiemme l’Apt offre il permesso per la raccolta a chi soggiorna tre notti
Luca Libardi, presidente dell'Associazione albergatori, fa il quadro generale della situazione. Senza giri di parole: «Si è sommato alla crisi questo meteo terribile: io spero si rimanga sotto il 10% di calo. Salendo in quota, però, la problematica si è acuita e mi riferisco ai rifugi. Qualche polemica sulle previsioni meteo ci può stare, ma è stato il luglio più piovoso dopo il 1921. Speriamo che almeno agosto tenga: una seconda metà d'agosto positiva non permetterà comunque di recuperare la clientela persa in luglio». Le prenotazioni - continua Libardi - «vanno a rilento: il meteo non si è stabilizzato e non c'è la fuga dal caldo in pianura. Ferragosto? No, il pieno non c'è: siamo attorno all'80%, ma parliamo del 14, 15 e 16. Nel 1983 il “minimum stay” era di tre settimane, adesso siamo sui tre giorni. Sono cambiate le abitudini degli ospiti: Ferragosto non è più “mitico” come una volta, quando bisognava farlo fuori casa e c’era il fermo totale dell'Italia».
Bruno Felicetti, direttore dell’Apt della Val di Fiemme, dispone di dati parziali: «La prima quindicina abbiamo avuto un -1,6% di arrivi e un -4% di presenze, però sulla seconda ci aspettiamo una “botta”. Credo che saremo sul -10/12%. Quanto ai fatturati di negozi e ristoranti, mi parlano di perdite attorno al 40-50%. Hanno sofferto soprattutto le attività all'aperto: bar, tennis rafting, noleggi bici... L'agosto si sta riempiendo ma il tutto esaurito non lo faremo neanche a Ferragosto. Speriamo che faccia caldo nella seconda metà». Si cerca di correre ai ripari con tutte le risorse a disposizione: «In luglio abbiamo mantenuto chi aveva già prenotato e chi era qui, grazie alle attività alternative. Le carte come “Fiemme emotion”, con gli impianti gratis, e la “Trentino guest card” che dà accesso a musei, castelli e mobilità sono molto piaciute. In settembre, invece, regaleremo il permesso di raccolta dei funghi a chi fa almeno tre notti. Un last-minute introdotto per provare a recuperare chi non è venuto a luglio e potrebbe farsi due o tre giorni prima dell'apertura delle scuole».
Sospira anche Marco Masè, presidente dell’Apt di Campiglio: «Luglio è un mese dove numeri piccoli fanno cambiare le percentuali in maniera elevata. Va preso con le molle, ma temo che i dati saranno negativi, come nelle altre valli del resto. I prossimi dieci giorni mi pare che ci sia lavoro, ma il tempo non ci sta aiutando».
Guarda al futuro Paola Toffol, presidente dell’Apt di San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi: «Faremo i conti alla fine, ma nel calo la clientela italiana ha inciso molto. Speriamo di recuperare nella seconda parte della stagione». La missione per tutti è di «investire di più e meglio sul mercato straniero. Nella nostra zona abbiamo un 80 - 20: l’obiettivo è pareggiare».
trentinocorrierealpi
Vacanze: da low cost a bambini, tutti i consigli per cellulari e itinerari. I consigli per auto e aereo e la guida per la salute in viaggio
a cura di Cinzia Conti
Un anno di lavoro alle spalle e tanta voglia di godersi il meritato riposo? Se fate parte di quei 28 milioni di italiani che potranno permettersi le ferie ecco qualche consiglio utile prima di mettersi in viaggio.
Se non avete ancora deciso la vostra meta date un'occhiata ai reportage di Ansa In Viaggio in Italia e nel Mondo. Se invece siete certi che volete il mare potete sempre scegliere la spiaggia dalla top 20 di Legambiente. E soprattutto occhio alla privacy e tra selfie e social attenzione alle situazioni imbarazzanti sotto l'ombrellone.
LE IDEE PER RISPARMIARE - Passiamo al grande problema crisi: si parte con l'idea di vacanze offline e detox da cellulare e computer ma quanti riescono veramente a farlo? Pochi. Quindi un decalogo sugli errori da evitare per risparmiare con il cellulare può sempre essere utile. E se la meta è l'America occhio alle nuove regole della Tsa e niente cellulari e Ipad scarichi alla partenza.
In valigia, poi, saranno utili sia i pezzi d'abbigliamento giusto (pochi ma strategici) sia dei buoni libri come compagni di viaggio.
I CONSIGLI PER AEREI E AUTO - C'è un volo di mezzo? Fate pure gli scongiuri ma date un'occhiata a cosa fare in caso di perdita o danneggiamento dei vostri bagagli.
Invece chi andrà in auto fuori dai confini nazionali tenga presente le regole che cambiano da paese a paese.
LA GUIDA PER VIAGGI SANI E SICURI - Infine che siano meduse o jet lag non permettete a nulla di rovinarvi la vacanza e date un'occhiata alla guida per fare viaggi sani e sicuri (dai consigli per bambini alle dritte per le future mamme alle malattie infettive).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSAUn anno di lavoro alle spalle e tanta voglia di godersi il meritato riposo? Se fate parte di quei 28 milioni di italiani che potranno permettersi le ferie ecco qualche consiglio utile prima di mettersi in viaggio.
Se non avete ancora deciso la vostra meta date un'occhiata ai reportage di Ansa In Viaggio in Italia e nel Mondo. Se invece siete certi che volete il mare potete sempre scegliere la spiaggia dalla top 20 di Legambiente. E soprattutto occhio alla privacy e tra selfie e social attenzione alle situazioni imbarazzanti sotto l'ombrellone.
LE IDEE PER RISPARMIARE - Passiamo al grande problema crisi: si parte con l'idea di vacanze offline e detox da cellulare e computer ma quanti riescono veramente a farlo? Pochi. Quindi un decalogo sugli errori da evitare per risparmiare con il cellulare può sempre essere utile. E se la meta è l'America occhio alle nuove regole della Tsa e niente cellulari e Ipad scarichi alla partenza.
In valigia, poi, saranno utili sia i pezzi d'abbigliamento giusto (pochi ma strategici) sia dei buoni libri come compagni di viaggio.
I CONSIGLI PER AEREI E AUTO - C'è un volo di mezzo? Fate pure gli scongiuri ma date un'occhiata a cosa fare in caso di perdita o danneggiamento dei vostri bagagli.
Invece chi andrà in auto fuori dai confini nazionali tenga presente le regole che cambiano da paese a paese.
LA GUIDA PER VIAGGI SANI E SICURI - Infine che siano meduse o jet lag non permettete a nulla di rovinarvi la vacanza e date un'occhiata alla guida per fare viaggi sani e sicuri (dai consigli per bambini alle dritte per le future mamme alle malattie infettive).
Vademecum per viaggi sani e sicuri
Estate: viaggi sani e sicuri, consigli per le vacanze dalle meduse al jet lag
La salute non va mai in vacanza
di Stefania Passarella
Dai rimedi per il jet leg ai consigli per le punture di insetti e meduse, passando per le precauzioni per affrontare il caldo, i pro e i contro di una "vacanza offline" e le opportunità del turismo accessibile: quando si viaggia, e in particolare in estate, la salute non va in vacanza. Avere a portata di mano o di clic qualche consiglio può essere utile per tutti i turisti che vogliono affrontare i viaggi serenamente anche dal punto di vista della salute e del benessere. Da quest'anno poi sono a disposizione una serie di app, che danno tante indicazioni utili (dal trovare le farmacie di turno in vacanza al misurare la febbre e la pressione).
Il buonsenso è la regola principale sia per evitare incidenti in vacanza, sia per affrontare le piccole-grandi emergenze in cui i turisti possono incappare, in Italia e all'estero. Ad esempio è questo il consiglio principale dei ginecologi per le donne in gravidanza che viaggiano e che dovrebbero comportarsi proprio come se fossero già madri di un neonato, evitando quindi trasgressioni e destinazioni estreme. Oltre a stare attente all'alimentazione, eliminando dalla propria dieta i crudi, ai problemi di circolazione e ad alcune precauzioni da adottare in aereo, evitando di volare dalla 32/ma settimana in poi.
Per i bambini c'è qualche accortezza in più. Evitare il sole nelle ore più calde della giornata, idratarsi con frutta e verdura di stagione, cautela negli sport, massima vigilanza quando si fa il bagno al mare o al lago e rispettare il codice della strada, in particolare per quanto riguarda l'obbligo per i più piccoli di sedersi nell'apposito seggiolino. Non c'è da essere ansiosi, basta seguire pochi accorgimenti per vivere una vacanza rilassata e serena. Anche se questi ultimi consigli saranno utili per tutti quando arriverà il consueto caldo estivo.
Per gli anziani in partenza i medici consigliano una visita geriatrica per stilare un programma preventivo personalizzato un mese prima. Una valutazione generale delle condizioni di salute è sempre importante perché per questa fascia di popolazione anche rimanere in città al caldo, in solitudine, senza i servizi assistenziali che si riducono nel periodo estivo e senza i familiari, può essere dannoso.
"No panico" è un'altra regola d'oro quando ci si trova a dover affrontare incontri ravvicinati con insetti o altri animali, dalle meduse ai serpenti. In Italia casi gravi si verificano raramente e non esistono specie così velenose in grado di provocare decessi istantanei. I casi più a rischio – ma anche i più rari – sono quelli dei morsi da serpenti, ma la quantità di veleno inoculata dalle specie nostrane nella persona adulta non basta normalmente a provocare decesso. Più a rischio i bambini, perché la massa corporea è minore rispetto a quella di un adulto, ma anche in questi casi se si agisce tempestivamente le eventualità più gravi possono essere scongiurate.
Diverso il caso di alcune specie di serpenti negli Usa o in Africa: chi va in vacanza in mete esotiche e potenzialmente 'selvagge' deve affidarsi alle guide locali per le escursioni. Imprescindibile in questi casi informarsi preventivamente sul Paese di destinazione. Dall'Africa all'Asia, al Sud America: le mete esotiche sono fra le più affascinanti e 'sognate' dai viaggiatori di tutto il mondo, ma sono quelle più impegnative anche per quanto riguarda l'organizzazione pre-partenza, in primis quella sanitaria. Dai vaccini, ove necessari, alle accortezze da rispettare in fatto di igiene e alimentazione: così non ci si rovina la vacanza tanto desiderata.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSADai rimedi per il jet leg ai consigli per le punture di insetti e meduse, passando per le precauzioni per affrontare il caldo, i pro e i contro di una "vacanza offline" e le opportunità del turismo accessibile: quando si viaggia, e in particolare in estate, la salute non va in vacanza. Avere a portata di mano o di clic qualche consiglio può essere utile per tutti i turisti che vogliono affrontare i viaggi serenamente anche dal punto di vista della salute e del benessere. Da quest'anno poi sono a disposizione una serie di app, che danno tante indicazioni utili (dal trovare le farmacie di turno in vacanza al misurare la febbre e la pressione).
Il buonsenso è la regola principale sia per evitare incidenti in vacanza, sia per affrontare le piccole-grandi emergenze in cui i turisti possono incappare, in Italia e all'estero. Ad esempio è questo il consiglio principale dei ginecologi per le donne in gravidanza che viaggiano e che dovrebbero comportarsi proprio come se fossero già madri di un neonato, evitando quindi trasgressioni e destinazioni estreme. Oltre a stare attente all'alimentazione, eliminando dalla propria dieta i crudi, ai problemi di circolazione e ad alcune precauzioni da adottare in aereo, evitando di volare dalla 32/ma settimana in poi.
Per i bambini c'è qualche accortezza in più. Evitare il sole nelle ore più calde della giornata, idratarsi con frutta e verdura di stagione, cautela negli sport, massima vigilanza quando si fa il bagno al mare o al lago e rispettare il codice della strada, in particolare per quanto riguarda l'obbligo per i più piccoli di sedersi nell'apposito seggiolino. Non c'è da essere ansiosi, basta seguire pochi accorgimenti per vivere una vacanza rilassata e serena. Anche se questi ultimi consigli saranno utili per tutti quando arriverà il consueto caldo estivo.
Per gli anziani in partenza i medici consigliano una visita geriatrica per stilare un programma preventivo personalizzato un mese prima. Una valutazione generale delle condizioni di salute è sempre importante perché per questa fascia di popolazione anche rimanere in città al caldo, in solitudine, senza i servizi assistenziali che si riducono nel periodo estivo e senza i familiari, può essere dannoso.
"No panico" è un'altra regola d'oro quando ci si trova a dover affrontare incontri ravvicinati con insetti o altri animali, dalle meduse ai serpenti. In Italia casi gravi si verificano raramente e non esistono specie così velenose in grado di provocare decessi istantanei. I casi più a rischio – ma anche i più rari – sono quelli dei morsi da serpenti, ma la quantità di veleno inoculata dalle specie nostrane nella persona adulta non basta normalmente a provocare decesso. Più a rischio i bambini, perché la massa corporea è minore rispetto a quella di un adulto, ma anche in questi casi se si agisce tempestivamente le eventualità più gravi possono essere scongiurate.
Diverso il caso di alcune specie di serpenti negli Usa o in Africa: chi va in vacanza in mete esotiche e potenzialmente 'selvagge' deve affidarsi alle guide locali per le escursioni. Imprescindibile in questi casi informarsi preventivamente sul Paese di destinazione. Dall'Africa all'Asia, al Sud America: le mete esotiche sono fra le più affascinanti e 'sognate' dai viaggiatori di tutto il mondo, ma sono quelle più impegnative anche per quanto riguarda l'organizzazione pre-partenza, in primis quella sanitaria. Dai vaccini, ove necessari, alle accortezze da rispettare in fatto di igiene e alimentazione: così non ci si rovina la vacanza tanto desiderata.
Concorso fotografico in omaggio a Napoli tra arte e gastronomia. L'oro di Napoli in una foto
di SALVATORE TUCCILLO
Napoli- metropolisweb.it
Descrivere l’amore per Napoli attraverso fotografie da mostrare a chi
arriva o parte dalla città. Foto che saranno esposte all’aeroporto di
Capodichino grazie alla collaborazione tra Dieffe Comunicazione e la
Gesac. Per realizzare questo progetto l'Associazione Medeaterranea ha
organizzato un concorso fotografico che ha per tema i luoghi più
emblematici della città ed un prodotto tipico regionale. Coniugando, in
modo artistico, scorci, monumenti e opere d'arte con i prodotti
enogastronomici di punta: pasta, caffè, farina, limoni e limoncello,
pomodori, vini e mozzarella. Una commissione di grandi fotografi,
artisti ed esperti delle Belli Arti, sceglierà le 15 immagini migliori
da esporre presso l'Aeroporto di Napoli. Una mostra che poi viaggerà tra
varie capitali del mondo. Gli autori delle 3 immagini che riceveranno
più apprezzamenti, si aggiudicheranno altrettanti premi. L’obiettivo del
concorso, che si inserisce nell'ambito del “Premio Medeaterranea” che
si svolgerà a Napoli il 21 e 22 novembre, è quello di valorizzare la
città come realtà turistica, con le sue bellezze artistiche, ma anche di
promuovere i prodotti enogastronomici di qualità della Campania.
L’iscrizione è gratuita e prevede due sezioni: una professionale,
l'altra amatoriale. Gli scatti dovranno contenere un prodotto
enogastronomico tipico che dovrà essere contestualizzato in un sito
rappresentativo di Napoli. Possono partecipare maggiorenni di qualsiasi
nazionalità ma residenti in Italia. Le immagini, in formato jpg,
dovranno essere inoltrate all’indirizzo email
medeaterranea2014@gmail.com entro il 31 ottobre 2014. I parametri di
valutazione saranno: coerenza con il tema del concorso; Originalità e
creatività; Qualità tecnica della fotografia proposta. Ogni concorrente
potrà partecipare con un solo scatto.
Salta il Roccella Jazz Festival 2014
Il tanto atteso Roccella Jazz International Festival 2014 che avrebbe fatto vibrare i cuori degli amanti del jazz, giunto alla sua 34’ edizione, viene rinviato a data da destinarsi “per gravi problemi economici causati da ritardi nei pagamenti da parte dei vari Enti Patrocinatori”, si legge nella lettera di disdetta inviata agli artisti ospiti. Sarebbe dovuto partire domani (lunedì 11 Agosto) accompagnando l’estate calabrese fino a sabato 23 Agosto. I direttori artistici Vincenzo Staiano e Paola Pinchiera, con il programma Rumori Mediterranei, erano riusciti a raggiungere la prestigiosa rivista jazz Down Beat che porterà ancora più notorietà al già celebre festival.
La manifestazione calabrese, che nelle passate edizioni ha ospitato personaggi del calibro di Ornette Coleman, Cecil Taylor, Jan Garbarek, Chick Corea, Bill Frisell, Michael Brecker, Steve Lacy, Lester Bowie, quest’anno ha organizzato 37 concerti suddivisi per i 13 giorni previsti da cartellone.
Nella meravigliosa cornice di Roccella Jonica ed esteso a tutta la Provincia di Reggio Calabria, il festival prevedeva un ricco calendario: il giorno 11 il sipario si sarebbe dovuto aprire per Hamid Drake in una esibizione con Paolo Angeli e Enrico Rava uno dei nomi più autorevoli del Jazz italiano con il suo New 4et. Mercoledì 13 erano previsti Simone Graziano e David Binney, Lewis Porter, Furio di Castri e Fabrizio Sferra con il loro Italian Encounter e ancora Emanuele Parrini con il suo violino.
Il Festival che riunisce tanti appassionati compositori e maestri del genere jazz, non avrebbe nemmeno trascurato di coinvolgere i nomi più prestigiosi provenienti da tutto il globo: il sassofonista e compositore David Murray, il bassista inglese David Holland che ha lavorato a fianco di Miles Davis, il ceco Miroslav Vitous con il suo contrabbasso accompagnato dalla chitarra di John Abercrombie, Chico Freeman con le avanguardiste melodie del suo sax e tra gli altrettanti nomi illustri sarebbe dovuta essere presente, per nell’unica data italiana del 23 Agosto, la Sun Ra Arkestra.
Per non parlare delle giovani promesse del Jazz italiano e internazionale che si sarebbero dovute esibire sul palco del Festival: giorno 12 Giovanni Guidi e Gianluca Petrella, il 14 Luca Aquino, Ciccio Merolla il 16, il 17 Gerry Lopez e il 22 Agosto, colei che è definita la più promettente interprete del jazz, Sofia Rei con il suo trio.
Data l’ormai consolidata fama della manifestazione e visto il programma tutto mediterraneo non avevano trascurato le commistioni culturali nemmeno quest’anno, dopo Turchia e Israele, la scelta del tema del festival è ricaduta sulla cultura spagnola con El Yaz Y Paco. Dopo un omaggio al grande Paco De Lucia, sarebbe dovuto toccare al MBM trio di Baldo Martinez al Basso, Antonio Bravo alla chitarra e Lucia Martinez alla batteria il 12, Perico Sambeat avrebbe fatto la sua comparsa il 14, Agustì Fernandez il 19 e Josè Luis Gutierres il 23.
Che non si dica che il Roccella Jazz Festival dimentica il passato e le sue origini, per questa edizione erano state organizzate infatti numerose dediche ai più grandi compositori e musicisti di tutti i tempi, oltre a quella già citata a Paco De Lucia, è stata composta La Follia secondo Trovesi affidata dalla direzione artistica a Gianluigi Trovesi per celebrare il venticinquesimo anniversario di uno dei capolavori della musica jazz, Folia-The Roccella Variations composta nel 1989 da George Russell per il festival. A chiudere la manifestazione ci sarebbe stato l’omaggio della Sun Ra Arkestra, sotto la direzione del neo-novantenne Marshall Allen, per il proprio fondatore Sun Ra, scomparso nel 1993, celebrandone il centesimo anniversario della sua nascita.
Per posizione geografica questa costa calabrese è da sempre oggetto di sbarchi clandestini provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa, terza meta in Italia più colpita dal fenomeno, verso il Porto delle Grazie di Roccella Jonica e in questa edizione si voleva far riflettere anche sul tema dell’immigrazione. Pensando di sensibilizzare l’opinione pubblica con mostre fotografiche e video proiezioni, oltre che con alcuni concerti, come quello della Provisional Emigrè Orchestra, neo-orchestra formata da immigrati, che il 19 agosto si sarebbe esibita accompagnata da Raul Colosimo.
L’impegno della direzione artistica, ora rivolto all’ottenimento dei fondi necessari, aveva in programma anche un ampio ciclo di seminari e masterclass, tenuti da prestigiosi musicisti-docenti ospiti al Festival, corsi di fotografia, vari happening musicali e tante altre iniziative. Si attende ora di scoprire quali saranno le nuove date.
di Francesca Colica - Futuro Europa
Bandiere nere in montagna
Il più grande Parco Nazionale d’Italia, quello dello Stelvio, sta
scomparendo. Proprio come uno dei camosci, degli stambecchi, o degli
orsi, che fino ad oggi aveva invece tutelato. Anche i parchi regionali
sono in via d’estinzione. E persino il Corpo Forestale dello Stato sta
per finire smembrato, a seguito di una iniziativa, del Governo Renzi:
l’art. 7 del Ddl ‘Riorganizzazione delle Amministrazioni Pubbliche’
(oggetto di una petizione
di Legambiente, Greenpeace, Libera e Slowfood). Insomma, una autentica
alluvione di carte bollate sta investendo le aree naturali italiane di
pregio, a cominciare da quella ‘eccellenza ambientale’ che è costituita
dalla montagna alpina. A denunciarlo è La Carovana delle Alpi di
Legambiente, equivalente montanino della più nota Goletta Verde, che ha
da poco assegnato le Bandiere Nere
alle più significative aggressioni al patrimonio naturale ed
economico-sociale delle Alpi italiane. Ebbene, la prima Bandiera Nera è
stata assegnata alle segreterie del Pd e del Sudtiroler Volks Partei
‘per la proposta da parte del SVP e la condiscendenza del PD a un
processo di scissione e declassamento del più grande Parco Nazionale
delle Alpi’. Un Parco nato come bene nazionale, appunto, fondato nel
1935 e che si estende in Trentino, Alto Adige e Lombardia. Essendo
inter-regionale in quanto Nazionale, il Parco dello Stelvio sfugge agli
appetiti localistici, sostenuti dai partiti locali, fomentati dal Titolo
V e subito palesati con l’entrata in vigore del nuovo articolo: il
primo tentativo di ridurre il Parco dello Stelvio in spezzatino è
infatti del 2010, quando un decreto del Consiglio dei Ministri
pro-frammentazione del Parco ‘coincise’ con l’astensione del SVP sulla
Fiducia, che tenne in piedi il IV Governo Berlusconi. Quel tentativo fu
reso nullo, per asimmetrie ordinamentali tra Trentino Alto Adige e
Lombardia, dal Presidente Napolitano. Un altro attacco al Parco coincise
con la debolezza del Governo Letta e del PD. Ma ora, Renzi i numeri per
governare ce li ha.
Le Bandiere Nere 2014 sono state per tutti. In Friuli-Venezia Giulia per il Presidente della società “Carnia Welcome” ‘per le assurde affermazioni a favore delle manifestazioni motoristiche in alta quota’. In Veneto alla C.T.P.A.C. (Commissione Tecnica Provinciale per Attività di Cava) di Verona. Motivazione: ‘per aver espresso tre pareri favorevoli ad altrettante richieste di ampliamento di attività estrattive in aree ad elevato rischio ambientale, e già soggette ad indagini da parte della Procura della Repubblica di Verona’.In Trentino alla Comunità di Valle delle Giudicarie, che ’intende realizzare un pesante sacrificio di territorio, di paesaggio e di naturalità, ipotizzando consistenti e impattanti ampliamenti delle aree sciabili in zone di grande pregio ambientale e paesaggistico fra la val Rendena e la val di Sole. In particolare, la zona di Serodoli e la val Nambino’ (dove, si vede in un video sul sito di Legambiente, si vuole ‘cancellare’ il Lago Nero per farvi passare una pista da sci, nei pressi di Madonna di Campiglio. Con CIPRA Italia, FAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, PAN – EPPAA, WWF, Legambiente ha lanciato su questo caso una petizione.
In Lombardia, alla Provincia di Lecco ‘per aver previsto il potenziamento del demanio sciabile di Moggio-Artavaggio e di quello Bobbio-Valtorta attraverso il loro collegamento tramite tunnel’. Questo mentre la Regione Lombardia punta, invece, sullo sviluppo sostenibile della sua montagna. Sempre in Lombardia, Bandiera Nera all’Amministrazione del Comune di Schilpario ‘per non avere attuato in maniera efficace la regolamentazione dell’utilizzo di motoslitte, in spregio a qualsiasi regola di buon senso capace di preservare il turismo dolce e di qualità’. In Piemonte, Bandiera Nera al comune di Exilles ‘per la perseveranza con cui opera nell’intento di trasformare il piano regolatore, adibendo a zona edificabile un terreno instabile e soggetto a forte rischio di alluvioni’. In Val d’Aosta Bandiera Nera all’Amministrazione comunale di Valtournenche ‘per lo studio di fattibilità per nuovi collegamenti sciistici (tra la Valtournenche e la Val d’Ayas), che, se realizzati distruggerebbero l’ultimo lembo non compromesso del versante sud del Monte Rosa, ma che ha lo scopo reale di rilanciare cementificazione e speculazione edilizia. Il tutto ‘appoggiandosi su fondi del progetto Interreg Alpinks, finanziato dall’Unione Europea’.
Peccato per le tante ‘bandiere verdi’, le buone pratiche citate dalla Carovana, ma anche per le iniziative positive per una Montagna sostenibile come quelle del Piemonte a favore del moderno ed ecocompatibile escursionismo che però faticano a trovare finanziamenti mentre la Svizzera sull’escursionismo sta puntando alla grande. E sempre in Piemonte si riesce a proporre la costruzione di nuove strade nei boschi incontaminati delle Valli di Lanzo, come la ‘pista del Pasé’.
Il fatto è che in alcune aree alpine si continua a riproporre, fuori tempo, un modello di sviluppo dell’economia ‘autofago’, che distrugge cioè la risorsa stessa su cui si fonda: l’ambiente naturale. Un modello centrato sullo sci, vecchio di trent’anni e non sostenibile, né per l’ambiente montano, già sfruttato al limite, né per le attività economiche esistenti, tradizionali, di piccole dimensioni ed ecocompatibili, alle quali giorno per giorno sottrae reddito. Basti pensare a quello che è successo in quella sorta di santuario delle Dolomiti che era un tempo l’Alpe di Siusi, dove i gestori di malghe e alpeggi insieme ad alcune amministrazioni come il Comune di Ortisei e l’associazione Pro SeiserAlm hanno combattuto invano contro gli ‘ampliamenti’ di cubature concessi dal Comune di Castelrotto: ampliamenti che hanno trasformato i precedenti piccoli alberghi in grandi strutture al servizio dei nuovi, onnipresenti impianti di risalita, come documentato dai numerosi articoli sul tema del quotidiano Alto Adige e da L’Espresso-Repubblica online. Tutto in barba alla recente inclusione delle Dolomiti nel Patrimonio dell’Unesco, peraltro sempre citata come fiore all’occhiello nel materiale pubblicitario della località alpina. Il caso dell’Alpe di Siusi passerà alla storia e continuerà ad essere citato dagli amanti e dai turisti della montagna fin quando durerà il cemento, e non solo grazie alle foto e al passaparola dei social: siamo nella Terra dei Fanes, gli antenati dei Ladini, che sconfitti dalle armate che invadevano le Valli si ritirarono sugli Altipiani; ma che, tremila anni dopo, sono vivissimi nella memoria tosta dei Montanari. Quelli veri.
©Futuro Europa®
Le Bandiere Nere 2014 sono state per tutti. In Friuli-Venezia Giulia per il Presidente della società “Carnia Welcome” ‘per le assurde affermazioni a favore delle manifestazioni motoristiche in alta quota’. In Veneto alla C.T.P.A.C. (Commissione Tecnica Provinciale per Attività di Cava) di Verona. Motivazione: ‘per aver espresso tre pareri favorevoli ad altrettante richieste di ampliamento di attività estrattive in aree ad elevato rischio ambientale, e già soggette ad indagini da parte della Procura della Repubblica di Verona’.In Trentino alla Comunità di Valle delle Giudicarie, che ’intende realizzare un pesante sacrificio di territorio, di paesaggio e di naturalità, ipotizzando consistenti e impattanti ampliamenti delle aree sciabili in zone di grande pregio ambientale e paesaggistico fra la val Rendena e la val di Sole. In particolare, la zona di Serodoli e la val Nambino’ (dove, si vede in un video sul sito di Legambiente, si vuole ‘cancellare’ il Lago Nero per farvi passare una pista da sci, nei pressi di Madonna di Campiglio. Con CIPRA Italia, FAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, PAN – EPPAA, WWF, Legambiente ha lanciato su questo caso una petizione.
In Lombardia, alla Provincia di Lecco ‘per aver previsto il potenziamento del demanio sciabile di Moggio-Artavaggio e di quello Bobbio-Valtorta attraverso il loro collegamento tramite tunnel’. Questo mentre la Regione Lombardia punta, invece, sullo sviluppo sostenibile della sua montagna. Sempre in Lombardia, Bandiera Nera all’Amministrazione del Comune di Schilpario ‘per non avere attuato in maniera efficace la regolamentazione dell’utilizzo di motoslitte, in spregio a qualsiasi regola di buon senso capace di preservare il turismo dolce e di qualità’. In Piemonte, Bandiera Nera al comune di Exilles ‘per la perseveranza con cui opera nell’intento di trasformare il piano regolatore, adibendo a zona edificabile un terreno instabile e soggetto a forte rischio di alluvioni’. In Val d’Aosta Bandiera Nera all’Amministrazione comunale di Valtournenche ‘per lo studio di fattibilità per nuovi collegamenti sciistici (tra la Valtournenche e la Val d’Ayas), che, se realizzati distruggerebbero l’ultimo lembo non compromesso del versante sud del Monte Rosa, ma che ha lo scopo reale di rilanciare cementificazione e speculazione edilizia. Il tutto ‘appoggiandosi su fondi del progetto Interreg Alpinks, finanziato dall’Unione Europea’.
Peccato per le tante ‘bandiere verdi’, le buone pratiche citate dalla Carovana, ma anche per le iniziative positive per una Montagna sostenibile come quelle del Piemonte a favore del moderno ed ecocompatibile escursionismo che però faticano a trovare finanziamenti mentre la Svizzera sull’escursionismo sta puntando alla grande. E sempre in Piemonte si riesce a proporre la costruzione di nuove strade nei boschi incontaminati delle Valli di Lanzo, come la ‘pista del Pasé’.
Il fatto è che in alcune aree alpine si continua a riproporre, fuori tempo, un modello di sviluppo dell’economia ‘autofago’, che distrugge cioè la risorsa stessa su cui si fonda: l’ambiente naturale. Un modello centrato sullo sci, vecchio di trent’anni e non sostenibile, né per l’ambiente montano, già sfruttato al limite, né per le attività economiche esistenti, tradizionali, di piccole dimensioni ed ecocompatibili, alle quali giorno per giorno sottrae reddito. Basti pensare a quello che è successo in quella sorta di santuario delle Dolomiti che era un tempo l’Alpe di Siusi, dove i gestori di malghe e alpeggi insieme ad alcune amministrazioni come il Comune di Ortisei e l’associazione Pro SeiserAlm hanno combattuto invano contro gli ‘ampliamenti’ di cubature concessi dal Comune di Castelrotto: ampliamenti che hanno trasformato i precedenti piccoli alberghi in grandi strutture al servizio dei nuovi, onnipresenti impianti di risalita, come documentato dai numerosi articoli sul tema del quotidiano Alto Adige e da L’Espresso-Repubblica online. Tutto in barba alla recente inclusione delle Dolomiti nel Patrimonio dell’Unesco, peraltro sempre citata come fiore all’occhiello nel materiale pubblicitario della località alpina. Il caso dell’Alpe di Siusi passerà alla storia e continuerà ad essere citato dagli amanti e dai turisti della montagna fin quando durerà il cemento, e non solo grazie alle foto e al passaparola dei social: siamo nella Terra dei Fanes, gli antenati dei Ladini, che sconfitti dalle armate che invadevano le Valli si ritirarono sugli Altipiani; ma che, tremila anni dopo, sono vivissimi nella memoria tosta dei Montanari. Quelli veri.
©Futuro Europa®
di Francesco P. Mancini | 10 agosto 2014
Spazio Il satellite Planck svela la prima luce dell'Universo
Lo osservammo da vicino quando si trovava nella 'sala pulita'
degli stabilimenti francesi di Thales Alenia Space a Cannes, subito
prima del trasferimento allo spazioporto di Kourou. Il protagonista di
queste nuove, importanti scoperte e della mappa più dettagliata finora
realizzata dell’Universo è il satellite Planck dell’Agenzia Spaziale
Europea (ESA), sormontato dal suo grande telescopio. Il lancio avvenne
il 14 maggio 2009 con un razzo vettore Ariane 5, insieme ad un altro
importante satellite scientifico europeo, l’osservatorio spaziale
Hershel: «Sono circa sessanta i ricercatori dell’Inaf coinvolti
nell’esperimento - spiega Nazzareno Mandolesi - tra le Università di
Milano, Roma Tor Vergata, Pisa e Bologna, che studiano i dati ricevuti.
Dati che sono estremamente più dettagliati rispetto a quelli ricevuti
negli anni scorsi dal suo predecessore, il satellite americano Cobe».
Il satellite, per permettere ai suoi strumenti di operare
correttamente, funziona con una temperatura interna che per alcuni
strumenti arriva a -273 gradi centigradi, quindi prossima allo zero
assoluto. Si tratta di quella sorta di 'membrana' molto sensibile,
capace di rivelare i segnali testimoni della nascita dell’universo.
Scrutare indietro nel tempo, con un viaggio nello spazio e nel tempo, in grado di farci vedere la fase iniziale della formazione dell’universo. Può sembrare il leit motiv di un film di fantascienza, ma è realtà. Non è possibile farlo con l’occhio umano naturalmente, ma tramite i sofisticati sensori, gli occhi elettronici, di uno strumento scientifico realizzato da un gruppo di ricercatori italiani, che si trova a bordo del satellite "Planck", dell’ESA europea, lanciato nello spazio nel 2009. Questo apparato, che ha la sigla LFI (sigla che sta per "Strumento a bassa frequenza") insieme ad un innovativo apparato di raffreddamento a 250 gradi centigradi sotto lo zero, è stato realizzato, con l’importante contributo di scienziati italiani, da un consorzio internazionale di università, istituti di ricerca e industrie di dieci nazioni, guidato da un italiano, lo scienziato Nazzareno Mandolesi.
Assieme all’apparato (HFI), ad alta frequenza realizzato anch’esso da un Consorzio internazionale a guida francese, LFI rappresenta una parte più consistente, in termini scientifici, della missione, che negli ultimi tre anni ha "scrutato" nello spazio-tempo per avere informazioni sempre più precise sulla nascita dell’universo, e sui primi istanti della sua formazione, circa 380 mila anni dopo il Big Bang. Che sembrano tanti, ma in termini cosmologici, si tratta della prima luce dell’universo subito dopo la "grande esplosione" iniziale! Nel paragone con la vita dell’uomo Planck fotografa le prime 20 ore di vita.
Acquisita dal satellite Planck, di recente è stata svelata la mappa più dettagliata mai realizzata finora della "prima luce dell’universo", la cosiddetta radiazione di fondo cosmico a microonde, rivelando l’esistenza di caratteristiche che sfidano le fondamenta delle nostre attuali conoscenze dell’Universo. La nuova immagine, a tutto cielo, è relativa alla luce più vecchia nel nostro Universo, impressa nel cielo quando aveva solo 380.000 anni e ci rivela, come in una copia carbone, lo stato delle materia, più o meno addensata, che ha dato origine al meraviglioso universo che oggi abbiamo il privilegio dii osservare.
«Fino a quel tempo - spiega Mandolesi - l’Universo giovane era costituito da una sorta di zuppa bollente caldissima e densa di particelle elementari, protoni, elettroni e fotoni fra loro interagenti che, come in un giorno di nebbia rendeva tutto impenetrabile. Per un prodigio di natura però esso si stava espandendo e, come un gas si raffreddava. Raggiunta la temperatura di circa 2.700 gradi centigradi, i protoni e gli elettroni hanno iniziato a combinarsi tra loro per formare atomi di idrogeno: le interazioni radiazione materia sono diminuite drasticamente e la "nebbia" dipanandosi ha permesso alla luce di espandersi e arrivare fino a noi oggi, praticamente inalterata nelle sue caratteristiche a parte la sua temperatura che a causa dell’espansione è oggi diminuita di 1000 volte. Oggi questa luce oggi è visibile alle lunghezza d’onda delle microonde e la sua temperatura è di soli 2.7 gradi sopra lo zero assoluto».
Per certi aspetti, è stato un po’ come togliere il velo sull’universo. La più recente mappa di Planck è più dettagliata rispetto a quella elaborata precedentemente, nell’estate 2010. E c’è anche la carta d’identità: l’Universo ha 13,8 miliardi di anni. I risultati ottenuti da Planck sono stati presentati da un team di ricercatori, tra i quali lo stesso Mandolesi, dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica dell’Inaf di Bologna e dell’Università di Ferrara, che è a capo del team (circa 90 istituti, università e centri di ricerca di tutto il mondo) che ha realizzato lo strumento LFI a bassa energia, un apparato realizzato con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana e che partecipa all’analisi dei dati tuttora in corso.
Per la nostra galassia, la Via Lattea, è stata di recente realizzata da Planck una mappa dell’emissione delle polveri, prodotte dalle stelle alla fine della loro vita, e poi sparse nel mezzo interstellare. Ed è stata realizzata anche una mappa dell’emissione degli elettroni liberi presenti tra le stelle. Per il cosmo intergalattico è stata realizzata una mappa della radiazione diffusa dal gas caldissimo degli ammassi di galassie, anche da quelli talmente lontani da non essere mai stati osservati prima. Infine, è stata separata anche la mappa della radiazione prodotta nei primi istanti dopo il Big Bang, il fondo cosmico di microonde, la cui immagine permette di stabilire la geometria, la composizione e l’evoluzione dell’universo a grande scala.
«Nuovi e più eclatanti risultati sono attesi da Planck alla fine di ottobre 2014 - ci anticipa Mandolesi - e saremo noi stessi stupiti da quanto ci aspettiamo».
Aggiunge lo scienziato di origini marchigiane: «Ma è il caso che ha generato l’Universo, la natura, l’uomo? Perché la natura è così, direi scientificamente, perfetta? Io credo ad una risposta: cos’è il Big Bang se non la Creazione? Se penso ad una creazione non posso fare a meno di pensare ad un Creatore. Non posso immaginare che il caso sia alla base di tutte le meraviglie della vita che ci circondano».
Scrutare indietro nel tempo, con un viaggio nello spazio e nel tempo, in grado di farci vedere la fase iniziale della formazione dell’universo. Può sembrare il leit motiv di un film di fantascienza, ma è realtà. Non è possibile farlo con l’occhio umano naturalmente, ma tramite i sofisticati sensori, gli occhi elettronici, di uno strumento scientifico realizzato da un gruppo di ricercatori italiani, che si trova a bordo del satellite "Planck", dell’ESA europea, lanciato nello spazio nel 2009. Questo apparato, che ha la sigla LFI (sigla che sta per "Strumento a bassa frequenza") insieme ad un innovativo apparato di raffreddamento a 250 gradi centigradi sotto lo zero, è stato realizzato, con l’importante contributo di scienziati italiani, da un consorzio internazionale di università, istituti di ricerca e industrie di dieci nazioni, guidato da un italiano, lo scienziato Nazzareno Mandolesi.
Assieme all’apparato (HFI), ad alta frequenza realizzato anch’esso da un Consorzio internazionale a guida francese, LFI rappresenta una parte più consistente, in termini scientifici, della missione, che negli ultimi tre anni ha "scrutato" nello spazio-tempo per avere informazioni sempre più precise sulla nascita dell’universo, e sui primi istanti della sua formazione, circa 380 mila anni dopo il Big Bang. Che sembrano tanti, ma in termini cosmologici, si tratta della prima luce dell’universo subito dopo la "grande esplosione" iniziale! Nel paragone con la vita dell’uomo Planck fotografa le prime 20 ore di vita.
Acquisita dal satellite Planck, di recente è stata svelata la mappa più dettagliata mai realizzata finora della "prima luce dell’universo", la cosiddetta radiazione di fondo cosmico a microonde, rivelando l’esistenza di caratteristiche che sfidano le fondamenta delle nostre attuali conoscenze dell’Universo. La nuova immagine, a tutto cielo, è relativa alla luce più vecchia nel nostro Universo, impressa nel cielo quando aveva solo 380.000 anni e ci rivela, come in una copia carbone, lo stato delle materia, più o meno addensata, che ha dato origine al meraviglioso universo che oggi abbiamo il privilegio dii osservare.
«Fino a quel tempo - spiega Mandolesi - l’Universo giovane era costituito da una sorta di zuppa bollente caldissima e densa di particelle elementari, protoni, elettroni e fotoni fra loro interagenti che, come in un giorno di nebbia rendeva tutto impenetrabile. Per un prodigio di natura però esso si stava espandendo e, come un gas si raffreddava. Raggiunta la temperatura di circa 2.700 gradi centigradi, i protoni e gli elettroni hanno iniziato a combinarsi tra loro per formare atomi di idrogeno: le interazioni radiazione materia sono diminuite drasticamente e la "nebbia" dipanandosi ha permesso alla luce di espandersi e arrivare fino a noi oggi, praticamente inalterata nelle sue caratteristiche a parte la sua temperatura che a causa dell’espansione è oggi diminuita di 1000 volte. Oggi questa luce oggi è visibile alle lunghezza d’onda delle microonde e la sua temperatura è di soli 2.7 gradi sopra lo zero assoluto».
Per certi aspetti, è stato un po’ come togliere il velo sull’universo. La più recente mappa di Planck è più dettagliata rispetto a quella elaborata precedentemente, nell’estate 2010. E c’è anche la carta d’identità: l’Universo ha 13,8 miliardi di anni. I risultati ottenuti da Planck sono stati presentati da un team di ricercatori, tra i quali lo stesso Mandolesi, dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica dell’Inaf di Bologna e dell’Università di Ferrara, che è a capo del team (circa 90 istituti, università e centri di ricerca di tutto il mondo) che ha realizzato lo strumento LFI a bassa energia, un apparato realizzato con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana e che partecipa all’analisi dei dati tuttora in corso.
Per la nostra galassia, la Via Lattea, è stata di recente realizzata da Planck una mappa dell’emissione delle polveri, prodotte dalle stelle alla fine della loro vita, e poi sparse nel mezzo interstellare. Ed è stata realizzata anche una mappa dell’emissione degli elettroni liberi presenti tra le stelle. Per il cosmo intergalattico è stata realizzata una mappa della radiazione diffusa dal gas caldissimo degli ammassi di galassie, anche da quelli talmente lontani da non essere mai stati osservati prima. Infine, è stata separata anche la mappa della radiazione prodotta nei primi istanti dopo il Big Bang, il fondo cosmico di microonde, la cui immagine permette di stabilire la geometria, la composizione e l’evoluzione dell’universo a grande scala.
«Nuovi e più eclatanti risultati sono attesi da Planck alla fine di ottobre 2014 - ci anticipa Mandolesi - e saremo noi stessi stupiti da quanto ci aspettiamo».
Aggiunge lo scienziato di origini marchigiane: «Ma è il caso che ha generato l’Universo, la natura, l’uomo? Perché la natura è così, direi scientificamente, perfetta? Io credo ad una risposta: cos’è il Big Bang se non la Creazione? Se penso ad una creazione non posso fare a meno di pensare ad un Creatore. Non posso immaginare che il caso sia alla base di tutte le meraviglie della vita che ci circondano».
avvenire.it
Appello ai pellegrini: venite, i Luoghi Santi sono sicuri
Appello ai pellegrini: non rinunciate alla Terra Santa. Anche in
questa drammatica fase di crisi, ci sono le condizioni di sicurezza
per recarsi in visita ai Luoghi Santi. E il pellegrinaggio, oltre ad
essere un’esperienza spirituale ed ecclesiale unica, è il modo più
concreto ed efficace per 'farsi prossimo' alle genti d’Israele e
Palestina e alle comunità cristiane in particolare. A lanciare
l’appello è il Coordinamento nazionale pellegrinaggi italiani (Cnpi),
l’organismo pastorale che raccoglie la quasi totalità dei soggetti
impegnati in questo ambito – dai Pellegrinaggi Paolini all’Oftal
all’Unitalsi, per un totale di 35 sigle.
«Di fronte alle tragiche notizie arrivate da Gaza, mentre alcuni pellegrinaggi sono stati confermati, altri sono stati rimandati o cancellati. Per ora registriamo rinunce più a livello di singoli che di gruppi. Perciò abbiamo voluto offrire una valutazione sulla situazione attuale in Terra Santa, perché ogni scelta sia fatta con consapevolezza, sulla base di dati reali e non sull’onda dell’emozione», scandisce don Luciano Mainini, segretario generale del Cnpi.
«Le organizzazioni italiane di pellegrinaggi – si legge nel comunicato diffuso del Cnpi – in stretto legame col Patriarcato latino di Gerusalemme e con la Custodia di Terra Santa, ritengono che anche in questa situazione di crisi i pellegrinaggi possono proseguire, come di fatto sono continuati». La valutazione si basa su quattro elementi. Il primo: «Il percorso tradizionale – Galilea e Giudea – non è nelle
zone interessate dagli scontri, distante tra i 400 e i 150 chilometri da Gaza ». Secondo: «I Luoghi Santi della Galilea e di Gerusalemme non sono mai stati, nemmeno nei momenti passati più difficili, oggetto di attentati». Terzo: «Il Ministero degli Esteri italiano non ha mai sconsigliato questa destinazione ». Quarto: «Il pellegrinaggio è una testimonianza. Si va non solo per visitare e per pregare, ma anche per condividere un cammino di fede. La Chiesa locale ha bisogno di sentirsi sostenuta». E non a parole ma «con una presenza che condivida preoccupazioni e speranze». Annullare i pellegrinaggi ha poi un impatto economico drammatico per tante famiglie e comunità già provate dalla persistente situazione di instabilità e conflitto della regione. Farsi pellegrini, infine, è un gesto e un segno di pace in
una terra che ne è assetata.
«Degli 800-900mila italiani che ogni anno vanno in Israele, il 90% sono pellegrini – riprende don Mainini –. Dal 2000, l’anno del Grande Giubileo, in poi, il numero di persone che sceglie la Terra Santa continua a crescere. Anzi: è l’unica meta che regge, mentre altre, come Lourdes e Fatima, fanno più fatica». Fra quanti avevano scelto la Terra Santa e per ora hanno sospeso e rimandato il pellegrinaggio, «c’è un gruppo di duecento giovani di Milano e di altre diocesi lombarde, che dovevano essere in viaggio proprio in questi giorni – ricorda il segretario del Cnpi –. Altri invece lo hanno confermato».
Altri come «i giovani e i seminaristi partiti giovedì da Brescia con la guida biblica don Mauro Orsatti e il direttore dell’Ufficio diocesano spiritualità e vocazioni, don Alessandro Tuccinardi. La settimana scorsa è partita una parrocchia di Brescia. Questi con voli di linea. E la settimana prossima riprende la 'catena' dei charter con un gruppo di Genova, altri gruppi e singoli pellegrini – incalza Giuseppe Gozzini di Brevivet, una delle agenzie con cui opera il Cnpi – . Giovedì anche Barbara Chiodi, il direttore di Brevivet, è volata in Terra Santa per vedere di persona la situazione ». Lo stesso viaggio effettuato a fine luglio da monsignor Liberio Andreatta, vicepresidente e ammini-stratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggi, lanciando il medesimo messaggio: i Luoghi Santi sono sicuri, venire si può. E la presenza dei pellegrini è preziosa. Anche, e soprattutto, ora.
avvenire.it
«Di fronte alle tragiche notizie arrivate da Gaza, mentre alcuni pellegrinaggi sono stati confermati, altri sono stati rimandati o cancellati. Per ora registriamo rinunce più a livello di singoli che di gruppi. Perciò abbiamo voluto offrire una valutazione sulla situazione attuale in Terra Santa, perché ogni scelta sia fatta con consapevolezza, sulla base di dati reali e non sull’onda dell’emozione», scandisce don Luciano Mainini, segretario generale del Cnpi.
«Le organizzazioni italiane di pellegrinaggi – si legge nel comunicato diffuso del Cnpi – in stretto legame col Patriarcato latino di Gerusalemme e con la Custodia di Terra Santa, ritengono che anche in questa situazione di crisi i pellegrinaggi possono proseguire, come di fatto sono continuati». La valutazione si basa su quattro elementi. Il primo: «Il percorso tradizionale – Galilea e Giudea – non è nelle
zone interessate dagli scontri, distante tra i 400 e i 150 chilometri da Gaza ». Secondo: «I Luoghi Santi della Galilea e di Gerusalemme non sono mai stati, nemmeno nei momenti passati più difficili, oggetto di attentati». Terzo: «Il Ministero degli Esteri italiano non ha mai sconsigliato questa destinazione ». Quarto: «Il pellegrinaggio è una testimonianza. Si va non solo per visitare e per pregare, ma anche per condividere un cammino di fede. La Chiesa locale ha bisogno di sentirsi sostenuta». E non a parole ma «con una presenza che condivida preoccupazioni e speranze». Annullare i pellegrinaggi ha poi un impatto economico drammatico per tante famiglie e comunità già provate dalla persistente situazione di instabilità e conflitto della regione. Farsi pellegrini, infine, è un gesto e un segno di pace in
una terra che ne è assetata.
«Degli 800-900mila italiani che ogni anno vanno in Israele, il 90% sono pellegrini – riprende don Mainini –. Dal 2000, l’anno del Grande Giubileo, in poi, il numero di persone che sceglie la Terra Santa continua a crescere. Anzi: è l’unica meta che regge, mentre altre, come Lourdes e Fatima, fanno più fatica». Fra quanti avevano scelto la Terra Santa e per ora hanno sospeso e rimandato il pellegrinaggio, «c’è un gruppo di duecento giovani di Milano e di altre diocesi lombarde, che dovevano essere in viaggio proprio in questi giorni – ricorda il segretario del Cnpi –. Altri invece lo hanno confermato».
Altri come «i giovani e i seminaristi partiti giovedì da Brescia con la guida biblica don Mauro Orsatti e il direttore dell’Ufficio diocesano spiritualità e vocazioni, don Alessandro Tuccinardi. La settimana scorsa è partita una parrocchia di Brescia. Questi con voli di linea. E la settimana prossima riprende la 'catena' dei charter con un gruppo di Genova, altri gruppi e singoli pellegrini – incalza Giuseppe Gozzini di Brevivet, una delle agenzie con cui opera il Cnpi – . Giovedì anche Barbara Chiodi, il direttore di Brevivet, è volata in Terra Santa per vedere di persona la situazione ». Lo stesso viaggio effettuato a fine luglio da monsignor Liberio Andreatta, vicepresidente e ammini-stratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggi, lanciando il medesimo messaggio: i Luoghi Santi sono sicuri, venire si può. E la presenza dei pellegrini è preziosa. Anche, e soprattutto, ora.
avvenire.it
Cultura: Londra-Atene in bici per ritorno marmi Partenone
(ANSAmed) - ATENE, 8 AGO - Salvatore Lo Sicco, un professore italiano
che vive e lavora nel Regno Unito, ha pedalato da Londra ad Atene sulla
propria bicicletta per un'iniziativa tesa sostenere rimpatrio dei Marmi
del Partenone. Lo Sicco ha cominciato il suo viaggio davanti al British
Museum, che ospita i marmi che Lord Elgin trafugò da Atene ai primi
dell'800, e lo ha concluso davanti alla gradinata del Museo
dell'Acropoli. Il docente italiano è partito il primo luglio scorso e
dopo 35 giorni e otto ore è arrivato nella capitale ellenica. Il
progetto di Lo Sicco è stato sostenuto dal Comitato britannico per la
Restituzione dei Marmi del Partenone. "Credo che il ritorno in patria
dei Marmi del Partenone sia un obbligo morale e storico per tutti noi.
Se vogliamo, possiamo cambiare le cose in Europa", ha detto il
professore-ciclista. A ricevere Lo Sicco al suo arrivo ad Atene c'era il
vice ministro della Cultura e dello Sport Angela Gerekou che si è
congratulata per la sua iniziativa e gli ha offerto un biglietto omaggio
per il ritorno a Londra e gli ha regalato una replica di una statuetta
di una colomba del periodo ellenistico. "Ringrazio Lo Sicco a nome di
tutti i greci", ha detto Gerekou. "Il sogno per la restituzione dei
Marmi rimane vivo in noi. Iniziative come la sua ci riempiono di
emozione e forza per continuare a lottare per una questione
internazionale che riguarda sia le persone di cultura sia i semplici
cittadini di tutto il mondo", ha concluso il vice ministro. I Marmi del
Partenone, che sono esposti nella Galleria Duveen del British Museum dal
1962, sono da decenni al centro di una lunga controversia diplomatica
tra la Grecia e il Regno Unito.
Turismo: Croazia dati per il 2014 mostrano crescita del ben 3%
Il turismo croato, principale
motore dell'economia del Paese e l'unico settore a non soffrire
la crisi economica, ha risentito del luglio piovoso, mese che
rispetto all'anno scorso mostra un calo dello 0,4 per cento in
arrivi e del 2% in pernottamenti. Buoni comunque i risultati
complessivi per i primi sette mesi del 2014.
Secondo i dati del ministero del Turismo croati, diffusi oggi, sulla costa adriatica croata a luglio sono state registrate in media 20 giornate piovose, con alcune località in Istria che ne hanno avute addirittura 24. Questo, secondo le analisi, ha pesato soprattutto sulle presenze nei campeggi dai quali molti turisti sono andati via molto prima del previsto.
In complesso, comunque, il 2014 in Croazia ha visto una notevole cresciata negli arrivi, del 3,5 per cento, ovvero in tutto quasi sette milioni di turisti per 37 milioni di pernottamenti. Di questi la stragrande maggioranza, 6,2 milioni, sono stranieri, con al primo posto i tedeschi e gli sloveni.
Rispetto all'anno scorso gli arrivi dall'Italia sono cresciuti, per la prima volta in tre anni, del 5 per cento. (ANSAmed).
Secondo i dati del ministero del Turismo croati, diffusi oggi, sulla costa adriatica croata a luglio sono state registrate in media 20 giornate piovose, con alcune località in Istria che ne hanno avute addirittura 24. Questo, secondo le analisi, ha pesato soprattutto sulle presenze nei campeggi dai quali molti turisti sono andati via molto prima del previsto.
In complesso, comunque, il 2014 in Croazia ha visto una notevole cresciata negli arrivi, del 3,5 per cento, ovvero in tutto quasi sette milioni di turisti per 37 milioni di pernottamenti. Di questi la stragrande maggioranza, 6,2 milioni, sono stranieri, con al primo posto i tedeschi e gli sloveni.
Rispetto all'anno scorso gli arrivi dall'Italia sono cresciuti, per la prima volta in tre anni, del 5 per cento. (ANSAmed).
Borghi racconta Marta e Clusone
fonte: http://www2.tv2000.it/pls/s2ewtv2000/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=3419
Iscriviti a:
Post (Atom)