Turismo boom di visitatori in Norvegia, +20% di richieste in un anno

E’ boom di visitatori in Norvegia. Fra la paura di attacchi terroristici e la crisi economica, che spingono verso mete a medio raggio e considerate sicure, il paese dei fiordi è sempre più gettonato. Con un incremento di richieste da parte dei turisti italiani che arriva al 15-20% rispetto allo scorso anno. E ad attrarre non è solo la natura dei fiordi o lo spettacolo dell’aurora boreale. Ma anche la capitale, Oslo: musei e gallerie, architetture avveniristiche, nuovi quartieri costruiti sull’acqua, eventi culturali, shopping di tendenza, fanno ormai di Oslo una meta per ponti o weekend al pari delle altre città d’arte europee, e non più solo una tappa obbligata sulla via del Polo Nord. Per rendersi conto di tutto ciò che può offrire, basta visitare il sito www.visitoslo.com, con guide della città e aggiornamenti in tempo reale su iniziative e manifestazioni (video).
A confermare il crescente interesse degli italiani per la Norvegia è Elisabeth Ones, director Tourism dell’Ufficio norvegese per il turismo, con sede a Milano, che opera nell’ambito di Innovation Norway, ente governativo che promuove innovazione e internazionalizzazione delle imprese. “Questo è un periodo molto positivo - afferma - per il turismo in Norvegia: c’è molto ottimismo nel mercato, i tour operator stanno vendendo bene, tanto è vero che solo dall’estate scorsa fino ad oggi il numero di quelli che hanno in catalogo la Norvegia è salito da 101 a 147".
"E la richiesta dei turisti è molto più alta, dal 15 al 20% in più rispetto agli altri anni. Anche nella stagione invernale appena terminata la Norvegia è stata molto richiesta. E per l’estate le richieste sono moltissime”, sottolinea.
“La Norvegia è considerata una meta assolutamente sicura - sottolinea Elisabeth Ones - e in questo periodo difficile sia per la crisi economica sia per gli allarmi del terrorismo è una destinazione richiesta. Inoltre, è una meta da scoprire per chi ha già visto tanti altri posti, ma anche per le famiglie che viaggiano con bambini e che si possono muovere nel nostro paese in tutta tranquillità”.
Già il 2015 si è chiuso in modo positivo per ciò che riguarda il flusso di italiani in Norvegia, facendo registrare circa 196 mila pernottamenti in tutte le categorie (hotel, campeggi, chalet e ostelli), il 3% in più rispetto al 2014. Particolarmente interessanti i mesi estivi, con oltre 66 mila pernottamenti italiani nel solo mese di agosto. Da non sottovalutare anche la stagione invernale, sempre più richiesta, con dicembre che ha registrato un +20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per praticare lo sci ma non solo.
La maggior parte degli italiani ha scelto questo paese per vacanza (43%), mentre il 28% per lavoro. La durata media dei viaggi è di 9,5 notti. L’88% degli italiani si sposta in aereo e il 13% dei vacanzieri viaggia con bambini. Degli italiani che si recano in Norvegia per motivi di vacanza, l’80% lo fa per vivere la natura, il 76% sceglie di visitare edifici storici e culturali, il 63% per mangiare cibi e bevande locali, e il 63% per vivere la zona dei fiordi. Anche il 2016 si è aperto con un aumento, a gennaio, del 18% dei pernottamenti italiani in Norvegia.
Vanno molto anche i viaggi a tema e un’occasione per presentarli agli operatori turistici italiani è stata Be Nordic 2016, che si è svolta a marzo a Milano richiamando 8.400 presenze, per raccontare i molteplici volti della Norvegia e degli altri paesi scandinavi: dalla moda all'architettura, dalla gastronomia al design, sempre con uno sguardo rivolto alla sostenibilità. “Il nordic design è sempre molto apprezzato dagli italiani per le linee semplici ma solide e i colori. Proprio nella capitale abbiamo molta architettura e design ma anche negozi in tema. C’è poi il food, per il quale tutta la Norvegia si sta attrezzando: il cibo locale oramai viene chiesto da tutti e questo contribuisce ad aumentare la qualità dei ristoranti del paese”, aggiunge Elisabeth Ones.
A dimostrare il crescente interesse per il food il moltiplicarsi di ristoranti e pub nella capitale, come testimonia l’imprenditore Jan Vardøen, personaggio eclettico noto come ‘king of Grünerløkka’, il quartiere ‘cool’ di Oslo che ha contribuito a far rinascere con sapienti ristrutturazioni edilizie e l’apertura di locali trendy. A lui, inoltre, si deve la crescente diffusione di prodotti gastronomici del nostro paese, con la sua attività di import e con i ristoranti italiani che gestisce nella capitale.
“Il turismo - dice - sta aumentando in questo periodo, vediamo sempre più italiani ed europei in generale. La Norvegia è molto cambiata. Oslo è diventata una città molto più viva, con musica, cultura, attenzione alla qualità del cibo. Oggi è a tutti gli effetti una città europea con un grande fermento culturale, un luogo veramente entusiasmante da visitare”.
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Che sia Brexit o no, per gli inglesi l’Italia è il top in Europa. Pizza, pasta, cappuccino e prosecco e Leonardo Da Vinci tra i più amati

Il referendum sulla Brexit è ormai alle porte ma che siano pro o contro, gli inglesi votano all’unanimità l’Italia come paese europeo preferito in fatto di cibo, bevande e monumenti. Emerge da una ricerca di lastminute.com su ciò che gli inglesi amano di più dell’Europa.
Fedele alla sua fama di paese in cui il cibo è di per sè un’attrazione turistica, l’Italia scalza tutti gli altri paesi europei e si posiziona al top della classifica dei piatti tipici che gli inglesi amano di più in assoluto. I primi due elementi in cima? Pizza e la pasta (62% e 56%), di gran lunga le più popolari e amate dai britannici.
La Top 10 dei cibi europei più amati dagli inglesi
1. Pizza 62%
2. Pasta 56%
3. Frites (patatine) francesi 41%
4. Baguette e cioccolata belga 39%
5. Croissant 34%
6. Olio d’oliva 30%
7. Pita 26%
8. Mozzarella 25%
9. Chorizo 24%
10. Tapas 23%
E se nel cibo l’Italia vince nettamente, quali sono le bevande più amate dagli inglesi? Ancora una volta è l’Italia ad occupare le prime due posizioni con...il cappuccino (33%) seguito dalle bollicine al secondo e terzo posto con il prosecco (29%) e lo champagne (27%). Nella top 10 troviamo anche il caffè espresso, il Chianti e il limoncello.
La Top 10 dei drink europei più amati dagli inglesi 
1. Cappuccino 33%
2. Prosecco 29%
3. Champagne 27%
4. Vodka 21%
5. Chardonnaye birra tedesca 19%
6. Whiskey irlandese 16%
7. Sangria e Caffè Espresso 15%
8. Chianti 11%
9. Limoncelloe Sherry 10%
10. Riesling 8%
Quando poi si arriva al capitolo monumenti, l’Italia sembra davvero surclassare tutti gli altri paesi europei, sebbene la prima posizione sia occupata dalla Tour Eiffel (42% delle preferenze). Seguono il Colosseo (30%) e la Torre di Pisa (26%), due dei più incredibili monumenti che caratterizzano il nostro paese e che accolgono migliaia di turisti inglesi (e non solo!) ogni anno. Il Louvre (25%) conquista la quarta posizione ma in quinta troviamo di nuovo un pezzo d’Italia, con Pompei e Piazza San Marco (entrambi preferiti dal 23% degli inglesi). Altri monumenti italiani che figurano nella Top 10 dei più amati dagli inglesi sono la Fontana di Trevi (18%), la Basilica di San Pietro (17%), il Duomo di Firenze (14%) e il Pantheon di Roma (13%). Quando si tratta invece di scegliere i propri preferiti tra i personaggi europei più influentidel passato e del presente, gli inglesi votano come numero uno Leonardo da Vinci (40%) che batte l’altro gigante rinascimentale, Michelangelo (28%).
La Top 10 dei monumenti europei più amati dagli inglesi
1. Torre Eiffel 42%
2. Colosseo 30%
3. Torre di Pisa 26%
4. Louvre 25%
5. Pompei e Piazza San Marco 23%
6. Acropoli 21%
7. Fontana di Trevi 18%
8. Basilica di S.Pietro 17%
9. Duomo di Firenze 14%
10. Pantheon di Roma 13%

"L'Europa può contare su un patrimonio meraviglioso fatto di cibi deliziosi, cultura autentica e attrazioni d’eccezione. Che gli inglesi decidano di rimanere o di lasciare l'UE, siamo sicuri che vorranno sempre viaggiare in Europa e la nostra ricerca rivela che è soprattutto lo stile italiano quello che amano di più". dice Fabio Cannavale, ceo di lastminute.com group.
 Brexit o no: top 37 delle icone europee che gli Inglesi ameranno per sempre 
1. Pizza 62%
2. Pasta 56%
3. Torre Eiffel 42%
4. Frites (patatine) francesi 41%
5. Giochi olimpici 41%
6. Leonardo da Vinci 40%
7. Baguettes 39%
8. Cioccolata belga 39%
9. Albert Einstein 36%
10. Democrazia 35%
11. Il Papa 34%
12. Croissants 34%
13. Marie Curie 33%
14. Cappuccino 33%
15. Teatro 32%
16. Olio d’oliva 30%
17. Colosseo 30%
18. Prosecco 29%
19. Van Gogh 29%
20. Michelangelo 28%
21. Filosofia 27%
22. Champagne 27%
23. Torre di Pisa 26%
24. Pita 26%
25. Louvre 25%
26. Picasso 25%
27. Mozzarella 25%
28. Chorizo 24%
29. Pompei 23%
30. Beethoven 23%
31. Piazza San Marco a Venezia 23%
32. Sigmund Freud 23%
33. Tapas 23%
34. Opera 22%
35. Feta 21%
36. Vodka 21%
37. Paella 21%
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Ecco i viaggi che puoi fare smettendo di fumare

Per andare in Francia e Spagna bastano due mesi senza sigarette. Per l'Europa del Nord serve smettere almeno per 3. Ma se si rinuncia alle cicche per 9 mesi si può scegliere: Stati Uniti, Canada, Brasile. A fare in conti su quanti soldi potrebbero essere utilizzati in viaggi e che invece si mandano in fumo con le sigarette, in occasione del No Tobacco Day di domani, ci ha pensato Skyscanner in collaborazione con la Liaf (Lega Italiana Anti Fumo) e con l'Università degli Studi di Catania. 
Al mondo si contano oltre 1 miliardo di fumatori che consumano circa 6 mila miliardi di sigarette all'anno; quindi, in media, ogni fumatore consuma circa 6.5 kg all'anno di tabacco, pari a circa 1.600 sigarette all'anno. La fascia d'età con maggiori fumatori è quella compresa fra 25 e 44 anni.
I benefici collaterali della rinuncia al fumo sono davvero tanti, a cominciare dalla salute, al risparmio economico – ora ancor maggiore visto che nelle scorse settimane i prezzi di molte delle marche più diffuse di sigarette sono ulteriormente aumentati – fino alle abitudini che ci condizionano anche in viaggio.
Zone non fumatori
IslandaQui si trovano i più bassi tassi di mortalità maschile in Europa per alcol e fumo. Alcuni anni fa si è deciso di combatterli incentivando lo sport e i risultati sono stati eccellenti, visto anche che la Nazionale di calcio si è qualificata per la prima volta nella sua storia ai Campionati Europei.
Irlanda
L'Isola di Smeraldo ha fatto da apripista con le sue leggi anti-tabacco, essendo il primo paese al mondo a far rispettare il divieto assoluto di fumare nei luoghi di lavoro chiusi, ma anche nei club, bar e ristoranti. Non mancano le eccezioni, visto che alcuni hotel e guesthouse offrono a propria discrezione camere per fumatori. Anche alcuni bar presentano zone fumatori.
Australia
Qualunque viaggiatore anti-fumo che voli in Australia sarà contento di scoprire che il fumo nei luoghi pubblici è vietato in tutto il Paese. Gli australiani hanno un motivo in più per stare attenti mentre guidano con la sigaretta in bocca, pare che la causa di uno degli incendi più importanti avvenuto nel piccolo stato di Victoria, lo scorso anno, sia stato proprio un mozzicone acceso lanciato da una macchina.
Olanda
Anche nella terra dei coffee shop è vietato fumare. Il governo olandese ha proibito il fumo in ristoranti, bar, caffè e nightclub. I fumatori potranno accendere qualche sigaretta in aree delimitate dove non potranno essere serviti cibi o bevande. Comunque vale sempre la pena cercarsi dei voli per Amsterdam.
Italia
In Italia è bene ricordare che dal 2 febbraio 2016 sono attive nuove regole riguardanti il fumo e le sigarette. Per gli automobilisti è stato introdotto il divieto di fumare nelle loro auto (in sosta o in movimento) in presenza di minori e di donne in stato di gravidanza. I nuovi divieti riguardano anche le pertinenze esterne delle strutture universitarie ospedaliere, presidi ospedalieri, IRCCS pediatrici, reparti di ginecologia, ostetricia e neonatologia. Altra importante novità introdotta è il divieto di buttare cicche per terra, nelle acque e negli scarichi.
Paesi dove si fuma di più
Grecia
In Grecia il 39% della popolazione fuma.
Indonesia
Nonostante gli aumenti delle tasse sul consumo di fumo, quasi il 38% degli indonesiani fuma quotidianamente. Colpisce notevolmente la differenza tra i sessi, visto che a fumare è il 71,8% degli uomini e solo 4% delle donne.
Cile
Circa il 29% dei cileni fuma regolarmente e il Governo del paese sta per questo considerando di inasprire la legge anti-tabacco, proibendo il fumo in parchi e spiagge.
Giappone
Il Giappone è al secondo posto in Asia per consumo di sigarette. Oggi il numero di fumatori in Giappone è salito a 30 milioni di abitanti e riguarda il 35% degli uomini adulti, il 12% delle donne, il 22% dei giovani e il 60% degli studenti universitari. Le leggi in materia di tabacco si sono fatte più dure e adesso il fumo è vietato ai minori di 20 anni. Per strada è severamente vietato fumare (soprattutto camminando) per non ustionare i passanti. Tale legge è valida per lo più negli agglomerati urbani come Tokyo e viene indicata da cartelli facilmente comprensibili anche da chi non parla il giapponese. Nei locali è consentito fumare e non sempre è possibile trovare zone fumatori e non. Per quanto concerne i treni, spesso è possibile trovare vagoni e scompartimenti solo per fumatori.
Cina
Nella Repubblica Cinese fuma “solo” il 25,5% della popolazione, un numero che copre circa il 40% della produzione mondiale di sigarette.
Paesi più severi contro il tabacco
Bhutan
In Bhutan, dal 16 giugno 2010 è stato introdotto il Tobacco Control Act, una legge che proibisce la coltivazione, la produzione e la vendita di tabacco e di derivati del tabacco in tutto il paese. Oltre a questo, sono in atto delle politiche il cui obiettivo è aiutare le persone che vogliono smettere di fumare.
Isole Pitcairn
Qui il tabacco è venduto esclusivamente in appositi negozi statali, in un regime controllato. Tale aggressiva politica è stata resa possibile dal fatto che la popolazione di questo stato è di appena 56 abitanti.
Islanda
In Islanda il fumo è vietato in tutti i locali pubblici, grazie a una legge che non ha incontrato di fatto nessuna opposizione, visto che nemmeno un islandese su quattro era fumatore e questa estensione del divieto di fumo era sentita, secondo i sondaggi, come un’esigenza dalla grande maggioranza della popolazione. Addirittura l’82% degli islandesi, secondo un rilievo effettuato qualche anno fa, era favorevole al divieto, mentre solo il 18% contrario.
Brasile
Dal dicembre 2011, in Brasile è proibito fumare in tutti gli spazi chiusi, è vietata la vendita di sigarette ai minorenni e ne è proibita la pubblicità. Il governo brasiliano periodicamente attiva delle campagne di sensibilizzazione contro gli effetti del fumo. Nello stato di San Paolo è proibito fumare in qualsiasi spazio chiuso e pubblico ed esiste anche una sorta di polizia speciale che si occupa esclusivamente di far rispettare questa legge.
Nuova Zelanda
In Nuova Zelanda la vendita di tabacco è vietata ai minori di 18 anni. Dal 2004 è proibito fumare nei luoghi pubblici al chiuso e nelle zone all’aperto attorno alle scuole, agli stadi e ai campus universitari. Per il futuro si prospettano soluzioni ancora più radicali, visto che la Action on Smoking and Health, mira a ottenere la rimozione completa della vendita di sigarette nel paese entro il 2017. Lo stesso governo ha dichiarato di puntare a rendere la Nuova Zelanda completamente libera dal fumo entro il 2025.
Fumo in aeroporto
L'utilizzo di sigarette è consentito solo nelle apposite aree fumatori, ma non tutti gli aeroporti ne sono dotati. In Italia ad esempio: Fiumicino dispone di tre sale fumatori, mentre gli scali milanesi di Linate e Malpensa ne è presente appena una per ogni terminal. All'estero la situazione varia molto da scalo a scalo. Francoforte, Monaco e Zurigo presentano aree fumatori ben organizzate e segnalate. Gli aeroporti di Madrid, Londra Heathrow e Parigi Orly non hanno alcuna zona dove fumare all'interno, ma solamente all'esterno. Negli Stati Uniti, 28 dei 35 scali più importanti sono 100% smoking-free. A Cuba, nell’aeroporto dell’Havana, si può fumare facilmente, esattamente come nella maggior parte degli scali del Centro e del Sud America. In Asia, Africa e Medio Oriente i principali aeroporti sono dotati tutti quanti di aree fumatori.
Sigarette elettronicheI regolamenti europei sulle sigarette elettroniche variano molto da stato a stato, visto che l'UE sta lavorando a uno studio su questi prodotti e che i risultati saranno disponibili solamente nel giro dei prossimi cinque anni. Nel frattempo stati come Finlandia, Ungheria e Belgio hanno dichiarato questo prodotto fuori legge e non lo commerciano. Per chi utilizza le sigarette elettroniche, in generale all’interno degli aeroporti è consentito utilizzarle. Tuttavia per sicurezza è consigliabile chiedere al personale dell'aeroporto, visto che in certi casi le disposizioni possono essere differenti.
In aereo invece non è consentito l'uso della sigaretta elettronica in nessun caso. Per quanto concerne il trasporto, le sigarette elettroniche possono stare anche all'interno del bagaglio a mano, ma devono rimanerci per tutta la durata del volo. I liquidi sottostanno alle regole per il trasporto di liquidi in aereo e dunque nel caso del bagaglio a mano possono essere trasportati solo in contenitori che non devono superare la capacità di 100ml e devono essere riposti in sacchetti trasparenti richiudibili.
Tabacco masticabile
Conosciuto anche come SNUS, questo tipo tabacco umido in polvere viene prodotto e consumato soprattutto in Scandinavia, in Paesi come Svezia, Norvegia e Finlandia. Si mette in bocca (e si tiene tra il labbro e la gengiva) anche per diverse ore. Il fatto che non produca alcuna combustione riduce il numero dei rischi per la salute, rispetto alle sigarette tradizionali ed elettroniche, ma a differenza delle prima, contiene più nicotina, anche se i possibili effetti nocivi non sono ancora del tutto chiari.
ansa

LetterAltura / Le montagne sono i luoghi di resistenza del mondo!

Da Verbania il 24 Giugno 2011 intervista a Alberto Peruffo di Giuseppe Serrone

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LetterAltura 2011: Le montagne sono i luoghi di resistenza del mondo!

Si apre con questa affermazione il manifesto di Intraisass Borderline, la netview & community dedicata alla montagna, reale e simbolica, che ha in Alberto Peruffo una delle anime storiche. Di resistenza all’omologazione della pratica alpinistica, attraverso un lavoro rivolto ai “rifugi culturali” e all’esplorazione, dialogherà Alberto Peruffo.

Alberto Peruffo

Editore, alpinista e net-artista dirige da più di 10 anni il collettivo di cultura nato intorno ai suoi progetti di rete multidisciplinari. Le spedizioni esplorative si sono alternate al suo impegno civile nell’arte, che ha dato vita nel 2000 alla Casa Editrice Antersass. Sempre partendo dalle montagne, con The Wandering Cemetery ha partecipato alla Biennale di Venezia 2007, mentre con Ventimila Piedi Sopra il Mare ha inaugurato le serate evento del TrentoFilmFestival 2006. E' l'autore dell'opera corale The Sad Smoky Mountains, che ha acceso di fumo rosso a difesa del Tibet centinaia di montagne in giro per il mondo. IBorderline.net è il suo ultimo progetto di resistenza ed esplorazione culturale.

LetterAltura: scrivere e camminare intervista con Piero Dorfles a cura di Giuseppe Serrone

La montagna un amore infinito

4) Ivo Rabanser: un amore infinito. Storia di un amore infinito: Intervista da Verbania LetterAltura 2011 a cura di Giuseppe Serrone. L'alpinista si racconta come"privilegiato che puo' vivere all'infinito gli attimi di felicita' perche' infinite sono le montagna da scalare".